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Autore: miseichan    05/04/2013    8 recensioni
Ho tagliato la barba.
Te ne sei accorto?
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Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Sheperd, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Per te

 




 

 

Ho tagliato la barba.

 

 

Mi sono fatto la barba, visto? Te ne sei accorto?

Ecco cosa vorresti dire, una volta per tutte. 

Faresti qualsiasi cosa per distogliere la sua attenzione da quel dannato cellulare.

Cos’avrà poi da scrivere di così importante?

Di più importante di te?

Mi sono fatto la barba, visto?

E invece, come al solito, ti senti dire tutt’altro. 

 

“Non mi piace.”

 

Non solleva lo sguardo, non si degna minimamente di girarsi. 

Nulla. 

Ma hai parlato davvero?

 

“Scusa, ma come tuo amico è mio dovere dirtelo: Rose non mi piace.”

 

Il vuoto. 

L’ascensore è più reattivo di lui.

 

“Perché?”

 

Oh, una risposta. Almeno è vivo, è già qualcosa. 

 

“Ma non ci vai neanche a letto!”

 

Sbotti, accalorandoti.
Non ci vai neanche a letto, santo Cielo!

Lo vedi girarsi appena, sorpreso. O forse solo infastidito.

 

“Non ti piace perché non viene a letto con me?”

 

Ti chiede, senza capire. 

Domanda, ottuso come sempre.

 

“E’ un po’ bizzarro.”

 

Aggiunge, dandoti nuovamente le spalle. 

Come, come fa a non capire?

 

“Non è bizzarro.”

 

Mugugni, mettendoti istintivamente sulla difensiva.

Assottigli lo sguardo, oscurandoti in volto. 

Sei un pazzo a provarci ancora con lui. 

 

“E’ un po’ bizzarro.”

 

Lo senti ripetere, e qualcosa, da qualche parte, sembra rompersi dentro di te.

Non è un dolore troppo forte, però. E’ solo l’eco di una sofferenza che già conosci troppo bene.

Sei un pazzo, ecco cosa sei. Un pazzo che non riesce a smettere di sperare. 

Lui, però, ha messo via il cellulare.

 

“Ehi!”

 

Ringhi quasi, testardo. 

Incapace di lasciar perdere. Folle. 

 

“Se tu ci andassi a letto potrei capire perché passi del tempo con lei, ma non è così! Ecco, è che... insomma...”

 

Sai di star sbagliando.
Di star rischiando troppo, folle che non sei altro. 

Ma non riesci a frenarti, è troppo tardi. 

Ti avvicini, fermandoti alle sue spalle: vicino, troppo vicino. 

 

“... pensavo, sai...”

 

Quasi gli bisbigli all’orecchio, perso.

Folle.

 

“... pensavo che saremmo stati tu e io.”

 

Sussurri, alla fine. 

Gli occhi che, terrorizzati, corrono a fissare il pavimento.

Colpevole, ecco come ti senti. 

Conscio della tua follia.

 

“A fare sesso?”

 

Lo senti chiedere.

E arretri, le mani in tasca. Folle che non sei altro.

Sai che ti sta guardando, con quella sua espressione sarcastica. 

Quel sorrisetto ironico.

E vorresti solo prenderlo a schiaffi.

 

“Dopo!”

 

Borbotti, battendo in ritirata. 

Non capirà mai. 

 

“Dopo Addison, dopo Meredith! Sono stato paziente...”

 

Sorride lui, ascoltando senza davvero sentire. 

 

“Ho aspettato mentre tu facevi coppia con loro, ma adesso basta. Dovremmo essere solo noi.”

 

Stai dicendo tutto. 

Nessuna finzione, nessuna bugia. 

Come, come diavolo fa a non cogliere la verità nelle tue parole?

Come fa a non percepirne la sincerità?

 

“Tu e io.”

 

Guardi quel suo sorrisetto. 

La scintilla divertita nei suoi occhi. 

E, ancora una volta, capisci che non è servito a niente. 

Fiato sprecato, ecco. 

Sospiri, chiudendo gli occhi per un istante, preparandoti alla bugia.

 

“Due uomini a caccia, in cerca di prede.”

 

Aggiungi, sconfitto. 

E lui sorride ancor di più, ignaro. 

 

“Non trovi da fare sesso e ti serve il mio aiuto.”

 

Dice, convinto. 

Ti viene quasi da ridere. 

E’ convinto, lui. 

E non ha capito un cazzo.

 

“Io non ho problemi. Io posso fare sesso quando voglio.”

 

Ribatti, qualcosa che ti si agita dentro. 

Lì, dove prima si era rotto qualcosa.

 

“Faccio sesso ogni volta che voglio.”

 

Ribadisci, sicuro di te.

E’ la verità. 

 

“Questo è il punto: le donne sono ovunque, ma...”

 

Ma. C’è sempre un ma. Un ma grande quanto il mondo. 

E lui, cieco, non riesce a vederlo.

 

“... ma c’è una sola persona con cui posso parlare.”

 

Glielo hai spiegato il ma. 

Glielo hai fatto vedere.

Glielo hai sbattuto in faccia. 

 

“Che cosa carina.”

 

Eccola, la sua risposta.

Un pugno nello stomaco.

 

“Chiudi il becco.”

 

Stupido. 

Stupido, che speri ancora. 

Hai un deficiente per amico, perché non la smetti?

 

“Davvero, è una cosa dolce e carina.”

 

Insiste lui, esilarato.

Ed è un nuovo colpo, più forte del primo. 

 

“Chiudi il becco.”

 

Ripeti, le forza che ti abbandonano.

Folle, folle a soffrire ancora. 

 

“Stai facendo sul serio con questa donna?”

 

Chiedi, soffocando tutto.

Reprimendo il dolore.

 

“Non lo so. Può darsi.”

 

Ti risponde, serio. 

E qualcosa, dentro di te, muore. 

Lo fissi, sentendoti invisibile. 

 

Ho tagliato la barba. 

Mi sono fatto la barba, visto? Te ne sei accorto?

Sei stato tu a dirmelo, una volta. Cos’era? Un consiglio, una presa in giro?

L’ho fatto. 

Te ne sei accorto?

 

“D’accordo.”

 

Dici.

Folle.

 

“Le darò una possibilità.”

 

Ho tagliato la barba. 

Te ne sei accorto?

L’ho fatto per te. 

 

Per te. 

 

 

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