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Autore: byakko    28/10/2007    6 recensioni
Perchè Malfoy era il suo problema. Perchè Malfoy era ciò che lo faceva sanguinare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa storiella è pronta già da un po’, sritta in biblioteca, luogo dove in realtà avrei dovuto studiare per l’esame di anatomia comparata (che poi sono comunque riuscita miracolosamente a passare ^^)

Non credo sia venuta particolarmente bene, a tratti la trovo anche un po’ banale, ma ho voluto scriverla lo stesso, mi sarei pentita se non lo avessi fatto.

Ad ogni modo spero che piaccia ^^

 

 

 

SEMPLICEMENTE…

 

 

 

 

Niente era semplice nella vita, lo sapeva fin troppo bene. Ma quando ti accorgi che qualcosa non va ormai è troppo tardi perché sei già stato incastrato in questo maledetto destino.

Il giorno in cui Harry si accorse dei propri sentimenti fu anche il giorno in cui la parola semplice assunse per lui un nuovo significato, qualcosa a che fare con difficile o complicato.

“Dannazione a me”

Harry sbattè forte il pugno contro il muro. La colpa in fondo era semplicemente sua e della ragione che lo aveva abbandonato. Ai sentimenti non si può disubbidire, per quanto stupido possa essere loro ordinano e tu esegui.

“Stupido! Stupido! Estremamente stupido!”

Altri colpi contro la pietra, la mano iniziava a fargli male.

Osservò il danno ormai sanguinante. Lo osservò quasi inespressivo per quanto dolore causasse. Il sangue stava gocciolando a terra sporcando il pavimento. Diede le spalle al muro rossastro per poi tornare verso la biblioteca, una scia vermiglia a segnare i suoi passi.

In realtà erano giorni che sanguinava, visibile o invisibile che fosse. Perché amore significa semplicemente sanguinare ed è solo sbattendoci contro che ce ne accorgiamo.

“Potter, perdi liquidi. Mi sento male solo a guardarti”

Perché Malfoy era il suo problema.

Restò in silenzio ad osservarlo giusto il tempo che gli era concesso, non sapeva esattamente quanto ma di certo troppo poco per quanto gli riguardasse.

Perché Malfoy era ciò che lo faceva sanguinare.

Ora il biondo lo guardava confuso mantenendo un’aria disgustata. Abbassò lo sguardo verso la propria mano sinistra, quasi non riusciva più a muoverla ed il dolore si era intensificato. Si chinò a prendere con la mano sana la propria borsa che aveva dimenticato prima e se la mise in spalla. Si era formata una piccola pozza rossa ai suoi piedi.

“Stavo giusto andando in infermeria. Sono felice che tu lo abbia notato Malfoy, è stato carino da parte tua”

Draco rimase immobile a guardare la schiena di Harry allontanarsi lungo il corridoio deserto. Quasi non si sorprendeva più di quelle uscite a cui non era abituato. Era già da qualche giorno che il moro si comportava in modo strano, soprattutto con lui. Niente insulti o litigi, solo una certa calma che non riusciva a capire. La situazione tra di loro si era appianata da tempo, gradualmente cambiata ma mai completamente risolta. Quello che stava facendo il grifondoro era un taglio netto, come cancellare tutto e ricominciare da zero. Ovviamente questo non era possibile.

“Ehi Potter! L’infermeria è dall’altra parte”

Harry si limitò a salutarlo con la mano destra continuando per la sua strada. Draco scosse la testa ed entrò nella biblioteca in cerca di un libro per Trasfigurazione.

 

 

 “Potter è impazzito”

Draco non sapeva come ma ultimamente i discorsi a cena vertevano sempre su Potter. Evidentemente non era il solo ad aver notato un cambiamento. Il fatto comico della situazione era che questo mutamento veniva seguito con molto interesse dai suoi amici. Ogni stranezza veniva riportata e commentata, qualche occhiatina sfuggente al tavolo rosso-oro in cerca del diretto interessato e poi di nuovo a confabulare senza mai arrivare ad una conclusione soddisfacente. Era veramente divertente, alcune espressioni rimanevano indimenticabili. Draco solitamente si asteneva da quei comizi, rimaneva più che altro ad ascoltare.

