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Autore: Agnetha    07/04/2013    1 recensioni
La barchetta viaggiava alla deriva ormai da giorni, non ero certa di quanti ne fossero trascorsi , quello che sapevo era che le scorte di cibo erano ormai finite e quelle d'acqua erano ormai al limite. Ero scappata da un'esistenza invivibile e da un uomo che detestavo con tutta me stessa, al punto da rischiare la mia vita prendendo il mare alla meno peggio. Mi auguravo soltanto che lui mi credesse morta e che non mi cercasse.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Yonkou
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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La barchetta viaggiava alla deriva ormai da giorni, non ero certa di quanti ne fossero trascorsi , quello che sapevo era che le scorte di cibo erano ormai finite e quelle d'acqua eranoormai al limite. Ero scappata da un'esistenza invivibile e da un uomo  che detestavo con tutta me stessa, al punto da rischiare la mia vita prendendo il mare alla meno peggio. Mi auguravo soltanto che lui mi credesse morta e che non mi cercasse. Pensavo che avrei avvistato le coste dell'isola di Hermetica, un'isola non facile da raggiungere per via delle correnti marine e dei venti che spingevano le navi a largo inpendendone l'attracco al porto. Solo un navigatoremolto esperto oppure un Eternal Pose potevano avere qualche shance chance di superare l'ostacolo. Il possedevo l'oggetto e pensavo che avrei avvistato l'isola nel giro di tre giorni ma di giorni ne erano trascorsi sette di Hermeteca non vi era alcuna traccia. L'ago puntava sempre nella stessa direzione ma evidentemente le terribili correnti e i venti di cui si parlava tanto mi spingevano a largo. Probabilmente ci stavo girando intorno senza tuttavia riuacire a vederla. Mi sentivo disperata, stavo rischiando di morire. La mia conoscenza del mare era limitata e quella in cui mi stavo cimentando non era impresa per un navigatore non esperto come me. Tuttavia l'idea di tornare indietro mi faceva contorcere lo stomaco, nonostante tutto. A quel punto speravo soltanto d'incontrare una nave che mi soccorresse. Intanto io cercavo di resistere bevendo il minimo possibile la poca acqua che mi era rimasta e risparmiando le scarse forze che ancora mi tenevano in vita. Ero ormai allo stremo quando avvistai una nave all'orizzonte. Era enorme, imponente, maestosa. La sua polena aveva l'aspetto di una creatura mitologica di cui avevo letto qualcosa e visto in alcune navi di un antico popolo del passato raffigurate su alcuni libri. Speravo che mi notassero  perchè io ormai non avevo più neanche la forza di tirarmi su e gridare aiuto
E se avessero pensato che su quellac sgangherata barchetta non ci fossenessuno?
L'idea mi attravarsò il corpo come una scarica elettrica facendomi tremare. Certo, avrebbero proseguito il loro viaggio ignorandomi ed io avrei finito i miei giorni sperduta in mezzo al mare. Non potevo permetterlo! Dovevo vivere a qualunque costo, ora che finalmente ero sfuggita dalle grinfie di quell'essere spreggevole non potevo certo permettermi di morire!
Con grande sforzo mi tirai su a sedere ed infine la vidi, l'enorme veliero stava puntando proprio verso di me, mi avevano vista. Ero salva o almeno così credevo perchè la bandiera che sventolava sui pennoni era un teschio con due spade incrociate. Una nave pirata, fantastico! Benché il tempo fosse buono e il sole caldissimo mi si ghiacciò il sangue nelle vene al punto che quasi mi paralizzò. In un attimo la mia gioia si era tramutata un puro terrore. Guardai ancora le bandiere sperando di essermi sbagliata, ma non vi erano dubbi quella che mi aveva appena avvistata in mare era proprio una nave pirata. D'altra parte nel Nuovo Mondo le probabilità d'incappare in una nave pirata erano molto alte dal momento che tutti quei dannati filibustieri erano alla ricerca di ricchezza, fama e potere e di quel leggendario One Piece, croce e delizia di ogni corsato che si rispetti. E di solito nel Nuovo Mondo viaggiavano i pirati peggiori di tutti i mari, quelli che la selezione naturale aveva reso più forti e temibili. In altre parole ero finita dalla padella nella brace. E io che speravo in una nuova vita! Altro che nuova vita! Chissà cosa mi aspettava, chissà quale orribile fine mi attendeva! Sarei stata uccisa, fatta schiava, venduta a qualche bordello? Nonostante la precaria situazione in cui mi trovavo avrei preferito non incontrare quella dannata nave. Pregai solo che fossero un pò clementi e che non mi torturassero prima di liberarsi di me.
