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Autore: emme30    07/04/2013    19 recensioni
Seblaine!McKinley AU
Sebastian e Blaine stanno segretamente insieme da un anno e mezzo, nessuno dei due ha fatto coming out, Blaine per paura della reazione del padre e Sebastian perchè fondamentalmente non gli interessa. Ma è quando Carl Anderson presenta a Blaine la sua nuova fidanzata che le cose si complicano.
[Blaine!Cheerio + Sebastian!Football Player, maneggiare con cura]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14.

 

 

Erano due giorni che pioveva, dentro e fuori.

Erano due giorni che Blaine era chiuso in camera. Faceva finta di avere la febbre ogni volta che suo padre andava a chiedergli come stava; era sempre stato facile con lui fingere un po' di malattia, non aveva il sesto senso che aveva sua madre, che capiva benissimo se voleva rimanere a casa per non andare a scuola. Carl era molto più ingenuo da quel punto di vista: non si era neanche preoccupato di toccare realmente la fronte del figlio, aveva creduto al termometro riscaldato con la lampadina.

E così Blaine era rimasto per conto suo nella penombra della sua camera, sotto le coperte, ad ascoltare la pioggia che picchiettava fuori dalla finestra.

Ogni tanto, si trasformava in acquazzone e allora si rannicchiava nel suo piumone, altre diventava grandine e la sentiva cadere pesante sul tetto per qualche minuto, così si alzava anche per vedere se erano rimasti dei chicchi sul davanzale, altre volte invece si trasformava in una pioggerellina leggera che quasi non si sentiva, allora si tirava su dal letto per andare a guardare fuori dalla finestra per qualche minuto e domandarsi se sarebbe sorto presto di nuovo il sole.

Il suo umore era nero come le nuvole e nulla sembrava riuscire a cambiarlo.

Era inutile girarci troppo intorno: Sebastian era il suo sole, fino a quando non lo avesse riavuto indietro nella sua vita quei nuvoloni sarebbero rimasti lì, e con loro anche la pioggia e quella sensazione spiacevole che ormai gli si era annidata in gola.

Sebastian gli aveva detto di pensarci e fu esattamente ciò che Blaine fece in quei due giorni, ignorando qualunque stimolo esterno, persino i suoi amici o Kurt che arrivò addirittura a chiamarlo a casa visto che non gli rispondeva sul cellulare.

Pensò tanto, pensò ai pro e i contro, pensò alle conseguenze, pensò a cosa avrebbe perso nel prendere una decisione piuttosto che un'altra. Pensò a tutto, tranne a cosa voleva davvero: quello lo sapeva già.
C'erano persino dei momenti in cui non pensava neanche più. Ricordava.

Ascoltava la pioggia e ricordava come era quando dormiva insieme a Sebastian e fuori pioveva, come si stringeva sempre a lui e come Sebastian gli baciava la fronte mentre ancora era appisolato, senza lamentarsi di tutte quelle coccole. Ricordava le volte che un acquazzone li aveva sorpresi quando erano da qualche parte. Ricordava come Sebastian gli mettesse sempre il braccio attorno alle spalle quando camminavano per il parco sotto l'ombrello perchè non volevano stare da nessun altra parte se non insieme sotto la pioggia.

E, quando ricordava cose del genere, si nascondeva sotto il piumone e faceva finta che le cose fossero ancora così, che suo padre non sapesse niente e che era ancora un segreto.

Purtroppo, però, ogni volta che riemergeva da sotto le coperte, era tutto vero e allora lui tornava a pensare.

 

*

 

La sera del terzo giorno in isolamento nella sua camera, qualcosa cambiò.

Era seduto sul letto a guardare l'armadio di fronte a sé con occhi vuoti, quando udì un leggero bussare alla sua porta. Non era suo padre, lui non bussava mai prima di entrare.

Chi è?” chiese sospettoso, sicuro che non fosse chi avrebbe voluto lui.

Sono Marie, posso entrare?”

Blaine aggrottò le sopracciglia ma disse di sì, senza neanche provare a riordinare la sua camera o il letto che era diventato una specie di cuccia. Insomma, era malato.

La donna entrò in camera quasi titubante, facendogli un grande sorriso e avvicinandosi al letto senza dire nulla. Blaine la guardò sistemare i fazzoletti sporchi sul comodino, un paio di libri finiti per terra e piegare una maglietta abbandonata sul comò. La fissò per un poco, quasi incuriosito; si comportava così da madre che non riuscì a non meravigliarsi. Andò persino a scostare le tende dalla finestra e accese la lampadina sul comodino, prima di sedersi sul bordo del letto accanto a lui.

