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Autore: DontMindMe    05/04/2013    2 recensioni
Cioè, stanotte fra me e Mattia è cambiato tutto.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Pronto?”
“Giovanni… proprio di te ho bisogno… Sono così confuso… Ma aspetta, ti racconto tutto dall’inizio. Mattia, te lo ricordi, vero?, era il mio migliore amico fino a stanotte. Non so dire bene cosa sia scattato dentro di me, all’improvviso, ma ora credo che l’amicizia sia sempre stata una copertura per qualcosa di più complesso che devo ancora bene identificare. Ogni cosa a suo tempo, però. Io e lui ci conosciamo da sempre, dai tempi delle elementari, credo, perché da lì parte la mia memoria storica ma è ben probabile che avessimo frequentato lo stesso asilo e fossimo persino nati nello stesso ospedale! Del resto questa città è piccola e retrograda, te la ricordi, somiglia più ad un paese, e se nasci nello stesso anno, nello stesso quartiere, difficilmente frequenterai una scuola diversa, una chiesa diversa, una palestra diversa e così via. E noi andavamo così d’accordo che abbiamo scelto lo stesso liceo, la stessa università, lo stesso partito, gli stessi libri, la stessa “assenza di religione”, come diciamo noi, la stessa musica, gli stessi film e un paio di volte persino la stessa ragazza. Eppure anche da certi conflitti ne uscivamo più uniti! Questo solo per farti fare un’idea generale del nostro rapporto. Ecco, eravamo come due fratelli di quelli che vanno molto d’accordo, in pratica. Così rende meglio. La nostra era una storia come tante altre: di buoni amici ce ne sono ovunque, niente di originale, quindi, fino a stanotte. Il sesso cambia tutto, anche fra uomo e donna… ancora di più quando di donne non ce ne sono. Ma andiamo per ordine. L’estate da queste parti è quasi sempre torrida e insostenibile: unico sollievo è il mare, qui a due passi, e sulla litoranea c’è un locale, carino, niente di che, che l’estate ha birre ghiacciate, musica, un pezzo di spiaggia per ballare, un paio d’ombrelloni e tavolini infilati nella sabbia fino a metà. Ma la cosa più bella del posto è la scalinata fra gli scogli che porta ad una splendida e deserta baia dabbasso. Noi stanotte eravamo annoiati e abbiam fatto un giro, sai, quei giri in macchina che alla fine portano ad altra noia. Dopo un paio di tappe intermedie in bar, centri sociali e pub quasi deserti, siamo approdati lì e c’era la solita musica reggae, i soliti ragazzi ubriachi, sudati e molesti che saltavano e ballavano addosso alla gente e di tavoli liberi neanche l’ombra. Quindi abbiamo afferrato un paio di birre a testa e ce ne siamo andati giù alla spiaggia, a guardare il mare… che scenario da momento clue di una soap opera, vero? Però era davvero splendido lì, con quel mare lievemente mosso da una brezza leggera, le poche luci che vi si riflettevano scompostamente e poi il buio della spiaggia e il cielo stellato. Comunque, io e Mattia, avevamo già in corpo sei o forse sette birre a testa ma proprio non mi sento di dare la colpa dell'accaduto all’alcool: questa cosa non può essere sminuita così… è facile dire che l’alcool ci fa fare cose che altrimenti non faremmo, no, è una scusa sempre pronta ma io non c’ho mai creduto. Insomma, stavamo parlando di politica, uno dei nostri temi fissi data la situazione pericolosa dell’Italia attuale. Poi a me la testa ha preso a girare un po’ troppo forte e ho deciso di riposarla poggiandola sulla sua spalla e... non so dirti… non so spiegarti come mi sentivo al mio posto in quel momento, come se finalmente avessi trovato la mia casa dopo decenni di peregrinaggio in ogni dove. Come se avessi vissuto questi anni solo per giungere finalmente lì, appoggiato al mio migliore amico. Lui, come se non bastasse poi, mi ha anche messo un braccio attorno alle spalle e siamo stati così a guardare il mare come la più romantica delle coppiette mielose che si vedono nei telefilm di serie b. Ma la situazione era così perfetta, ti dico, così perfetta che mi sono voltato verso di lui e l’ho baciato. Mi sembrava l’unica cosa, la più naturale da fare. E quello era un bacio dolce ma appassionato, che mi ha riempito di tutte le emozioni che credevo esistessero solo nei libri di favole o nei sogni di gente che non aveva mai davvero amato e che teorizzava l’amore pisciando fuori dal vaso di brutto, non so se mi spiego… e quando prendevamo fiato e ci guardavamo negli occhi, ti giuro… non era più amicizia la nostra. Negli occhi di Mattia ho visto qualcosa di simile ad un’attesa che finalmente finisce, come se lui, il bastardo, avesse capito da mesi e mesi e anni senza darmi un indizio o un suggerimento, neanche il più piccolo, lasciandomi in giro per il mondo come un decerebrato che non sa neanche rimanere in contatto con il suo cuore o le sue parti basse.
