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Autore: Clawdia    07/04/2013    4 recensioni
Cosa sarebbe successo se Santana avesse fatto coming out al secondo anno di High School? Cosa sarebbe cambiato se lei e Brittany fossero state solo migliori amiche per tutto il tempo passato a scuola? Cosa succederebbe se l'unica vera paura di Santana fosse l'Amore? Questa è la storia di Santana e Brittany 7 anni dopo essersi diplomate e di tutto quello che è successo nel mezzo e che succederà in seguito. L'amore può lasciare su una persona cicatrici profonde, e questo Santana Lopez lo sa bene!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Insegnami a...'
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«Cioè tu hai passato la notte tra locali, completamente sbronzo, girando per le strade di New York come un vagabondo senza meta?» 
Quinn sbattè gli occhi ancora confusa. Non riusciva proprio a capire come potesse esser vera la storia che le avevo realizzate e anche se un Kurt ancora reduce dagli effetti della notte precedente tentava di spiegarglielo da una decina di minuti pareva non volerlo accettare.
«Kurt Hummel ubriaco. Solo. Per le strade. No, questo non sei tu. Non scherziamo!»
«Nemmeno Quinn Fabray dodici anni fa si sarebbe immaginata madre di una splendida bambina, casalinga, single e sicuramente non in carriera.»
«Ehy Porcellana, vacci piano!» lo ammonì io notando che stava toccando un tasto dolente.
Si, io, Kurt e Quinn eravamo decisamente i migliori a rimarcare i difetti altrui e sapevamo esser molto pungenti e allo stesso tempo esilaranti quando volevamo. Aggiungete dell'alcool non ancora smaltito e un tentativo di difesa più disperato e...eccovi servito il Kurt di ora!
«Scusa Q. è che...non me la sto passando troppo bene ultimamente e mi manca solo che una delle mie amiche mi faccia la paternale.»«Ma io non...»
Bastò un semplice sguardo per zittire la bionda, un semplice e affilato sguardo.
«Perché non ti sei fatto sentire?»
«Mi sentivo un po' messo da parte, aspettavo che voi lo faceste per me e...non ho pensato che tu fossi così totalmente immersa nell'amore per Brittany, Matt si stesse infilando in un matrimonio simile a una bomba ad orologeria e tu Quin ti sentissi ancora così responsabile per quello che è successo da non uscire nemmeno una sera.»
Vidi il volto della mia stronza bionda preferita trasformarsi velocemente. Era rilassata, certo confusa e sorpresa ma distesa e tranquilla e poi...tutto cambiò. Parve intimare a Kurt in silenzio e quando questo non riuscì a fermarsi abbassò la testa impercettibilmente.
«Cosa?» chiesi inarcando le sopracciglia.
«Come cosa? Matt si sta per sposare con una malata terminale, tu non fai altro che divertirt...»«No! Vai alla parte della Fabray!»
Il mio tono si fece cattivo, adirato.
«Oh tu non hai...» chiese confuso lasciando la frase per aria e incontrando lo scuotersi desolato della testa della mia amica. Io sbattei le palpebre tornando un po' indietro.
Eravamo tutti seduti sopra il mio letto ma, in quel momento sentì tanta distanza frapporsi tra me e Quinn. Forse troppa.
«Perché non mi hai mai detto nulla?»
«San io non...»«Ma è vero? Questo è il motivo per cui ancora hai lasciato casa mia?»
Ci specchiamo rispettivamente negli occhi dell'altra. Il silenzio e Kurt quasi dispiaciuto che ci fissava facevano solo da contorno mentre nella mia mente ronzavano mille pensieri.
«Si.» si limitò a dire Quinn non riuscendo più a sostenere il mio sguardo.
«MA CHE CAZZO HAI IN TESTA? SEGATURA?» gridai, come non facevo da tanto tempo.
La mia mano si mosse veloce, ancora più veloce di qualsiasi altra parola e delineò i suoi contorni sulla guanci di Quinn, quella superficie rosata che presto avrebbe cambiato colore.
Lo schiaffo che gli diedi la lasciò confusa per un attimo, ma il successivo abbraccio in cui la strinsi la fece totalmente uscire di testa.
«Pensi davvero che sia colpa tua? Ma come diavolo puoi anche solo ipotizzarlo?»
