Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MorwenGwen    05/04/2013    24 recensioni
Dopo avermi riferito le sue ultime parole si portò la sigaretta alla bocca,ne assaporò ogni minima parte come se quella fosse la sua unica consolazione al momento;poi tossì,tossì così forte come se stesse per vomitare l'anima.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Chaz , Justin Bieber, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cigarette'
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*Elysabeth*

Erano un paio di giorni che i miei contatti con Justin si erano notevolmente ridotti; lo vedevo di rado la mattina e l'unico momento per dialogare decentemente era l'ora di pranzo, tra un boccone e l'altro. Quel pomeriggio lo passai interamente al telefono, scarabocchiando quelli che dovevano essere i compiti da consegnare il giorno seguente ma, con Justin Bieber al telefono, mi risultava davvero difficile concentrarmi per più di 10 minuti sui libri.
Scesa la sera mi resi conto di non poter rimanere un'altra ora su quel letto senza scoppiare in un urlo isterico: la noia mi stava mangiando viva;
decisi quindi di fare un salto nella camera di Justin visto che, dopo poco, non si era più degnato di rispondere ai miei messaggi.

Camminai tranquillamente per i corridoi e quando arrivai vicino alla sua porta mi soffermai un attimo ad ammirare il "meraviglioso" e buffo zerbino con scritto Welcome che Justin aveva posizionato vicino all'ingresso; lo trovavo un qualcosa di assurdo, ma contemporaneamente divertente visto che mi ricordava tanto gli ingressi delle case dei telefilm.
Bussai aspettando che mi venisse ad aprire e nel frattempo cominciai a dondolarmi sui talloni; quando, dopo dei buoni 5 minuti non ricevetti risposta corrugai le sopracciglia e diedi un veloce sguardo al mio orologio da polso: dove poteva essere andato alle 21.30 della sera? E soprattutto, perchè non mi aveva detto nulla?. C'erano 3 opzioni:
1. Era andato nel suo "vicolo 13" che mi aveva accennato di rado e non sapevo minimamente dove si trovasse
2. Era uscito dall'istituto per un motivo a me sconosciuto
3. Si era andato a fare un giro da quelle parti ( Senza di me? ).
Mi guardai intorno, attenta che nessuno fosse nei paraggi o che comunque mi stesse osservando, poi mi chinai ed alzai il tappeto tirando fuori la chiave della sua camera - come gli avevo visto fare parecchie volte -; okay, ero consapevole che fosse una violazione della privacy bella e buona ma avevo una buona motivazione, lo giuro. Diedi uno sguardo poco attento alla camera che era esattamente nelle stesse condizioni di sempre, poi allungai lo sguardo verso la scrivania, il cui ripiano era illuminato dalla lampada lasciata accesa. Mi avvicinai attirata da un post it blu in contrasto con il legno chiaro del tavolo: sopra c'era scritto a matita "Babum" ed una via a me estranea; che fosse andato lì? Decisi di tentare, infondo cosa avevo da perderci? Nulla, anzi avrei trovato pure qualcosa da fare nella serata.
Afferrai il post-it consapevole che, con la mia "fantastica" memoria, mi sarei scordata la via dopo soli 5 minuti.
Uscì dalla camera richiudendola a chiave e riponendo le chiavi sotto lo zerbino, poi mi incamminai verso l'uscita dell'istituto e, successivamente, verso la metropolitana. Justin mi avrebbe dovuto spiegare un po' di cose... un bel po'.
***
Come dimostrato, quando presi la metropolitana dovetti controllare più e più volte la via sul post-it, attenta a non sbagliare fermata.
A quella giusta notai quante persone si riversarono all'esterno del mezzo ,tutte dirette verso la stessa discoteca che si presentava piccola ma stracolma di gente sul marciapiede di fronte. Mi incamminai verso l'edificio soffermandomi sull'ingresso: la scritta al neon che presentava il nome della discoteca e tutte quelle luci così familiari mi riportarono a brutti ricordi: dov'era Justin?? Cominciai a farmi prendere istintivamente dal panico: non volevo perderlo di nuovo, non volevo assolutamente. Mi rifiutai di entrare all'interno della discoteca, terrorizzata da quelle pareti e da quella musica che sembrava volesse far crollare - un altro- edificio. Decisi di prendere un po' d'aria, sperando che magari Justin si fosse trattenuto all'esterno e da quei dintorni, cosa improbabile, deduco.
Girai l'angolo, ritrovandomi alle spalle dell'edificio, in una strada nettamente meno luminosa ma ugualmente illuminata dai lampioni;