No, ma un attimo. Non interrompermi che non finisce qui, poi alla fine potrai dirmi che ne pensi.
Dove ero arrivato? Ah, sì. Insomma quel bacio mi ha aperto una finestra sul mio mondo interiore e mi son ritrovato a mettere in discussione tutto quello che avevo sempre pensato di Mattia, la stima che provavo per lui, l’affetto, il desiderio di stare con lui in ogni momento della giornata… insomma tutto, ora lo vedo con altri occhi. Ma poi non c’è stato molto tempo per pensare, in quel momento, a dire la verità, perché quel bacio si è trasformato in carezze, in piccoli baci sul collo, lungo le spalle, e le camicie sono volate via e le mani si sono infilate nei pantaloni e poi c’è stato lo strofinio dei nostri corpi, le lingue che si accarezzavano e dopo quel primo momento di conoscenza reciproca, del tutto nuova nonostante fossimo cresciuti insieme, lui mi è entrato dentro e con la mano mi accarezzava fra le gambe, trattandomi come fossi la cosa più preziosa al mondo, o almeno del suo mondo. E mentre si spingeva in me io guardavo il suo viso e non avevo mai visto quell’espressione su di lui, così tenera, il mio cuore batteva talmente forte che ho pensato mi stesse per venire un colpo, veramente. Era tutto così incredibilmente nuovo e bello che mai, neanche per un attimo ho pensato che fosse sbagliato. E ora che l’ho appena riaccompagnato a casa - sono ancora in macchina sotto casa sua, con la sabbia nelle mutande - ora, dicevo, sono quasi terrorizzato. Ho paura che qualcosa possa rovinarsi fra noi, che a sbronza passata lui voglia prendere le distanze da me… e io non credo di poter fare a meno di lui… non credo proprio. Poi mi sei venuto in mente tu, tu che hai fatto il tuo coming out tanti anni fa e che continuavi a dirmi che io e Mattia ti sembravamo una coppia in negazione, ti ricordi? E quindi ti ho telefonato… per sapere un tuo parere… anche se, lo so, scusami, sono le quattro e mezza del mattino… che ne pensi? Che ne pensi di tutto questo?”
“Io credo che l’alcool un po’ c’entri.”
“Dici?”
“Sì, perché hai sbagliato numero.”
“Merda.”
“Comunque a mio parere, dato che ormai ho dovuto ascoltare questo bel mucchio di importanti fatti tuoi, direi che preoccuparsi prima del tempo è inutile. Vedi come si comporta lui domani. Se non è un vile questo potrebbe semplicemente essere l’inizio di una bella storia d’amore. Ok?” 
“O… ok.”
“E ora buonanotte. Ho la sveglia fra due ore e vorrei dormire ancora un po’.”
“D… d’accordo, grazie. Buonanotte.”
“Notte.”
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