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Autore: madeitpossible    05/04/2013    5 recensioni
“Richard Castle! Cosa stai facendo?!”
“Madre, non puoi capire!! Mi è arrivata la risposta che aspettavo! E mi hanno preso!” Era euforico.
“Quella risposta?! Oddio Rick! E ti hanno preso! .."
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Rick Castle, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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tgyhuijkolp                                                             A voi due che mi siete entrate dentro il cuore.



Infilò la chiave dentro la serratura di casa. Quanto le era mancata la sua cucina, il suo bagno, la sua camera da letto, i suoi vestiti.
Infilandosi in quella copertura aveva dovuto cambiare identità e ogni tanto credeva davvero di essere Svetlana. La sua identità le era mancata.
Tutto.
Inspirò a fondo l’odore della sua casa.
Ogni casa è caratterizzata da un odore, ma è provato che ognuno di noi non senta l’odore della propria. A volte entrando in casa altrui ci si imbatte in profumi buoni, talvolta sgradevoli, il che per la maggior parte delle volte dipende dal grado di intimità, affetto che si prova per tale persona.
Appoggiò il bagaglio appena all’ingresso e poi si diresse in camera da letto.
Si tolse le scarpe e dopo essersi coricata sul letto, compose il numero di suo padre. Chiacchierarono per circa un quarto d’ora e si lasciarono con la promessa che la sera seguente si sarebbero visti al solito ristorante in cui andavano sempre.
Andò in bagno e si fece una vasca. Si rilassò e sentì finalmente, i muscoli distendersi dopo tanti giorni.
Indossò un paio di jeans scuri attillati, una maglietta a maniche corte marrone e un cardigan grigio un po’ lungo.
Si truccò, in modo leggero come piaceva a lei. Un po’ di fondotinta, la matita sugli occhi, il mascara e un filo di rossetto, non troppo rosso.
Infine si mise i tacchi e preparò una borsetta a tracolla piccola, di color marrone.
Si diresse in cucina, bevve un bicchiere d’acqua. Aveva lo stomaco chiuso. Era agitata per quello che sarebbe avvenuto dopo pochi minuti, quindi non mangiò nulla.
Prese le chiavi di casa e chiuse la porta dietro di se.
Fermò il primo taxi libero che stava passando e diede l’indirizzo di Castle.
Guardò con una consapevolezza nuova, fuori dal finestrino.
Arrivata a destinazione, entrò nel palazzo e prese l’ascensore.
Quando si ritrovò di fronte alla sua porta, aveva il cuore che le batteva fortissimo e non riusciva a smettere di battere il piede per terra.
Le sue mani erano fredde e le punte dei piedi anche.
Il suo corpo reagiva sempre cosi quando era in ansia.
Sperò dentro di se che non ci fossero Martha e Alexis in casa, voleva avere Castle tutto per lui.
In quel momento vide la maniglia muoversi e la porta aprirsi.
Fece in tempo a nascondersi nell’angolo dove vi erano le scale, pregando e ripiegando che chi fosse prendesse l’ascensore.
Sentì la voce di Alexis dire al padre: “Fai il bravo mentre siamo via.”
Mentre siamo via, il che vuol dire che non c’è nemmeno Martha. Ottimo.
Alexis Saggiamente, decise di prendere l’ascensore e Kate un po’, si tranquillizzò.
Quando sentì il campanello di questo, prese coraggio e si rimise davanti alla porta di Castle.
Suonò e si rese conto in un secondo momento che aveva davvero suonato alla sua porta.
Castle senza certamente guardare chi fosse, spalancò la porta dicendo:
“Alexis cosa hai..”
Ma si interruppe vedendo che davanti a se non aveva la figlia, ma la detective.
Lei gli sorrise e lo squadrò.
Era dimagrito. Moltissimo. Era quasi un anno che non si vedevano e lui era ancora più bello.
Unica pecca era che aveva la barba. Non incolta, no, ben tenuta.
Rick s’accorse che Beckett aveva lo sguardo fisso sulla sua barba.
“Pensavo mi avvertissi prima e ho approfittato del tempo per lasciarla crescere ancora.”
Kate si mosse verso di lui e lo baciò.
Un bacio che casto proprio non era.
Misero tutta la passione tenuta ben nascosta dentro di loro per anni, e la lasciarono scoppiare come un fuoco d’artificio in quel momento.
Rick la prese per il sedere e le posizionò le gambe intorno alla sua vita.
