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Autore: Laylath    05/04/2013    2 recensioni
Che cosa sarebbe successo a tutti loro? Potevano continuare a proteggersi a vicenda?
In poche ore gli uomini di Mustang ricevono l'ordine di trasferirsi negli angoli più pericolosi del paese: gli scacchi vengono allontanati dal loro re.
E' il pedone che, in poche ore, deve fare i conti con le paure e i dolori della separazione e alcuni tremendi sospetti; perché ogni pezzo è indispensabile alla vittoria finale.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Team Mustang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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Quando tiri via una pellicina dall’unghia a volte ti fai davvero male, ma non ti chiedi mai se la parte di pelle che ti stai staccando provi dolore.
Forse era successa una cosa simile in quei tremendi momenti in cui quella cosa nera era penetrata nell’edificio, sommergendolo. Non capiva nemmeno se era annegato, soffocato… morto.
Cercò un battito di cuore che non esisteva, voleva muovere mani e braccia, vedere, toccare sentire, ma non c’era più niente di tutto questo: non aveva più forma che potesse essere percepita. Era solo pura energia.
Energia, risorsa, sacrificio.
Questi concetti una volta gli sarebbero risuonati in testa, ma ora, privo di corpo, lo imprigionavano in un incredibile e potente vortice di disperazione e angoscia.
Voleva pensare ai suoi compagni, a quello che stava succedendo, ma era come chiedere a una pellicina staccata dal dito di provare ancora la sensazione di far parte del corpo. Non ne aveva più la facoltà, poteva solo stare in balia di una potenza più forte di lui che aspettava di prosciugarlo, consumarlo, sacrificarlo.
Abbiamo fallito… è finita!
Voleva piangere, gridare, disperarsi… sbattere i pugni a terra. Ma non poteva, non c’era nulla: solo un dolore che non poteva nemmeno sentire suo, perché apparteneva a decine di milioni di anime attorno a lui. Perché adesso era solo anima… e una goccia in mezzo all’oceano non può sperare di essere sentita.
I ricordi della sua vita iniziavano a sparire: come se fosse proibito avere una propria individualità. C’era solo sofferenza e angoscia, uguale e indistinta per tutti. Non vedeva, ma percepiva che intorno a lui non c’era via di scampo. Anche se solo a livello di intuizione, sapeva di essere parte di una cascata di energia che stava per essere trascinata.
Avrebbe voluto opporsi, per l’ultimo ricordo di pericolo che gli rimaneva, ma era come cercare di evitare di nascere. Si era sentito così quando le contrazioni di sua madre l’avevano spinto fuori dal grembo per farlo venire alla luce quella sera di…? Di quando…?
La forza trascinatrice ebbe la meglio su qualsiasi opposizione avesse potuto tentare e fu scaraventato fuori da quell’oceano di anime.
Stava per essere consumato, lo sapeva, ma forse… almeno quel senso di soffocante angoscia sarebbe terminato, assieme al resto del mondo.
 