Lo guardò quasi amorevole, mostrandogli una scatolina bianca.

Come stai caro? Ti ho portato queste pastiglie per la gola, tuo papà mi ha detto che sei malato.”
Blaine la guardò sorpreso di quel tono gentile e così da... mamma. Non riusciva a non pensarci.

Così così. Grazie.”

Hai bisogno di qualcosa da mangiare? Posso portarti su un po' di brodo se ti senti.”

No, sono a posto. Grazie.”

Avrebbe voluto chiederle cosa ci faceva lì, ma lei lo precedette.

Tuo padre voleva andare fuori a cena, ma ho preferito rimanere a casa, non mi piace l'idea di lasciarti a casa da solo malato.”

Potevate andare... sto bene. E non sarei comunque di compagnia.”

No, non ci sono problemi, tanto siamo solo io e lui, possiamo rimanere in casa,” disse con un piccolo sorriso, per poi alzarsi e cominciare a piegare dei vestiti stropicciati sulla sedia.

Blaine corrugò le sopracciglia, confuso. “Soli? E Sebastian non...”

No, è rimasto a casa.”

Oh.”

Ha detto che aveva da studiare, ma non mi sembrava dell'umore di voler parlare, sono un paio di giorni che è molto cupo.”

Blaine deglutì, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime e provando quasi a farle andare via fissando il soffitto, ma Marie notò quel gesto.

Ohi, tutto bene? Ti gira la testa?”
Prima che Blaine potesse fermarla, si sedette di nuovo sul bordo del letto accanto a lui e gli appoggiò una mano sulla fronte. Lo guardò dubbiosa per un attimo, prima di scostare il palmo e portarselo in grembo.

Tu non hai la febbre,” disse quasi con un sussurro.

Blaine si morse il labbro e scosse la testa.

Perché allora fai finta? Non sei abbastanza grande per fingere di essere malato per non andare a scuola?”

Blaine sospirò, sicuro di non aver bisogno di dire nulla, perché lei dopotutto era una mamma e, in quel momento, lui non aveva davvero bisogno di altro.

E' per via di Sebastian?”

Annuì flebilmente, guardandosi le mani in grembo.

Cosa è successo? Sembravate così in buoni rapporti un paio di giorni fa e... ammetto che la vostra rottura mi ha lasciata davvero molto perplessa perché-”
Perplessa?” Blaine alzò lo sguardo dalle proprie mani per incontrare quegli occhi verdi troppo simili a quelli di Sebastian. “Perplessa?” ripeté, sentendosi improvvisamente arrabbiato.

Sì, io-”
“E' stato per colpa vostra che io ho lasciato Sebastian, é per colpa tua e di mio padre che mi avete fatto sentire in colpa, dei suoi discorsi e del fatto che tu sei così importante per lui e che non vuole morire da solo e di un sacco di altre cose che mi ha detto su cui eravate d'accordo! Quindi, spiegami perché dovresti essere perplessa, se alla fine ho fatto quello che entrambi volevate per me e Sebastian!”

Marie lo guardò con occhi sbarrati e Blaine sentì quasi un po' della rabbia scivolare via di dosso.

Blaine, lo so che non mi credi, ma non ho idea di cosa tu stia parlando.”

Blaine deglutì, sentendosi sempre più confuso. Scosse la testa e si passò una mano tra i capelli. “Il.. il week end al lago.. il giorno dopo il mio disastroso coming out, papà è venuto a parlarmi e a dirmi che voi due avevate discusso molto sulla faccenda e che secondo voi la cosa migliore era che ci lasciassimo.”
Blaine guardò la donna ma non riuscì a capire il motivo per cui sembrasse così sconvolta. Lo capì quando lei aprì bocca.

Io e tuo padre non abbiamo mai parlato di queste cose, di te o di Sebastian, non ha mai voluto.”

Rimase senza fiato a quella confessione, eppure se le ricordava le parole di suo padre.

Io e Marie ne abbiamo parlato molto ieri sera, e l'idea che i nostri figli escano insieme ci fa davvero stare male. “

Cosa stava succedendo allora?