Intanto il veliero si era fermato poco lontano ed una scialuppa era stata calata in mare con due persone a bordo. La piccola imbarcazione si avvicinò alla mia ed in breve i due uomini furono sulla mia barca.
- Hei! Ma è una donna! - disse uno
- Che ci fa una donna tutta sola in mezzo al mare? -fece l'altro. Nel frattempo avevo estratto un piccolo pugnale dalla mia sacca, l'unica arma di difesa che ero riuscita a portare con me, e li minacciai di non uccidermi altrimenti se ne sarebbero pentiti. Ma il mioaspetto doveva apparire così malmesso e pietoso ai due sconosciuti i quali per nulla intimoriti mi fissarono e con un movimento veloce mi disarmarono.
- Non...fatemi del male...- l'implorai mentre la mia vista iniziava progressivamente ad annebbiarsi. Persi i sensi piombando nel buio, un buio che m'inghiottì nelle sue viscere come un mostro.
.....
Mi svegliai di soprassalto, ero dentro ad una stanza e sdraiata su un comodo letto mi trovai a fissare un soffitto mai visto prima. Una luce gentile filtrava da una finestra.Sbattei le palpebre più e più volte e ruotando la testa vidi che avevo una ago al braccio ed una flebo attaccata in infusione. Mi mossi di scatto spaventata da quella vista ed iniziai ad agitarmi ma qualcuno mi bloccò costringendomi a restare immobile. Io fissai l'uomo che mi parlò –  StateFerma, se vi muovete l'ago che avete sul braccio potrebbe uscire fuori vena. -
- Che cos'è questa roba? Che mi state facendo?! Chi siete voi?! - dissi in preda alla paura ma quell'uomo mi sorrise benevolo – Sono il medico di bordo e quella che vi sto facendo è una sacca reidratante. Siete disidratata e debilitata. Avete seriamente rischiato di morire in mare. Se la nostra nave non vi avesse soccorsa avreste vissuto al massimo per altri due giorni prima di morire per arresto cardiaco. -
Io fissai l'uomo come stordita. Lì per lì infatti non risucii a capire di cosa stesse parlando ma poi ricordai: la mia fuga, la barchetta sulla quale viaggiavo e la nave pirata che avevo visto arrivare prima di perdere i sensi. - Ah! I pirati! La nave col teschio e...due spade incrociate – Iniziai nuovamente ad agitarmi ma ancora una volta l'uomo seduto accanto a me mi obbligò a rimanere ferma.
- State tranquilla, non dovete aver paura, siete al sicuro. - La voce calma e gentile del medico mi tranquillizzò un po'.
- Io...io...ho temuto che mi facessero del male, che mi rinchiudessero in qualche brutto posto. -
- Non vi accadrà nulla di tutto questo. -
- Ma...dove mi trovo? - chiesi – dove sono finiti quei pirati? E la nave? -
- Beh...a dire la verità – l'uomo si soffermò un attimo come per soppesare le parole – vi trovate proprio sulla nave pirata con il teschio e due spade incrociate. -
- Cosa?! - Fissai il mio interlocutore incredula. Com'era possibile? Lo guardai torvo. Pensai che volesse burlarsi di me – Non prendetemi in giro! Non sono una stupida! -
- Non vi sto affatto prendendo in giro! -
- E allora volete spiegarmi dove mi trovo esattamente? -
Il medico di bordo sospirò e poi fissandomi dritta negli occhi pronunciò una frase che mi lasciò  letteralmentecon la bocca aperta.
-Vi trovate sulla Red Force, la nave di Shanks il Rosso, uno dei quattro Imperatori che governano il Nuovo Mondo. -
Sbattei le palpebre sorpresa mentre una certa rabbia iniziava a montare come un'onda impetuosa
- Mi state prendendo in giro, non è vero? - 
Quell'uomo mi stava di certo canzonando. Non era possibile che mi trovassi sulla nave di uno dei quattro Imperatori. Era già molto difficile avvistarli nel Nuovo Mondo ma trovarsi addiritura salvati da uno di loro mi sembrava ancora più impensabile. Ero sicuramente una naufraga ed un'improbabile navigatrice ma di certo non ero una stupida!
