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Autore: crige    06/04/2013    9 recensioni
Questa storia parla della gioventù bruciata e della parte dei ragazzi non approvati dalla società.
Francesca è una ragazza che gioca a rugby, dall' animo solitario e esplosivo allo stesso tempo.
E' una barista del pub più frequentato di un paesino fuori Firenze.
Ha avuto un'adolescenza difficile, che l' ha segnata nel profondo.
Ora che ha vent'anni, si ritrova ad affrontare una nuova strada.
Eleonora, sua sorella non di sangue, e anche suo capitano l' appoggia nel suo percorso fatto di accettazione e cambiamento.
Lorenzo è il migliore amico di Francesca e guardia del corpo.
Alessia, bhè, Alessia è quella che le sconvolgerà la vita.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Poco più di un anno prima...
 
 
E' già passato un anno.
Un fottutissimo anno.
Un anno che Lei non c'è più.
 
Lascio andare una risata amara.
Una risata colma di rancore.
Rancore verso me stessa.
Una risata da persona fuori di sé.
Da persona, annebbiata dall' alcool.
 
Mi rigiro tra le lenzuola.
Pancia in su.
La bottiglia di vodka, stretta tra le braccia.
 
Penso che ho fatto bene a trasferirmi quì.
Penso che non avrei retto tutte quelle fotografie.
Tutti quei ricordi.
Quegli spezzoni di vita che mi tornano in mente, prepotenti.
 
Il cellulare s' illumina.
Squilla di nuovo.
A vuoto.
A vuoto, perchè non risponderò.
Come le volte precedenti.
Non ho bisogno di Nene e dei suoi "non è colpa tua".
 
Fanculo.
Sarebbe più facile se mi prendesse a pugni.
Se m' insultasse.
Se mi dicesse che si, cazzo, è colpa mia.
 
Era la sua migliore amica, no?
E allora perchè non ce l' ha con me?
Perchè non mi odia?
Dovrebbe farlo.
Dovrebbe odiarmi.
Sarebbe giusto.
 
Finisco di bere quella bottiglia.
A goccia.
Lascio che mi senta la gola andare in fiamme.
Come in fiamme, è il mio animo da quella sera.
 
Sospiro e mi giro su un fianco dando le spalle alla porta, quando sento il portone di casa sbattere.
Non la voglio vedere.
Non voglio che venga quì.
 
-Francesca- Nene entra in camera, avvicinandosi al letto -perchè diavolo non mi rispondi?-
 
E' arrabbiata?
Arrabbiata perchè non le ho risposto?
Dovrebbe essere arrabbiata, perchè le ho portato via la persona più importante per lei!
Non perchè non ho risposto alle sue fottutissime telefonate.
 
-Allora? Pensi di darmi una risposta?- posso immaginare come, nervosamente, si sia passata una mano tra i capelli.
 
-Vattene- soffio, lasciandomi cadere la bottiglia dalle mani.
 
La osservo mentre, lentamente, rotola sul pavimento.
Inclino la testa, seguendo il suo percorso.
Sobbalzo, quando va a sbattere contro il comodino.
 
-Feffe!- ringia, portandosi sul letto e afferrandomi rabbiosamente una spalla, facendomi voltare -guarda che non ti serve a niente, ridurti così!-
 
-Non sono affari tuoi!- dico, girando la testa dall' altra parte.
 
-Lo sono, invece!- ribatte, con tono duro -lo sono da quando sei entrata nella sua vita!-
 
-Bhè, ora non c'è più. Quindi, non devi più preoccuparti per me-
 
-che cavolo dici?!- sbraita, lasciando la presa sulla mia spalla.
 
