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Autore: _pimpolina_    05/04/2013    1 recensioni
Mi ami? Il problema è che per me non è così.
Mi odi? non me ne frega
Mi ammiri? grazie
Mi consideri brutta? guardati allo specchio
Mi giudichi? me ne fotto
Non mi interessa ciò che pensi, ora ho trovato la mia ragione per sorridere. Ora non mi sento più inutile.
ciao a tutte, spero tanto vi piaccia la mia nuova immagina e che siate tutte fiere di me ragazze xx ;)
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
New life

Ed eccola lì. Si, eccola lì, sul ciglio della strada ad aspettare l’autobus. Ecco la lì con un sorriso cretino stampato sulla faccia, con le valige in mano e la borsa in spalla.
-Charlotte! Charlotte, togliti di lì, non andartene, resta con la tua famiglia-. No, no e poi no. Sua madre che la rincorre, e più niente. Povera ragazza. Dai tredici ai sedici è sempre stata vittima di bullismo per via del suo aspetto, poi basta, si cambia musica. L’avevano giudicata per troppo tempo. Era diventata migliore, più “carina”, ma non voleva dare soddisfazioni a quei mostri che le dicevano “prima o poi rimarrai sola se non cambi. Non piaci a nessuno” uno di quelli era sua madre, e ebbe la pena che meritava. Non l’avrebbe più vista, mai più. Non avrebbe potuto rimboccarle le coperte o dirle di impegnarsi di più, ormai non poteva fare più nulla.

Sarebbe diventata la stronza che tutti desiderano, la ragazza perfetta. Charlotte salì sul primo autobus per l’aeroporto. Missione? Holmes Chapel.
Una cittadina inglese in culo al mondo, ma pur sempre lontana dalla bella Mullingar. Le sarebbe mancata davvero tanto, chissà, forse un giorno ci sarebbe tornata. Sarebbe tornata nella sua Irlanda, dai folletti e dalle pentole d’oro, dai quadrifogli e dalla Guinness, ma ormai era cresciuta. Sedici anni orribili l’avevano separata dallo scappare di casa, sedici anni di inferno, di attesa, in cui aveva messo da parte tanti soldi. Soldi che le sarebbero serviti. Dalla terza elementare aveva cominciato a racimolare spiccioli, fino a raggiungere una cifra esorbitante. I suoi genitori, industriali, non potevano permettersi di passare tempo prezioso con la figlia, per cui le lasciavano tanto denaro, avrebbe dovuto “colmare il vuoto”. Vuoto che non si era mai formato, dato che lei non gli aveva mai ritenuti degni di essere considerate persone, figuriamoci i suoi genitori. Mentre l’autobus la cullava, si infilò le cuffie, per poi guardare fuori dal finestrino.
 
You can take everything I have
You can break everything I am
Like I'm made of glass
Like I'm made of paper
Go on and try to tear me down
I will be rising from the ground
Like a skyscraper, like a skyscraper …


Guardava la strada come incantata da quella visione. Si stava rendendo conto che sarebbe cambiato tutto. Era meglio fare il punto della situazione. I soldi non erano un problema, anche perché era riuscita a rubare la carta di credito del padre. Avrebbe potuto anche non lavorare, ma non era ciò che voleva. Malgrado tutto voleva guadagnarsi da vivere, quella cartina di plastica sarebbe servita solo i primi tempi, non voleva campare alle spalle di quei vermi, anche se era proprio quello che meritavano.  Doveva trovare un appartamento, un lavoro e dei nuovi amici. Doveva trovare locali da frequentare, gente con cui uscire. Non lo aveva mai fatto prima, ma sarebbe stato necessario per cambiare tutto, si sarebbe stato fondamentale. Era passato così tanto tempo che forse aveva dimenticato come si faceva a fare amicizia. O forse non ci aveva mai provato. Mentre pensava, nemmeno a farlo apposta, si ritrovò pronta a salire sull’aereo. Nella sala d’attesa tutto sembrava cupo e buio, era come senza vita. Ripensava a Niall, il suo unico amico, con cui aveva trascorso gli unici momenti belli. Erano molto legati, le sarebbe mancato molto.
Ripensava al suo rapporto con lui, al giorno in cui l’aveva difesa dalle critiche, e a quando aveva iniziato ad aiutarla. Il telefono trillò. Niall sapeva dei suoi piani, e a malincuore, dovette acconsentire.

