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Autore: Lantheros    06/04/2013    1 recensioni
Un mattino come tanti.
Una giornata apparentemente ordinaria.
Ma una piccola pony farà una scoperta singolare. Qualcuno di molto caro non sarà più vicino a lei.
Questa fic narra l'avvicinamento di una creatura innocente ad una tematica apparentemente terribile.
Anche quando tutto sembra scomparso per sempre, ci sarà sempre qualcosa che spingerà ad alzare il volto al cielo.
Dove le stelle sembrano quasi danzare.
Il racconto contempla le mane six, anche se non come personaggi principali.
Il genere è piuttosto triste ma accorpa dei momenti "piacevoli" grazie a personaggi che sapranno ribaltare la situazione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Apple Bloom, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era ormai sera.

L’intera cerimonia si stava concludendo, con i famigliari intorno al loculo di Granny Smith, in procinto di tornare definitivamente alla terra di cui aveva sempre amato i frutti e le opportunità. Tutta Ponyville, fino a quel momento, aveva parlato, mangiato, ascoltato vecchie canzoni, aveva narrato antiche storie di quasi una generazione passata, si era beata della compagnia degli altri e aveva ricordato la vecchia nonna in tutte le sue sfaccettature. Alcuni pony versarono anche molte lacrime ma quasi sempre con un sorriso sulle labbra: il sorriso di chi stava piangendo per gioie passate e non per sofferenze presenti.

Poco prima di separarsi per il ritorno alla terra della nonna, Applejack aveva abbracciato Pinkie Pie: “Grazie Pinkie,” aveva detto, con voce tremante per la commozione, “questa è sicuramente la miglior cerimonia che la nonna si sarebbe potuta aspettare”.


Quando il loculo fu al suo posto, la famiglia si riunì intorno alla pietra commemorativa.

Quello fu un momento sicuramente molto triste per tutti e, questa volta senza alcuna lezione da imparare, molti pianti liberatori e sofferenti trovarono sfogo.

Apple Bloom non piangeva ma sentiva dentro di sè un groppo al cuore, proprio come aveva percepito quando Applejack era venuta a consolarla a scuola.

Ogni membro porse un saluto a Granny Smith, dopodiché, lentamente e con rispetto, si ritirarono uno alla volta. Alla fine soltanto Applejack e la sorellina rimasero davanti al loculo. Osservarono entrambi la foto della nonna, incastonata sulla pietra commemorativa, immortalata in una posa decisamente buffa. Applejack sorrise timidamente.

“Vuoi restare ancora un po’?”, chiese la sorella maggiore.

“Tu vai pure”, rispose Apple Bloom, dopo una pausa, “se non ti spiace vorrei restare qui con nonna… da sola”.

“D’accordo, piccola, però fra poco sarà buio”.

“Non ti preoccupare”, la rassicurò, “non starò tanto”.

Applejack sorrise un’ultima volta e si allontanò dalla sorellina.


Il sole aveva ormai toccato le montagne e spandeva i suoi raggi vermigli per l’intero, stupendo paesaggio intorno a Ponyville, gli stessi raggi che Apple Bloom aveva percepito la mattina precedente, quando la nonna si era addormentata. C’era anche lo stesso vento, che ora muoveva dolcemente la sua chioma, anziché le tende della stanza. Alcuni uccelli cinguettavano tra gli alberi vicini.

Le ombre si fecero lunghe, evidenziando, per l’intera collina, la piccola figura di Apple Bloom e la sagoma della pietra di Granny Smith.


“Ciao nonna”, bisbigliò Apple Bloom rivolgendosi alla foto, “la giornata è finita. Hai visto che bella festa abbiamo fatto? Pinkie è stata davvero brava, proprio come desideravi tu. Lo so che volevi che non piangessi ma… mi spiace, non sono riuscita a resistere”. I suoi occhi si inumidirono per l’ennesima volta.

“Sai, le mie amiche mi hanno detto che dopo potrebbe esserci un nuovo mondo, qualcosa in cui potrai essere sempre felice”, continuò, con la voce leggermente tremante, “Mi hanno anche detto che non devo essere triste perché, qualsiasi cosa succeda, abbiamo passato dei bei momenti insieme e ci siamo volute bene… magari qualche volta non ci siamo capite o ci siamo dette cose che non volevamo, ma ci siamo volute bene”.

“Ora so che è normale che queste cose succedano, che accadrà a tutti e che non devo avere paura… che devo pensare solo al momento presente e alla gioia che ho passato con chi non è più accanto a me…”.

Il vento soffiò leggermente più forte, trascinando con sè qualche foglia. Apple Bloom non disse nulla per lunghi istanti. Il suo fiato si fece irregolare, i suoi occhi si chiusero.

Nella sua mente balenarono rapidamente mille immagini: Granny Smith mentre le faceva il bagno nella tinozza; mentre cucinava la torta di mele; intenta a parlare alle api per rendere più dolce il miele; quando mise in ridicolo se stessa e gli altri in modo così buffo; con l’elmetto in testa a fare la ramanzina ai barattoli di conserva; mentre la consolava dopo una brutta giornata a scuola…

Quasi senza rendersene conto, tirò fuori un piccolo libretto dallo zaino, che era andata a prendere tra la cerimonia commemorativa ed il ritorno alla terra. Lo aprì ed osservò alcune foto dei famigliari, che aveva avuto il permesso di prendere proprio una sera mentre sfogliava l’album dei ricordi con Granny Smith. Ad un certo punto le pagine si fermarono su una foto che ritraeva Apple Bloom sulle ginocchia della nonna, sorridente, entrambe accoccolate sulla sedia a dondolo.

Il suo petto sembrò esploderle, come se un dolore incontenibile e insopportabile dovesse fuoriuscirle all’improvviso. La sua voce si ruppe e il piccolo pony scoppiò in un pianto più intenso, più profondo e molto più sofferente di quanto avesse mai provato. Il libretto cadde per terra.

“Nonna…”, disse quasi senza voce, “la verità è che in questo istante non mi importa se tu sei tra i cieli con i pegasi, se stai confezionando marmellate per i pony che non ci sono più, se stai cogliendo le mele tra le nuvole o se sono soltanto bei sogni... la verità è che mi manchi tantissimo e l’unica cosa che vorrei è che tu fossi ancora qua e non dover ricordare i tempi passati ma poterli vivere ancora… e ancora… vorrei sentire di nuovo la tua voce, vorrei non salutare gli amici che se ne andranno e non vorrei abbandonarli a mia volta”.

Posò la fronte sulla foto incastonata nella pietra, la osservò intensamente, poi chiuse gli occhi e, tra i singhiozzi, aggiunse: “In questo istante vorrei soltanto riaprire gli occhi e trovarti di fronte a me”.

Quando li riaprì, la nonna le sembrò davvero di fronte a lei, sorridente e buffa, immortalata nella sua cornice fotografica, che la guardava con tenerezza.

Apple Bloom sorrise e pianse ancora un po’, in silenzio.
   
 
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