Si sedette sul divano con lei sempre a cavalcioni su di lui.
Le mani di lei erano intorno al suo viso e lo tenevano fermo, come se non volesse più farlo scappare.
Si staccarono, rimasero fronte contro fronte. E guardandosi negli occhi, si diedero quei baci rapidi, quelli per prendere fiato, quelli che dimostrano la voglia di non abbandonare mai le labbra dell’altra persona.
“Si, quella barba è proprio da togliere.”
“Proprio non ti piaccio? A me piace, la voglio tenere.”
“O la barba o me.” E lo guardò con occhi da sfida.
La prese di peso e la spostò sul divano, di fianco a lui.
“Aspetta un attimo.”
Lo vide alzarsi dal divano e correre sopra le scale.
Dopo cinque minuti lo rivide scenderle e la barba era sparita.
Si sorrisero e lui si risedette al suo fianco.
Aveva anche messo il dopobarba che gli aveva sentito sempre addosso e che l’aveva portata a fare dei pensieri poco casti su di lui.
“Ma come siamo lisci.” Disse accarezzandogli la guancia e il mento.
“Prima o poi ti convincerò a lasciarmela crescere, lo sai vero?”
“Non credo proprio.”
“Staremo a vedere.”
“Comunque Svetlana è un nome che ti si addice.” Aggiunse lui.
“Stai scherzando spero.”
“Posso chiamarti Svetly d’ora in poi?”
“Castle vuoi che me ne vada immediatamente?”
“Non ce la fai tanto a scappare.”
“E vacca! Vuoi scommettere?”
Rick la guardò un attimo stralunato per l’esclamazione usata, ma fece finta di nulla.
“Va bene!”
La detective si alzò di scatto e si diresse verso la porta, cercò di aprirla, ma la trovò chiusa a chiave. Si guardò intorno, ma Rick le fece penzolare davanti agli occhi le chiavi.
Si girò verso di lui e gli chiese come avesse fatto prima a chiudere a chiave la porta.
Lui le rispose che era una serratura magica.
Lei assottigliò gli occhi e lui continuò, dicendole che ogni volta che si chiudeva la porta, automaticamente poi per aprirla servivano le chiavi e aggiunse che aveva comprato quella serratura per sua madre, cosi quando tornava a casa “allegra” non serviva che si ricordasse di chiuderla.
“Quindi non scappi detective, te l’ho detto.”
“Va bene, hai vinto tu.”
Rick si stupì, aveva pensato che Beckett avrebbe fatto di tutto per rubargli le chiavi.
Cosi per tentarla, le mostrò ancora le chiavi.
“Davvero non le vuoi?”
“No, non voglio scappare. E poi, sto morendo di fame, se andassi a casa, dovrei mettermi a cucinare e non ne ho voglia.”
“Bene allora siediti su quello sgabello, intanto che mi racconti la tua avventura, preparo qualcosa.”
Si diressero verso la cucina e Rick le prese la mano, come se fosse naturale.
“No voglio sentire prima la tua.”
Iniziò Castle a raccontare la sua avventura nell’Outback. E terminò dicendole che l’avrebbe portata prima o poi, anche perché doveva presentarla ad alcuni amici.
Beckett capì fino in fondo quella frase solo l’estate seguente, quando fece quel viaggio con Castle.
Mentre mangiavano, Beckett cominciò la sua storia e la terminò sul divano.
“ E’ incredibile che non ci vediamo da un anno.”
“ Mi devi un dopo cena favoloso a casa mia, Castle.”
“ Non me lo sono di certo dimenticato. Possiamo restare qui, comunque.”
“Il patto era a casa mia.”
“Il patto era che tu mi venissi a prendere in aeroporto, che mangiassimo anche con Alexis e mia madre, quindi è già saltato.”
“Te l’ho data vinta prima. Non te la do vinta ancora. O a casa mia o niente.”
“Ti piace vincere facile, eh?”
“ Si moltissimo!”
Castle si alzò dal divano e lei gli stese le braccia.
La prese per entrambe le mani e la fece alzare.

Per mano percorsero a piedi il tragitto che collegava la casa di Castle a quella di Beckett.

Entrambi avevano pensato al giorno del loro incontro e tutti e due avevano immaginato ci fosse un certo imbarazzo nell’aria. Invece era come se non si vedessero da qualche ora.



Commento: C’è poco da immaginare il seguito, che però non scriverò.
E’ finita e sono soddisfatta di questo capitolo. C’è poco da fare, mi diverto di più a scrivere quando loro due sono insieme, rispetto a quando sono separati.
Etta, Rab, Amica d’armi, Freccia, Ery, Lau, Ede, Fania, questo capitolo è dedicato anche a voi, bellezze in bicicletta.
B&B
Madeitpossible.

  
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