Che cos’era adesso quella strana esigenza?
Tum.
Ecco, adesso andava meglio, ma non doveva smettere…
Tum… tum
Forse aveva capito… doveva continuare, ad intervalli regolari
Tum… tum… tum
Come il battito del cuore.
Emise un sospiro di sollievo.
Sospiro? Stava respirando?
La consapevolezza del suo corpo ritornò di colpo: sentì il freddo pavimento sotto la sua guancia, il fastidioso prurito dovuto ai capelli sporchi, i cerotti sulla fronte e sulla guancia che gli tiravano leggermente la pelle.
Provò a emettere un verso, nemmeno una parola, solo un breve mormorio.
Ma era proprio la sua voce, non poteva sbagliarsi.
Aprì gli occhi e vide il corridoio deserto dove si trovava fino a quando quell’onda nera era arrivata, travolgendolo.
Era il corridoio della sede di Radio Capital, la radio di Central City.
Ma sì, era venuto lì con Breda e gli altri per far parlare la signora Bradley alla radio, cercando di convincere i cittadini della bontà delle loro azioni… poi l’edificio era stato circondato. Se ben ricordava era giunta voce che era tornato il comandante supremo.
“Una volta che Bradley avrà ripreso il comando…”
“Potremmo essere distrutti immediatamente.”
“Anche se sua moglie è qui?”
“Credi che quella gente nutra sentimenti del genere?”
Il dialogo che aveva avuto qualche ora prima con il sottotenente Ross gli tornò in mente insieme a tutte le sgradevoli sensazioni che aveva provato in quelle ultime ore. Aver dovuto girare le spalle ai soldati di Briggs, non sapere che fine avessero fatto il tenente e il colonnello… e poi quel raggio azzurro fuoriuscito dal quartier generale. Una trasmutazione alchemica?
Nuovi frammenti di dialogo… questa volta con Breda
“Siamo ufficialmente dalla parte del comandante supremo e per ora non corriamo rischi. Non dovrebbero attaccarci, non ancora”
“Abbiamo accusato Briggs… ma loro non sono nostri nemici”
“Se non lo facevo forse saremmo tutti morti in questo momento. Non credere che mi abbia fatto piacere”
“Tra i soldati di Briggs c’è il maresciallo Falman”
“Fury… dannazione, non credere che non ci abbia pensato. Come ho pensato al fatto che loro sono nostri amici. Ma dobbiamo guadagnare tempo… uccidere prima noi o prima quelli di Briggs non penso che importi loro qualcosa”
“Lo faranno lo stesso, vero?”
“Sì Fury, lo faranno… e se non moriremo per mano dei soldati di Central… beh, c’è anche quella storia del cerchio di trasmutazione intorno al paese. A quel punto non credo che importi da che parte staremo”
“Crede che il colonnello…”
“Lo spero… ma, sarò sincero ragazzo. Non avrei nessun dubbio se fosse una qualsiasi altra missione: ma ci sono cose che… sono davvero troppo grosse, forse anche per lui”
“E’… è davvero angosciante dover attendere senza sapere quello che succederà”

Ecco… angoscia! Il sentimento che gli aveva bruciato la mente e l’anima per tutte quelle ore e che poi si era trasformato in un mare di disperazione. Adesso aveva finito di ardere così forte, ma l’aveva lasciato completamente sfinito.
Sapeva di essere sdraiato sul pavimento, ma non aveva proprio voglia di alzarsi… tutto il peso degli ultimi mesi lo teneva schiacciato a terra. Era così difficile ed estenuante anche solo pensare a tutto quello che stava succedendo.
“Fury! Ragazzo!” lo chiamo la voce di Breda
“Signore…” mormorò sollevando leggermente la testa, mentre il compagno lo raggiungeva, leggermente barcollante
“Stai bene?” gli chiese lasciandosi cadere in ginocchio accanto a lui
“Credo di sì… e lei?”
“Più o meno. Ce la fai a sederti?”
“Ci provo… – disse accettando la mano che gli veniva offerta – Ma che è successo?”
“Non lo so – ammise il sottotenente turbato – però se siamo tornati nei nostri corpi… perché è questo che è stato vero?”
Fury scosse la testa, non sapendo cosa rispondere. Poi si poggiò sulla spalla dell’uomo
“Ehi, giovanotto, tutto bene?” gli chiese Breda posandogli la mano in testa
“Vorrei solo che finisse. – mormorò stancamente Fury – Vorrei che fossimo di nuovo tutti insieme, senza homunculus, cerchi di trasmutazione, fine del mondo… che questo senso di angoscia che ci ha tormentato in queste ore se ne andasse per sempre. Vorrei svegliarmi e scoprire che questi mesi sono stati solo un folle incubo… troppo grande per tutti noi.” la sua voce era al limite del pianto.
“Ti capisco – disse il compagno arruffandogli con gentilezza i capelli sporchi – Ma ti chiedo di resistere ancora per qualche ora. Ho la netta sensazione che siamo alla resa dei conti, lì al quartier generale: portiamo a termine quanto promesso al colonnello. Lo so che tu sei quello più stremato di tutti noi, ma… coraggio, piccolo, un ultimo sforzo”
“Per il colonnello” mormorò il ragazzo alzandosi pesantemente in piedi, incitato dall’amico
“Ottimo… vieni, torniamo nella sala di registrazione. Come tutto sarà finito ti farai una bella dormita e vedrai che andrà meglio.”
Andrà meglio… continua a ripetertelo. Ce la devi fare… solo per poco ancora. Devo… continuare a crederci.
  
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