“Che diamine ha fatto questa volta?”

Pansy era sempre la più esagitata, era il suo animo di donna impicciona a comandarglielo e lei eseguiva senza fare troppe storie. Ora guardava Blaise intensamente, aspettando che continuasse.

“E’ tutto il giorno che se ne va in giro con una mano sanguinante, manca poco e ci rimarrà secco se non si va a medicare”

“Vorrà dire che è la volta buona che ce ne liberiamo”

La cosa bella dei suoi amici era che trovavano sempre il lato migliore delle cose. Gli piaceva tutta quella positivià. Era stato il loro progetto personale dopo la fine della guerra l’anno precedente. Per quanto indenni ne fossero usciti non tutto era sempre facile. Fortunatamente Potter aveva fatto un bel lavoro, pulito e rapido, per cui nel loro uscirono poche aggravanti a loro danno.Se l’erano scampata con poco e nessuno infierì più del dovuto. Il chiacciericcio intorno a Draco si era man mano intensificato e tutti stavano già predicendo una morte prematura per il povero grifone.

“Tu Draco che ne pensi?”

“Come?”

“Sì, cosa ne dici di un mondo senza Potter”

Draco guardò Pansy per un attimo e dovette riflettere prima di rispondere. Si limitò ad un “noioso” prima di alzarsi ed uscire dalla sala. Aveva passato gli ultimi sei anni della sua vita a dare il tormento a quel ragazzo, ad odiarlo come meglio poteva. Quando ci sarà veramente quella situazione allora più che altro si sarebbe sentito “vuoto”, come privato di una parte di sé stesso. Perché di qualunque tipo esso fosse c’era comunque un legame tra di loro, vincolati l’uno all’altro da qualcosa di invisibile. Potter era come un palloncino e prima o poi volerà via ma non sarà di certo Draco a la sciare il filo.

 

 

 

Harry si trovava in una situazione semplicemente complicata, indeciso sul da farsi. A bloccarlo era più che altro la prospettiva di quel baratro che doveva saltare. Non cadere sarebbe stato quasi impossibile e già si stava facendo male ancor prima di buttarsi.

La mano era ancora dolorante ma il giorno successivo non avrebbe più sentito niente. Gli venne da sorridere al ricordo di Hermione e della sua reazione, decisamente esagerata secondo lui, quando lo aveva notato. Si era messa ad urlare non appena viste le condizioni della sua mano e poi, tutta agitata, gli aveva ordinato di andare subito a farsi medicare, inveendo contro la sua stupidità.

“Come hai fatto ad andare in giro conciato in questo modo? Saresti dovuto andare subito in infermeria!”

“Me ne sono dimenticato”

“Cosa? Come puoi dimenticarti di una cosa del genere? Stai diventando matto Harry, matto!”

Hermione lo aveva seguito fino da Madama Chips per essere sicura del suo arrivo a destinazione, con la bacchetta ben puntata contro di lui, pronta ad usarla. Non ce ne fu bisogno, comunque, era rimasto docile alle sue grida, continuate per tutto il cammino. Povera ragazza, lei si preoccupava sempre troppo.

Si portò davanti al viso la fasciatura bianca che rimaneva in contrasto con il cielo grigio autunnale. Il sangue si era fermato da tempo grazie a qualche incantesimo e le bende erano immacolate.

“Vedo che alla fina ti sei fatto curare”

Lasciò cadere la testa all’indietro e così potè vedere sottosopra Malfoy che lo osservava dall’alto, le mani nelle tasche dei pantaloni sotto al mantello pesante.