la cosa più inquietante fu che, quando cominciai ad avviarmi su quel marciapiede per calmarmi, notai che la zona fosse abbastanza trafficata... il problema era da chi; tutti quelli individui posti vicino ai muri, con in mano le loro canne o sigarette o cose varie, mi fissavano con sguardi divertiti ed incuriositi.
Se c'era una cosa che non avevo imparato a fare nel tempo era quella di scappare dai guai, perchè, dopo tanti anni, io riuscivo ancora ad attirarli.
Infatti, invece di abbassare la testa e scappare via dai loro sguardi mi soffermai ad osservarli negli occhi, rallentando automaticamente il mio passo per poter osservare meglio quel lato malfamato della discoteca dove, probabilmente, ci si riuniva per dei fantastici canna-party.
In quel vicolo non totalmente buio ed abbastanza largo - sebbene profondo- riuscii ad intravedere una sagoma familiare: portava una felpa blu ed uno zaino grigio in spalla < Justin? > bisbigliai tra me e me stupita. Avanzai meccanicamente verso il vicolo, attraversando la strada deserta e gli schiamazzi dei ragazzi lì vicino divennero sempre più forti; li sorpassai trattenendo il respiro e sentì alle mie spalle qualche fischio o commento poco gradevole, quegli stronzi si sarebbero scopati qualsiasi cosa avesse un buco in quel momento.
Tenni lo sguardo basso e camminai per dei buoni 15 minuti prima di arrivare alle spalle del ragazzo biondo; respirai affondo, notando quanto fosse indaffarato a parlare con un ragazzo che mi rivolse un'occhiata maliziosa per un misero nanosecondo.
Quando anche quel ragazzo se ne andò scambiandosi con Justin due strani oggetti che, nella penombra non identificai, picchiettai alle sue spalle; il biondo si voltò di scatto, spaventato e quando mi vide schiuse le labbra dalla sorpesa: dire che era stato colto alla sprovvista dalla mia presenza era un eufenismo
< Che diamine ci fai qui!? > sbottò nascondendo immediatamente una bustina nello zaino, assottigliai gli occhi incuriosita, poi collegai le varie cose: lui non era lì per drogarsi dannazione, come avevo potuto pensarlo per un solo secondo? Lui era lì per vendere, cazzo, perchè non ci avevo pensato prima? Prima di entrare nel vicolo e fare una così paradossale figura di merda!? < Io... Io... > balbettai tenendo il post-it blu in mano; Justin abbassò lo sguardo e me lo strappò dalle mani, osservandolo: < Questo è il mio post-it! IL MIO! Elysabeth sei entrata nella mia camera chiusa a chiave!? > chiese rabbioso, abbassai semplicemente gli occhi essendo colpevole < Non ci posso credere! Hai frugato tra le mie cose! Ma che cazzo ti passa per la testa?? > mi domandò portando l'indice vicino alla mia tempia, < Eri scomparso tutta la giornata e allora... - > < E allora hai deciso di pedinarmi?! Di farti i cazzi miei!? Io... io non ci posso credere! > accartocciò il foglio blu e lo buttò per terra, girò intorno nervoso, poi mi puntò il dito contro:
< Quante cazzo di volte in questi giorni ti ho detto di non immischiarti in queste cose!? Quante!?? >
< Non sapevo fossi qui per questo!- >
< E perchè diamine ci dovevo stare Elysabeth me lo spieghi?? Per scoparmi qualcun'altra? Per darmi alla pazza gioia senza di te? >
< Io non intende- >
< Beh sai avrei dovuto farlo! Visto che tu non me la dai mai! >
a quelle parole sgranai gli occhi, lo aveva detto sul serio?
Osservai la sua reazione: le pupille si restrinsero lentamente, permettendo all'iride di apparire più chiara, le sue labbra si dischiusero quasi sorprese della stessa cattiveria che avevano pronunciato. Ingoiai con difficoltà la saliva, sentendo una sensazione di nausea crescermi dentro:
< Quindi io sono questo per te? > domandai non aspettandomi un'effettiva risposta, pertanto continuai < Una scopata mancata? Un accollo perchè" non te la do"? > domandai sputando fuori le parole "non te la do" con odio e delusione < Elysabeth io...- > < TACI! > Urlai sentendo oramai gli occhi umidi, stranamente lo zittì < Non venire al mio armadietto domani. > dissi più calma e fredda prima di girarmi pronta a tornare indietro,
lo sentì afferrarmi per l'avambraccio ma me lo scrollai immediatamente di dosso: < Non toccarmi! > urlai isterica.
Parecchi occhi si erano voltati nella nostra direzione ma per come erano fumati non si sarebbero ricordati un cazzo. Mi incamminai a passo più deciso e lungo verso l'uscita di quel vicolo, mostrando più rabbia nella mia camminata che ora ricordava quella di un dinosauro incazzato.

