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Autore: Clawdia    05/04/2013    4 recensioni
Cosa sarebbe successo se Santana avesse fatto coming out al secondo anno di High School? Cosa sarebbe cambiato se lei e Brittany fossero state solo migliori amiche per tutto il tempo passato a scuola? Cosa succederebbe se l'unica vera paura di Santana fosse l'Amore? Questa è la storia di Santana e Brittany 7 anni dopo essersi diplomate e di tutto quello che è successo nel mezzo e che succederà in seguito. L'amore può lasciare su una persona cicatrici profonde, e questo Santana Lopez lo sa bene!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Insegnami a...'
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Il tempo passò veloce. 
Ci scorreva addosso tra notti di passione, giornate di risate e d'amore così. Rapido.
Nemmeno mi accorsi del nostro primo mese insieme, e poi del secondo.
Semplicemente godevamo della presenza dell'altra alla giornata, non c'era mai un vero piano futuro, un qualcosa di grande su cui basarsi ma stavamo insieme e questo bastava.
Lei mi presentò a qualche sua collega, a sue amiche che nemmeno pensavo conoscesse e anche se la mia cerchia era abbastanza ristretta io le feci conoscere Tim. Inutile dire che si piacquero da subito, ridevano così spesso di me che la cosa cominciava a darmi sui nervi.
Vivevamo ognuna nella propria casa, ma passavamo più tempo assieme che se avessimo convissuto. Quinn non ne voleva ancora sapere di andarsene, forse su consiglio di Matt che più si avvicinava quel suo matrimonio più sembrava impazzire di gioia, e Brittany non voleva accellerare troppo le cose. Forse aveva paura che se avesse fatto pressione sarei fuggita di nuovo ma la cosa le andava bene. Ci bacevamo e ci tenevamo per mano in pubblico senza più problemi, eravamo l'una la ragazza dell'altra e ormai nessuno mi vedeva più in giro senza di lei. Certo, c'erano settimane dove non ci vedevamo proprio ogni giorno ma dopotutto alle volte era piacevole aver qualche momento di solitudine o da passare con gli amici.
Lavorativamente invece...era tutto un disastro!
 
«SAANTANA!»
«Si?»
«Hai controllato l'arrangiamento? Proprio non mi piace e non riesco a spiegarmelo. Sai bene che il tuo aiuto è fondamentale prima dell'incisione della canzone per cui...puoi restare anche stanotte a rivederlo?»
Presi un bel respiro. Con Mel a così poca distanza avrei potuto far qualcosa di cui mi sarei pentita molto presto, o forse no. Un pungo ben assestato su quel nasino perfetto, o su quegli occhi da cerbiatto braccato dai cacciatori.
Avrei potuto ucciderla, avrei potuto strozzarla e far finta che non fosse successo nulla ma...il suo agente stava vigile a una decina di metri da noi, Timothy era seduto sulla scrivania affianco alla mia e mi fissava divertito così...semplicemente respirai.
«Veramente avrei altri piani per questa notte e...»
«Nulla che non si possa disdire vero?»
La sua vocina petulante penetrò sin all'interno delle mie orecchie.
DIOS NO! Quella ragazza stava cercando di sucidarsi era evidente. Non bastava aver lavorato e composto una canzone per lei, ora che finalmente aveva deciso di inciderla doveva lagnarsi con me dei suoi fallimenti. Pensava che dato che avevo scritto io il suo testo, io dovessi lavorare per arrangiarlo alla sua voce, bella, ma sicuramente non degna di quei posti.
Avrebbe potuto avere un orda di tecnici ad aiutarla ma no...lei doveva rompere le palle a me. Certo, Tim mi aveva detto che spesso i cantanti chiedevano l'aiuto dei compositori o i loro consigli su come orientarsi musicalmente ma...Mel era fatta e finita, aveva tutto quello che serviva per cavarsela da sola.