La sera in cui tuo padre vi ha scoperti, ho provato a farlo ragionare, ho provato a parlare con lui, ma non ha voluto sentire ragioni. Ha posto un veto sulla questione tua e di Sebastian e non ha mai più voluto parlarne, nonostante avessi provato in tutti i modi a esporgli il mio punto di vista. Lo conosco bene ormai e non ho provato a forzarlo, aspettavo che venisse lui da me per parlarne, come abbiamo sempre fatto con tutti i problemi in questi anni.”

Ma lui... lui ha detto che tu eri d'accordo con lui che...”

Il giorno dopo, ho provato a parlare con Sebastian ma ho capito che non ci sarebbe stato verso di farvi lasciare visto quanto lui era innamorato di te. Sapevo che non era un'opzione possibile. Poi, però, tuo padre mi ha detto che avevate rotto e ho pensato di essermi sbagliata, che forse la vostra era solo una storiella così, però non ne sono mai stata convinta.”

Non... non è mai stata una storiella così,” riuscì a mormorare Blaine nel momento esatto in cui una lacrima gli bagnava una guancia. E, in quel momento, non si sentì solo triste, ma anche tanto, tanto arrabbiato. Per tutte le bugie che gli erano entrate nelle orecchie da una delle persone che non avrebbe mai dovuto mentirgli, per aver preso delle decisioni sbagliate e tremendamente dolorose per l'unica persona che amava davvero.

Marie gli asciugò la guancia bagnata con un gesto gentile della mano.

Hai lasciato Sebastian perchè tuo padre ti ha fatto credere che era la cosa migliore?”

Ha detto che lui è come mia madre, che un giorno o l'altro si stuferà di tutto e mi abbandonerà come lei ha abbandonato lui.”

Tu credi davvero che Sebastian possa comportarsi così con te?”
Blaine ripensò a quel momento negli spogliatoi di un paio di giorni prima e rispose senza neanche pensarci. “No.”

Lasciò che un singhiozzo riempisse la camera e un attimo dopo la mano di Marie andò a cercare la sua.

Lo ami davvero?” chiese alzandogli il mento.
“Sì,” rispose lui subito, senza esitazioni.

Lei fece un grande sorriso e si alzò subito dal letto, per poi accendere la luce della camera e aprire l'armadio. Blaine la guardò confusa tirare fuori un paio di jeans e una maglietta.

Cosa stai facendo?”
“Vai a farti una doccia, immediatamente.”

Ma...?”

Poi ti metti questa roba e vai a scusarti con mi figlio per avergli spezzato il cuore, fila.”

Blaine strabuzzò gli occhi, decisamente troppo confuso, e si alzò dal letto incrociando le braccia al petto.

Cosa... cosa stai facendo?”

Faccio quello che ogni genitore dovrebbe fare. Aiutare il proprio figlio ad essere felice.”

Blaine la guardò a bocca aperta, perchè quella non era la stessa persona di cui si lamentava sempre Sebastian. Lei sembrò capire cosa gli stesse passando per la testa e ridacchiò un po' sconsolata.

Non sono mai stata una buona madre con Sebastian, sono sempre stata... non lo so nemmeno io, ma lui meritava decisamente di meglio da me. Ho capito troppo tardi che lui era un dono e una buona ragione per mettermi a posto con me stessa e il mio passato, anche se purtroppo il danno era fatto. Ma sto provando a rimediare agli errori di una vita.”

Ma se io e lui... come farete tu e papà?”
Lei alzò le spalle. “Sebastian in questo momento è la mia priorità. Per un genitore il proprio figlio dovrebbe sempre venire prima di qualunque altra cosa, e io... voglio cominciare ad essere una buona madre per lui, anche se in ritardo.”

Ma tu-”
“Se mio figlio è felice, allora lo sarò anche io. Lo farai felice, Blaine?”

Lui la guardò e non le rispose a parole, le si avvicinò e la strinse in un abbraccio fino a toglierle il fiato, sentendola sorridere contro la sua fronte.

Sciolse la stretta quando la sentì baciarle piano la testa.

Grazie,” le sussurrò con un sorriso. Lei come risposta tornò ad abbracciarlo stretto, come solo una mamma avrebbe potuto fare.

 

*

 

Blaine uscì di casa con un sorriso sulle labbra e il suono di grida nelle orecchie, ma non gli importava, non gli importava di nulla che non fosse Sebastian in quel momento.

Gli dispiaceva tanto per Marie perché, se era rimasta per così tanti anni con suo padre, che non era di certo la persona più semplice del mondo, allora voleva dire che i sentimenti per lui erano davvero forti, però non riuscì a sentirsi dispiaciuto per quel litigio che era nato principalmente per causa sua. Aveva deciso che, per una volta, Sebastian sarebbe venuto prima di qualunque cosa.