“Sono stato minacciato”

“Ed è bastato questo a farti desistere?” chiese Draco stupito.

“Chi lo ha fatto è stato così comicamente convincente che mi romperei anche l’altra mano solo per poter ripetere quella scena”

Harry si mise a ridere mentre Malfoy lo osservava con una certa calma.Ultimamente Potter rideva poco, lo aveva notato anche quando era con i suoi amici. Se ne aveva la possibilità preferiva perdersi nei suoi pensieri.

Si sedette di fianco al moro sulle gradinate dello stadio da Quiddich. Quanto era stato facile per Draco trovarlo. Probabilmente lo conosceva meglio lio dei suoi amici, sempre in contatto come lo sono stati loro in quegli anni.

“Allora, come mai da queste parti Malfoy?”

“Stavo solo facendo un giro”

“E…?”

“E volevo sapere se era vero che la Granger ti aveva personalmente scortato sino all’infermieria bacchetta in mano”

Harry lo osservò per un attimo prima di scoppiare nuovamente a ridere, gli occhi chiusi e la testa gettata all’indietro. Draco aveva sentito sbraitare la ragazza mentre si sfogava con Weasley e sinceramente in quel momento gli era semplicemente dispiaciuto essersi perso quella scena.

A quanto pare è vero”

“Sì, sì, esattamente Malfoy”

Harry si ricompose poco dopo e solo in quel momento si accorse della situazione semplicemente surreale in cui si trovava, a chiacchierare amichevolmente con Malfoy.

Quanto gli piaceva quel ragazzo, tanto da star male, tanto da sanguinare. Gli picevano i suoi lineamenti delicati, i capelli biondi e quegli stupendi occhi che si ritrovava. Quel carattere così forte e determinato che era gradualmente mutato per adattarsi al cambiamento del suo mondo. C’era stato sempre lui negli anni più importanti della sua vita, fino ad adesso, anche in quell’istante, di fianco a lui. Riconosceva la sua voce , i suoi passi, le sue emozioni. Poteva dire con una certa esattezza cosa stesse facendo in un dato momento, come se fosse una cosa normale.

Quanto poteva essere grave la situazione? Quante speranze aveva di superare quel baratro invece di cadervici dentro rimanendone prigioniero? Accontentarsi di momenti come quello e poi tentare di dimenticare tornando alla normalità era semplicemente impossibile, così come era frustrante avere Draco vicino e non poterlo toccare,  senza potergli finalmente rivelare cosa esattamente provava per lui. Sapeva già quale sarebbe stata la sua risposta e non era di certo quella che avrebbe voluto sentire, per quanto in quegli ultimi tempi avesse notato dei cambiamenti.

Si alzò dal proprio postoe fu immediatamente investito da una folata d’aria gelida. Lo sguardo di Draco lo seguì nei movimenti.

“Devo rientrare, ho un appuntamento con Madama Chips”

“Allora buona visita Potter”

“Grazie Malfoy”

Harry si mosse con lentezza, gradino dopo gradino, un passo alla volta, per bearsi il più a lungo possibile di quella sensazione all’altezza del petto che ogni volta gli lasciava il biondo.

 

 

 

La mano sinistra di Harry era ormai guarita da diversi giorni e lui non era più riuscito a parlare con il serpeverde. Draco invece era semplicemente sconcertato da sé stesso per la facilità con cui aveva seguito il cambiamente di Harry, rimanendo coinvolto e mutato. Aveva bisogno di riflettere sul perché delle cose, qulle catena di avvenimenti che lo aveva catturato. Perché anche lui era mutato e con il grifone non sarebbe mai stato più come prima. Adesso che l’odio si era diradato riusciva a vedere con un diverso giudizio ciò che li riguardava. Turbato, Draco continuava la sua cena in silenzio mentre i suoi compagni continuavano a confabulare tra di loro come se niente fosse.