(Se vi va potete provare a seguire il capitolo da qui in poi con  http://www.youtube.com/watch?v=BYpYQ5Z9g0g&feature=related )

Non sapevo se Justin fosse dietro di me e sinceramente non mi interessava;
quando provai a superare l'ultima schiera di ragazzi - che poi era la stessa che avevo incontrato all'inizio,forse la più drogata della zona- sentì uno di essi tirarmi per il polso ed avvicinarmi al suo petto: < Hey ragazzina vai da qualche parte? > mi domandò, senza rispondergli cercai di tirar fuori dalla sua presa il mio polso < Lasciami in pace > dissi fredda, cercando di incutergli timore... niente, 0 assoluto.
Gli altri ragazzi si misero intorno, oscurando la visuale ad occhi indiscreti, tenendomi quasi in una gabbia, < Rimani un po' con me > bisbigliò questo affondando il volto nel mio collo e lasciandoci sopra un lento bacio, rabbrividì e feci leva sulle mani per allontanarlo: < Togliti! > urlai furiosa dimenandomi,
ma la sua presa si fece più forte intorno alla mia vita e lo sentì mordere un pezzo di pelle del mio collo, gemetti.
La sua mano afferrò la mia nuca inclinandomi lateralmente la testa per avere maggior accesso al mio collo: i suoi denti cominciarono a marcare la mia pelle, la sua lingua ogni tanto ci puntecchiava sopra inumidendomela e provocandomi una serie di gemiti di dissenso;
promemoria: mai più entrare in un vicolo pieno di ragazzi fatti, cazzo.

Il punto del mio collo preso da lui di mira divenne insensibile e capì che sarebbe rimasto un bel segno; le lacrime accumulate in quella sera: a causa di Justin, a causa del dolore che mi stava provocando al collo, a causa della sua stretta che mi toglieva il fiato e a causa del panico per cosa sarebbe successo dopo, cominciarono a fuoriuscire silenziose. Sentì dei pesantissimi passi farsi sempre più vicini e veloci, con un ritmo che ricordava quello di un cavallo a galoppo;
qualcosa sfondò il muro di ragazzini che "proteggeva" me e quel tipo avvinghiato al mio collo.
Mi sentì scaraventata per terra con nonchalance prima di ritrovare Justin su quel tipo; la cosa che attirò la mia attenzione, però, fu quella che teneva in mano: una pistola, Justin teneva una pistola puntata sulla tempia del tipo che si dimenava terrorizzato < Che cazzo stavi facendo!? > gli urlò il biondo premendo maggiormente la canna dell'arma sulla sua pelle < Come cazzo ti permetti di toccare la mia ragazza!? Io ti ammazzo lo sai? > domandò con uno sguardo quasi pazzo e caricando la pistola, < Justin! > urlò un'altra voce maschile alle sue spalle, la vidi correre affannosamente verso di lui: era un ragazzo fisicamente più alto di lui, ipotizzai fosse più grande di noi di uno o due anni ed era biondo con gli occhi verdi; lo afferrò le per le braccia cercando di staccarlo dal corpo del ragazzo giacente terrorizzato per terra ma Bieber si dimenò tornando a puntare la pistola sul tipo: < Lasciami Mark! - cominciò urlando in direzione del biondo, poi continuò nei confronti di quel bastardo- Tu non puoi pretendere di toccare la roba di Justin Bieber e non pagarne le conseguenze stronzo. Dì ciao ai tuoi amichetti. > fece con una vocina leggermente più bassa, stridula ed inquietante... in quel momento non vidi Justin davanti a me: vidi un ragazzo impazzito, furioso, con gli occhi scuri e delle enormi vene che pulsavano sul collo, era una figura che non stava connettendo il cervello e, cosa peggiore, era armata. Indietreggiai, gattonando agli indietro, senza più preoccuparmi degli altri presenti: erano, per la maggior parte scappati via o comunque se ne stavano buoni in disparte. Mark mi osservò e notai una strana luce nei suoi occhi, scosse la spalla di Justin e mi indicò: < Cosa cazzo vuoi fare davanti a lei? Uccidere una persona? > Justin mi guardò lì per terra e mi sembrò di vedere i suoi occhi dorati sciogliersi, Mark continuò:
< Justin è terrorizzata, l'hai terrorizzata. >
< Io?.. >
chiese spaesato guardandomi, guardandolo, annuì flebilmente e probabilmente quel mio gesto lui non lo notò nemmeno, ma Mark rispose al posto mio:
< Si Justin. Smettila cazzo, devi controllarti. Ti ho dato quell'arma per autodifesa, non per commettere un omicidio! >
< La stava baciando contro la sua volontà Seller. >
spiegò indicandomi ma senza rivolgermi alcuno sguardo, i loro occhi erano gli uni fissi gli altri
< Dagli un pugno ed andiamocene Biebs. Quello era l'ultimo cliente. > gli fece il biondo incitandolo ad alzarsi, ma Justin lo guardò sconvolto:
< Solo un pugno!?- >
< Accontentati diamine! Ti ho appena salvato il culo dalla galera! Dio grazie che ho deciso di accompagnarti stasera >
gli urlò contro zittendolo. Justin prese un respiro profondo, poi improvvisamente ed abbastanza velocemente caricò dietro un forte pugno prima di sferrarlo sul viso del ragazzo per terra, facendogli sanguinare il naso - e romperglielo probabilmente- , < Andiamo > disse sospirando profondamente e ricominciando a respirare in modo regolare;
si alzò, pulendosi le nocche sporche di sangue ai Jeans ed offrendomi la mano. Ero spaventata, terrorizzata da quel ragazzo: ecco cosa lo stava facendo diventare quella situazione, ecco quali pericoli comportava per entrambi tutto quel casino ed io, sebbene ci avessi provato, non ero pronta ad accettarlo.
Scattai immediatamente su asciugandomi le lacrime con il polso della felpa ed indietreggiando < Andiamo a casa Elysabeth > mi disse cautamente tenendo sempre quella mano così apparentemente amichevole tesa verso di me, la stessa mano che fino a poco fa aveva steso un ragazzo, la stessa che, se non fosse stato per l'intervento di quel Mark, avrebbe premuto il grilletto e commesso un omicidio.
Scossi la testa, in modo sempre più insistente quasi a voler scacciare via tutta quella scena; le mie gambe scattarono indietro, correndo verso la metropolitana che si trovava alle spalle dell'edificio rispetto a dove mi trovavo, < Elysabeth! > urlò un'altra volta Justin ma una voce meno forte, ma abbastanza nitida a causa del silenzio che era calato, lo bloccò: < Smettila di correrle dietro e lasciala respirare. >.