Uscì di casa facendo sbattere la porta e alzò gli occhi al cielo.
Aveva smesso di piovere; grossi nuvoloni gli impedivano ancora di vedere le stelle, ma era già qualcosa, forse il temporale sarebbe scivolato via come era venuto.

Raggiunse casa di Sebastian in un batter d'occhio e con il cuore che minacciava di uscirgli dal petto da quanto era ansioso e agitato di rivederlo. Parcheggiò la macchina malamente di fronte all'immensa dimora degli Smythe e il suo sguardo volò come sempre alla camera di Sebastian, in alto a sinistra. La luce era accesa.

Si morse il labbro e quasi corse verso l'ingresso, attaccandosi al campanello e con il bruciante desiderio di poter definire nuovamente Sebastian come suo.

Aspettò paziente, ma non gli aprì nessuno. Suonò un'altra volta, magari Sebastian era sotto la doccia, ma sembrava quasi che in casa non ci fosse anima viva.
Si appese al campanello, facendolo suonare per quasi un minuto intero, ma ancora nulla.

Tornò un poco più indietro nel giardino per guardare di nuovo camera di Sebastian. La luce era accesa e quindi era sicuro che fosse in casa, non era uno da dimenticarsi di spegnere interruttori.

Prese il cellulare e provò a chiamarlo. Squillò per due minuti prima che partisse la segreteria telefonica. Con un cipiglio confuso, provò a chiamarlo nuovamente, ma Sebastian continuava a non rispondergli.
Blaine sbuffò e imprecò sottovoce quando sentì un paio di gocce leggere bagnargli le guance. Molto probabilmente Sebastian era sdraiato sul letto con le cuffie e aveva lasciato il cellulare sulla scrivania, un classico.

Cominciò a piovere più forte e Blaine fu costretto a rifugiarsi sotto un albero mentre pensava al da farsi. Rimandare al giorno dopo era oltremodo impossibile, sarebbe morto se Sebastian non lo avesse baciato da lì alla prossima ora, non poteva proprio aspettare di rivederlo a scuola il giorno dopo.

Mentre provava a non tremare dal freddo visto che era pure vestito leggero, un oggetto tra l'erba catturò la sua attenzione. Una pigna.

Beh, a mali estremi, estremi rimedi. E se proprio doveva ricorrere ai metodi delle commedie romantiche, meglio farlo in grande stile.

Raccolse un paio di pigne e si sistemò sotto la finestra di Sebastian, sperando che la pioggia smettesse.

La prima pigna mancò di poco il vetro della finestra.

La seconda finì sul tetto.

La terza prese una persiana.

La quarta gli scivolò dalle mani e se la tirò praticamente sul naso.

Fino alla decima pigna fece cilecca, all'undicesima, leggermente frustrato, fece centro.

Ovviamente, rompendo il vetro della finestra con un sonoro crack.

Neanche due secondi dopo, vide la sagoma di Sebastian comparire da dietro il vetro rotto e aprire la finestra. Blaine si mise più in bella vista, nonostante stesse scolando acqua da tutte le parti, e si chiese se fosse una cosa troppo stupida fargli ciao con la mano.

Lo fece lo stesso.

Sapeva benissimo da come Sebastian scosse la testa che stava anche alzando gli occhi al cielo e mugugnando qualcosa sottovoce.

Lo guardò sporgersi in avanti e appoggiare gli avambracci sul davanzale della finestra e sorrise.

Mi spieghi cosa ti aveva fatto di male questa finestra per tirarci contro una pigna?”

Ho provato a suonarti, non mi hai sentito!” gli urlò Blaine di rimando.

Forse non avevo voglia di vederti? Tu che ne dici?”

Blaine si morse il labbro, sperando che fosse una bugia. “Puoi aprirmi? Ho davvero bisogno di parlarti e, non so se hai notato, ma sta un po' piovendo.”
Sebastian non ripose a quella domanda, si limitò a chiudere la finestra rotta e le persiane sparendo dalla sua vista, prima che Blaine potesse urlargli qualcosa.

Considerò l'opzione di attaccarsi di nuovo al campanello di casa e al telefono, ma poi l'ingresso si aprì, rivelando un Sebastian che stava uscendo con un grosso ombrello nero e che si chiudeva la porta alle spalle.

