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Autore: unannosenzapioggia    04/04/2013    4 recensioni
Forse dire amore era esagerato, ma ero innamorata. Il mio era quell'amore che non mi faceva dormire la notte, non mi faceva mangiare, non mi faceva studiare o stare attenta a scuola. Pensavo sempre a lui, e a trovare un modo per scrivere il suo nome da qualche parte o per scattargli qualche altra fotografia. Se lo avesse saputo, avrebbe riso di me, e io mi sarei accorta di aver sbagliato tutto, di aver perso solo tempo in quei due mesi. Era giusto amare, ma non lo era innamorarsi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Io ti regalerò ogni singolo risveglio la mattina,
e poi lascerò i capelli scivolarmi tra le dita.
Ti regalerò ogni singolo carezza quando è sera,
ho imparato già ad amarti senza più riserva alcuna.”
 

Non ero mai stata brava a disegnare, la mia stessa calligrafia era sempre stata orribile, tanto che nemmeno io riuscivo a leggere in quello che scrivevo. Ma c'era una lettera dell'alfabeto che amavo. Amavo scriverla sui muri del bagno a scuola, sul mio diario, sul banco, sui vetri quando si appannavano. Amavo vederla scritta su qualche cartellone pubblicitario. Amavo quella lettera in tutto e per tutto. Tornai alla realtà quando i raggi del sole che stava tramontando mi accecarono quasi. Mi fermai dallo scrivere quella maledetta lettera e alzai lo sguardo. Il sole era ormai basso, potevo vederlo bene. Ero seduta sull'ultimo gradino della scalinata del condominio in cui vivevo a Londra, e lo stavo aspettando. Lo aspettavo lì tutti i pomeriggi e passavo il tempo a scrivere sulle mie mani, o su un blocco da disegno la prima lettera del suo nome, la H, a scattare fotografie, ad ascoltare musica. Non sapevo niente di lui, se non che si chiamava Harry. Come il principe, e speravo ogni giorno che potesse diventare il mio. Aveva ventun anni, lavorava e viveva al terzo piano. Non sapevo assolutamente nulla di lui, ma mi sembrava di conoscerlo da una vita. Lo aspettavo nascosta e lo osservavo mentre entrava nell'atrio, sorridendo gentilmente al portiere e salendo le scale in fretta e furia. Dal mio nascondiglio, potevo vederlo bene, senza fare brutte figure. Gli avevo scattato alcune fotografie, anzi moltissime, che tenevo ben nascoste nel secondo cassetto della mia scrivania. Mi piaceva tutto di lui. Mi piaceva come si sistemava i capelli riccioluti e scuri, quando saliva le scale. Sembrava odiarli quei capelli, ma ero abbastanza sicura che a lui piacessero, quasi quanto li amavo io. I suoi occhi verdi erano stati una calamita per i miei, sin dal primo giorno che avevo incrociato per sbaglio il suo sguardo. Erano magnetici, accesi, brillanti, sembrava che potessero illuminare la più scura delle notti, si muovevano velocemente qua e là, curiosi di ogni cosa, come quelli di un bambino. Ogni volta che fissavo il suo viso era come un colpo al cuore. Il mio respiro mi abbandonava e l'unica cosa che faceva battere ancora il mio cuore erano le sue labbra, carnose, belle, rosee, perfette, che lui torturava ogni tanto, forse in segno di nervosismo. Osservavo tutto di lui: il suo corpo, il suo comportamento, i suoi movimenti, il modo con cui parlava o si relazionava con le altre persone. Era strano, perchè non avevo mai fatto una cose del genere. Mi sentivo quasi come una stalker che non lasciava mai in pace la sua preda, ma Harry non era solo un preda, era molto di più. Mi stupivo di me stessa per quello che accadeva nel mio corpo, nel mio cuore, nel mio stomaco ogni volta che lo vedevo. Era strano, sì, perché non avevo mai provato nulla del genere per nessun altra persona, forse perché nessuno valeva quanto Harry contava per me. Non avevamo mai parlato, ma ero quasi sicura che, nonostante il mio nascondiglio, lui mi avesse notata qualche volta. Si era sorpreso qualche volta quando aveva capito che tutti i giorni alla stessa ora, mi facevo trovare seduta sulle scale. Aveva capito che aspettavo lui, aveva capito che mi piaceva lui, aveva capito tutto quello che in più di due mesi ancora mi confondeva. Mi aveva sorriso varie volte, ma per educazione, come faceva con il portiere. Come faceva un ragazzo come lui, il ragazzo dei sogni di ogni ragazza, sorridere a me o pensare a me in quel modo? Io era normale, rispetto a lui. Sì, perché lui era qualcosa di straordinario, qualcosa di inesistente in natura, era come uno di quegli animali rari che si vedono una volta ogni cento anni. La cosa diventava preoccupante, perché ogni giorno mi riscoprivo sempre più innamorata di lui. Avrei voluto parlargli, abbracciarlo, baciarlo e amarlo come mai nessuno aveva fatto. Avrei voluto parlargli di me, di quello che mi piaceva, di quello che odiavo e avrei voluto regalargli ogni singolo risveglio la mattina e ogni singola carezza quando era sera. Avrei fatto di tutto per lui, anche solo per vederlo dirmi “ciao”. Perché alla fine, desideravo tutte queste cose, ma volevo solo che mi salutasse, che mi chiedesse come stavo. Quell'appuntamento alle scale era diventato ormai una mia abitudine, una cosa a cui non riuscivo a fare a meno. Era il mio unico modo per stargli vicino, per sentire il suo profumo quando mi passava vicino, per vederlo accennare un sorriso verso di me e per vederlo ridacchiare quando notava che arrossivo anche per un sorriso. Era quello il mio problema, ero timida. Ma la mia timidezza non era un pregio, ero troppo timida. Questo mio difetto non mi permetteva di fare niente, tanto meno non mi dava il coraggio di parlare con Harry. Io lo amavo, ma forse ero nata con qualcosa di sbagliato, perché il mio cuore seguiva più la mia timidezza, che l'amore che provavo per lui. Forse dire amore era esagerato, ma ero innamorata. Il mio era quell'amore che non mi faceva dormire la notte, non mi faceva mangiare, non mi faceva studiare o stare attenta a scuola. Pensavo sempre a lui, e a trovare un modo per scrivere il suo nome da qualche parte o per scattargli qualche altra fotografia. Se lo avesse saputo, avrebbe riso di me, e io mi sarei accorta di aver sbagliato tutto, di aver perso solo tempo in quei due mesi. Era giusto amare, ma non lo era innamorarsi.

