Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Sophie_Wendigo    04/04/2013    2 recensioni
- Piano la presa si allentò, il dio lasciò scivolare i gelidi palmi fino ai suoi polsi, cingendoli quasi dolcemente, poi si avvicinò al volto della donna, deviando all’ultimo verso il suo collo.
“Ti ho detto di non giocare con me…" sussurrò su di esso -
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano passate quasi due settimane dagli eventi di New York, la vita stava lentamente ricominciando a serpeggiare fra le strade della città semi distrutta.
Natasha era chiusa nel suo appartamento da quando c’era entrata, 12 giorni prima.
Ogni volta che attraversava il corridoio e la sua immagine si rifletteva nell’enorme specchio appeso alla parete, non si riconosceva: i capelli in disordine, due ampie occhiaie scure, dei vestiti sporchi e lisi che non cambiava da tempo…
Era bastato poco per farle perdere tutte le energie: una semplice striscia di carta, una decisione.
Adesso era seduta sul suo divanetto, fissava l’agenda aperta sul tavolino, ingombro di robaccia. Si passò le mani sul viso, sfinita, le lacrime avevano ricominciato a salire, ma aveva pianto fin troppo, non era da lei.
Gettò a terra un paio di cartoni di pizza a domicilio, scoprendo una scatolina di cartone bianca e blu. Era aperta, la prese e andò in bagno.
Attese, sperò con tutta se stessa che quella volta il colore fosse chiaro, ma pian piano si scuriva, fino a divenire un blu intenso.
Gettò la scatola vuota nel cestino, ricolmo di altre identiche e fascette blu.
Si poggiò al lavabo, tenendo ancora in una mano il test positivo e, senza neppure rendersene conto, ricominciò a singhiozzare, sempre più forte, finché non si lasciò scivolare lungo la parete opposta, stringendo in grembo la striscia di carta. Nascose il capo fra le ginocchia, e continuò a piangere per un tempo indefinito.
Quando si fu calmata, quando quel blu smise di affollare la sua mente, poté riflettere, forse per  la prima volta dopo molto tempo.
Porti in seno il frutto del tuo odio. Non puoi tenerlo, hai fatto la cosa giusta. Continuava a ripetersi, eppure, nonostante quello che era successo, nonostante quello che le aveva fatto Loki, una piccola creaturina si stava sviluppando dentro di lei, e che diritto aveva per ucciderla?
Pensa Tasha, quando crescerà e vedrai nei suoi occhi quelli di lui, cosa farai?
Strinse di più le ginocchia attorno alle tempie. Era vero, non avrebbe potuto amarlo incondizionatamente, e poi lei non poteva permettersi di diventare madre, il suo lavoro sarebbe stato compromesso. Non era pronta per una cosa tanto grande, non l’avrebbe sopportato.
Il filo dei suoi pensieri fu rotto dal suono del campanello. Si alzò di scatto, come se l’avessero scoperta nel bel mezzo di un reato, si precipitò alla porta, aggiustò alla meglio i capelli e quando giunse alla soglia l’aprì di scatto.
Non aspettava nessuno a dir la verità, ma non dormire per 10 notti consecutive, evidentemente aveva i suoi effetti.
Quando si ritrovò di fronte Tony e Thor, le parve di svegliarsi da un brutto sogno durato 2 settimane, restò per un istante impietrita, poi percepì lo sguardo indagatore dei due e si riscosse.
“Ciao! Che… che ci fate qui?” chiese balbettando la donna.
 “Natasha… che ti è successo?” sussurrò Thor, non era abituato a trattare con i Midgardiani, così complessi rispetto agli abitanti di Asgard.
“Dobbiamo parlare Romanoff, possiamo entrare?” intervenne Tony che, stranamente, sembrava la componente lucida della situazione.
“Ehm… Io…”
“Grazie mille Gioia.” Continuò lui, spostandola dalla soglia ed entrando nell’appartamento trascurato, seguito subito dopo dal Dio del Tuono.
 
