-Ti stai rincoglionendo con quelle
cretinate, Jimmy. Perché non lasci stare?
Jimmy non staccò neanche lo sguardo
dal giornale che stava leggendo. Poggiò un gomito sul
bancone del
pub e una mano sul mento, mentre rispondeva semplicemente: -A me
interessa.
Udì il sospiro esasperato di Robert,
seduto accanto a lui.
-Ma ci credi davvero? Voglio dire,
l'oroscopo... non
so come
fai, a volte sei assurdo.
-Perché no? Può
darsi che, al di là di ciarlatani e sciocchezze, ci sia
anche
qualche fondo di verità. Adesso mi lasceresti concentrare
sulla
lettura?
Ma evidentemente
Robert non voleva finire di bere in silenzio quel poco che restava
del suo boccale di birra e lasciarlo tranquillo a concentrarsi sulla
lettura. Gli si avvicinò, poggiandogli una mano sull'incavo
del
gomito, e si sporse per gettare un'occhiata al giornale.
Dio. A
volte Jimmy si chiedeva se Robert non lo facesse apposta a toccarlo
in un certo modo, proprio per farlo andare in iperventilazione come
un ragazzino idiota completamente cotto.
“Aspetta. Tu non
sei un ragazzino e magari non sei idiota, ma completamente cotto
sì.”
-Che dice il mio
oroscopo?- chiese allegramente Robert.
-Cinque secondi fa
hai detto che gli oroscopi sono delle cretinate. Dimmi, per caso
appartieni a un segno particolarmente lunatico?- sorrise Jimmy,
sforzandosi di mantenere un tranquillo tono di voce ironico.
I riccioli di
Robert gli sfioravano il viso, poteva udire il suo respiro e il
fianco che premeva contro il suo, e dovette sforzarsi per non girarsi
verso di lui. Probabilmente si sarebbe ritrovato il suo viso
così
vicino da fargli venire un qualche colpo e, almeno finché
non
fossero usciti dal locale, lui ci teneva a mantenere una certa
compostezza.
-Sì, ma non ho
niente da fare e mi annoio, perciò... leva la pagina della
Bilancia,
non mi interessa.
-Come vuoi.
Ricordami il tuo segno.
-Leone, Jimmy.-
sbuffò Robert. -Leone. Non dirmi che non ti ricordi la mia
data di
nascita.
-Certo che me la
ricordo, ma non puoi pretendere che associ subito il segno.
Sfogliò
frettolosamente il sottile giornale, fino ad arrivare alla pagina
sulla quale campeggiava il titolo “Leone” stampato
in grandi
caratteri rossi.
-Ok, vediamo.
Robert gli passò
un braccio intorno alle spalle, e questo bastò a fargli
correre un
brivido lungo la schiena. Poi, giusto per completare l'opera, gli
poggiò il mento sulla spalla.
-Devi
necessariamente metterti così per leggere?-
mormorò Jimmy. Gli
batteva il cuore furiosamente e le gambe gli si erano tramutate in
gelatina.
-Ti do fastidio?-
disse lui, con il tono di chi, qualsiasi fosse stata la risposta, non
si sarebbe spostato di un millimetro.
-No, cioè... no. È
che c'è gente qui, sai...
-Quattro gatti, non
ci fila nessuno. E poi non stiamo facendo nulla di male, no?
Mentre parlava, le
sue labbra gli sfioravano la guancia. Jimmy cercò di
trattenere un
sorriso; al di là dell'imbarazzo, quella posizione gli
andava più
che bene.
-Fantastico, il mio
oroscopo prevede un periodo di grande turbolenza e novità,
la
sperimentazione di nuove ed esaltanti esperienze, mentre “i
vostri
sogni incontreranno una realizzazione migliore di quanto abbiate mai
potuto immaginare”... ehi, Jimmy, credi che sia qualche
riferimento
al nostro attuale tour? Forse questi oroscopi non sono così
stupidi
come sembrano.
-Già. Che ne dici
se ora ce ne andiamo? Ho voglia di tornare in albergo.
-Aspetta, non
potrei prima sapere cosa dice il tuo...
-Andiamo.- lo
interruppe Jimmy.
E, quando Robert si
allontanò da lui con uno sbuffo, il calore che l'aveva
invaso fino
ad allora scomparve di colpo. Cercò di ignorare quella
sensazione di
vuoto al petto, mentre si alzava e lasciava scivolare il giornale in
una delle larghe tasche del cappotto.
