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Autore: Revan    25/10/2007    10 recensioni
-Kakashi, non è accaduto niente quell'estate, e tu lo sai- sbottò lei stizzita. -O, bhè, se intendi dire che tu hai avuta troppa paura, sì, è vero, non è successo nulla...- -Io non ho avuto paura!- esclamò lei. Era caduta con infantilismo in una trappola prevedibile.[Kakashi\Anko senza alcune pretese.Anzi, solo una: continuate a sostenere KakaAnko a prescindere da questo obrobrio]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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All'ombra del salice
ALL' OMBRA DEL SALICE

Tanta melassa e di un'OOC che un'HinataZetzu parrebbe più probabile...

Mi scuso anticipatamente con tutti i fan di quella che a mio parere è una coppia meravigliosa, perchè con questa, se mi passate il termine, "fiction" sono riuscita a rovinarla...
Prima storia in assoluto, che scrissi nel lontano dicembre 2006, quando ancora mi chiedevo ingenua perchè quel "tizio strano coi capelli argentei" avesse tre pallini in un occhio...



A te nii-chan, che mi hai obbligata a postare
E perdonami, se a volte non mantengo le promesse...

°°°°°°°

Anko osservava il fiume, che torbido avvolgeva il piccolo isolotto. Le ombre del vecchio salice giacevano tra le pietre del rigagnolo, giocando tra gli ultimi brandelli del giorno.
Una trota increspava ogni tanto lo specchio dell'acqua, o faceva capolino dalle lastre lisce del ghiaccio. Il vento scuoteva la lunga chioma dell'albero, che malinconico carezzava la neve candida attorno a esso.
Una lepre uscì timorosa dalla tana, e con stupore ossevò il manto soffice che aveva sostituito la calura estiva. Silenziosa si mosse circospetta nella coltre immacolata. Scrutò poi a lungo quell'essere strano, che immobile poggiava sul tronco screziato dell'albero.
"Che strana questa specie" pensò "Sempre a correre dietro a quello che per loro è irraggiungibile". Si disse così la lepre, che infreddolita si nascose nel tepore della terra.
Kakashi...
Anko guardò lontano, stringendosi di più nell'impermeabile, portando le ginocchia al petto. Quanti ricordi serbava per lei quel luogo, come una lontana estate di quasi dieci anni prima, quando dovette affrontare l'esame per divenire Anbu, quando ancora era con Gai e ...
-Buon giorno!-
Ad Anko bastò una frazione di secondo. Quando vide una figura saltare dall'albero portò istintivamente la mano al kunai, e con un balzo scaraventò l'ombra improvvisa contro il tronco. In un istante le fu addosso, portandole il pugnale alla gola.
In quel momento il vento sembrò trattenere il respiro.
-Non sapevo trattassi sempre così le tue vittime, altrimenti mi sarei fatto vivo più spesso!- ansimò Kakashi, completamente disteso sotto il peso di Anko.
-Ah, Kakashi, sei tu- disse lei, e con un misterioso rossore si alzò, riponendo il kunai nel fodero.
Con un gemito Kakashi si mise a sedere, massaggiandosi il collo là dove l'arma aveva sfregiato la pelle.
-Come mai sei qui?- domandò la donna, sedendosi a sua volta.
-Bhè, avevo pensato di dare un salutino a questo posto; in fondo è qui che abbiamo imparato tutto.
Anko lo guardò stupita. Possibile che anche lui ricordasse quell'estate?
-Inoltre- continuò - è da tanto che non venivo qua.
Il vento aveva ripreso a vorticare nella sera, portando le prime avvisaglie di neve da nord.
Anko scrutò Kakashi. Fin da quando erano bambini erano stati rivali. Lui aveva sempre dimostrato un talento naturale che lei mai avrebbe potuto eguagliare. Ma i tanti anni di duro addetstramento avevano fatto di lei una guerriera temibile e astuta.
Però, dopo l'apprendistato sotto la guida Orochimaru, le loro strade si erano divise.
-Da quanto tempo ci conosciamo, Kakashi?-
