Perché i miei pensieri corrono sempre verso di lei anche quando non vorrei?
Cosa ho fatto in una mia vita futura per meritarmi tutto questo dolore nella vita attuale?
Perché non posso vivere come un qualsiasi essere umano?
All’ultima domanda so dare una risposta.
Sono un Lupo Mannaro, ecco perché non posso vivere come un semplice essere umano. Semplicemente non posso farlo, tutto qui.
Una volta al mese mi trasformo in una bestia assetata di sangue.
Ad ogni Luna piena sento il mio corpo bruciare tra le fiamme dell’inferno mentre ogni muscolo cambia forma ed assetto. Ogni osso si deforma fino ad arrivare ad una nuovo e più inquietante forma. La mia mente cerca di vagare in ricordi felici, ma molto spesso è ottenebrata dal dolore per capire quello che sta rivivendo.
Quando poi, finalmente sono completamente trasformato, il dolore non mi abbandona, anche se non è più un dolore fisico, ma è un dolore dell’anima.
Quell’anima che Greyback mi ha strappato il giorno che mi ha morso.
Quell’anima che piange disperata ad ogni Luna piena.
Quell’anima che continua a soffrire di solitudine.
Quell’anima ormai completamente devastata, a brandelli.
Una volta trasformato posso solo rintanarmi da qualche parte, in una stanza in cui possibilmente nessuno possa entrare, e pensare.
Ecco quello che faccio in quelle lunghe notti di Luna piena.
Penso.
Ma soprattutto rivivo ogni momento doloroso della mia vita.
A tutti gli affetti persi.
Al mio amore impossibile per te.
Alla morte troppo prematura di Sirius.
A Harry e al suo destino.
E tutto questo nell’arco di una notte lunghissima.
Finalmente la Luna tramonta, e con lei tramonta anche la mia maledizione.
Ritorno ad essere un umano, tra urla, lamenti e pianti che mai nessuno ha visto.
O per meglio dire, tre persone mi hanno visto in questo stato e due di esse sono morte.
Il mio fisico è debilitato, non riesco nemmeno a reggermi in piedi quel tanto che basta per rivestirmi.
E ogni volta tu mi ritrovi così.
Accucciato in un angolo, tremante, sudato e completamente immerso nel dolore. E ogni volta mi aiuti a sollevarmi, mi accompagni al letto e ti prendi cura di me, anche se io cerco ogni volta di allontanarti.
Lo fai con costanza e con una leggera insistenza che alla fine mi fa capitolare. E allora lascio che il mio cuore si illuda. Lascio che si nutre dell’amore che provo per te. E chiudo gli occhi, abbandonandomi alle dolci cure che le tue mani e il tuo corpo mi danno.
Solitamente mi sveglio a pomeriggio inoltrato. Leggermente rinvigorito dalla dormita, ma comunque ancora debole.
Apro appena gli occhi e come sempre ti vedo addormentata in una posizione impossibile per un corpo umano. Non sono ancora riuscito a capire come fai ad addormentarti in quelle assurde posizioni!
Ogni volta cerco di chiamarti, ma quello che mi esce è sempre lo stesso leggero grugnito che immancabilmente ti sveglia di scatto.
Subito mi sorridi, ti stiri come un gatto, poi ti alzi e vieni verso di me, o almeno ci provi, visto che poi inciampi nell’orlo dei tuoi pantaloni sempre troppo lunghi e voli lunga distesa sul tappeto. Si sente la tua risata provenire dal pavimento e poco dopo il tuo viso fa capolino vicino alla mia mano poggiata sul materasso.
Vieni sul letto accanto a me e ti accoccoli contro il mio corpo, ancora un po’ scosso dal dolore, ma abbastanza fermo da stringerti.
Sento il tuo calore pervadere ogni fibra del mio essere e raggiungere la mia anima martoriata per sanarne ogni ferita. E allora capisco che inutile lottare contro qualcosa di così puro come l’amore che provo per te. Così chiudo nuovamente gli occhi e lascio che tu compia la tua magia su di me.
Una magia che posso definire solo in un modo.
Una magia d’amore.