-Già pagato il
conto delle birre?- domandò a Robert, che annuì.
Era sera
inoltrata, e solo pochi gruppetti di persone immerse nelle loro
conversazioni animavano quel piccolo locale, evidentemente poco
frequentato. Al di là delle finestre, si scorgeva una
stradina
deserta e fiocamente illuminata dai lampioni.
Quando lui e Robert
furono fuori, vennero subito investiti da un'ondata di gelo.
-Sbrighiamoci,
non voglio trasformarmi in un pezzo di ghiaccio. Ti ricordi la strada
per tornare all'albergo, vero?- disse Robert, stringendosi nella
giacca.
-Certo, è
vicinissimo. Come fai a non ricordarti?- rise Jimmy, guadagnandosi in
cambio un'occhiataccia. -Su, seguimi.
Si avviarono senza
parlare lungo la stradina, a stento illuminata da pochi e tremolanti
lampioni.
A Jimmy piaceva,
quella zona della città. Gli piacevano l'oscurità
pastosa dei
vicoli, la debole illuminazione delle strade, i piccoli locali
sparsi.
Forse a Robert non
piaceva altrettanto, (“Ti è mai venuta voglia di
vivere in un
luogo allegro e magari anche soleggiato, Jimmy?”) ma non
aveva
potuto fare a meno di invitarlo a fare un giro insieme a lui, dopo il
concerto di quel pomeriggio.
Per la maggior
parte del tempo preferiva stare da solo, ma c'erano momenti in cui
avrebbe fatto di tutto per trovarsi accanto a Robert, per sentire le
sue parole e vederlo sorridere. E, magari, strappare un bacio da
quelle labbra che fino a quel giorno aveva solo occasionalmente
sfiorato.
-Ehi, posso
chiederti cosa hai intenzione di fare quando tornerai in albergo?
La voce di Robert
lo strappò alle sue riflessioni. Lo guardò con
un'alzata di spalle
e disse: -Al cento per cento troveremo qualche ragazza. Anzi,
più di
qualche. Perciò ho intenzione di divertirmi. Tu?
Robert sembrò perdersi per un attimo nei suoi pensieri. Si mordicchiò il labbro, con lo sguardo fisso davanti a sé, prima di rispondere: -Lo stesso. Credi che finalmente stasera avremo l'occasione di vedere Jonesy filarsi una qualche groupies?
Robert sembrò perdersi per un attimo nei suoi pensieri. Si mordicchiò il labbro, con lo sguardo fisso davanti a sé, prima di rispondere: -Lo stesso. Credi che finalmente stasera avremo l'occasione di vedere Jonesy filarsi una qualche groupies?
-Beh, se oggi ho
avuto occasione di sentirti dire che forse gli oroscopi non sono
delle stupidaggini, allora è possibile di tutto.-
ribatté Jimmy,
lanciandogli un'occhiata divertita.
Aveva appena
abbandonato la strada per guidare Robert in un vicoletto praticamente
immerso nel buio: era la via più breve per ritrovarsi nei
pressi
dell'albergo.
-Oh, smettila. Ho
detto forse, non so se mi hai sentito. Forse non
sono così
stupidi come sembrano. Questo non vuol dire che
ora la mia
opinione in merito sia cambiata di molto... e adesso spiegami
perché
stiamo passando proprio di qui. Non ci vedo quasi nulla.
-Basta che
arriviamo in fondo al vicolo, svoltiamo e in due passi ci ritroviamo
all'albergo, ecco perché. Non preoccuparti, non ti ho
portato qui
per...
Jimmy si zittì,
sentendosi arrossire all'idea di ciò che stava per dire,
mentre
Robert soffocava a stento una risatina.
“Ti prego, non
insistere sulla mia frase, non chiedermi cosa intendevo, non
chiedermi nulla, stai zitto e basta...”
-Non mi hai portato
qui per... avanti, cosa?
Come previsto.
Robert Plant non era felice se non complicava in qualche modo le
situazioni con quella dannata lingua che si ritrovava.
-Niente, lascia
stare.
-Su, continua la
frase.
Da una parte Jimmy
sentiva di essere completamente arrossito, dall'altra avrebbe voluto
tirare qualcosa in testa al suo “amico”. Si
limitò a tirare un
sospiro, rifiutandosi di rispondere, e cercò di concentrarsi
solo
sui suoi passi: i suoi occhi si erano abituati al buio, ma rischiava
sempre di inciampare...