-Lasciami in pace, ok?- scatto a sedere, guardandola dritta negli occhi -è colpa mia se è morta! E' colpa mia se non fa più parte della tua vita! Avevi ragione! Non andavo bene per lei! Dovevi insistere, convincerla a non avere niente a che fare con me! Fanculo Nene! Sarei dovuta morire anche io!-
 
Posso vedere come il suo sguardo, sorpreso, tramuti in uno pieno di rabbia.
Non mi sposto, quando la vedo alzare il pugno.
Lascio che il suo colpo, arrivi dritto sulla mia guancia destra.
 
Lascio che si sfoghi su di me.
Lascio che continui a colpirmi.
Sul volto, sullo stomaco, sulle braccia.
Non provo neanche a pararmi.
 
Mi si porta a cavalcioni.
Chiudo gli occhi.
Non sento neanche dolore.
Probabilmente è l' effetto dell' alcool.
Oppure è la mia coscienza che sa di meritarselo.
 
-Reagisci!- urla, scagliandomi l' ennesimo colpo.
 
-No- mormoro.
 
-COLPISCIMI!- urla di nuovo, mollandomi un cazzotto nello stomaco.
 
-No- ripeto.
 
-Fede era una stupida, se amava una codarda come te!- dice, all' improvviso.
 
Quelle parole mi fanno immobilizzare ulteriormente.
Fede...stupida.
Non può averle dette davvero.
 
-Magari ti tradiva pure!- afferma, con cattiveria.
 
Qualcosa dentro di me si smuove.
A quelle parole, i miei sensi si risvegliano.
Apro gli occhi di scatto.
 
Afferro Nene per le spalle, levandomela di dosso.
Le salgo sopra.
Le blocco le mani ai lati della sua testa.
 
-RITIRA QUELLO CHE HAI DETTO!- le urlo, in faccia, fuori di me.
 
-E' la verità!- 
 
-NO!- le scaglio un pugno sul viso.
 
-RITIRALO!-
 
Scuote la testa in un cenno negativo.
Ringhio di rabbia.
Le resituisco i colpi di prima.
Ma lei non fa come me poco fa.
Lei reagisce.
 
Si libera dalla mia presa.
Mi tira un calcio, spingendomi di lato.
Poi si scaglia su di me.
 
Continuiamo a picchiarci per diversi minuti.
Il dolore fisico che passa in secondo piano.
Quello dell' animo, che alimenta la furia.
 
Ora Nene è sopra di me, a cavalcioni.
Mi blocca le mani ai lati della testa.
Cerca di regolarizzare il respiro.
 
La luce che proviene dalla finestra, si proietta sulla sua schiena.
Inclino la testa.
Non può essere.
 
I capelli di Ele, d' un tratto, diventano dello stesso biondo di Federica.
I suoi occhi celesti, appaiono di un verde smeraldo.
E' l' effetto dell' alcool, vero?!
 
-Fede- sussurro.
 
-Mi manca molto- mormora, Nene, poggiando una mano sulla mia guancia.
 
-E' colpa mia-
 
-Smettila di dirlo- sfiora il suo naso con il mio, poggiando poi la fronte contro la mia.
 
Punto gli occhi nei suoi.
Ho così tanto bisogno del calore di un altro corpo.
Dell' affetto di un' altra persona.
 
Lo sguardo varia dalle sue iridi di ghiaccio, alle sue labbra.
Fa quello stesso percorso un paio di volte.
La rabbia che sento, mi fa desiderare di possederle.
 
-Fallo- sussurra, spiazzandomi -se ti fa stare meglio, fallo-
 
-Ma..-
 
-Fallo- ripete, con più convinzione.
 
Torno a immaginare il volto di F.
Immagino lei, al posto di Nene.
Immagino il suo corpo.
Chiudo gli occhi.
Poi, poi con rabbia scontro le mie labbra con le sue.
 
Non c'è niente di dolce.
Non c'è niente di romantico.
Niente di passionale.
Non c'è amore nei miei gesti.
E nemmeno nei suoi.
 
C'è solo rabbia.
Rabbia nello strapparci i vestiti di dosso.
Nel rubarci baci disperati.
 
