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Autore: Virginia Of Asgard    07/04/2013    2 recensioni
osservavo la gente camminare di fretta perché in ritardo al lavoro, o ad un’appuntamento, la gente in ogni caso era sempre in agitazione. Da quando l’uomo aveva inventato il tempo, non c’era più pace nel mondo.
“Farò tardi a scuola”,”Ho l’autobus tra un minuto, maledizione!”,”dovevo essere lì ieri, ed invece…”,”se non mi sbrigo, sono morto!”,”Mi faranno una lavata di testa!” e così via dicendo. Erano le frasi tipo di ogni persona, le frasi che ognuno di noi conserva in un cassetto all’interno del cervello, pronto ad utilizzarle in caso di ritardi temporanei.
[Una storia tratta da un sogno]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Psycho Virgin:
Questa storia ha come unico e solo scopo, quello di dare sfogo alle mie fantasie più assurde. Tratta semplicemente di una storia ambientata in un fantomatico universo alternativo, in cui nell’odierno Duemilatredici, i Beatles hanno sui trent’anni (John,31;Paul,29;Ringo,31;George,28.), al picco del loro debutto come solisti e come artisti di fama mondiale
Questa storia parlerà del legame particolare che verrà a legarsi tra queste due metà, John Winston Lennon e   Amber Charlotte Reed; Questa storia è stata tratta da un mio recente sogno, e il mio sogno voleva che John Lennon, oltre ad essere un attivista,pacifista e meraviglioso artista ad ogni effetto, fosse anche un filosofo ed un fotografo professionale. Quindi ci saranno queste due nuove costanti che modificheranno un po’ la vita di John, portandomi a dover aggiungere il carattere “OOC” alla storia. Abbiate pazianza! E come piccolo particolare che la differenzierà, avrà al posto dei titoli ad ogni capitolo, una piccola frase tratta dal libro mio ispirato e personale,
“Il Guerriero della Luce” del mio scrittore preferito d’eccellenza, Paulo Coelho. Quindi dedico a lui questa piccola Long, perché ogni suo libro è per me una perla di saggezza che mi aiuta a crescere ed andare avanti.
Davvero, non esistono scrittori migliori.
 

A Paulo Coelho e ai suoi meravigliosi libri!
Ai ragazzi del corso di dinamica mentale;
A quella vita che Amber Reed ha sempre desiderato, ma che non ha mai avuto,
Perché in fondo a tutte noi, c'è una Amber Reed, pronta a nascondersi dalla gente,
Nel suo dimenticatoio.

 
 
P.S. premetto che il libro sarà ogni qualvolta aperto a caso, e prenderò ispirazione per ogni capitolo dalla frase che comparirà dal libro.
P.S. del P.S.
Amber Reed: Zooey Deschanel
Silvye Quinn: Amanda Seyfried
John Lennon: John Lennon.

 

Pagina 73;
 
˜ *˜
Il Guerrireo della Luce sa che tutti hanno paura di tutti.
Questa paura si manifesta generalmente in due forme:
Attraverso l’aggressività, o attraverso la sottomissione.
Perciò,quando si trova davanti a qualcuno che gli ispira timore, il guerriero ricorda che l’alto ha le sue stesse insicurezze. Ha superato ostacoli simili, ha vissuto gli stessi problemi. Ma sta affrontando la situazione in modo migliore.
Perché? Perché si serve della paura come motore, non come freno.

Allora il guerriero apprende dall’avversario, e si comporta nella stessa maniera.

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Ciao, Sono Amber Reed, La fotografa.
[e questa, è la mia vita!]
Storia di una Donna che viveva nel dimenticatoio.

˜Una storia tratta da un sogno˜
 
 
ATTENZIONE:
questa storia è un’utopia!