«Io...son stata io a spingerti nuovamente verso Brittany. Mia è stata l'idea di tentare di avvicinarvi quando sapevo bene cosa tutto era successo e poi...io ti ho dato quei farmaci per...» si interruppe ormai vicina alle lacrime e sapendo quanto la bionda odiasse mostrarsi così fragile davanti a noi continuai io «...dormire Quinn. Mi hai dato quei farmaci per aiutarmi a dormire, per tranquillizarmi quando Brittany era il mio unico pensiero. Non potevi pensare che sarei uscita di testa, avrei assunto per qualche ora il guscio da pazzoide e avrei fatto quello che ho fatto. Non puoi ritenerti responsabile, no! Poi...se devo dirla tutta, è merito tuo se io e Brittany siamo insieme ora. Certo, non hai l'esclusiva ma...mi hai aiutata.»
Fu Quinn a tirarmi in un abbraccio in quel momento. Un tenero e caldo abbraccio che forse aveva cercato per mesi. Non ci eravamo mai dette la verità. Lei non mi aveva mai spiegato per quale motivo si era trasferita da me se non che era stato Matt a consigliarglielo. Ora invece, credevo che il mio migliore amico non centrasse proprio nulla.
«Oh che momento!» Kurt si fiondò su di noi circondandoci ma subito fu rispedito indietro. Ci asciugammo a tempo di record i nostri occhi umidi e come ai bei vecchi tempi, rispondemmo all'unisolo. «KURT FUORI! Finché non confessi...non hai il diritto di abbracciarci così!»
«Siete proprio due stronze!»
Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere, allentando finalmente la tensione. Certo, ancora dovevo digerire la cosa ma...finalmente tutto stava prendendo senso.
«Grazie.»
«Perrò avete ragione, è il caso che vi spieghi un po' di cose no?»
«Vai little gay!» detta da me quella frase faceva tanto ridere. L'asino che da del cornuto al bue. Ehi, ma perché continuo a usare questo detto? 
 
Nei minuti che seguirono. Ma che dico, nelle ore che seguirono Kurt vuotò totalmente il sacco in una di quelle chiacchierate che ci mancavano da mesi. Era stato prima mollato da uno dei suoi ragazzi, poi lui a sua volta ne aveva scaricati altri due prima di rendersi conto di una cosa che aveva tentato di nascondere a lungo. Blaine gli mancava, tanto, troppo. Nessuno era come lui, e ricercare le sue qualità, i suoi pregi e i suoi difetti nei ragazzi con cui usciva era dannatamente sbagliato e immorale. Lui voleva solamente Blaine ed era stato davvero difficile ammetterlo, quasi quanto per me con Brittany. Si erano amati per anni e poi, per una stupida cazzata si erano divisi. Fin quando Rachel era stata al suo fianco però non c'era stato alcun problema, ma ora che si era ritrovata a preparare il suo prossimo spettacolo per Broadway, lontana da Finn e dai suoi problemi ma così anche da Kurt, il mio tenero gay friend preferito si era ritrovato solo. Rachel mancava dal loro appartamento da due settimane, non sarebbe rientrata prima de altre due e questo lo aveva fatto cadere nuovamente nelle sue pene d'amore. Il resto poi, era storia. Un lavoro che andava ma non come sperava, l'opportunità della vita che continuava a tardare e quella notte alcolica che sarebbe potuta finire molto male.
Ora, non so nemmeno da dove venne fuori la mia voce, non so perché discollegai il cervello a tal punto ma il piccolo Hummel mi ricordò così tanto la mia situazione che senza accorgermene mi ritrovai a far restar tutti di sasso.
«Perché non ti trasferisci qua per due settimane?»
Notando che nessuno parlava e si limitavano semplicemente a fissarmi dovetti continuare.
«Dato che io e Quinn ci siamo chiarite e che...penso tu possa tornare a casa ora. Kurt potrebbe restare con me, tenermi compagnia per due settimane e poi tornare dalla Berry.»
Quinn mi si lanciò contro portando le sue labbra sulla mia fronte e non per un bacio d'affetto. 
«Santana ti senti male? Hai la febbre?»
«Stronza! No, sto solo tentando di liberarmi della tua marmocchietta e di far un favore a lady Hummel, è così strano?» Quinn annuì ma la lasciai perdere girandomi invece verso Kurt.
«Allora?»
Lui sorrise, incredulo e battè le mani.
«Dammi il tempo di recuperare le mie cose e sono da te.»
«Logicamente non dormiremo insieme e...tu non porterai nessuno a casa!»
Ridemmo tutti e tre. Speravo che avrebbe rispettato quelle regole dato che io ero seria.
«E anche tu rispetterai questa cosa?»
