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Autore: Judie    28/08/2004    8 recensioni
Da una canzone di Gianluca Grignani come Colonna Sonora dell’omonimo film. Alla fine del 5° libro, Harry è molto confuso dopo le rivelazioni fattegli da Silente la mattina dopo la lotta all’Ufficio Misteri e la morte di Sirius. Fugge tutto e tutti, e si sente lontano chilometri dalla realtà, ma c’è una persona che non lo abbandona e che vuole aiutarlo…
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHE NE SARA’ DI NOI

 

Da una canzone di Gianluca Grignani come Colonna Sonora dell’omonimo film.

Alla fine del 5° libro, Harry è molto confuso dopo le rivelazioni fattegli da Silente la mattina dopo la lotta all’Ufficio Misteri e la morte di Sirius. Fugge tutto e tutti, e si sente lontano chilometri dalla realtà, ma c’è una persona che non lo abbandona e che vuole aiutarlo…

 

++ Dedicata a Serena e Christian ++ loro sanno perché…

 

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Harry passeggiava intorno al lago. Ormai il Sole stava scendendo oltre i monti intorno al castello di Hogwarts e i prati intorno erano pieni di studenti che si rilassavano dopo gli esami appena conclusi. Harry non pensava di poter riprovare mai più la spensieratezza di quei ragazzi, gli sembrava di appartenere ad un universo parallelo.

 

 

Il suo cuore era oppresso da quello che aveva saputo da Silente riguardo alla Profezia su di lui e Voldemort. Si sentiva stretto come in una morsa ogni volta che ripensava a Sirius, ogni volta che ripensava che non lo avrebbe più rivisto, che non gli avrebbe più parlato.

 

 

Si sedette in riva del lago e come in trance rimase a fissare il moto delle onde che increspavano la superficie. Avrebbe voluto che lo sciabordio dell’acqua aumentasse di volume, che coprisse ogni altro suono, che tutta la sua testa fosse invasa da quel rumore. Le parole della Profezia ancora gli rimbombavano nelle orecchie.

 

 

“Ma perché tutto insieme? Prima le visioni di Voldemort, poi Sirius, alla fine questa maledetta Profezia… E Silente mi ha buttato addosso tutto in una sola volta..” si ritrovò a pensare Harry “Non voglio sentire quello che non riesco a capire.”

 

 

Nascose la testa tra le ginocchia serrando forte gli occhi, le lacrime che spingevano per uscire.

 

 

La sua mente era talmente distaccata dal mondo che non si accorse dei passi leggeri che si erano avvicinati dietro di lui e della ragazza dai capelli rossi che gli si era seduta accanto.

Se ne accorse solo quando una mano gli sfiorò la spalla e una voce gentile lo chiamò per nome.

 

 

“Harry?”

 

 

Harry girò lentamente la testa, Ginny era seduta leggermente più in dietro di lui. Nel suo sguardo, Harry non lesse compatimento né pietà, lei lo stava guardando e basta.

 

 

“E’ orribile” disse piano Ginny “E’ orribile quello che stai passando e non è giusto che debba capitare tutto a te. Sarei falsa se ti dicessi che so cosa vuol dire, ma…” Ginny spostò lo sguardo sul lago e sospirò “Io credo che se tu riuscissi ad aprirti un po’… forse ti sentiresti meglio...” fece un’altra pausa, durante la quale prese in mano una foglia posata sul prato davanti a lei “C’è brutta una storia dietro la tua cicatrice, anche se esattamente non so cosa nasconda, ma sono sicura che tu puoi costruirti un futuro diverso da quello che ti aspetta.”

 

 

Harry non aveva smesso un attimo di guardare Ginny. Il suo viso era tranquillo, ma sentiva che gli stava parlando col cuore e le sue parole sembrarono scaldarlo dentro.

 

 

Ginny torno ad incrociare lo sguardo di Harry “Oltre la salita Harry, l’hanno visto in tanti già, c’è la vita. E sono sicura che se terrai duro, sarai in grado di creartene una migliore di questa.”

 

 

Harry tornò a fissare il moto ondoso che s’infrangeva sulla riva di fronte. Qualcosa dentro di lui gli stava dicendo di lasciarsi andare, la presenza di Ginny lo rilassava molto più di quanto avesse creduto.

 

 

“L’altra notte… all’Ufficio Misteri… oddio… odio ripeterlo, ma… è stata tutta colpa mia. Io, credi non pensavo, che mentre quella dannata Mangiamorte uccideva il mio padrino sarei rimasto attonito, come l’inverno ghiaccia il lago.” Harry si volto nuovamente, ma non riuscì a sollevare lo sguardo “E adesso… che sento la paura, si scioglie insieme a me, ed è adrenalina pura. Mi sento impotente… come quella notte. Non c’era più niente che potessi fare per cambiare il corso di quello che avevo innescato con la mia irruenza… non sono nemmeno stato in grado di vendicare Sirius…”

 

 

“Io credo che sia stato meglio così” lo interruppe gentilmente Ginny “Non credo che Sirius te ne avrebbe fatto una colpa e non avrebbe voluto che tu facessi qualcosa di crudele in suo nome.” Gli sorrise gentilmente “Harry, noi ti siamo vicini. Io, Ron, Hermione… a modo loro anche Neville e Luna. Noi non ti odiamo, né ti giudichiamo per quello che è stato. Sbagliare è umano, ma bisogna tirasi su!”

