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Autore: Amethyst16    27/10/2007    2 recensioni
"Sì... sono decisamente fuori di testa" Si ritrovava sempre a guardarlo, fosse in sala comune, un mese prima a scuola, o lì, in quella piccola e squallida camera in un hotel malandato. Lo stava guardando con la coda dell'occhio...di nuovo.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CHIEDO SCUSA PER L'INCONVENIENTE! AVEVO PUBBLICATO QUESTA FF CON IL MIO ACCOUNT.(London) NON SAPEVO CHE, SECONDO IL REGOLAMENTO, DOVESSI CREARNE UN ALTRO... ORA L'HO FATTO. CHIEDO ANCORA SCUSA, NON ACCADRA' PIU'.
QUESTA E' UNA FF CHE HO TROVATO SU UN SITO INGLESE. NON MI PRENDO ALCUN MERITO, LA FICTION E' DI DANDANA CHE MI HA GENTILMENTE CONCESSO DI TRADURLA. COME NOTERETE L'AUTRICE HA DECISO DI NON FARE ALCUN NOME NELLA FIC, E IO HO RISPETTATO LA SUA SCELTA NELLA TRADUZIONE... VI CONSIGLIO DI LEGGERLA. E ME E' PIACUTA TANTISSIMO. GRAZIE, LONDON.
POTETE TROVARLA SUL SITO DI CHECKMATED.