«Io?» mi puntai il dito contro il viso «Io son la padrona di questo posto, e non ti prometto nulla. Su, corri a cambiarti che ti accompagno a casa.»
Kurt non se lo fece ripetere due volte, mi strinse in un abbraccio fugace e si lanciò direttamente in bagno per avviare uno di quei suoi tanti trattamenti di bellezza per la pelle. Ci avrebbe impiegato minimo mezz'ora per prepararsi.
«Hai fatto una bella cosa.» sussurrò Quinn senza fissarmi apertamente.
«Ma sei pronta ad avermi fuori di casa? Sei sicura di voler rinunciare a tutto questo?» disse sottolineando il suo corpo e ridacchiando. «IDIOTA!» 
«Mi consumi troppa corrente e tua figlia fa troppo casino. Vi voglio solo mettere alla porta!»
Si, come se fosse realmente così. Quinn si alzò per andare a finir di fare quello che aveva iniziato prima, ma sapevo che presto avrebbe cominciato anche a far i bagagli.
«Però, potrai tornare a trovarmi quando vorrai.»
«Sappi che lo farò. Ora che Matt si sposa, qualcuno dovrai pur avere.» 
«Ooooh.» mugugnai io lasciandomi cadere sul letto. «Non ricordarmi quello sciagurato!»
 
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«Sia chiaro Kurt, ti porto con me solamente perchè non mi fido a lasciarti da solo e perchè non voglio ritrovarmi altre decine di tuoi prodotti comparire sui miei scaffali.»
«Certo tranquilla, sarò invisibile. Poi tra due giorni dovrò tornare anche io in teatro quindi non pensare che ti starò addosso.»
«Bene, perché il pensiero di te addosso a me mi fa rivoltare lo stomaco!»
Si, quella gomitata al fianco me la meritai tutta.
«STRONZA!»
 
Si, portare Kurt a lavoro non era stata forse la mia idea migliore ma...avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a resistere a Mel, o quanto meno a prenderla per il culo.
Quello sarebbe stato uno degli ultimi giorni in cui l'avrei vista ed ero veramente di buon umore. Perché mi avesse invitata a vederla incidere la canzone era ancora un mistero.
Mistero che risolvemmo una volta entrati all'indirizzo che mi aveva recapitato.
Eravamo davanti a una sala immensa, con un grande palco e tutti gli strumenti per un live in piena regola belli collegati. Una ventina di sedie stavano avanti già occupate da alcune persone che Timothy mi aveva detto essere molto di spicco. 
«Cosa diavolo...» non riuscì nemmeno a terminare la frase che quell'odiosetta di Mel sbucò dal nulla arrivandoci alle spalle.
«SANTANA! Sei venuta.»
Kurt scoppiò a ridere e dovetti colpirgli la caviglia per farlo smettere. Gli avevo parlato di quanto mocciosa fosse ma forse non si era immaginato a quel punto. Era vestita in un modo...orribile, che nemmeno io da ubriaca e un trucco esagerato le ricopriva quel visino presuntuoso.
«Come mi avevi chiesto no? Per il contratto no?»
«Si, il contratto. Vieni! Ti ho tenuto un posto avanti!»
«Ho portato anche un amico. Sai, dato che io non ho lavorativamente nulla da fare qua, ho pensato non potesse essere un problema.»
Ok, l'occhiata che gli rivolse un po' mi impaurì. Quella ragazza era terribilmente ambigua.
«Nessun problema. Vieni.»
Perché non usasse il plurale era un altro mistero. Ci accompagnò sino alla prima fila e ci lasciò dicendo che si sarebbe esibita con il singolo da me preparato davanti a una ventina di produttori famosi. Il motivo era sconosciuto.
Cioè, non era normale. Avrebbe semplicemente dovuto inciderla e basta, perché fare quel macello? Perché organizzare quella pagliacciata?
Quando la vedemmo sparire dietro le quinte sentì Kurt sussurrarmi all'orecchio.
«Qualcosa mi dice che quella là ci sta provando con te.»
«COSA...» vidi tutti girarsi verso di me, così abbassai la voce «...cosa cavolo dici?»
«Andiamo. Non mi ha squadrato nemmeno per un momento, era totalmente incantata. Da te. E parliamoci chiaro, hai mai sentito di un cantante che organizza una cosa simile? E soprattutto che invita il suo compositore?»
«Io non...oh andiamo, non è lesbica.»
«Come fai a saperlo?»«Sono un esperta in questo campo ti ricordo!»
Lo vidi sghignazzare e poi farsi ancora più vicino.