***

Passarono 5 giorni; 5 giorni nei quali non feci altro che piangere, stropicciare le lenzuola e buttarmi sotto l'acqua ghiacciata della doccia all'una di notte per cacciare i costanti incubi che facevo, il costante incubo, precisamente. Quando mi addormentavo e la mia mente era libera di dipingere tutte le mie più oscure paure, sempre la stessa scena mi veniva proiettata davanti: il buio, il nulla nelle tenebre ed un occhio di bue proprio nel bel mezzo; era tutto così chiaro ogni notte, così ricco di particolari... sotto a quella luce biancastra che risplendeva sullo sfondo nero giaceva inerme un corpo il cui viso era oscurato ed ogni santa notte, come una stupida, io gli correvo incontro inginocchiandomi ai suoi piedi piangendo, terrorizzata; dopo qualche minuto, puntualmente, un ragazzo mi puntava una pistola vicino alla tempia, gelandomi sul posto e, puntualmente, i suoi occhi color miele mi uccidevano ancor prima di sparare.



Hola! Okay scusate per il ritardo, Anyway,
non so cosa dire(?) oggi mi manca la fantasia per l'angolo autrice pardon lollino.
Vorrei rifare un nuovo trailer per Cigarette e postarlo su you tube(carica più velocemente) ma non ho ne tempo ne idee
quindi, se qualcuno di voi, vuole provare a fare un trailer, anche solo per cazzeggiare e dopo lo volesse caricare dove vuole
(tinypic o anche youtube) può farlo,mi aiuterebbe parecchio, magari potrei usarlo come trailer ufficiale,come quello nel primo capitolo çwç
Se lo fate potete linkarmelo nelle recensioni,o privatamente sul profilo efp o su twittah( @_Morwen )
okay, mi sto dilungando troppo. Sono FELICISSIMA di vedere che ci sono persone che, nonostante i 30 capitoli
stiano leggendo Cigarette dall'inizio,è una cosa bellissima per vedere tanti nuovi lettori nonostante la storia sia già ben inoltrata,
spero che tutti i vostri sforzi per leggere tutti questi capitoli, quindi, siano stati ripagati e spero che tutto questo vi sia piaciuto(e vi piaccia ancora).
Ora vado bellerrimi, continuerò dopo 18 recensioni
Vi amo tanto, grazie mille, non avete idea di cosa significhi per me vedere Cigarette al 13^posto su 50, nelle più popolari.
E' una cosa fantastica, sarà che mi emoziono con poco ma sono felice ugualmente.
Love u all.

   
 
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