RED AND BLUE- ROSSO E BLU

"Sì... sono decisamente fuori di testa"
Si ritrovava sempre a guardarlo, fosse in sala comune, un mese prima a scuola, o lì, in quella piccola e squallida camera in un hotel malandato. Lo stava guardando con la coda dell'occhio...di nuovo.
Insieme al suo migliore amico, aveva affittato una camera per la notte nel sud del Galles, dove avrebbero cercato degli indizi di qualunque cosa  Voldemort avesse usato per custodire una parte della sua anima. Era metà ottobre e avevano lasciato la Tana circa quattro settimane prima.
Lei era seduta su uno dei due piccoli letti e lo guardava mentre cercava di far apparire un letto da campeggio. Dopodichè si distese per riposare. Non avevano avuto molte opportunità per dormire in un vero letto finchè non avevano lasciato la Tana, quindi era stato un sollievo sapere dal loro migliore amico che avrebbero potuto restare in un hotel quella notte.
Il loro migliore amico aveva lasciato la camera alla ricerca di un giornale del mondo magico, o qualche altro modo per essere aggiornato su ciò che stava accadendo a casa. Dopotutto, per circa un mese non erano rimasti in contatto con nessuno.
Alla fine fece apparire il letto da campeggio e si stese. Stiracchiò braccia e gambe, e sbadigliò sonoramente, stancamente, ma non chiuse gli occhi. Cominciò a fissare in silenzio il quadro appeso alla parete. I suoi capelli, lontani dall'essere ordinati, coprivano parte dei suoi occhi.
Continuò a guardarlo in silenzio. Era cresciuto molto,  il ragazzo scarno che aveva conosciuto sull'espresso di Hogwarts quasi dieci anni prima. Non sapeva precisamente spiegarlo-e questo non era normale visto che era la strega più brillante della sua età- ma era diverso. Stava cominciando a capire che c'era qualcosa di più... non era solo più grande e alto, ma più responsabile, più maturo... un uomo.
"Lo sto facendo ancora... Lo sto fissando di nuovo. Sto pensando..."
- A cosa stai pensando?" chiese lui all'improvviso mentre fissava il muro.
-Io... a niente di particolare-
"E comunque non vorresti mai saperlo..."
-E tu?-
-Io... niente. Voglio dire, ad un sacco di cose... allo stesso tempo- si fermò e si voltò a guardarla.
Lei esaminò a fondo i suoi occhi, sperando che lui capisse tutto quello che avrebbe voluto dirgli. Ma perse la concentrzione quando vide com'era determinato e intenso il suo sguardo.
-Perchè?- chiese lui.
"Cosa?"
-Perchè... di cosa stai parlando?-
Lui non rispose. Invece si alzò, sendendosi accanto a lei. Il suo ginocchio destro sfiorava la sua gamba. Non riusciva a respirare, e adesso era lei a voltarsi silenziosamente verso il muro.
-Perchè mi fai questo?-
Quando lei restò in silenzio, lui sospirò: -Forse sbaglio...forse non so cosa sto dicendo, forse sono stanco...torno a letto" si fermò e si voltò per guardarla.
-Buonanotte- restava in piedi, ma lei lo raggiunse afferrando la sua mano, ancora con il viso rivolto vero il muro.
-Non andare...-sussurò -Non ancora...Resta qui.-
Lui si sedette di nuovo. Il suo sguardo restava verso il muro, ma non lasciava andare la sua mano. Erano seduti lì, la mano di lei intrecciata in quella di lui, sebbene i loro sguardi non s'incontrassero.
Passarono parecchi minuti, e lei cominciò a sentire un nodo in gola. Non poteva farlo ancora a lungo. Non poteva più nasconderlo a sè stessa. Lui la stava facendo impazzire. Invadeva i suoi sogni di notte, e di giorno, lei poteva solo guardarlo furtivamente, mentre cercava di non tradirsi. Ma lui era così vicino... tutto quello che doveva fare era allungare la sua mano, e avrebbe potuto toccare i suoi capelli, i suoi bellissimi capelli, le sue labbra, le sue mani... Soffocò appena un singhiozzo.
Lui si voltò verso di lei, preoccupato. -Cosa c'è? Che succede? Stai bene?-
"No, non sto per niente bene. Sono innamorata di te, e non possiamo stare insieme...non ancora, comunque."
-No... non sto bene."sussurrò lei, guardandolo finalmente con i suoi occhi pieni di lacrime.
-Oh, no...non piangere. Andrà tutto bene...- si voltò e la strinse tra le braccia. -Staremo bene-
In quel momento il suo volto toccò la sua spalla, e sentì l'odore familiare che aveva riconosciuto come Amortentia ad Hogwarts, ed era così...così... lui. Piangeva silenziosamente. Era stanca, spaventata, aveva paura di morire, di quello che sarebbe loro successo. All'improvviso, tutto le sembrava chiaro: aveva bisogno di lui. Adesso. Aveva bisogno del suo conforto, del suo sorriso, delle sue labbra... sentiva di aver bisogno di fare qualcosa, qualunque cosa...adesso.
Lui la stava ancora stringendo e accarezzava i suoi capelli proprio come aveva fatto al funerale di Silente, cullandola.
-Io...-cercò di dire qualcosa, ma non ci riuscì. Perciò lo guardò, e allungò la mano, carezzando dolcemente la sua guancia. Lui le regalò uno sguardo perplesso, ma speranzoso. Lei sorrise e sfiorò con le dita le sue labbra.
"Oh...finalmente...ho provato a farlo per così tanto tempo..."
Lui chiuse gli occhi, e trattenne il respiro, per non fare qualcosa di sbagliato.
-No... apri gli occhi. Voglio guardarli. Ti prego...guardami...-disse lei dolcemente, sfiorando ancora le sue labbra. Quando lo fece, vide tantissimi sentimenti in quegli occhi che il suo cuore desiderava ardentemente. Così inclinò semplicemente la testa e lo baciò. Lui ricambiò il bacio dolcemente, lentamente, come se avesse paura che lei potesse spezzarsi in qualunque momento. Lei gemette contro le sue labbra e lui lo prese come un segnale per andare oltre. Sfiorò le sue labbra con la lingua e lei approfondì con passione il bacio.
Lo baciò come se la sua vita dipendesse da quello. La voce irritante e razionale nella sua testa si spense, e il suo intero corpo era mosso dall'istinto, un delizioso istinto di prendersi cura di lui, di amarlo, di toccarlo, sentire il suo sapore e carezzarlo. Aveva gli occhi chiusi, ma poteva immaginare i suoi: luminosi e intensi mentre lei intrecciava le dita nei suoi bellissimi capelli color fuoco, nello stesso modo in cui l'aveva sognato. Era completamente persa, persa e finalmente sicura in un vortice di rosso e blu.


  
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