C'è frustrazione.
Senso di abbandono.
Bisogno di non pensare.
Di lasciarsi andare.
 
C'è disperazione e consapevolezza.
Disperazione per la mancanza di una persona.
Consapevolezza che quel corpo contro il tuo, non è il suo.
Non potrà mai più essere il suo.
Consapevolezza che quella presenza dentro di te, non è lei.
Che quella persona che si muove con te, non sarà mai Lei.
 
Geme di dolore a causa delle mie spinte irruente.
Dettate dalla rabbia.
Rabbia.
E' solo lei la protagonista di questo amplesso.
 
-Non è vero che ti ha tradito- ansima, entrando in me -e non era stupida-
 
Una lacrima mi scende sul viso a sentire quel contatto.
E' così diverso dal suo.
Il suo era dolce, lento, gentile.
Sfiorava la mia pelle, come se fossi fatta di vetro.
Per quanto io tenga a Nene, non potrà mai essere lei.
 
Ci stendiamo, accanto, sfinite.
I respiri irregolari.
I corpi che ancora tremano.
 
E poi, poi prendo atto di tutto quello che è successo, di colpo.
Mi risveglio come se avessi fatto una doccia fredda.
che diavolo abbiamo fatto?
 
Scatto in piedi.
Rinizio a vestirmi, velocemente.
Non doveva succedere.
 
-Feffe- mi chiama, Nene, mettendosi a sedere, coprendosi con il lenzuolo -tranquilla, è tutto ok-
 
-No!- mi volto nella sua direzione -Non dovevo farlo!-
 
-Lo abbiamo fatto in due-
 
-Abbiamo sbagliato!- ribatto, infilandomi la felpa.
 
-Eri ubriaca e entrambe eravamo arrabbiate. E' successo- afferma, alzando le spalle -si, è stato un errore, ma non ricapiterà- si alza a sua volta, recuperando i suoi indumenti.
 
Mi siedo sul bordo del letto.
Abbasso la testa, tenedomela tra le mani.
Lascio andare un sospiro.
Non dovevo lasciarmi prendere dalla rabbia.
Federica me lo diceva sempre.
 
Mi diceva che quando sono arrabbiata non ragiono.
Che faccio cose di cui poi mi sarei pentita.
Mi diceva che non ero in me.
Che dovevo imparare a controllare quella parte, che per troppo tempo ho lasciato uscire, senza fare niente.
Non le piaceva chi diventavo, quando mi arrabbiavo.
 
E allora, smisi.
Smisi di lasciami comandare dalla rabbia.
Smisi di reagire.
Ho imparato a farmi scivolare le cose via di dosso.
A non subire.
Ho imparato grazie a lei, alla sua presenza.
Alla sua pazienza.
Ma ora, ora lei non c'è più.
 
-Francesca- Nene s' inginocchia davanti a me -guardami- mi prende le mani, incrociando le nostre dita -va tutto bene- sussurra, poggiando la sua fronte contro la mia -non è successo niente di grave. Ci siamo lasciate prendere dal momento. E' un giorno difficile per entrambe. Non facciamo diventare una sciocchezza, una tragedia. sono convinta che Fede ci stia guardando e che stia ridendo di noi- ridacchia, strappandomi un sorriso.
 
-Va bene- soffio.
 
-Vuoi che me ne vada?- mi chiede, in tono dolce.
 
-No- rispondo -resta quì, ti prego. Non voglio rimanere da sola-
 
Annuisce.
Mi fa stendere sul letto, coprendomi successivamente con il lenzuolo.
si stende poi accanto a me, abbracciandomi da dietro.
 
-Non sei sola- sussurra al mio orecchio -ci sarò sempre io, con te-
 
-Aveva ragione F-
 
-Su cosa?- chiede, confusa.
 
-Non sei una stronza- sorrido, facendola ridere.
 
 
                                                ***********
Tempo attuale...
 
 
Non ci posso credere.
Non ci voglio credere.
Eppure, è così.
 
