Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Eliessa    07/04/2013    1 recensioni
Marco e Alice.
Due persone, due vite totalmente diverse.
Il criminale e la vittima. Il forte e il debole. Il lupo e l'agnello.
Chi sono loro? Cos'è che li allontana? Cos'è che li unisce?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Palermo, 1997. 




Giornale di Sicilia. Prima pagina:
Trovato morto questa notte l’imprenditore Farderi.



 
Il signor Pierluigi Saluri stava leggendo, come il suo solito, il giornale a tavola mentre era intento a fare colazione con il suo caffè.
Pierluigi era un uomo sulla cinquantina, altro, fisico palestrato, capelli brizzolati, occhi neri, più neri del carbone e vestiva sempre elegante.
Accanto a lui sedeva un ragazzino di 17 anni, intento a fare colazione insieme al padre.
Marco era un ragazzo, un adolescente, forse un uomo per volere del padre; Marco era tutto, ma non un criminale. Non voleva essere un mafioso, nonostante tra i mafiosi ci fosse cresciuto e una parte del suo sangue apparteneva a quella razza.
Marco era alto, magro, ben piazzato, capelli castani ed occhi azzurri come il mare cristallino.
Era domenica mattina, e Marco dopo aver fatto colazione decise di uscire per andare in giro con Federico, il suo amico di sempre, quello con cui, purtroppo sempre per volere del padre, è dovuto crescere.
Appena uscito il figlio, Perluigi prese il suo telefono, girò fra i vari contatti che aveva in rubrica fino ad arrivare alla L. La L di Lallo.
-Lallo, sono Pieluigi. Ci vediamo a pranzo per parlare di ciò che sai bene.- dopodichè senza neanche attendere una risposta chiuse la chiamata e ripose il telefonino nella tasca interna della sua giacca.
Finito di assaporare il suo caffé, si alzò per dirigersi nel suo studio al piano superiore della villa in cui abitava.
Intanto quella domenica mattina, in un parco della città di Palermo, una bambina insieme alle sue amichette giocava alle principesse.
Tra le bambine vi erano anche due maschietti, che non sopportavano i giochi esclusivamente femminili, così uno dei due prese le due Barbie che la piccola Alice teneva tra le mani e le scaraventò via, fino ad arrivare ai piedi di Marco. Lui, molto gentilmente le prese e andò a restituirle alla piccola che nel frattempo si era messa a piangere.
-Ehi, queste sono le tue, vero.- chiese Marco. –Tieni.- la bambina senza dire niente prese le sue bambole e Marco tornò dal suo amico, ma la piccola gli corse dietro.
-Scusa, sono stata maleducata e le principesse sono educate. Dovevo dirti grazie prima.-
-Tranquilla.- rispose lui accarezzandole il viso.La madre della piccola Alice si avvicinò alla bambina.
-Scusami, ti ha dato fastidio?-
-No signora, non si preoccupi.-
-Come ti chiami?- chiese Alice.
-Alice dai andiamo, non disturbiamo oltre il ragazzo.- Marco invece si abbassò all’altezza della bambina e le rispose.
-Mi chiamo Marco e tu bella bimba?-
-Alice.- Luca le prese la mano come da cavaliere per farle il baciamano.
-Principessa Alice.-
-Principe Marco.- rispose lei. –Vuoi giocare con me?- Luca le rispose con un sorriso.
-Devo andare via, ma questo pomeriggio mi trovi qui, se tua madre vuole.-
-Mamma, è vero che veniamo, è vero, ti prego, ti prego.- insisté a bambina.
-Vediamo.- rispose la madre.
-Allora ci vediamo dopo.- rispose la piccola. Marco le annuì, e vide Alice e sua madre allontanarsi mentre lui continuava ancora a salutarla con la mano. Pochi secondi dopo Marco fu raggiunto da Federico.
-Ora mi giochi anche con queste bambine?!-
-Federico, quante volte ti ho detto che non devi rompere il cazzo?-
-Hai ragione scusa. Scommetto che pensavi che quella bambina tra qualche anno potrebbe essere sottoposta al nostro rito e far parte del gruppo.- Rispose Federico finendo la frase con una risata. -Comunque non puoi abbassati ai livelli della gente comune.-
-E perché? Perché non hanno il nostro cognome? Sai cosa c’è? Io parto, non voglio più avere nulla a che fare con persone come le nostre famiglie.-
E quelle furono le ultime parole pronunciate da Marco nella città di Palermo perché Federico, il suo fedele amico aveva fatto la spia con il padre.
Lui e Pierluigi non potevano accettare che Marco non fosse un mafioso, così la sera stessa padre e figlio partirono per l’Argentina chiudendo tutti i contatti con l’Italia e Marco pian piano aveva accettato l’idea di essere un Saluri.
Un mafioso della cosca Saluri.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Eliessa