Scattai l'ennesima fotografia al tramonto, dalla finestra di camera mia, sorseggiando di tanto in tanto la mia cioccolata calda. Lanciai un'occhiata all'orologio: mancava ancora dieci minuti all'arrivo di Harry a casa, avevo ancora un po' di tempo per scattare qualche altra foto. Mi raccolsi i capelli in uno chignon leggero e recuperai, abbandonato sulla scrivania, il mio blocco pieno del suo nome. Afferrai la penna e la macchina fotografica pronta ad uscire, quando il campanello suonò. Abbandonai il mio materiale sulle scale che portavano in camera mia e che avevo appena sceso, e mi avviai alla porta. Quando aprii, Harry era davanti a me, sorridendo.
«Hai mica dello zucchero?» mi chiese, gentilmente. «L'ho finito e non sopporto prendere il thè senza zucchero.»
Io arrossii violentemente. Annuii in silenzio, troppo stupita per quel gesto: Harry che si presentava a casa mia. Lasciai che entrasse in casa e mi seguisse fino in cucina. Mi porse il barattolo che aveva portato con sé e lo riempii di zucchero.
«Deve essere una persona importante, se hai segnato la sua lettera sulla mano.» mi disse osservando la mia mano piena di H. Io arrossii di nuovo. «No, nessuno di importante.» Dio, avrei voluto urlargli in faccia di quanto mi ero innamorata di lui e di quanto mi sarebbe piaciuto far scivolare le mie mani tra i suoi riccioli. Lui sorrise di nuovo e lo riaccompagnai alla porta.
«Comunque, io sono Harry.»
«Julie.» risposi, porgendogli la mano.
Con mia sorpresa, lui non l'afferrò, ma si avvicinò a me, accarezzando la mia guancia dolcemente con le sue dita. Sfiorò con le sue labbra, le mie, insicuro se andare avanti o meno. Ma a quel punto non si poteva tornare indietro. Sorrisi sulle sue labbra e le sue furono subito come una calamita per le mie e si unirono definitivamente insieme. Intensificò il bacio, lasciandomi tutto il tempo di dischiudere la bocca in modo che la sua lingua potesse aver completo accesso. Mi spinse leggermente indietro facendomi rientrare in casa e chiuse la porta con un piede. I nostri corpi erano uno contro l'altro, le nostre labbra le une contro le altre, le sue mani sul mio viso e le mie lungo i suoi fianchi, sentendolo una volta per tutte veramente vicino a me. Non volevo più staccarmi da quelle labbra, erano l'unica cosa che avevo desiderato per tutto quel tempo. Assaporai a lungo quel bacio, quel bacio che sapevo di fresco, di bello, di affascinante, di protezione, di lui. Quel bacio sapeva di Harry. Si staccò di malavoglia dalle mie labbra e appoggiò la sua fronte alla mia. «Sono io?»
Io lo guardai confusa, per un momento, ammirando da vicino il suo viso, quella parte del suo corpo che avevo visto solo da lontano e che sognavo tutte le notti. «Che vuoi dire?»
«L'H sul tuo braccio..» sussurrò ad un centimetro dalla mia bocca, accarezzando la mia mano. «Sta per Harry?» io arrossii. «E sei molto bella quando arrossisci.»
Sorrisi, e respirai profondamente. «Sì.»

