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Autore: escribano    05/04/2013    1 recensioni
Era solo una cosa da amici, un modo per tenersi fino alla fine insieme. Di fatti lui teneva lei, e lo faceva forte, volendo quasi sentirsi unico con lei, e cercando di fargli capire quanto avrebbe sentito la mancanza di quel posto. Lei per ricambiare lo baciava, dolcemente, sforzandosi di dimenticare i suoi problemi per un istante.
Non doveva essere facile, per lei. Una vita di sforzi finita in malora, un lavoro orribile, e la mancanza del suo amore, lontano fiumi, mari, monti e prati.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Si guardavano e dopo tornavano ai loro computer.
Erano agli opposti del tavolo che passavano il tempo a guardare cose sciocche in rete. E nonostante le migliaia di informazioni che potevano prendere da quegli schermi,
c'era un momento in cui uno dei due si fermava e guardava l'altro, e l'altro, come per magia, o come un meccanismo ben sincronizzato, si girava. 
E si guardavano. 
I loro occhi, per una manciata di secondi, si specchiavano. E proprio durante questa manciata di secondi - non è possibile quantificarli,
sono quelle durate della mente, che potrebbero durare ore come istanti - le loro menti cercavano di scoprirsi, facendosi venire in mente un fiume di pensieri, e di storie,
che probabilmente pensavano non potessero mai succedere. Ma per fortuna questo lo pensavano solo.
Poco dopo lui andò a finire di preparare la valigia, così come cercò di pulire la stanza. Solo che gli era così difficile togliere dalla sua stanza tutto quello che lo riguardava,
infatti più roba toglieva e più ricordava cose che aveva provato in quella stanza. A un certo punto trovò un foglietto di cartoncino, con delle frasi stampate e con gli spazi vuoti, uno di quegli esercizi che aveva completato a scuola,
uno di quelli facili.
All'inizio gli sembrava cartaccia da buttar via, poi leggendo bene vide il nome di quella ragazza, quella che nell'esercizio era stata uccisa da un
famigerato Bob, poi portato a
processo. La stessa ragazza però, nella realtà, gli aveva preso la testa, ci era entrata dentro e lì ci era rimasta - all'inizio la vedeva solo come una bellissima
ragazza, una di quelle che così belle ne vedi poche. Quel misero foglietto allora lo fece pensare a vari momenti con lei: la prima volta a lezione, le altre
lezioni one-by-one, la volta al pub e la volta nel metrò, con la piccola pantera.
Subito prese il foglietto, e, per avere la possibilità di fare di nuovo un viaggio nella mente come quello, lo mise nel libro che stava leggendo. 
Tutto era ormai quasi pronto, aspettava soltanto il volo. Non si accorgeva di quello che lasciava, pensando come di arrivare nel posto dove era cresciuto, un
posto magico.
Finito di preparare la stanza per l'arrivo di qualche nuovo viaggiatore, andò a salutare i cari che lasciava là. La notte passò in fretta, e tanto in fretta tornò a casa dagli altri che lo aspettavano, per un ultimo addio. I primi, dopo i saluti, andarono a dormire, pensando che alla fine era solo una semplice persona di passaggio - era destino che se ne dovesse andare, così come è destino che arrivi qualcun'altro come lui. 
Restarono in tre ad aspettare il volo: lui, lei, e un'altra. Dopo una marea di scherzi però arrivò anche per loro il momento di andare sotto le coperte, e, sempre per scherzo, lui ci andò con lei.
Era solo una cosa da amici, un modo per tenersi fino alla fine insieme. Di fatti lui teneva lei, e lo faceva forte, volendo quasi sentirsi unico con lei, e cercando di fargli capire quanto avrebbe sentito la mancanza di quel posto. Lei per ricambiare lo baciava, dolcemente, sforzandosi di dimenticare i suoi problemi per un istante. 
Non doveva essere facile, per lei. Una vita di sforzi finita in malora, un lavoro orribile, e la mancanza del suo amore, lontano fiumi, mari, monti e prati.
Anche qui il tutto andò avanti per una durata non calcolabile, o almeno, nessuno sarebbe stato talmente insensibile da provarci. Solo lui ebbe in testa un imput che lo spinse a baciare forte, dire addio, e andarsene per sempre. Lei se lo fece scivolare. Lui prese i bagagli e, girata una sigaretta, si mise fuori a fumare, e a guardare, e a pensare. 
A volte non ci pensi alle cose quando accadono, ti lasci soltanto trascinare, ti senti schiavo delle passioni, poi quando questo finisce, rifletti e scopri cose che non pensavi, lui mica pensava che sarebbe potuto accadere con lei, quella a cui raccontava quanto fosse bella e misteriosa la piccola pantera.
E poi ti accorgi anche di piccoli dettagli che lo capire che, forse, lei non aveva pensato a questo prima, ma l'aveva desiderato.
Avvolto da tutti questi pensieri sentì una mano sulla spalla e, neanche spaventato, si girò e la vide.
Susseguirono altre incalcolabili durate, e tutto finì.
"Adios, Guapo" disse lei con uno sforzo sovrumano, permettendo che questo accadesse, perchè volente o nolente, doveva accadere. Lui rispose cercando di consolarla, con una pacca sul sedere. "Addio".
Si dice che l'amore non abbia lingua, però quando si cerca di condividerlo e mostrarlo si usa la propria lingua, perchè è impossibile avere un altro modo più naturale. 
 
  
  
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