«Forse Brittany ha reso inutilizzabile il tuo gay radar allora...AHI!»
Un altro calcio come quello alla caviglia e avrebbe avuto un livido per giorni. No, Mel non era lesbica, lei semplicemente si sentiva superiore a tutto e tutti e voleva dimostrare la sua grandezza. Certo che, anche Brittany aveva sollevato qualche dubbio ma solamente perché nel mio passato ero stata io ad assecondare chiunque, soffiando sul fuoco e quindi riuscendo sempre a far convertire etero ferventi in curiose donne per una notte.
«Dico solo per dire...» aggiunse poi scusandosi divertito e tornando perfettamente al suo posto. Tempo dieci minuti e qualsiasi produttore di un certo nome stava seduto su quella sedia. Chissà che diavolo aveva promesso quell'idiota a quegli uomini e poiché una sua canzone era sempre un successo assicurato non dubitavo che erano accorsi come cani richiamati dall'odore di carne fresca.
Quando salì sul palco quasi mi spaventai, stava seriamente guardando me? Oh no. Kurt non poteva aver ragione. Non era giusto, non avevo flirtato manco un po', anzi se possibile l'avrei incenerita.
«Bene, ci siamo tutti vedo. Vi ho chiamato qua perché sto per lanciare il mio nuovo singolo e ho deciso di presentare a tutti voi una grande, grandissima compositrice che lo ha scritto per me.»
NO, NO NO NO. Proprio no!
Cazzo! Vidi con la coda dell'occhio Kurt ridere veramente di gusto. No, aveva vent'anni. Era una mocciosetta, era odiosa, non l'avevo degnata nemmeno di uno sguardo. MA COME CAVOLO FACEVO? 
«Quella ragazza là!» disse indicandomi mentre io tentavo di nascondermi con le mani. «Si fa chiamare Snix ed è una delle più competenti compositrici con cui io abbia mai potuto lavorare.»
Ma quella parlava sul serio? Ma davvero? Ma quale competenza! Sarei voluta sparire e Kurt che sghignazzava al mio fianco non era affatto d'aiuto.
«Sarà grazie a lei che questa canzone diventerà un successo e son qua anche perché ho deciso di cambiare casa discografica e produttore per rilanciare la nuova Mel! Per cui ora mi esibirò davanti a voi con il mio singolo in anteprima assoluta.»
«Ok esser famose e odiose, ma la tua amica è proprio pazza!» rise Kurt sul mio orecchio.
«Non. è. mia. amica.» scandì bene io ormai in preda al panico. Dio mio no!
Tutto ma non questo. Certo, ora quei produttori si sarebbero potuto rivolgere a me per i loro cantanti, tante case discografiche mi avrebbero cercata ma non così. Non volevo far carriera in questo modo e quando Mel cominciò a cantare non so cosa mi trattenne dal prendere i piedi ed andarmene. Ma cosa stava facendo? Si, aveva una bella voce ma...non aveva nemmeno lontanamente inquadrato il significato di quella canzone e l'arrangiamento era totalmente diverso da quello che le avevo suggerito, come da lei richiesto.
Era...una canzone orrenda. Dubito avrebbe mai avuto un minimo di successo se non fosse stata lei a cantarla e il fatto che il testo fosse stato rovinato in quel modo mi stava dando sui nervi. Anche Kurt si accorse di quanto spreco c'era stato e mi rivolse un occhiata confusa mentre commentavamo mentalmente lo scempio alla quale stavamo assistendo.
Ma davvero questa qua dominava le classifiche?
Tempo di finire la canzone e tutti scoppiarono in un applauso, non convintissimo, ma nemmeno troppo blando. Stavano solamente fingendo per prenderla con se. Che schifo.
«Grazie, grazie. Vorrei dedicare questa canzone a colei che l'ha scritta per me e...vorrei anche invitarla sul palco a cantarla per voi!»
Cosa? COSA? CHE CAZZO! Kurt si voltò verso di me totalmente sopreso ma io a bocca spalancata ero almeno dieci volte più sconvolta di lui.
«Dovete sapere che questo arrangiamento è una MIA idea, alcune parole del testo son state adattate da ME e che per questo credo sia mio dovere darle merito cantando invece la SUA versione.»
Ok. Ora non stavo più capendo!
Mi alzai ancor prima che lei potesse scendere dal palco e prendendola per un attimo in disparte mi scatenai come mai avevo fatto.
«Che cazzo stai facendo?»
«Oh non ti scaldare Santana. Ti sto solo aiutando.»