La domanda le venne alla gola prima che potesse abortirla.
-Escludendo l'accademia direi da circa una quindicina di anni- rispose lui pensieroso.
-E, rispondi- esordì lei seria -quando mai abbiamo avuto l'occasione di considerarci amici?
Il volto di Kakashi, seminascosto dalla tuta, parve arrossire debolmente.
-Bhè, dipende da cosa intendi con la parola 'amici'- rispose lui con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra.
-Cosa vuoi dire?- sbottò Anko.
-Aaah, se non lo sai tu...- disse lui, sorridendo sotto i baffi.
-Kakashi, vorrei risposte, non messaggi criptati!-
-Se non ricordo male, qui, durante l'ultima sessione dell'esame Anbu, sotto questo stesso albero, eravamo un po' troppo vicini per considerarci solo amici- disse lui pacatamente. Con delicato cinismo sottolineò l'ultima parola.
Questa volta era Anko ad arrossire. La bocca leggermente aperta la faceva apparire un pesce fuor d'acqua, cosichè, quando Kakashi si voltò per guardarla, divampò d'un rosso intenso.
-Kakashi, non è accaduto niente quell'estate, e tu lo sai- sbottò lei stizzita.
-O, bhè, se intendi dire che tu hai avuta troppa paura, sì, è vero, non è successo nulla...-
-Io non ho avuto paura!- esclamò lei. Era caduta con infantilismo in una trappola prevedibile.
Kakashi si fece improvvisamente serio.
-A no?- fece lui, avvicinandosi a lei con indecifrabile espressione.
La sua voce era diventato tutto a un tratto bassa e profonda.
Anko parve farsi più piccola, indietreggiando come una cerbiatta braccata dal leone. La sua schiena sbattè contro il tronco dell'albero.
Kakashi, con quello sguardo sinistro scolpito in volto, poggiò le mani contro il tronco ligneo, all'altezza delle spalle di Anko.
-A no?- ripetè.
-E allora perchè stai tremando?-
Un brivido la percorse da capo a piedi; la fiamma che albergava nei suoi occhi vibrò nel verde e s'incrinò, sino a spezzarsi. Sembrava di nuovo bambina.
-Kakashi, sò che per te questo è solo un gioco, ma, ti prego, lascimi- supplicò lei con un sussurro.
-Per me questo non è un gioco- rispose lui con intensità.
-Kakashi, lasciami-
-Di cosa hai paura,Anko?-
-I-io non ho paura- si ostinò lei, con un ultimo filo di voce.
-Ammettilo, Anko, tu hai paura di perdere questa sfida-
-C-cosa?-
-Tu e io, sempre rivali, ma mai un vincitore tra noi. Hai paura di uscirne sconfitta-
Non ci aveva mai pensato, Anko. Sconfitta da una sfida chiamata amore, la più imprevedibile e pericolosa delle avventure. Fino a quel momento l'aveva sempre ripudiata.
Guardò Kakashi. Il suo sguardo ricadeva su di lei, la scrutava con intensità. Non voleva ammetterlo, Anko, ma sì, era tremendamente vero, aveva il terrore di questo nuovo Kakashi, aveva il terrore di intraprendere un viaggio senza ritorno, di mettere in gioco i sentimenti che tanto a lungo aveva ammaestrato al silenzio.
Ma ora...
Nei suoi occhi si riaccesero i tizzoni, animati da una nuova inesplicabile forza.
-E tu Kakashi, sei sicuro di poter vincere?- chiese lei con rinnovato vigore.
-Io...-
La domanda lo colse di sorpresa, come di sorpresa lo colse lei, che, presolo per la giacca, lo tirò a sè, affondando le sue labbra nelle sue, consapevole che, qualunque fosse stato l'esito di quella sfida, non sarebbe stata comunque la sconfitta.
E intanto cominciò a nevicare.
Una lepre uscì dalla tana, e con quello che sembrava un sorriso pensò fra sè e sè, guardando quei due strani esseri che si allontanavano per mano: "E sì, proprio divertenti questi uomini; a volte non si accorgono che quello di cui hanno bisogno si trova sotto il loro naso".
E infreddolita si rintanò nel calore della sua tana, mentre le due figure scomparivano nella neve.


°°°°

Non chiedo venia perchè so perfettamente di non meritarla.

Revan
  
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