«Veramente, sarebbe una cosa piuttosto importante!»
«Più della mia canzone?»
Si, più della tua fottutissima canzone. Ecco come avrei dovuto risponderle.
Invece sorrisi, contai sino a dieci e tentai di assumere il tono meno distruttivo possibile.
«No, certo che no.» masticai a denti stretti.
«Bene. Perché penso che la tua intera carriera dipenda da questo quindi...»
OK. Non ci vidi più, mi alzai di scatto pronta a metterle le mani addosso quando Tim si lanciò sulla ragazza per farle da scudo fingendo invece di esser inciampato.
«Son proprio distratto. Scusa Mel! Santana sa quanto significhi per lei questo contratto, sta tranquilla ci penseremo noi all'arrangiamento.»
«Bene. Ve ne ho lasciati una decina, sarebbe bello sapere quale ritenete migliore.»
Anche strozzarti sarebbe stato bello, molto bello.
Tim me la portò via con qualche altra scusa e dopo una mezz'ora tornò solo e sconsolato.
«San devi resistere e...»«No, tu non hai capito! Io quella l'ammazzo se continua a comportarsi così! Porca puttana...cazzo, potrebbe avere quell'arrangiamento pronto da giorni se solo avesse voluto!»
«Vuole il tuo parere.»
«No, quella vuole solo divertirsi e farmi impazzire. Cosa dirò a Brittany eh?»
«La verità! Che quella mocciosetta ti ha costretta a star alla scrivania e che ti farai sentire sul tardi.» disse facendo spallucce.
Certo, era semplice. Con Natale sempre più vicino le avevo promesso una bella cenetta romantica in uno splendido ristorante. Avremmo dovuto festeggiare i nostri due mesi e mezzo ma sembrava proprio che non avremmo potuto.
Quando la chiamai non nascose il suo dispiacere e questo mi fece sentire ancora più incolpa. Inutile dire che maledissi quello scarto di cantante in ogni lingua una volta dopo essermi scusata una decina di volte con la mia bionda preferita. 
«DIOS!»
 
Passai ore ad ascoltare quelle canzoni. Tutte simili, tutte prive di quel qualcosa che avrei invece aggiunto io per quel pezzo. Quella canzone meritava di esser speciale, di possedere il tocco d'amore che mi aveva permesso di scriverla ma Mel non sembrava in grado di darglielo. Forse ero io ad avere aspettative troppo alte, forse ero io che mi illudevo.
Alla fine, ne scelsi una a caso. Avrebbe dovuto presentarla di lì a due giorni e...aveva invitato pure me e Tim, favoloso. Chissà che avrebbe detto il suo produttore! Oh ma a me che importava? Io avevo venduto il mio testo e in teoria tutto sarebbe dovuto finire là.
Eppure il denaro aggiuntivo che ci aveva proposto mi aveva fatto gola e dato che segretamente stavo raccogliendo un po' di soldi per il regalo di Natale per la mia amata non potevo certo rifiutarli. Eppure era riuscita a tenermi lontana dalla mia Brittany!
Mi fasciai il collo con la mia sciarpa pesante e richiusi lo studio ormai rimasta sola. Tim aveva raggiunto la sua famiglia a casa un ora prima incaricandomi di controllare per bene lo studio, cosa che avevo fatto un attimo prima di uscire.
Fuori la strada imbiancata dava colore alla città. Già, il tempo si era calmato e il cielo scuro minacciava il ritorno della neve in poco tempo. Avrei dovuto affrettarmi ma non avevo chiamato alcun taxi così decisi di farmela a piedi. 
Avevo bisogno di camminare e sbollire un po', pensare per conto mio quanto questa palla al piede di Mel mi stesse rendendo il lavoro insopportabile e trovare una soluzione.
Dios, amavo quello che facevo ma avere a che fare con lei...mi faceva sbarellare.