 

 

Harry tornò a fissare il blu degli occhi di Ginny, le sue parole le sentiva come unguento sulle ferite “Ginny, come credi che andranno ora le cose?”

 

 

Ginny sorrise triste “Non mi chiedere come farò Harry, io non lo so, perché l’unica risposta che ora sento è una domanda… Che ne sarà di noi? E che ne sarà di quel che ieri eri tu, Harry? Prima sempre pronto a ridere e scherzare coi tuoi amici, ora schivo e chiuso.”

 

 

Harry alzò lo sguardo verso il Sole morente del tramonto. Non sapeva bene perché, ma in quel momento non voleva che Ginny lo trovasse chiuso. “Bè, forse sarà… che poi, perdendoci tra i nostri demoni privati… ci ritroviamo.” Sorrise debolmente, chiedendosi se a Ginny fosse piaciuta la sua risposta.

 

 

E infatti gli occhi di Ginny si illuminarono “Speriamo.” Mormorò ricambiando il sorriso di Harry.

 

 

Harry si sentì decisamente meglio, si ricordò che anche a Natale di quell’anno si era sentito uno straccio a causa di Voldemort e Ginny era stata l’unica che era riuscita a ridargli serenità. Harry non riuscì a credere di essersi lasciato andare così tanto, quando in effetti sarebbe bastato confidarsi a qualcuno. Qualcuno sorprendentemente in grado di capirlo come Ginny.

 

 

Harry spostò ancora una volta lo sguardo sulla distesa d’acqua placida e luccicante davanti a loro “Ed ora che so che non si annega, quelle volte che non c’è un perché a tutto quello che mi capita…” In lontananza, la Piovra Gigante si lasciava trasportare dalla corrente, come un’enorme ninfea in un immenso stagno “Come una vela sul mare, che si spiega e rimane in balia del vento, io mi lascerò portare dagli avvenimenti. Ormai so qual è il mio destino, sono stanco di cercare di cambiarlo e ottenere come unico risultato morte e sofferenze. Farò così, fino a che non mi chiederò più come farò a sopportare questa maledetta guerra, perché ora io… io non lo so…

 

 

Ginny gli si avvicinò un po’ di più “E allora non preoccuparti più di cercare delle risposte alle mille domande che ti frullano in testa, perché l’unica cosa che ora conta è una domanda che tutti ci poniamo da quando sappiamo che presto Voldemort ritornerà più forte che mai… Che ne sarà di noi? Che ne sarà di quel che ieri eri tu, era Ron, o Hermione, o Silente o qualsiasi altro abitante del Mondo Magico. L’Oscuro Signore ha lasciato un marchio dentro di te, dentro di noi ed ora è pronto per contaminare ogni cosa che abbiamo più bello e di più caro.”

 

 

Harry si appoggiò sulle mani “Allora restiamo tutti insieme Gin, come ci ha detto il Cappello Parlante all’inizio dell’anno scolastico. Forse sarà che poi, perdendoci ci ritroviamo… riusciremo a ritrovarci.”

 

 

L’angoscia che l’aveva attanagliato per tutto il giorno era sparita in quei pochi minuti che aveva parlato con Ginny, le corde più profonde della sua anima erano state sfiorate dalla sua gentilezza e Harry stesso si era stupito di quanto fosse stato facile ritrovare il controllo che oramai sembrava aver perso. Si alzò in piedi e si pulì i pantaloni dall’erba, poi porse la mano a Ginny per aiutarla a tirarsi su.

 

 

“Hai mai pensato ad un futuro come psicologa?” Ginny lo guardò con aria interrogativa “Per i babbani è una specie di Guaritrice per l’umore.” Le spiegò Harry con un mezzo sorriso.

 

 

Ginny fece spallucce con un largo sorriso “A me viene naturale.”

 

 

Harry le strizzò l’occhio “Dai andiamo, tra poco si cena. Tutt’un tratto mi è tornato l’appetito.” Sì, il suo umore era decisamente migliorato.

 

 

Voltarono le spalle al lago e insieme si avviarono verso il Castello mentre il Sole scendeva lentamente oltre le montagne…

 

 

 

 

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Non ci credo!! La mia seconda One-Shot!

Bè, devo ammettere che se ne è nata un’altra è stato solo grazie a coloro che hanno letto “Vai Sola” e l’hanno recensita:

 

Angelè87KittyBebbaAvaNa KeedavraGiuggyRileyHermioneSunny

 

Grazie mille Ragazze, i vostri complimenti sono stati una vera emozione per me, leggendoli avevo le lacrime agli occhi. Significavano che sono riuscita a trasmettervi quello che volevo.

Ora mi organizzerò per scrivere una FF vera e propria, ho già parecchie idee sulla storia, devo ancora stilare il primo capitolo ma mi impegno a postarlo il prima possibile!!

BACIONI e… RECENSITE!!!

 

*Giulia*Judie*

 

 

 

  
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