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Autore: dreamer93    06/04/2013    1 recensioni
Il mondo delle fate è in pericolo. Una strana minaccia sta distruggendo tutto ciò che incontra. Ninfe, per cercare aiuto, giunge sulla terra. Potranno due semplici ragazzi aiutarla? La fata è capitata in una famiglia piena di problemi e con i suoi pasticci i guai sono assicurati. Ma la sua magia e la sua allegria riporteranno il sorriso anche sulla terra.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Seduta sulla ringhiera del cancello guardava di fronte a lei. Quel posto era meraviglioso; un immenso bosco circondato da piccole luci ballerine, sicuramente una magia. La luna che risplendeva nel cielo dorato, le ricordava casa sua. Già; chissà cosa stava facendo sua madre ora. Senza il loro meraviglioso albero non sapevano più dove andare.
- Come ho potuto abbandonarla?
Ad un tratto sentì dei passi dietro di lei. Con un’agile mossa si alzò in piedi, in bilico in cima al cancello. Poi con una mezza piroetta girò su se stessa per voltarsi; il  vestito ondeggiò su di lei avvolgendola per poi ricaderle di nuovo sui fianchi.
Davanti a lei due occhi sbarrati la fissavano.
- Ma cosa...
Era incredibile quanto le somigliasse; eppure aveva sempre creduto che quel popolo fosse completamente diverso da lei e dai suoi simili, o almeno così le avevano sempre raccontato.
Dalla corporatura robusta sembrava un maschio; i capelli corti le ricordavano quelli di Nuca, quanto le mancava. Tutta la sua famiglia le mancava.
Con un leggero salto atterrò davanti al ragazzo, lo fissò dritto negli occhi e poi sorridendo gli fece una dolce carezza sulla testa.
- Ma che fai?! – il ragazzo indietreggiò di colpo e la sua espressione passò dallo sbalordito al contrariato.
- Non devi avere paura
- E chi è che ha paura?! Tu piuttosto dovresti spiegarmi chi sei, e cosa ci fai qui, e che cosa vuoi da me, e...
- Ma fate sempre tutte queste domande?
- Chi?
- Voi – lo guardò con lo sguardo più innocente e confuso che lui avesse mai visto. Da come quel ragazzo parlava sembrava quasi intelligente.
- Senti non prendermi in giro, mi vuoi dire che motivo avevi per entrare nel mio giardino scavalcando il cancello – però si rese subito conto che il verbo scavalcare non era propriamente adatto. A pensarci bene quella che sembrava un’esile e fragile ragazza, si era seduta in cima alla ringhiera alta più di un metro e con un’acrobazia degna di un circo era saltata giù agile e leggera come una foglia, quasi come se potesse volare.
- Già, mi stavo appunto chiedendo a cosa servono tutti questi pali intrecciati – cancello lo aveva chiamato – se ho capito bene sono una specie di confine invalicabile.
- Eh? Non ho tempo di star dietro ai tuoi giochini, non mi incanti; sai.
- Certo che no! Non ne sono capace, non sono mai stata molto brava  a scuola. – ad ogni parola il dubbio s’insinuava sempre più dentro di lei. Possibile che fosse solo una bugia? Possibile che gli umani fossero creature intelligenti come lei? È vero, a scuola non aveva mai seguito una sola lezione di storia, ma anche una piccola sfera di luce sa che gli umani sono creature primitive peggio degli orchi da cui è meglio stare lontani. Non poteva credere che ora stesse parlando proprio con uno di loro.
- Tu sei tutta matta! Se esci immediatamente da casa mia eviterò di chiamare la polizia.
- Casa tua? Ma se non c’è nemmeno un albero qui, forse intendi laggiù – e indicò la foresta.
- Cos’è? Vuoi darmi lezioni di giardinaggio. Abbiamo una foresta di fronte a casa, ti pare che veniamo a piantare un albero anche in giardino?
- Non capisco; ma allora qual è casa tua?
- Questa ovviamente – la ragazza parve stupita, doveva essere davvero fuori di testa
- Voi vivete qui!? – era incredibile. Rispolverò velocemente le lezioni del signor Sparks: gli umani vivono in case fatte di materiale creato da loro chiamato cemento, un’altra diavoleria inventata dall’uomo che distrugge il loro pianeta; infatti, per compiere questa magia devono abbattere gli alberi e distruggere il terreno e tutto ciò che vi è sopra.
- Cos’è? Vuoi darmi anche una lezione di design.
- Tu hai ucciso degli alberi!
- Cosa? Che diavolo centra questo ?!
- Quindi è proprio vero, voi uccidete gli alberi con la vostra magia malvagia – iniziava ad avere paura. Il cemento era enorme, non poteva credere che fosse così grande. Chissà quanti alberi e fiori doveva aver distrutto quell’umano per una sola casa.
- Tu sei pazza! E stai invadendo la mia proprietà. Adesso vado a chiamare la polizia
- Perché li hai uccisi? Gli alberi non ti avevano fatto niente.
- Sei proprio fissata. Io non ho ucciso nessun albero. Come vedi la casa si trova a metri di distanza dalla foresta; credo che prima che fosse costruita la mia casa qui ci fosse solo un campo ormai troppo secco per essere coltivabile.
- Voi coltivate? – gli umani erano una sorpresa continua. Eppure il professor Sparks diceva che per cibarsi uccidevano dei poveri animali con una magia potentissima che faceva un grande boato.  Era una bugia? Perché avrebbe dovuto mentire? Però da quello che aveva potuto constatare gli umani non erano affatto stupidi.
- No, non siamo contadini. Come vedi non ci sono ne orti ne campi qua vicino – questa ragazza era sempre più strana e stava seriamente pensando di chiamare un centro psichiatrico per farla internare piuttosto che rivolgersi alla polizia.
- Non chiamare la poli...polis…ehm quello che è.
- E perché non dovrei farlo, per quel che ne so potresti essere una ladra.
- Io non so nemmeno cosa sia una ladra
- Ma davvero. Adesso mi dirai anche che sei un ispettore botanico che promuove l’ecologia.
- No: aspirante fata degli alberi. Mi presento: mi chiamo Ninfe.
- Fata?
  
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