 
                                                  

 
Ciao, sono Amber Evey Reed, e sono originiaria dello United Kingdom, precisamente Manchester.
Sono nata il ventinove di febbraio, quindi, tecnicamente, compio gli anni ogni quattro anni. È un punto a mio favore, invecchio più lentamente di altri!
Sapete, voi, chi è Amber Reed?
E aspete, voi, che cosa piace, ad Amber Reed?
Amber Reed ha appena Ventunanni, Amber Reed ha i capelli corti mossi e neri, le punte dei suoi capelli, però spaziano dal viola al blu, al rosa; Amber Reed non si piace: è troppo magra, bassa, ha le gamne a X, ha il seno troppo grande, il busto troppo corto, le gambe troppo lunghe; Amber Reed ama farsi Piercing, ne ha uno sul lato sinistro del labbro, un anellino nero, chiuso da una pallina di altrettanto colore; Ne ha un altro sul soppracciglio sinistro, nero anche quello, ed in fine ne ha uno sulla narice destra – un anellino nero, anche quello – senza contare le miriadi di buchi alle orecchie, pieni di anellini neri. Amber Reed è una ragazza Dark, canta in una band di Sympohonic Metal, ora lei vive a New York, e, sapete, oggi farà il suo primo servizio fotografico ad una modella poco famosa: Silvye Quinn, una ragazza dalla bellezza sublime, una ragazza da un caratterino acido ed orgoglioso, la sua migliore amica dai tempi del Liceo.
Ah! Dimenticavo! Ad Amber Reed piaccono gli uomini coi capelli lunghi e disordinati, la barba e l’aria da intellettuali o artisti, Ad Amber Reed piace il Metal ed il Rock, Amber Reed legge un libro a settimana, la lettura è la cosa più bella che esista, Amber Reed dipinge – ha fatto il liceo artistico – e disegna, Amber Reed è un’appassionata di belle Arti,musica, cinema, storia, scultura, architettura, poesia, e soprattutto Filosofia e Fotografia.
Questa è Amber Reed, questa, sono io.
Questa è la ragazza del dimenticatoio.

Questa è la ragazza che si sta guardando allo specchio, decisamente disturbata, non le piace ciò che vede.

