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"Vedo
solo macchie," brontolò Udjio sfregandosi gli occhi mentre
Kehs gli teneva
il casco termico.
Erano fermi
all'imboccatura del terzo tunnel, quello che precedeva l'uscita
all'aria infuocata,
quando il noto professore ebbe la brillante idea di sbirciare nei
pertugi ovali
senza la giusta protezione.
“Ti
passera
presto, basta che non ti comporti
più come
uno stupido adolescente in gita di gruppo”, gli disse Kehs
mentre gli diede il casco,
poi proseguirono per l’uscita affiancati da Terv,
l’assistente del professore.
“Non pensavo che al naturale fosse cosi splendente, mi ha quasi accecato”, affermò Udjio mentre s infilo il casco con il visore schermato.
Kehs sorrise
.
“Uno
che
vive dentro quelle citta sigillate si dimentica sempre che i nostri
amici di
luce sono veri e pulsanti senza veli protettivi, e non sono solo
splendenti,”
affermò il suo vecchio amico di corso ma che il destino ha
diviso in percorsi
molto diversi.
Uno sempre
rinchiuso a studiare la termografia planetaria e il suo ambiente,
l’altro sempre
in giro per il mondo senza una meta ma solo alla ricerca dei suo
più segreti
misteri.
“Ci
credi
che solo due stagioni fa qui c’era un bellissimo lago,
“gli disse Udjio con un
filo di malinconia.
Erano appena
usciti dal tunnel e passeggiavano davanti a un a grande spiazzo
lastricato che sovrastava
una vasta area ghiaiosa e biancastra.
La luce era
sfolgorante e i tre uomini erano ben protetti dai visori e anche da
tute
riflettenti che mantenevano la temperatura del corpo sotto i
30°. Senza si sarebbero
già arrostiti perché la temperatura superava i
60°.
“Ormai
ci
sta mangiando il nostro mondo. Sarà sempre peggio,
“continuo amareggiato il
professore e il suo assistente inizio a regolare la piccola sonda
portatile.
“Ci
sono
venuto due volte in questa zona, ma molto tempo fa. Il lago me lo
ricordo e
anche la distesa di alberi che vedevamo all’orizzonte, da qui
non vedo più nulla:
Un incendio deve avere distrutto tutto, “osservo Kehs.
“Se
vuoi
puoi anche farti un giro, noi ne avremo per un po,”spiego Udjio
accendendo il
monitor dal mini sonda.
“Non
che ci
sia molto da guardare, ormai di questi paesaggi ne ho visti fin troppi.
Sono
venuto solo perché volevi un po’ di compagnia, di
solito io frequento posti un po’
meno tranquilli,”rispose Kehs ingrandendo le immagini del
visore fino a trovare
la fine del lago desolato. Solo rocce e terriccio polveroso.
“Non
ci
vediamo mai, ho approfittato solo perché eri in citta, so
che ripartirai presto
e non volevo rimandare ancora. Ogni volta che ci vediamo i miei capelli
sono sempre
meno e sempre più grigi.”
“Se
vuoi
domani mangiamo insieme,ma sappi che non sono molto largo con gli
inviti, per
te faro una grande eccezione," disse Kehs e Udjio
rise sommessamente.
La spia
dell’auricolare
si accese e subito dopo vibrò.
Chiamata da
Drekec – codice A
Kehs rimase perplesso, non conosceva nessuno a Drekec.
E un codice A significava grossa
urgenza.
“Nome,”
domandò con filo di preoccupazione.
“Bashina
Sellihee,”rispose la voce metallica che convergeva le
chiamate extra
distrettuali.
Kehs si
bloccò di colpo. Quel nome lo conosceva bene.
Era quello
della figlia di suo fratello.