Blaine gli andò incontro con un sorriso ma, prima che potesse rifugiarsi sotto l'ombrello, fu fermato da uno sguardo che gli trafisse il cuore.

Hai cinque minuti.”

Blaine aggrottò le sopracciglia, confuso. “Possiamo andare in casa? Sto congelando.”

No.”

In veranda?”

No.”
“Posso almeno venire sotto l'ombrello? Sebastian, sono bagnato fradicio.”
“Cazzi tuoi,” fu la risposta, accompagnata a un ghigno che Blaine intese con un 'così impari'.

Beh, forse aveva ragione.

Si scostò un ricciolo bagnato dalla fronte e raccolse tutto il coraggio che aveva.

Mi dispiace.”

Avrebbe voluto fargli un discorso articolato e bellissimo che sembrava uscito da un romanzo d'amore, ma il suo cuore non glielo permise. Lui era uno da cose semplici, dopotutto.

Mi dispiace di averti dato per scontato. Mi dispiace di non averti messo al primo posto. Mi dispiace averti ferito così tanto. Mi dispiace averti lasciato nello stesso posto dove è cominciato tutto. Mi dispiace non averti baciato di più l'altra sera in camera tua. Mi dispiace averti detto quelle cose, tutte, dalla prima all'ultima. Mi dispiace averti proposto di essere solo amici. Mi dispiace averti nascosto quello che voleva fare mio padre. Mi dispiace averti obbligato a chiamare Kurt per farmi ragionare. Mi dispiace averti lasciato solo queste settimane. Mi dispiace non essere riuscito ad essere una persona migliore per te. Mi dispiace non aver fatto coming out per te. Mi dispiace averti chiesto di fingere per tutto questo tempo. Mi dispiace aver dovuto aspettare così tanto prima di capire cosa dovessi fare. Mi dispiace essermi comportato da egoista. Mi dispiace della scenata negli spogliatoi, ma non mi dispiace di averti baciato in quel modo. Mi dispiace aver dubitato di te, non aver creduto che tu sei e sarai sempre quello giusto. Mi dispiace non averti detto di più quanto ti amo.”

Blaine prese fiato, scrutando il volto di Sebastian che non sembrava voler mostrare alcuna espressione.

Il punto è...” continuò quindi. “Che sono un cretino. Lo sono sempre stato e forse lo sarò sempre. Il punto è che mi manchi da impazzire e sono abbastanza sicuro di non riuscire a passare un'altra notte senza di te.”

Sei stato uno stronzo,” disse finalmente Sebastian.

Lo so, il peggio del peggio. Puoi insultarmi tanto quando vuoi, hai ragione, giuro che non mi lamento.”

Blaine provò a fare un passo avanti e rifugiarsi sotto l'ombrello, ma Sebastian ne fece uno indietro, ancora arrabbiato.

Credi che farmi venire l'influenza sia una punizione sufficiente? Perché mi prenderei anche la febbre a quaranta pur di farmi perdonare.”
“Chi dice che io voglia perdonarti?”

Blaine spalancò gli occhi, portandosi indietro i capelli gocciolanti che gli stavano cadendo sulla fronte.

Beh... tu... tu mi ami.

Tutto qui? Pensi che basti questo? Tre giorni ho aspettato una chiamata, un messaggio, un piccione viaggiatore!” Sebastian finalmente esplose, urlandogli contro di tutto. “Mi sono comportato come un vero zerbino nei tuoi confronti, sono stato a tanto così dal farmi uno in un locale l'altra sera.”

Blaine si sentì mancare.

Perché sì che ti ho detto pensaci, ma con un... con un discorso del genere saresti dovuto venire direttamente da me la sera stessa e chiedermi scusa e fine della storia. Dopo due giorni, cazzo, ci sono uscito di testa, perché avevo capito che non volevi, che se ci stavi ancora pensando allora non ero così importante come pensavo di essere per te.”

Sebastian, non-”
“E quindi sono andato in questo locale e un tipo è venuto a provarci con me. Era un figo allucinante, mi ha comprato da bere e mi ha proposto un pompino nei bagni.”

Te... te lo sei fatto?”

Sebastian sospirò. “No.”

Perché no?”

Perché l'unica persona a cui riuscivo a pensare eri tu. Perché non ho mai accettato l'idea che mi avessi davvero lasciato. Perché per me io e te stavamo ancora insieme e andare con quello là sarebbe stato come tradirti.”

Blaine a quel punto non ce la fece più: con due falcate lo raggiunse sotto l'ombrello e gli cinse il petto con le braccia, stringendolo a sé nonostante fosse bagnato fradicio.