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«Mmmh…» pensai concentrandomi sul mio volto; « dovrei farmi un altro Piercing!» pensai guardandomi, portai due dita verso il setto nasale; «Magari qui!» pensai ad alta voce; Fatto ciò andai nel mio guardaroba, e tirai fuori una maglia viola, dei Jeans neri ed attillati, un pancotto nero, e dei Dottor Martean’s Verde Pino.
Presi la mia Genesis II, una Chinon Italiana dall’età di circa sette anni. Una Macchina fotografica piuttosto giovane, pensai.
Tornai allo specchio a guardarmi nuovamente, mi voltai ed osservai il mio fondoschiena «Sei davvero orribile, dovresti chiederti perché i ragazzi non ci provano!» esclamai rivolta al mio fondoschiena orribile.
La casa pareva essere più vuota del solito, e quella meravigliosa giornata primaverile di un Aprile che fino a poco prima sembrava essersi prospettato un po’ troppo uggioso, per essere Aprile, sarebbe stata la giornata delle foto.
Sospirai rassegnata, ed uscii. 
Mi sarei dovuta incontrare con Silvye davanti al parco, a due passi dal mio piccolo appartamentino.
Camminavo parallela ad un fiume, ed osservavo la gente camminare di fretta perché in ritardo al lavoro, o ad un’appuntamento, la gente in ogni caso era sempre in agitazione. Da quando l’uomo aveva inventato il tempo, non c’era più pace nel mondo.
“Farò tardi a scuola”,”Ho l’autobus tra un minuto, maledizione!”,”dovevo essere lì ieri, ed invece…”,”se non mi sbrigo, sono morto!”,”Mi faranno una lavata di testa!” e così via dicendo. Erano le frasi tipo di ogni persona, le frasi che ognuno di noi conserva in un cassetto all’interno del cervello, pronto ad utilizzarle in caso di ritardi temporanei.
Guardavo la gente e mi sentivo oppressa, sentivo gli occhi addosso a me, perché ero diversa da tutti loro. Solo perché c’era qualche catena in più sui miei jeans, solo perché indossavo dei guanti neri senza le dita, ad Aprile, solo perché avevo la faccia perforata da ferri.
Deglutii, e continuai il mio cammino, interrompendolo distrattamente però, capitando addosso ad un povero disgraziato.
Il tipico incontro, con le persone più speciali, si fa casualmente, ad un bar perché ci si sente soli, alla fermata di un autobus, nell’attesa che non ritardi più del dovuto, per strada quando si ha fetta, sbattendoci addosso distrattamente.
Aiutai l’uomo ad alzarsi « Mi scusi! Mi scusi tanto, io non volevo, ero…ero di fretta » farfugliai distrattamente, mentre aiutavo un uomo dai capelli lunghi e mossi, sul castano chiaro, un uomo on dei tondi occhiali da vista, un naso arcuato e delle sottili labbra e delle gran basette, un uomo che avevo già visto, da qualche parte.
«Santo cielo! Voi maledetti ragazzi d’oggi! Dove l’avete lasciata, la testa? Nell’iPod??» commentò cinico, sistemandosi la giacca bianca distrattamente e frettolosamente. «Mi scusi, io…» tentai di giustificarmi, ma venni interrotta da altre lamentele ed imprecazioni dell’uomo. «Si può sapere che ci facevi nel mezzo di un marciapiede con la testa per terra, ed il cervello nello spazio?» continuò fissandomi con aria di rimporvero. Avrà avuto sulla trentina d’anni, forse trentacinque o anche trentotto anni. Era in ogni caso, molto più grande di me, ma non così tanto da potersi pemettere frasi diffamartorie verso “i giovani d’oggi” ! «Io…stavo andando a fare un servizio fotografico, sa, è il mio primo servizio ed ero un po’ agitata e distratta…» sussurrai timidamente. L’uomo innarcò la testa e mi fissò; « Sei una fotografa?» mi domandòp tutt’untratto come interessato; Annuii timidamente «sono alle prime armi, ecco…» L’uomo mi porse la mano «Io sono John Lennon, molto piacere!» esclamò stringendomi la mano. Restai fulminata all’istante: Ecco dove l’avevo già visto!! A suonare con i Beatles, e a ptotestare pacificamente contro la guerra! Ecco dove l’avevo visto!!
«A…Amber Reed» risposi alla stretta, arrossendo violentemente per l’imbarazzo. «Lei è davvero…?»
Domandai senza finire la domanda, non ce n’era bisogno. L’Uomo,John, annuì lentamente, con un sorriso beffardo sul volto. «Ora ti prego, non metterti a strillare, per Diana, è già tanto se riesco a girovagare per New York indisturbato, essendo scambiato per un sosia qualunque o una persona somigliante a John Lennon, quindi non urlare, ragazzina, intesi?» questa volta fui io ad annuire lentamente. Era davvero John Lennon, maledizione!! Era davvero un ex Beatle, un attivista, un cantante, un poeta, un pittore, un filosofo ed un fotografo di fama mondiale! Era davvero lui, in carne ed ossa, ed io, Amber Reed, ci avevo sbattuto contro, distrattamente.
«E così sei una fotografa alle prime armi, eh?» domandò affiancandomi ed iniziando a fare la strada con me, a quanto pare non aveva dove andare, o di che fare.
«Sai, anche io sono un fotografo, potrei insegnarti tranquillamente qualche trucchetto, sai?» disse fissandomi insistentemente, mi sentivo a disagio, dovevo in contrarmi con Silvye, ed ero arrivata al punto d’incontro predefinito.
«Sarebbe davvero magnifico, Signor Lennon!» dissi sorridendo timidamente. «Meraviglioso, ragazza! E non darmi del lei, dannazione!» esclamò fissando il cielo, si poteva benissimo vedere quanti sogni nascondessero quei piccoli occhi bruni, nascosti da degli occhialetti tondi e scuretti. «Senti, Amber, ma non ti hanno fatto male, tutti quei buchi?» domandò tutt’untratto fissandomi i Piercing neri, sorrisi divertita, avevo sentito troppe volte quella domanda.
«La prima volta si, ma dopo che ne fai un altro er un altro ancora, non fa più male, però posso assicurarti che la scaga è la stessa ogni volta che un ago sta per trapassarti la pelle!» esclamai ridacchiando timidamente, avevo fatto disgustare John Lennon, intento a farsi venire i brividi per ciò che avevo appena detto, sorrisi nuovamente, quell’uomo era…esilarante e carismatico.

   
 
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