Una mano gli
afferrò il braccio, e nel giro di un paio di secondi Jimmy
si
ritrovò con le spalle contro il muro; Robert gli era
davanti, aveva
avvicinato il viso al suo tanto da sfiorarlo mentre gli teneva ferme
le braccia in una stretta ferrea. Premette il corpo contro di lui,
provocandogli dei brividi inequivocabili che non erano affatto dovuti
al freddo.
Jimmy chiuse gli
occhi, ascoltando il battito impazzito del suo cuore: passato
l'istante di sorpresa iniziale, sapeva benissimo cosa sarebbe
successo.
Sentì finalmente
Robert poggiare la bocca sulla sua e baciarlo, dapprima con lentezza,
per poi mordicchiargli delicatamente il labbro inferiore. Jimmy
ispirò profondamente, rimase immobile per alcuni secondi,
poi lo
ricambiò quasi avventandosi sulle labbra che nel corso degli
ultimi
mesi erano diventate il centro dei suoi pensieri.
Fu un bacio breve
quanto travolgente, che nel giro di una decina di secondi
sembrò
mandare i suoi sensi in tilt: avrebbe voluto trascorrere
un'eternità
solo a godere della bocca calda e invadente che si univa alla sua.
Dopo essersi
fermato, Robert fece scorrere le mani lungo le sue braccia, fino ad
afferrargli le spalle, e poggiò la fronte sulla sua, gli
occhi
chiusi, il respiro spezzato e i riccioli che gli ricadevano intorno
al viso fino a sfiorare le guance di Jimmy.
-Era questo che
intendevi?- mormorò. -Non mi hai portato qui per fare una
cosa del
genere, vero?
-Esatto.
Non che gli
dispiacesse che fosse accaduta “una cosa del
genere”. Non aveva
previsto di venir sbattuto al muro e baciato da Robert Plant, e ora
riusciva a immaginare solo una possibile conclusione di quella
serata.
-Non è stata la
troppa birra, vero?- disse Jimmy.
Va bene, era appena
successo quello che desiderava da all'incirca... la prima o seconda
volta che i suoi occhi si erano poggiati su Robert? Ma questo non
significava niente. Non era una dichiarazione d'amore, era solo un
bacio avventato che si erano scambiati dopo essere usciti da un pub,
e...
-Se avessi bevuto
troppo, credo che in questo momento non me ne fregherebbe niente se
fa freddo, è notte e ci troviamo in un vicolo buio, saremmo
già in
una posizione ancora più equivoca di questa.
Jimmy represse una
risata spontanea.
-Ehi, sbaglio o
prima avevi detto che tornati in albergo vuoi spassartela con qualche
ragazza?- continuò l'altro. Aveva aperto gli occhi e lo
fissava con
quello stesso sguardo, brillante e malizioso, che gli si accendeva
spesso nei momenti più vivi dei loro concerti.
-Sì, avevo detto.
Credo di aver appena cambiato programma. Ti va bene?
-Non hai neanche
bisogno di chiederlo. Ora sbrighiamoci, mi piacerebbe tantissimo
farlo qui, sul momento, ma non ci tengo a congelarmi.
Robert si scostò
da lui con una risata, una di quelle che, quando le udiva, Jimmy
temeva che il cuore stesse per capitombolargli, e si avviò
lungo il
vicolo.
Jimmy lo seguì e
gli poggiò una mano sul braccio, come a volersi assicurare
che lui
fosse reale, che fosse lì, che non sarebbe scomparso. Non
dopo che
quel gioco di sguardi languidi e labbra sfiorate, che andava avanti
da mesi, si era finalmente concluso.
-Ehi, vuoi ancora
sapere cosa diceva il mio oroscopo?- disse a un certo punto,
spezzando il silenzio, quando lui e Robert si ritrovarono sulla
strada illuminata che li avrebbe condotti in albergo.
-Sentiamo un po',
signor Mistero.
-Che questo mese
sarebbe stato particolarmente fruttuoso nel procurarmi cose a cui
ambisco da molto tempo e per cui provo uno sfrenato desiderio... un
discorso del genere.
Robert scoppiò a
ridere, gettando indietro la testa.
-Quindi io sono
qualcosa a cui ambisci da molto tempo e che desideri sfrenatamente?
Buono a sapersi, Jimmy. Credo che sia lo stesso per me, sai? Forse
questi oroscopi non sono poi così stupidi.