Sebastian non ricambiò la stretta, anzi, cercò quasi di allontanarlo, ma Blaine non mollò la presa, strofinando il volto contro la sua felpa senza dire nulla.

Rimase attaccato a lui fino a quando non sentì il corpo di Sebastian rilassarsi e una sua mano scivolargli lungo la schiena zuppa. A quel punto, si ritrasse per guardarlo negli occhi e accarezzargli una guancia.

Mi dispiace,” disse semplicemente, con tutto il rammarico che sentiva nel petto. “Puoi perdonarmi?”

Sebastian non rispose, continuò a guardarlo e a tenere una mano sulla sua schiena.

L'unica cosa che mi hanno insegnato queste settimane è che senza di te la vita fa schifo. Senza di te è tutto un po' grigio e polveroso, insipido e piovoso. Tu riesci a rendere qualunque cosa più bella.”

Blaine sorrise, notando come Sebastian di stesse trattenendo dal fare lo stesso. Gli passò una mano tra i capelli con tenerezza. “Sei il mio sole, non posso davvero permettere che continui a piovere.”

Sebastian sorrise e, nonostante la pioggia, tutto tornò a splendere.

Mi sei mancato,” confessò con un filo di voce.

Anche tu, mi dispiace così tanto, non avrei dovuto fare nulla di quello che ho fatto. Credo di non essermi mai pentito così tanto di qualcosa in vita mia. Non ho smesso neanche per un attimo di amarti, non potrei mai farlo, lo sai.

Lo so.”

Scusami.”

Non farlo mai più.”

Mai più promesso. Ma che ne dici se rientriamo? Se ti ammali pure tu, chi verrà ad assistermi a me la settimana prossima quando avrò quaranta di febbre?”
“Non se ne parla.”
“Non mi hai ancora perdonato?”

Ah, ti piacerebbe.”

Posso baciarti, almeno?”

Sebastian fece un sorriso più ampio, scuotendo la testa. “Da quando hai bisogno di chiedere il permesso per baciarmi?”

Blaine rise e si alzò sulle punte per baciarlo sulle labbra, delicatamente, per la prima volta da tanto tempo con la sensazione che fosse la cosa più giusta da fare. Avvolse le braccia attorno alle sue spalle mentre tornava ad abituarsi alla bocca di Sebastian, al modo in cui muoveva la lingua, alle sue labbra sottili, a come gli piaceva mordicchiarlo quando si staccavano lievemente per riprendere fiato. E da tenero e delicato, il bisogno li portò a cercarsi con più urgenza; a un tratto, Blaine sentì le braccia di Sebastian stringergli il petto e la pioggia nuovamente sulla testa, l'ombrello finito sulle mattonelle del vialetto con un rumore sordo.

Sorrisero entrambi nel bacio, staccandosi un attimo per guardarsi negli occhi e stringersi un po' di più, nessuno dei due intenzionato a lasciare andare l'altro. Tornarono a baciarsi mentre la pioggia li bagnava e il tempo attorno a loro continuava a scorrere.

Blaine sapeva benissimo che avrebbero dovuto parlare di tante cose, che Sebastian non lo aveva ancora perdonato, che c'era la questione dei loro genitori da risolvere, ma quello non era il momento.

Amare Sebastian con tutto il cuore era in cima alla lista delle cose da fare, tutto il resto avrebbe aspettato la fine del temporale.

 

 

 

 


BUONA DOMENICA!

Avevo detto che aggiornavo alle 5 ma who cares, una personcina simpatica mi ha fatto cambiare idea :D

E quindi... beh... ZAN ZAN! Io ve l'avevo detto che Marie non era così cattiva come sembrava! E vi avevo anche detto che sarebbe finita bene, sperando di non essere caduta troppo nel clichè, però questa è una commedia romantica, ci voleva una cosa come a dichiarazione sotto la pioggia, suvvia.

Spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto perchè il penultimo e... ehem... manca solo l'epilogo adesso. Meglio che non dico nulla, va, mi tengo tutte le lacrime per il prossimo.

Grazie grandissimo a tutte le persone che continuano e leggermi e a supportarmi, vi adoro un sacco e non saprei come fare senza di voi <3

Grazie per le recensioni e l'amore che mi lasciate in pagina o su ask, mi rendete una personcina felice <3

Spero di riuscire ad aggiornare presto,

Un bacio grande

Marti

   
 
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