Proprio dopo una decina di minuti, ancora immersa in questi pensieri vidi un ragazzo ubriaco venire verso di me completamente coperto da un cappotto nero e perfino incappucciato.
Un ladro? Uno stupratore? Un assassino? Mi allarmai preparandomi già a tirar fuori le mani e la mia arma segreta. Un stupendo calcio in mezzo che avevo perfezionato con il passare degli anni e usato abbastanza spesso durante le mie scorribande in discoteca. Quando però finalmente il lampione sul marciapiede illuminò quella figura barcollante scorsi nel suo viso dei lineamente conosciuti. Marcati, ma in modo leggero e quella carnagione così chiara che...
«KURT?» gridai sbracciandomi e regalandogli la mia occhiata più sorpresa.
«Santana? Santana Lopez? Diabla? Sei tu? TU. TUTUTU. Vieeeni qua!» le sue braccia mi avvolsero e strinsero in una morsa fortissima. Il suo viso così vicino al mio profumava di...alcool. Tanto alcool.
«Kurt ma che ci fai qua? Hai bevuto?»
«Io? Chi? Noooo! Stronzetta cosa pensi eh?» barcollò proprio finendo la frase e dovetti allungarmi per sorreggerlo. Si, doveva aver bevuto veramente parecchio. Si sentiva dalla voce così innaturale e da tutte quelle effusioni. Io e lui non avevamo quel tipo di rapporto.
Ora che ci penso, era quasi un mese che non vedevo Kurt. Certo ci eravamo sentiti al telefono e via internet ma era diverso dalla realtà.
«Tu stai male. Molto!»
«Naaaa. Tu stai male. Dove diavolo eri finita? La più arrapata ragazza di New York si è dat...data una calmatina eh? Brittany è brava a letto?»
Ma che domande erano? 
Spalancai gli occhi e la bocca senza poter fare altro.
«Sei con qualcuno?»
«No. Io no. Nono. Proprio no. Tu?»
«Ti sembro accompagnata? Vieni.»
Lui si allontanò di un passo e mi guardò puntandomi il dito contro.
«Ci stai provando con me Santana?» disse con la sua vocina da divo ubriaco.
«Perché io sono gay e tu sei lesbica e...non siamo fatti per stare insieme...e poi non mi piace la...»«KURT! Andiamo!» Lo tirai per un braccio.
Qualche coppietta si stava avvicinando nella notte e non volevo certo che orecchiassero le cazzate che aveva da dire. Era comunque un ragazzo con una futura carriera molto brillante davanti e dare show non sarebbe servito. In più molte persone mi conoscevano e tornare a dar spettacolo non sarebbe sicuramente piaciuto ne a Quinn ne a Brit. Lo presi sotto braccio e me lo portai sino a casa. Inutile dire che non restò in silenzio nemmeno un attimo.
Quell'idiota sapeva essere molto logorroico da ubriaco e così presto venni a sapere molte cose. Era uscito per farsi una bevuta con degli amici e aveva visto una personcina a lui non molto congeniale, un certo ragazzo molto basso e poco elegante. Aveva alzato il gomito, aveva perso la cognizione dello spazio e si era ritrovato in strada a camminare. Doveva aver fermato qualcun'altro prima di me e probabilmente avrebbe dovuto recuperare le sue cose domani ma...non me ne preoccupai quando me lo caricai di peso sino al mio appartamento.
Per fortuna che Kurt teneva alla forma!
Quinn già dormiva quando entrammo e così Beth per cui gli misi una mano sulla bocca e lo trascinai sino al mio letto. Gli tolsi le scarpe non dopo poche proteste e poi lo infilai a letto completamente vestito. Spogliare Porcellana era fuori discussione!
«Non lasciarmi anche tu!» mi disse però poco prima di uscire dalla stanza. Gli occhi rigati dale lacrime che presto sostituirono il riso. Si, sapevo come si sentiva il mio amico gay e no, non l'avrei abbandonato io. Mi misi al suo fianco, ancora vestita anche io e gli tenni la testa tra le gambe per tutto il suo sfogo.