E, giusto per
dimostrargli quello che poteva essere coraggio così come
totale,
sventata idiozia, gli afferrò un polso per attirarlo a
sé e
baciarlo nuovamente. Lì, in mezzo a una strada, sotto la
luce dei
lampioni.
-Percy, ti rendi
conto che...- mormorò Jimmy, tentando senza volerlo davvero
di
svincolarsi dalle sue braccia.
-Oh, stai zitto,
sei un dannato paranoico. Non c'è nessuno qui. E poi
dovresti
saperlo, noi del Leone tendiamo ad essere persone particolarmente
impulsive, no?
Jimmy rimase in
silenzio, indeciso se mandarlo a quel paese o se baciarlo nuovamente.
Infine sospirò e si lasciò andare contro il suo
petto.
-Avresti almeno la
pazienza di aspettare di essere arrivato nella mia camera?- sorrise,
le mani affondate nei riccioli scarmigliati di Robert.
-Farò lo sforzo,
ma non ti assicuro nulla.
Forse aveva
ragione. Forse quegli oroscopi che lui leggeva principalmente per
intrattenimento non erano poi così stupidi.
Note.
Questa è probabilmente la terza volta in questo fandom che mi ritrovo a scusarmi per il titolo della storia. Giuro, ci ho provato con tutta la mia fantasia ad elaborarne uno carino, originale, magari una frase figa e filosofica, ma niente. Beccatevi quel "Oroscopo" e basta.v_v
Allora, a cosa è ispirata questa fanfiction? A una foto che tempo fa vidi su internet. Robert e Jimmy seduti al bancone di quello che ha tutta l'aria di essere un bar o un pub, con Jimmy che legge tutto tranquillo un giornale con la scritta "Oroscopo 1969." (Indi per cui, la storia è ambientata nel 1969, nel corso del primo tour dei Led Zeppelin.)
La mia fantasie è scattata e ci ha ricamato su questa cosa. Mi piaceva l'idea di usare quel giornale dell'oroscopo come un prompt, lo spunto che avrebbe colorito la vicenda, mi sembrava un'idea carina. (Ho provato anche a ritrovare quella foto, ma ho vagato inutilmente su Google Immagini... ok, inutilmente no, visto che ho avuto l'occasione di sbavare abbondamentente sulle altre foto che sono riuscite dalla ricerca "Robert Plant Jimmy Page.":3)
Ora, mi auguro vivamente che Jimmy non credesse DAVVERO agli oroscopi, (La mia opinione in merito è più o meno come quella di Robert.) quindi ho provato a immaginare che lui li leggesse al massimo così, per intrattenensi, senza crederci seriamente... anche se temo che in realtà non sia così.:,D
La frase finale non mi convince tanto, ma vabbè. Ai recensori l'ardua sentenza. Alla prossima!
Note.
Questa è probabilmente la terza volta in questo fandom che mi ritrovo a scusarmi per il titolo della storia. Giuro, ci ho provato con tutta la mia fantasia ad elaborarne uno carino, originale, magari una frase figa e filosofica, ma niente. Beccatevi quel "Oroscopo" e basta.v_v
Allora, a cosa è ispirata questa fanfiction? A una foto che tempo fa vidi su internet. Robert e Jimmy seduti al bancone di quello che ha tutta l'aria di essere un bar o un pub, con Jimmy che legge tutto tranquillo un giornale con la scritta "Oroscopo 1969." (Indi per cui, la storia è ambientata nel 1969, nel corso del primo tour dei Led Zeppelin.)
La mia fantasie è scattata e ci ha ricamato su questa cosa. Mi piaceva l'idea di usare quel giornale dell'oroscopo come un prompt, lo spunto che avrebbe colorito la vicenda, mi sembrava un'idea carina. (Ho provato anche a ritrovare quella foto, ma ho vagato inutilmente su Google Immagini... ok, inutilmente no, visto che ho avuto l'occasione di sbavare abbondamentente sulle altre foto che sono riuscite dalla ricerca "Robert Plant Jimmy Page.":3)
Ora, mi auguro vivamente che Jimmy non credesse DAVVERO agli oroscopi, (La mia opinione in merito è più o meno come quella di Robert.) quindi ho provato a immaginare che lui li leggesse al massimo così, per intrattenensi, senza crederci seriamente... anche se temo che in realtà non sia così.:,D
La frase finale non mi convince tanto, ma vabbè. Ai recensori l'ardua sentenza. Alla prossima!