“Secondo me Potter sta male”

Questa volta ad iniziare il discorso era stata Pansy, sempre attenta a questo genere di problematiche.

“Dove si è contuso questa volta?”

“Theo non sei affatto divertente. Io intendevo un male più profondo. Sembra triste”

Qualcuno voltò la testa con discrezione per poter appurare se la loro compagna avessa ragione o no, curiosi di trovare qualche accenno a questo tipo di dolore che, a quanto pare, stava affliggendo il moro. Anche Draco alzò la testa per osservarlo.

Harry sedeva tra Weasley e Thomas ma non sembrava partecipare ai loro discorsi con gli altri compagni del loro anno. Teneva lo sguardo perso nel vuoto, fissava intensamente la caraffa dell’acua, e la testa appoggiata ad una mano, il gomito ben saldo sul tavolo. Lo sguardo perso, pensieroso, distante.

“Credo tu abbia ragione Pansy”

“Certo che ho ragione. Chissà poi perché è così afflitto”

“Non credo siano fatti vostri”

La voce di Draco arrivò dura ed imperativa, lasciandoli ammutoliti e confusi. Non voleva dirlo realmente, avrebbe preferito tenere quel commento per sé e lasciare che i suoi amici si immergessero nel discorso. Ma non era riuscito a trattenersi, inspiegabilemente ciò che stavano facendo lo aveva infastidito.

“Sì Draco, scusa”

I ragazzi abbassarono il viso sui loro piatti continuando a mangiare in silenzio. Draco li osservò prima di passare il proprio sguardo su di Potter, ricevendo in risposta un’espressione di tale tristezza da fargli stringere lo stomaco. Socchiuse gli occhi distogliendo quel contatto. Non sapeva più cosa pensare. Che intenzioni aveva Potter? Era come se volesse qualcosa da lui. Non riusciva a capire.

Accantonò per un attimo quei pensieri perché iniziava a dolergli la testa. Se il grifone doveva dirgli qualcosa allora lo avrebbe fatto, era solo una questione di tempo.

Harry guardava Draco sempre più indeciso sul da farsi. Si sentiva un codardo, probabilmente lo era, ma l’unica cosa che voleva veramente fare in quel momento era baciare Draco. Solo baciarlo, almeno una volta, solo una. Baciarlo ed assaporare finalmente quelle labbra sottili. Gli tremarono le mani al solo pensiero, quasi emozionato dall’idea stessa. Bevve con difficoltà un sorso d’acqua per calmarsi, il bicchiere un po’ tremolante.

“Stai bene Harry?” lui le sorrise.

“Sì, non preoccuparti Hermione, sono solo un po’ stanco”

La ragazza lo osservò incerta mentre lui si alzava. Gli pareva veramente stanco, il corpo pareva così spossato e pesante. Harry uscì con calma dalla Sala Grande per poi dirigersi verso il proprio dormitorio. Stava scappando di nuovo.

 

 

 

Draco non amava aspettare, di certo la pazienza non era tra le sue virtù. Erano giorni che attendeva un discorso da Potter e non qualche parola buttate là per caso. Perché era questo che faceva ogni volta il moro, nulla di più, ed ara sempre questo che stava facendo impazzire il biondo. Draco era deciso più che mai a scoprire cosa avesse in mente il grifone ma la ricerca durò più del previsto ed era quasi intenzionato ad andare a chiedere direttamente a suoi amici se solo la cosa fosse servita a qualcosa.

Aveva quasi perso le speranze quando alcuni rumori catturarono la sua attenzione. Si avvicinò al lago, lungo il quale si era recato nel suo viaggio senza meta, ed appoggiato ad un albero si limitò ad osservare la schiena di Harry mentre era concentrato a lanciare delle pietre nell’acqua. Pensò che forse non lo aveva mai visto così solo in quegli anni.