Mi ha mentito.
Deliberatamente.
Mi ha mentito per tutto questo tempo.
 
Mi sento tradita.
Sono completamente spiazzata.
Non riesco neanche a piangere.
Perchè, in fondo, una parte di me lo ha sempre saputo.
 
Ma non ho mai voluto ascoltarla.
L' ho soppressa.
Sepolta in un angolo remoto e buio.
Ma ora, ora è uscito tutto fuori.
 
Corro sulle tribune, senza guardarmi indietro.
Non voglio vedere se mi sta seguendo.
Non voglio neanche stare a sentire cosa ha da dire.
Cosa dirà per giustificarsi.
 
Raggiungo Erica.
La prendo per mano, tirandola.
Ho bisogno di andare via.
 
Lo vedo da come mi guarda, che ha capito.
Ha capito che c'è qualcosa che non va.
E ha capito, che riguarda Francesca.
 
Saluta Lorenzo e Alessandro.
Poi, senza dire niente, si lascia portare via.
Corre in silenzio al mio fianco.
 
Arriviamo al suo motorino.
Salgo dietro di lei.
Aspetta che mi sia sistemata a modo e poi parte.
 
So dove sta andando.
Al nostro posto.
Ci andiamo sempre quando vogliamo stare da sole.
Quando abbiamo bisogno di silenzio, per pensare.
 
Mi stringo a lei.
E finalmente, lascio scorrere le lacrime sul mio volto.
Lacrime che vengono portate via dal vento.
Quanto vorrei che, quel vento, portasse via anche questo nuovo peso sul mio stomaco.
 
Arriviamo al fiume.
Parcheggia e scendiamo.
Mi prende per mano.
Ci dirigiamo sul prato.
 
C'è un grosso albero, poco più in là da dove siamo noi.
Dietro il quale, si ererge una piccola collinetta erbosa.
Noi ci mettiamo sempre ai piedi di quella.
Nascoste agli occhi di tutti.
 
Ci sediamo, sempre in silenzio.
Erica mi scruta, cercando di capire qualcosa.
Di tanto, in tano, mi asciuga qualche lacrima che lascio scappare.
 
-Ale- mi chiama, all' improvviso -che è successo?- si fa più vicina, stringendomi in un abbraccio confortante.
 
Mi lascio andare contro di lei.
Mi lascio stringere.
Ho bisogno di un abbraccio.
Ma per quanto adori gli abbracci di Erica, purtroppo, non mi trasmettono la stessa sicurezza di quelli di Francesca.
 
E mi odio per questo.
Mi chiedo se mi abbia mentito anche su altre cose.
Come ad esempio sul suo affetto per me.
Se mi usasse e basta?
Se non contassi niente per lei?
 
-Ho sentito..- inizio, prendendo un bel respiro -ho sentito Feffe e Nene litigare e poi...- mi blocco, a causa del nodo in gola che non riesco a buttare giù.
 
-Poi?- mi sprona, la mia amica, iniziando a passarmi una mano tra i capelli.
 
-Sono state a letto insieme, Eri- rivelo, lasciando andare un singhiozzo -l'ho sentito dire da Francesca-
 
-Oh, Ale- mormora, dispiaciuta, stringendomi di più.
 
-Mi ha mentito, capisci?- scoppio a piangere, senza più riuscire a trattenermi -io glielo avevo chiesto più volte e lei mi ha sempre mentito- 
 
-Mi dispiace così tanto- sussurra al mio orecchio.
 
-Molto probabilmente sono solo un fottuto passatempo per lei!-
 
-No, questo no- mi contraddice -si vede da come ti guarda, che esisti solo tu per lei. Che sei la cosa più importante-
 
-E allora perchè mi ha mentito?- le chiedo, asciugandomi il volto con rabbia.
 