- No, non sto mentendo.- continuò lui - Siamo davvero sulla nave di Shanks il Rosso e la bandiera che avete visto sventolare è proprio la sua! Soltanto ad un idiota o ad un folle potrebbe venire in mente di copiarla. Inolte a nessun pirata che si rispetti piacerebbe che qualcuno gli rubasse la bandiera, tanto meno ad un Imperatore. -
Le parole di quell’uomo mi sgomentarono. Mi misi le mai tra i capelli temendo il peggio
- Che ne sarà di me? - moromorai - Sono perduta! -
- Vi ho già detto che non vi sarà fatto alcun male! - rispose quasi rabbioso l'uomo. Sembrava che lo irritasse il fatto che qualcuno potesse dubitare di Shansk. - E adesso forse sarebbe il caso che foste voi a presentarvi, non trovate, signorina? - lo sguardo indagatore dell’uomo non ammetteva dinieghi. Io deglutii. Non sapevo bene cosa rispondere. La domanda era arrivata improvvisa ed urgeva una spiegazione convincente. Tuttavia le uniche parole che mi uscirono dalla bocca furono: - Ecco…io mi chiamo Anita e sono scappata di casa! -
Il medico di bordo mi fissò stupito - scappata di casa? - ripeté. - E vi siete avventurata in mare con una barchetta sgangherata rischiando di morire per..scappare di casa? -
Io annuii lentamente.
- E come mai? -
- Mi spiace non posso dirlo, è una storia troppo complicata! -
- ah!ah!ah! - il medico rise divertito - certo avete avuto un bel fegato! In casa vostra dovevano esserci guai molto grossi se avete deciso di rischiare la vita affrontando l’oceano! -
- Vi prego, non  chiedetemi nulla. - lo pregai -
- Ah se non volete raccontare niente non siete obbligata -
- solo.. non riportatemi indietro, vi supplico! -
- state tranquilla, qui nessuno vi costringerà ad andare dove non volete. -
- E…il vostro capitano? Cosa ne pensa, cosa vuol farne di me? -
Il sorriso scomparve dal viso del mio interlocutore lasciando spazio ad uno sguardo serio. - Siete molto sospettosa il che è comprensibile dal momento che siamo e restiamo comunque dei pirati. - fece una pausa e poi proseguì
- Shanks non ha deciso niente, non siete un ostaggio né una prigioniera. In altre parole potete andarvene quando volete. -
- State dicendo sul serio? -
- Gia. - annui lui - adesso però devo lasciarvi. Più tardi vi porterò qualcosa per cena. Per oggi dovrete mangiare leggero ma da domani passeremo a dei pasti più sostanziosi. - L’uomo si alzò dalla sedia e raggiunta la porta uscì richiudendosela alle spalle. 
Non riuscivo a crederci. Era davvero possibile che quella gente non avesse cattive intenzioni? Davvero non mi avrebbero fatto del male?
Trascorsero alcune ore durante le quali passai il tempo a fissare il soffitto ascoltando i suoni ed i rumori che provenivano dalla nave. Tutto sembrava tranquillo, ogni tanto sentivo delle voci provenire da fuori e il rumore delle onde che s’infrangevano sulla nave. Avrei voluto alzarmi tuttavia mi sentivo troppo debole e stanca per farlo. Dovevo ritenermi molto fortunata ad essere ancora viva, benché fosse gente di dubbia moralità i pirati della Red Force mi avevano soccorsa e salvato la vita. Il minimo che potessi fare era dimostrarsi almeno la mia gratitudine. Decisi che non appena ne fossi stata in grado sarei andata da Shanks il Rosso in persona e lo avrei ringraziato come si doveva.
 
 
** Bene, dopo lunghe meditazioni e ripensamenti continui ho finalmente “partorito” il primo capitolo di questa Fan Fiction che giace scritta su dei quadernoni già da un po’. Mi scuso subito per eventuali errori ed inesattezze che potrete incontrare nel corso della lettura e spero che vogliate perdonarmi.
Ringrazio Glenda per aver pazientemente supervisionato la stesura di questo primo capitolo.
Spero vi piaccia
 
Agnetha
 
  
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