Harry rimase stupito di trovare Malfoy alle sue spalle, non lo aveva sentito arrivare. Lo guardava in attesa, il volto serio fisso su di lui. Harry si perse solo un momento in quesgli occhi stupendi prima di accennare un sorriso timido e rassegnato.

“Dunque Malfoy, cosa ti porta di nuovo da me”

Draco lo studiò un attimo, notando che gli tremavano le mani. Per quanto il viso del moro tentasse di mascherarlo, era agitato.

“Sono perplesso”

“A che proposito?” Harry voltò la testa verso il lago

“Te, essenzialmente”

Harry spostò lo sguardo nuovamente verso Draco. Alla fine era stato scoperto. In fondo lo sapeva che prima o poi sarebbe successo ma non voleva lo stesso affrontare quel baratro.”Me? Ed esattamente cosa di me ti avrebbe causato perplessità?”

“Ultimamente tutto di te mi procura da pensare”

“In bene o in male?”

“Non ho ancora deciso, è come se mi sfuggisse un particolare”

Harry sospirò, chiudendo gli occhi per un istante e riaprendoli subito dopo. Malfoy non era stupido, lo sapeva bene. Poteva ingannare quasi tutti ma non di certo lui.

“Pare che tu abbia qualcosa da dirmi”

“Non ho molto da dirti in realtà Malfoy”

“Non credo Potter. Voglio sapere cosa ti passa in quella dannata testa e voglio saperlo adesso!”

“Che cosa dovrebbe importartene di me?Perchè proprio adesso mi dai il tormento? Non ti risponderò Malfoy”

Draco lo afferrò per la cravatta avvicinandolo a lui, così da poterlo guardare meglio negli occhi. Ad Harry girò a testa per quanto erano vicini, per quanto quella bocca fosse vicina, come non lo era mai stata. Quasi si dimenticò della situazione in cui si trovava.

“Invece no Potter! Io esigo delle spiegazioni”

Harry aveva smesso di ragionare, gli occhi ancora fissi su quelle labbra. Era infine giunto al punto di rottura, sull’orlo di quel precipizio. Fu questione di un attimo e Draco si ritovò con la schiena contro un albero e Potter che lo stava baciando disperatamente. Era un bacio di necessità, esigente e tremante. Non durò a lungo, Harry si staccò come ustionato da quel tocco, gli occhi sgranati ed una mano sulla bocca, quando sopraffatto dalle emozioni si rese conto di cosa aveva appena fatto. Era riuscito ad avere le labbra di Malfoy ma ora aveva perso tutto. Osservò Draco impaurito e ricevette in risposta uno sguardo smarrito. Si sentì precipitare in quel baratro.

“Era questo che volevi, no?Delle risposte! Bene ora le hai trovate le tue dannatissime spiegazioni! E’ questo il punto di tutto, questo” indicò Draco come se fosse ovvio “tutto gira intorno a questo. Ciò che ti sfuggiva, che non riuscivi a vedere, ciò che non capivi. Tutto perch sono innamorato di te!”

Non seppe bene come ma in qualche modo ebbe di nuovo le labbra di Draco per sé. Più lentamente, fu così bello che dovette tenersi a Draco perché non finisse, per capire se fosse reale. Draco lo aveva sempre saputo che c’era qualcosa di invisibile tra loro, era riuscito a vederlo nel primo bacio e così d’impulso si era ritrovato a rispondere a quella dichiarazione. Perché gli sembrava semplicemente giusto, perché era vero, indiscutibile e perché probabilemnte tra di loro non si poteva che concludere così.

Quando quel bacio finì gli occhi di Harry lo gurdavano colmi di incredulità ed anche speranza, pieni di amore. Draco non aveva dubbi su quei sentimenti, ci avrebbe creduto senza timore perché in quel momento niente era più sincero. Si baciarono di nuovo, poi ancora e ancora, attratti l’uno dall’altro in quel vortice di emozioni, non volendosi più separare proprio ora che erano riusciti semplicemente ad amarsi.

  
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