Una delle mie attività preferite era osservare Harry. La luce del sole che mi aveva appena svegliata, era stata incapace di fare la stessa cosa con lui. Dormiva ancora profondamente, o almeno così sembrava, vicino a me. Sembrava un angelo quando dormiva. Mi nascosi al caldo, sotto le coperte per osservarlo meglio, lasciando solo i miei occhi scoperti. Il suo petto si alzava e si abbassava regolarmente e la sua bocca rosea era leggermente dischiusa. Gli accarezzai i riccioli, ma si mosse sotto al mio tocco. Ritrassi velocemente la mano, riportandola sotto le coperte. Harry aprì gli occhi lentamente, sorridendomi. «Mi piace quando rimani a dormire da me.» sussurrò. «Ormai, è d'abitudine, no?»
Annuii, sorridendo anche se sapevo che non poteva vederlo, per via delle coperta. Harry allungò la sua mano e mi liberò il viso dalla coperta. «Mi piacciono anche le tue labbra, perchè le copri?»
Arrossii, e in quel momento mi venne in mente una cosa talmente ridicola che mi venne da ridere da sola. Avevo voglia di baciarlo. Non lo avevo mai fatto, perché era Harry a prendere sempre l'iniziativa, a prendermi sempre alla sprovvista, quando meno me lo aspettavo. E invece, in quel momento, volevo sfiorare io le sue labbra, volevo baciarlo io, volevo che si stupisse di tutto quell'amore sorridendo, e che mi abbracciasse subito dopo. «Harry?»
Accarezzò i miei capelli, mettendomi una ciocca dietro l'orecchio. «Mh?»
«Posso chiederti una cosa?» lui annuì sorridendo. «Posso baciarti?»
Il suo mezzo sorriso si trasformò in un sorriso intero, lasciando apparire sulle sue guance quelle adorabili fossette, che rendevano il suo viso ancora più adorabile. «Certo, perché me lo chiedi?»
Mi avvicinai, lentamente a lui. «Non so.. Magari, ti dà fastidio..»
Lui rise di gusto. «Fai pure, sono tutto tuo.»
Risi anch'io, liberandomi definitivamente della coperta e, ormai abbastanza vicina a lui, sentivo i suoi occhi su di me, ma non ci feci caso e d'impulso, senza tanti preamboli, lo baciai. Ogni volta, era come ritornare in vita, baciarlo era come una boccata di aria fresca. Harry intensificò il bacio, tenendomi stretta a sé, per darmi sicurezza, e quando decisi di staccarmi, contro la mia volontà, dalle sue labbra, mi abbracciò ed io appoggiai la testa sul suo petto, sorridendo soddisfatta. Forse era presto per dirlo, forse eravamo troppo giovani per il “per sempre”, forse stavamo esagerando e prendendo troppo sul serio il nostro amore, ma, dannazione, quello era amore. Ed io avevo imparato già ad amarlo, senza più riserva alcuna.


Buona sera! :)
Allora, questa os l'ho scritta per il concorso che @bestwritersEFP sta organizzando, nella categoria dei One Direction ed ho pensato di partecipare tanto per provare, e quindi spero che vi piaccia! Voglio solo dire che per tengo davvero molto a questa os, perchè la protagonista oltre ad avere il mio stesso nome (mi chiamo Giulia), è molto simile a me caratterialmente. Anch'io sono molto timida quando si parla di ragazzi e anch'io non ho coraggio di parlare mai con loro e li osservo da lontano. Quindi in Julie, c'è moltissimo anche di me stessa. La canzone che ho messo all'inizio è "Senza Riserva" di Annalisa, e mi piace da impazzire. Infatti, è proprio ascoltando la canzone che mi è venuta in mente la os e se fate attenzione nei discorsi o nei pensieri di Julie ci sono alcuni pezzi della canzone. Bhè, detto questo, spero davvero vi piaccia, perchè io ci tengo veramente molto e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi, mi farebbe molto piacere. Alla prossima! :)

  
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