-Non lo so- sospira -ma stai pure certa che le spacco la faccia!- afferma, convinta -ovviamente con l' aiuto di qualcun' altro- aggiunge poi -sono convinta che le ragazze del Prato, sarebbero liete di darmi una mano!-
 
La guardo, incredula.
Completamente scioccata.
Poi, poi scoppio a ridere.
 
Rido per non piangere.
Rido di amarezza, tristezza.
Una risata che, di gioioso, non ha proprio niente.
 
-No- scuoto la testa, frenando le risate -non voglio che qualcuno le faccia male- mormoro, abbassando lo sguardo.
 
-Ma lei ne ha fatto a te! E questo non mi piace per niente!-
 
-Lo so- sospiro -ma penso che abbia già sofferto abbastanza-
 
-Questo però non la giustifica. Che le costava dirti la verità?-
 
-Io, penso che...-
 
Vengo interrotta dal suono del mio cellulare.
Lo afferro.
E' Francesca.
Butto giù, immediatamente.
Noto di avere cinque chiamate perse, tutte da parte sua.
E pure dei messaggi.
 
Li apro, iniziando a leggerli.
Dicono tutte le solite cose.
"Scusami", "Ti prego rispondimi", "Fammi spiegare".
No, avevi il tempo per farlo e non lo hai usato.
Hai preferito mentirmi.
 
Spengo il telefono.
Lo ripongo in borsa.
Gettandola poi lontano.
 
-Era lei?- mi domanda, Erica.
 
-Si- annuisco -vuole che la lasci spiegare-
 
-Bhè, fallo! Senti che ha da dirti-
 
-No!- rispondo, prontamente -ne ha avuto di tempo, per dirmi la verità. Ora basta-
 
-Ora basta?-
 
-Si, è finita-
 
 
                                                  **********
 
-Cazzo!- sbotto, vedendo Alessia correre via.
 
-Feffe- sussurra, Nene, avvicinandosi di qualche passo.
 
-NO!- la blocco, alzando una mano nella sua direzione.
 
Mi dirigo verso il borsone.
Vi getto dentro tutte le mie cose.
Me lo metto poi in spalla.
Faccio per uscire dagli spogliatoi, ma Ele mi afferra per un polso.
 
-Dove vai?- 
 
-Lasciami andare!- ringhio, cercando di liberarmi.
 
-Non fare cazzate!-
 
-Torna in campo, Nene!- affermo, riuscendo finalmente a togliere la sua mano.
 
Non doveva saperlo.
Non doveva venire a saperlo così.
Dovevo dirglielo.
Dovevo dirle la verità quando me lo ha chiesto.
 
-Le serve tempo- mi dice, facendomi immobilizzare sull' uscio -dalle il suo spazio-
 
-Non sto andando da lei- 
 
-E dove, allora?- domanda, avvicinandosi.
 
-Non sono affari che ti riguardano- soffio, voltandomi nella sua direnzione.
 
-Vuoi fare altri danni?- chiede, ironica -perchè, vorrei ricordarti, che ti sei presa un' espulsione! E ti va bene, se Emily e quell' altra, decidono di non sporgere denuncia nei tuoi confronti!-
 
-Non m' importa!- le urlo conto.
 
crede che mi possa interessare, adesso?
Che me ne freghi qualcosa di una stupida espulsione o di una qualche denuncia?
che si fottano quelle due stupide.
 
M' importa solo di Alessia.
Di come l'ho ferita.
Chissà cosa sta pensando di me...
Mi odierà...
 
-Non fare la stupida, Feffe!-
 
-Hai finito? Posso andare?- le dico, con tono sprezzante.
 
-Dove diavolo devi andare?-
 
-A lavoro! E dopo ho un impegno-
 
Impegno.
Impegno sta per incontro di lotta.
Incontro che userò per scaricare la rabbia.
 
-Smettila! Smettila di comportarti come se tu l' avessi già persa!- mi urla contro, afferrandomi per il colletto della maglietta.
 