«Aiutando? Ma che cazzo dici?»
Lei mi squadrò dall'alto in basso, il suo sguardo quasi maligno come mai l'avevo visto.
«Pensi che non mi sia accorta di come mi guardavi? Tu mi odi e io odio te. Sono famosa, son bella e fascinosa ma non mi hai nemmeno calcolato e se non fosse stato per Tim probabilmente avresti persino rotto un contratto da capogiro come il mio.»
«E quindi? Cazzo è lavoro!»
«No. Nessuno mi ha trattato così!»
Ma che stava dicendo? Se avevo tentato di far la buona per tutto il tempo.
«Così ho pensato di ritirarmi io dall'affare ma poi...il tuo testo era veramente valido e ho pensato a qualcos'altro. Perché non umiliarti in pubblico e dimostrarti quanto il tuo lavoro sia inferiore al mio? Ho scartato il tuo pessimo arrangiamento e ho modellato il tuo testo.
Sono Mel e tu non sei nessuno, dovresti pensarci prima di far la preziosa con me.»
«Preziosa? Ho solo tentato di sopportarti nel modo migliore possibile. Non mi son mai comportata male nei tuoi confronti.»
«Lo so. Lo so bene. Ma non mi stimavi e non mi amavi e questo mi ha dato sui nervi.»
Ok. Era ufficiale. Quella ragazza era pazza e montata a tal punto da farmi venir voglia di mollarle uno schiaffo. Non mi sarei mai potuta tirare indietro, non ora. Ci avrei fatto una pessima figura e chiamando tutti quei produttori voleva solamente mettermi in ridicolo.
Era proprio una calcolatrice, forse l'avevo sottovalutata, ma per lo meno non si era innamorata di me e questo era un gran passo.
«E va bene...datemi quel fottuto microfono!»
Salì sul palco. Parlai con i musicisti per qualche minuto illustrando velocemente cosa avrebbero dovuto fare e dando loro la base che invece io avevo studiato. Si, non sarebbe stato un successone ma non mi sarei mai fatta umiliare da lei.
Kurt mi guardava eccitato, batteva le mani e leggendo il suo labbiale compresi quello che stava tentando di dirmi.
«Vai e rompile il culo. Tu sei la Sola e Unica Santana Lopez.»
Già, se lo avesse urlato avrebbe avuto più effetto ma ero terrorizzata. Sentivo i suoi occhi e vedevo il sorrisetto di Mel sul mio viso. Odiosa. Odio. L'avrei presa e strozzata sul posto.
Stavo per scendere e mollare tutto, rifiutandomi categoricamente quando ecco che partì la base e i musicisti riuscirono ad entrare bene nel ritmo. Lasciai passare qualche secondo poi tentai di svuotare la mente, concentrarmi sul vero significato di quel testo e dimostrare a Mel che non solo perché era famosa poteva umiliarmi.
Brittany. Il pensiero mi fulminò. Il suo sguardo, i suoi occhi, la sua bocca, il suo corpo. L sua risata, le sue parole dolci, il suo sorriso. Tutto comparve sbattendo fuori il resto. E allora cominciai a cantare e lasciai che la musica mi travolgesse, che le parole si diffondessero dentro di me e poi al di fuori. Ogni emozione, ogni sensazione venne rivelata e quando alla fine, con le ultime note, finì di cantare rivolgendomi verso Kurt lo vidi alzarsi in piedi, quasi saltare e cominciare a battere le mani forte e urlare, qualcosa che non capivo. Tutti lo seguirono. Prima uno, poi due, tre e così via. Un applauso scrosciante, come uno di quelli che non sentivo da anni. Ed era così bello stare là sopra, così appagante. Mi sentì realizzata e finalmente dove dovevo stare. Inoltre, guardare Mel che sconvolta fissava quella massa urlante di produttori entusiasti fu qualcosa che mi ripagò di tutto.
Io sorrisi e mi limitai a sussurrare al microfono una semplice parola.
«Grazie.»                 
 
Angolo dell'Autrice
Si, lo so ancora pochissima Brittana ma...avevo davvero bisogno di questi Capitoli e giuro che con il prossimo mi farò perdonare, anche se non del tutto :) Si, son cattivella ma la storia ormai è avviata e c'è bisogno di vedere come tutto si evolve. Posso dirvi che non il prossimo, ma il prossimo ancora sarà un capitolo dedicato tutto a Brittany e che ho in mente delle cose molto carine. Be, che dire, come sempre grazie a tutti e fatemi sapere come vi è sembrato :)                                  
  
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