«Perché fa così male dopo tanto tempo? Perché ci innamoriamo così pronfondamente di una persona e poi non riusciamo a passarci sopra?» mi chiese alla fine, chiudendo gli occhi ormai stremato e al limite delle sue energie.
«Non lo so Kurt. Siamo strani!»
«Parla per te. Io non sono strano...ho solo qualche problema di...troppo.» sussurrò stringendosi ancora più forte e crollando nel giro di qualche minuto in un sonno profondo.
Sembrava quasi un bambino così spettinato e con le guance segnate dalle lacrime. Per fortuna che non aveva sentito il bisogno di vomitare senno...
Una nottata tranquilla eh?
Mi liberai della sua stretta con qualche difficoltà e una volta fuori richiusi la porta e andai a sedermi sul divano, non prima di aver preso il mio cellulare.
«Brit, sei sveglia?»
«San...» mugolò la sua voce addormentata dall'altra parte del ricevitore.
«Sono le due passate...che ci fai...ancora in piedi?»
«Ho avuto un incontro ravvicinato con un Kurt ubriaco, possiamo rimandare anche la colazione di domani?»
La sentì respirare dall'altra parte, probabilmente stava dormendo in piedi.
«Non riuscirai a scapparmi per sempre.» sussurrò strappandomi una risatina.
No, non volevo scapparle anzi...volevo solo stringerla tra le mie braccia ma dopo un incontro talmente rapido e sconvolgente con un Kurt in quelle condizioni non potevo certo sbatterlo fuori di casa la mattina seguente.
«Vedremo...» le dissi ridacchiando prima di mandarle la buonanotte e lasciarla.
Mi addormentai così, con il telefono stretto sul petto e fu così che mi ritrovò Quinn al mattino. Mi lanciò praticamente un piatto d'acqua in faccia...che idiota!
«DIOS! MA CHE DIAVOLO FAI?»
«Metodo di risveglio Fabray!» gridò quella a voce fin troppo alta. 
«Sai dove te lo metto questo metodo?» gracchiai raschiandomi la gola.
Di prima mattina avevo qualche difficoltà a trovare una tonalità decente.
«Che ci fai sul divano? Perché non hai dormito nella tua camera?»
«Abbiamo un ospite.» dissi io alzandomi e stiracchiandomi.
Mi faceva male tutto il collo, colpa di quegli scomodi cuscini e indirettamente anche del piccolo gay che mi aveva rubato la camera.
«Un ospite?»
Quinn mi guardò confusa e si affrettò a seguirmi sino alla mia porta. Posai le dita sulla maniglia e l'abbassai di scatto aprendo le tende di quel palcoscenico.
«SORPRESA!» gridai per svegliarlo e svegliare me stessa allo stesso tempo.
«KURT?»
Il nostro dolce e tenero amico ubriacono alzò la testa di scatto.
Si leccò le labbra, sbattè gli occhi qualche volta e poi alzò una mano verso di noi.
«Ehi stronzette!»
 
Angolo dell'Autrice
Cavolo come passa il tempo. Ormai è quasi Natale, ormai Brittany e Santana stanno insieme da quasi 3 mesi, un grande traguardo no? E allora perché Quinn si ostina a rimanere? Perché Mel continua a rompere le palle alla povera latina? E soprattutto Kurt sbucato dal nulla avrà un ruolo importante in questa storia? Già, il piccolo e tenero Kurt è tornato. Dopo qualche capitolo iniziale dove si divertiva con i nostri eroi ora ha finalmente trovato la strada del ritorno ed eccolo qua. Vi fa piacere riaverlo indietro?
Poche Brittany e Santana qua e speravo che il capitolo riuscisse meglio ma prometto che i prossimi saranno ben più corposi :D
  
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