-Come pensi che possa perdonarmi questo, eh?!-
 
-Spiegale! Dille come stanno le cose! Non c'è niente tra noi! Non è stato amore! E' stato solo sesso!-
 
-Questo non cambia le cose, Nene! Io le ho mentito! Lei si è fidata e io, invece, le ho mentito! E lei, lei se n'è andata..-
 
Lei se n'è andata.
Quella consapevolezza mi cade addosso all' improvviso.
Ho lasciato andare, la cosa più importante.
 
Mi lascio cadere in ginocchio.
Mi nascondo il viso tra le mani.
Sento gli angoli degli occhi pizziccarmi.
Poi, poi le lacrime iniziano a scendere senza controllo.
 
-Shhh, Scricciolo- Nene s' inginocchia davanti a me, avvolgendomi in un abbraccio.
 
-No, non capisci- soffio -Io la amo..-
 
E finalmente lo ammetto.
Lo dico ad alta voce per la prima volta.
E quelle parole, adesso, mi fanno male.
 
Mi fanno male perchè non è così e non è a Nene che contavo di dirlo.
Mi fanno male perchè sembrano non avere un senso, adesso.
Mi fanno male, ma allo stesso tempo, mi riscaldano il cuore.
 
-Lo so, Feffe, lo so- sussurra, al mio orecchio, accarezzandomi lentamente la schiena.
 
-La amo- ripeto, lasciandomi andare al pianto.
 
-Ti giuro che troveremo il modo di rimediare- mormora -Te lo prometto-
 
-No- esclamo, alzandomi di scatto -io devo trovarla- affermo, recuperando il borsone e correndo fuori.
 
-FRANCESCA!- mi urla dietro, Nene.
 
No, non posso stare quì a piangermi addosso.
Non posso restarmene senza fare niente.
Devo trovarla.
Devo spiegarle.
Devo dirle che lei è la cosa più importante per me.
Devo dirle che mi dispiace.
Non voglio perdere anche lei.
Non posso permettermi di rovinare anche questo.
Non me lo perdonerei.
 
Prendo il cellulare, provando a chiamarla.
Intanto raggiungo la macchina, gettando il borsone nel bagagliaio.
Salgo in auto.
 
-Fanculo!- esclamo, quando mi butta giù.
 
Le scrivo l' ennesimo messaggio.
Metto poi in moto, uscendo dal parcheggio.
Non può essere finita così...


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ANGOLO AUTRICE:

Buon giorno ^^

Per favore, non odiatemi.
Però, che vi aspettavate?
Alessia si sente tradita e per una persona che mette la sincerità alla base di un rapporto, questo è imperdonabile.

Francesca, da parte sua, si sente una merda.
Non vuole perderla, è determinata a farsi perdonare.
Ci riuscirà?
E che dite, farà qualche stronzata per placare il suo senso di colpa, la sua tristezza?

E poi, poi c'è Nene.
Nene che si sente in colpa per quello che è successo.
In colpa e in ansia.
Ansia che, Feffe, possa compiere qualche cazzata.
Quindi, che pensate, farà qualcosa per cercare di far sistemare le cose?
O lascerà che Alessia e Francesca, risolvino per conto loro?

Che mi dite, ve lo immaginavate così o diversamente il momento di follia di Feffe e Nene?
Pensavate che ci fosse amore?
Io penso che, comunque, un po' di amore ci sia stato.
Del resto non c'è solo un tipo di Amore, no?
Ci sono diverse sfumature.
Come ad esempio, l' amore verso tuo fratello o tua sorella.
L' amore per i tuoi genitori.
Amore per la tua migliore amica o il tuo migliore amico.
Io, quindi, penso che l' amore fosse presente.
Un amore fraterno, solido.
Voi che ne pensate?

Come sempre, aspetto i vostri pareri!
Spero che il capitolo via sia piaciuto!
A presto, un bacio ^^
  
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