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Autore: Lantheros    06/04/2013    1 recensioni
Un mattino come tanti.
Una giornata apparentemente ordinaria.
Ma una piccola pony farà una scoperta singolare. Qualcuno di molto caro non sarà più vicino a lei.
Questa fic narra l'avvicinamento di una creatura innocente ad una tematica apparentemente terribile.
Anche quando tutto sembra scomparso per sempre, ci sarà sempre qualcosa che spingerà ad alzare il volto al cielo.
Dove le stelle sembrano quasi danzare.
Il racconto contempla le mane six, anche se non come personaggi principali.
Il genere è piuttosto triste ma accorpa dei momenti "piacevoli" grazie a personaggi che sapranno ribaltare la situazione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Apple Bloom, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dopo una lunga attesa, la cerimonia ebbe inizio.

Apple Bloom rimase a bocca aperta quando vide la mole di pony che si era accalcata in piazza. Erano così tanti che molti dovevano prender posto nei viottoli tra le abitazioni. Gli abiti e le decorazioni eleganti creavano una forte sensazione di solennità all’intero ambiente. La piccola, tuttavia, quando vide il loculo dove riposava Granny Smith, sentì un tuffo al cuore. Chiuse gli occhi e cercò di tenere a mente le parole che le sue amiche e sua sorella le avevano detto pochi istanti prima. Si strinse ad Applejack e fece mente locale agli attimi di gioia passati insieme alla nonna ma vi riusciva a fatica: il petto le doleva come non aveva mai fatto, lo stomaco era un nodo e le emozioni dentro di lei sembravano spazzare via ogni tentativo di razionalità.

Il discorso di Mayor prese il via e il pony cominciò a decantare la storia di Ponyville e dei suoi fondatori. Quando Apple Bloom udì il nome della nonna provenire dalla voce di Mayor, sentì un dolore così forte da spingerla in un nuovo pianto a dirotto.

Poco prima che le lacrime prorompessero dai suoi occhi, tuttavia, l’intera piazza venne letteralmente travolta da una voce squillante e quasi assordante.

“Cos’è questa robaaa?!?”, urlò Pinkie Pie, davanti al microfono di Mayor. Indossava l’abito da cerimonia che le aveva confezionato Rarity ma, in una zampa, teneva una manciata di palloncini colorati.

Lo stupore più totale si diffuse tra i presenti.

Rarity spalancò letteralmente la bocca e lo sguardo di Applejack si fece drasticamente preoccupato: “Oh… no, Pinkie, cosa stai facendo? Questo è davvero troppo…”, esclamò tra se e se.

Mayor, a metà tra lo stupore ed il panico, iniziò a biascicare verso Pinkie Pie, mentre brusii di disappunto iniziarono a levarsi da ogni angolo della piazza.

“Che cosa state facendo?”, urlo di nuovo il pony rosa, “Non è questo che Granny Smith voleva!”.

“Pinkie, scendi da lì!”, le urlò Applejack, mentre Rainbow Dash si preparava a spiccare il volo per placcare l’amica e tirarla giù dalla scena.

“No che non scendo! Granny Smith non voleva questo trattamento, me lo ha detto lei stessa!”.

“Come sarebbe a dire?”, chiese Applejack, tra il brusio crescente della folla.

Pinkie Pie si avvicinò di più al microfono.

“Me lo ricordo come se fosse ieri”, disse e sfilò il foular dal collo di Mayor, mettendoselo invece sulle spalle come usava fare proprio Granny Smith. Non solo: iniziò a parlare al microfono imitando in tutto e per tutto il tono di voce della nonna, ripetendo per filo e per segno ciò che le aveva detto: “Già, Pinkie Pie, non c’è altro pony di cui mi fidi in tutta Equestria, al di fuori di te, per questo genere di cose! Non so quando accadrà ma possano tutte le mie conserve di mele inacidirsi d’un botto se vorrò una celebrazione triste e priva di brio, quando non sarò più qui! Quindi, mi raccomando, voglio assolutamente che tu renda speciale l’avvenimento! Non dico che i pony debbano divertirsi come ad un party serale ma non voglio nemmeno vedere fiumi di lacrime o musi lunghi! Voglio essere ricordata con allegria e non con “buhuhuh, povera nonnina decrepita, che pena, che tristezza!”, hai capito??”.

La piazza era a bocca aperta.

“E quindi”, proseguì Pinkie con la sua voce originale, “sono qui per porre rimedio ad un disastro iniminimaginabile!” e, così dicendo, balzò giù e corse verso vari angoli della piazza, facendosi strada tra i presenti. Ad ogni angolo, prese a sollevare un telo a protezione di un tavolo, rivelando paste, torte e leccornie a base di mele; un vecchio grammofono con le canzoni, ormai d’altri tempi, che Granny Smith ascoltava dopo cena; barili di sidro della fattoria; le conserve di zap-apple e, per ultimo, urtò con le zampe posteriori un palo da cui si srotolò un grosso cartellone, in cui figurava Granny Smith nelle pose più simpatiche (e anche ridicole) in cui potesse mai comparire.

Quindi riprese possesso del microfono: “Ed ora, signori, è il momento di rendere questa cerimonia, una VERA occasione per salutare Granny Smith e non una valle di lacrime in cui saremmo affogati tutti!”, concluse con sguardo severo.

Ci fu una lunga pausa ed i presenti si guardarono tra loro con aria interrogativa.

Una piccola risata giunse dalla prima fila. Era Apple Bloom che rideva sotto i baffi. Quando aveva visto le immagini di Granny Smith, tra buffe smorfie e situazioni ridicole, le era balenata in testa una scena di cui non riusciva a liberarsi. La piazza era silente e quasi tutti udirono le sue parole: “In effetti… mi ricordo quella volta che, per prendere in giro la signorina Cheerilee, le abbiamo fatto credere che la nonna fosse sveglia, ma in realtà stava dormendo, poi ha preso una botta, si è svegliata di soprassalto ed ha agito come se niente fosse successo. La signorina Cheerilee è rimasta di sasso”, concluse con un’altra risata.

Ci volle qualche istante ma, prima titubanti e poi sempre più crescenti, altri pony si unirono alla timida risata di Apple Bloom. Quando il brusio di risate si levò sempre più grande, Pinkie Pie si sentì pervadere di emozione.

“Visto, nonnina?”, sussurrò Pinkie Pie lontano dal microfono, “Adesso anche loro hanno capito.”
   
 
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