Il miliardario si era accomodato su una poltrona, mentre Thor era in piedi, in un angolo.
“A… allora? Ehm… posso offrirvi qualcosa?” temporeggiò Natasha, era irriconoscibile, e si nascose in cucina, cercando un paio di bicchieri puliti e un qualsiasi superalcolico.
“Una spiegazione magari.” Disse il dio.
“Surfista, ti ho già spiegato come stanno le cose! A dir la verità, se qui c’è qualcuno che deve dirci la sua versione, sei tu.” Lo canzonò l’uomo, attirando l’attenzione di Natasha, che si precipitò nel salotto.
“Ragazzi, non ho calici di vetro… Ecco, non sarà scotch ma è buono lo stesso.” Disse versando un liquido ambrato nei bicchieri, cercando in ogni modo di zittirli. Se erano lì, era perché volevano parlare di Loki, e lei non aveva la forza per starli a sentire.
“Tasha, siediti qui, smettila.” Sussurrò Tony, levandole la bottiglia dalle mani e invitandola ad accomodarsi al suo fianco. La donna fu costretta ad assecondarlo, ma si sedette su una poltrona in un angolo della sala. “Thor, siamo tutti orecchie.”
“La verità è che non sono io quello che deve parlare, ma Loki. Fury ci ha detto che non ci sarai domani a Central Park, ma dovresti venire. Ci sono cose che dovete chiarire prima che se ne vada.”
“Io non credo proprio, non c’è nulla da chiarire: lui si è preso gioco di lei, e lei ha reagito male. Quel che è giusto è giusto. Io sono qui per te, non per fare il consulente matrimoniale.” Disse Stark, rivolgendosi a Natasha, che guardava i due ospiti quasi intimorita.
“Non parlare di cose che non sai! Loki non si è preso gioco di lei, al contrario…”
“Sentite, io… ho solo bisogno di stare da sola… potreste, per favore, andarvene…?” fece Natasha, alzandosi e torturandosi le mani. Poi notò lo sguardo di Tony, che la guardava sgomento, allora abbassò il viso verso i suoi palmi, che tenevano ancora stretta la fascetta blu.
Il miliardario si alzò piano, avvicinandosi a lei, ma quando cercò di prendere quel pezzo di carta, lei si ritrasse debolmente, arrendendosi però subito dopo.
“Sei incinta…” sussurrò facendo scorrere lo sguardo dal test agli occhi carichi di lacrime della donna.
“Non per molto…” disse la donna, aprendosi in un mesto sorriso, volto solo a tenere a freno un nuovo pianto. “Ho già preso appuntamento all’ospedale… Abortirò fra due giorni.” Concluse abbassando il volto, tornando a rimirarsi le mani tremanti.
“Devi dirlo a Loki, è pur sempre il padre, ha dei diritti…” provò Thor ad imporsi, ma venne interrotto da uno sguardo pieno d’odio da parte di Natasha.
“Diritti?! Quello stronzo è venuto qui, si è preso gioco di me, dei miei sentimenti, mi ha ingravidato ed è sparito senza rimorsi! Non ha alcun diritto!” Sputò lei sul suo viso, furente.
“Prima di dire questo, dovresti starlo a sentire!”
“Non sprecherò un altro minuto del mio tempo per quello sporco Jötunn!”
“Attenta a come parli Midgardiana. È mio fratello. E ti ho detto che dovresti prima sentire ciò che mi ha detto.” Ringhiò Thor, afferrandole un polso.
“Lui mente! Lo fa sempre, stupido bamboccione! Possibile che dopo un’eternità che ti sta accanto, tu non abbia ancora imparato?!”
“Non stavolta! Era sincero, non l’ho mai visto così! Parla con lui, cosa ti costa?!”
“Mi ha complicato abbastanza la vita, sono stanca. E non voglio sentire oltre le sue baggianate.”
“-Dicono che solo colui che vede nascere una dea, conosce la felicità… Io l’ho fatto, e l’ho distrutta subito dopo.-Ecco cosa mi ha detto! Lui ti ama, dannazione!
Lui mente!” ripeté ancora Natahsa, cercando di divincolarsi dalla sua presa ferrea.
“Ehi! Ehi! Piantatela voi due…” Tony li allontanò, e si diresse alla porta con il dio, strattonandolo. “Spetta a te decidere Nat, l’importante è che tu stia bene, fottitene del resto.” Concluse il miliardario, seguito da uno sbuffo seccato di Thor. Poi uscì, lasciando sola la donna, di nuovo.
 
Natasha chiuse la porta a doppia mandata, attraversò la stanza, arrivando alla grande vetrata che si affacciava sulla città semi distrutta, l’aprì, e si sedette sul balcone. Non aveva paura di cadere, anzi, quella sensazione di vuoto sotto i piedi le piaceva, e poi aveva bisogno di respirare, di schiarirsi le idee.
-Fottitene del resto- sembra facile detto così… La mente della donna spaziò verso innumerevoli soluzioni, tutte improbabili, ma possibili. Infine, dopo aver portato istintivamente una mano al ventre, si rese conto di quanto quelle sue fantasie fossero ridicole, e di quanto poco potesse fottersene del resto. Non c’era solo lei in quella storia: c’era Loki, per quanto le dolesse ammetterlo, e c’era anche il bambino… E, forse per la prima volta, riuscì ad accettare che non era solo colpa del Principe degli Inganni.
Certe cose si fanno in due… Pensò ricordando quello che era successo nella nave, stupendosi di quanto le mancassero quei giorni, quando il suo problema più grande era se sottostare o no a ciò che provava. In confronto alla decisione che era obbligata a prendere, sembrava una cosa così frivola…
Adesso però non c’entravano i sentimenti: doveva scegliere se tenere o no un figlio, e doveva farlo senza l’appoggio di nessuno.
Ma non c’era poi molto da valutare, lei non poteva portare a termine quella gravidanza, non poteva farlo e basta, era inutile pensarci oltre.
Forse Thor ha ragione… Dopotutto non ci metterei più di dieci minuti: entro nella cella e glielodico chiaro e tondo, non m’importa cosa risponderà, ho già fatto la mia scelta…
Prima di alzarsi però, ci ripensò un’infinità di volte: pianse, lo maledì in mille modi diversi per la situazione in cui l’aveva messa, e maledì se stessa perché non era abbastanza per non farle fare la cosa giusta…
 
Natasha uscì dall’appartamento dopo due intere settimane d’isolamento, sporca e col viso sconvolto, incorniciato da delle ciocche disordinate, vestita solo di un paio di jeans e una felpa macchiati.
Camminò fino alla metropolitana, scese alla periferia e lì prese un autobus che la portò in una zona isolata, fuori New York.
Procedette per tutto il pomeriggio, non aveva voglia di farsi venire a prendere da un’auto dello S.H.I.E.L.D., e giunse al carcere provvisorio, costruito in poco tempo per ospitare un prigioniero come Loki, a sera inoltrata.
Si fece riconoscere dalle guardie all’ingresso mostrando il suo lasciapassare, poi proseguì in quella specie di bolla di vetro.
Raggiunta la porta di un vero e proprio bunker, prese un bel respiro e, dopo che altre due guardie l’ebbero aperta, entrò, sparendo nell’oscurità di quelle mura spesse.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Sophie_Wendigo