“Girati alla tua destra N. xx” ecco cosa c’era scritto. Charlotte si girò e trovò il faccino sorridente e gli occhi arrossati del falso biondo. Non ci pensò due volte e gli saltò addosso, lo strinse a sé. Niall era l’unica cosa per cui valeva la pena di restare, di combattere, e anche se sapevano che quel momento sarebbe arrivato, speravano solo … non così presto. –Horan …- disse la ragazza tra i singhiozzi. Lo chiamava sempre per cognome. Diceva che così sembravano fighi entrambi. Niall le baciò la fronte e sussurrò – Ora vai Lottie, ci sentiremo ogni giorno per telefono. Qualche volta verrò a trovarti …  te lo prometto …- si staccarono da quell’abbraccio, tutti e due sconfortati. Charlotte si avviò al portellone, e dall’enorme porta finestra vide il suo amico, il irlandese sexy, il suo biondino cotonato, agitare la mano, come per dire : “stai tranquilla, qualsiasi cosa accadrà, qualunque cosa che non andrà, io non ti abbandonerò mai. Stai tranquilla”. Le lasciò l’amaro in bocca. Proprio sulla soglia dell’aereo si girò verso di lui e mimò con le labbra un ‘ti voglio tanto bene’. Niall afferrò il messaggio, e le buttò un bacio, che lei fece finta di afferrare e depositare in tasca. Poi senza rimpianti, entrò , si mise a sedere nella prima fila, vicino al finestrino. Prese le cuffie, mise il cellulare in “modalità aereo” e il resto venne da solo. Stava facendo l’asociale, lo faceva sempre.  Si addormentò,e al risveglio non si rese nemmeno conto che mancava meno di un quarto d’ora all’arrivo. Ci mise un po’ per mettere a fuoco la situazione. Fece uno scatto, incrociando gli occhi di un ragazzo, che si era seduto accanto a lei. Andavano nello stesso posto, forse sarebbe stata una bella cavia.
–Scusa, potresti dirmi quanto manca all’atterraggio?-  abbozzò .
–Non so, ma ora non più di qualche minuto. – sorrideva con gli occhi. –Comunque piacere, Louis-
-Charlotte- disse lei.
–Bene, all’ora d’ora in poi, ti chiamerò Charly –
-E io Lou, bel soprannome eh?-
-Mi chiamano tutti così- che figura… dai Charlotte, fatti venire in mente qualcosa
– Allora … mmm … uomo carota ti piace di più?- esclamò alludendo all’enorme medaglione a forma di carota che portava sopra la giacca in pelle.
–Si, è davvero perfetto.- disse tra le risate.
–Ehi Charly, cosa ti porta a Holmes Chapel? – era lì lì per rivelargli la sua storia, ma non lo voleva annoiare, così spiegò semplicemente che voleva cambiare aria.
–Tu invece?- continuava a sorridere come un’ebete. E che bel sorriso. Aveva degli occhi bellissimi, color ghiaccio. Anche Niall aveva gli occhi azzurri, ma rispetto ai suoi erano leggermente diversi.
–Io … ci vivo! Ero in vacanza fuori, e ora torno a casa. Se vuoi, ti posso far conoscere i miei amici. E’ tutta gente strana, dicono che ho fatto male a comprare questa maglietta!- Charlotte si mise a ridere come una matta appena Louis sfoderò una maglietta con un’enorme scritta : “I LOVE YOU, CARROT” e sotto la figura di un’enorme carota. Mio dio, quel ragazzo aveva una fissazione!!! Appena finì di ridere Charlotte rispose
–Si mi piacerebbe molto. Uomo carota?-
-Si Charly?-
-Mi potresti aiutare a trovare un appartamento?- sussurrò alla fine. Non aveva ancora pensato a dove avrebbe dormito quella notte. –Nessun problema. Puoi stare a casa di un mio amico. E’ enorme e lui dice sempre di sentirsi solo. Muahahaha stasera gli porterò una bella sorpresina!- disse sfregandosi le mani soddisfatto.
–Ma non vorrei disturbare, carotino mio! E se poi gli do noia? O non gli piaccio?- esclamò ansiosa. Louis sorrise divertito. –Gli piacerai di sicuro, ora andiamo- disse trascinando Charly fuori dall’aeroporto.
–TAXIIII- urlò Louis un paio di volte. Non lo considerava nessuno e ogni volta imprecava, facendo cadere Charlotte a terra dalle risate. –Lascia fare a me- sospirò quest’ultima. Si mise le dita all’altezza delle labbra e fischiò. Una macchinina gialla si fermò proprio di fronte a loro. Vi salirono e arrivarono di fronte a una serie di villette a schiera. –Viviamo tutti vicini ed è una sfiga, perché se succede qualcosa lo sanno subito tutti e …- bla bla bla. Louis continuava a parlare, finché non giunsero alla più grande delle quattro villette. Ve ne erano altre due vicino, ma non ci abitava nessuno. Bussarono e un ragazzo venne ad aprire la porta.
-MA CIAO! Oggi c’è un sorpresa per te!- esclamò Louis nascondendomi dietro la sua schiena.

nota autrice #
spero tanto vi sia piaciuto il primo capitolo, se si, vi pregherei di farmelo sapere! per cui recensite per favore ;) e se siete tante, non mi dispiacerà, mi sacrificherò xx :P
  
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