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Autore: Kwassakwassasisa    07/04/2013    4 recensioni
Raccolta di Drabble su morti improbabili.
Storie basate su fatalità che posso avvenire tutti i giorni.
Spero che vi possa piacere~
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Spasmi



Vive a Tobruk, nella Libia Orientale.
Nonostante la povertà, l’uomo è piuttosto fedele alla religione. Ripone ogni sua speranza in un dio che è sicuro che esista, da qualche parte nell’alto dei cieli.

La settimana è appena iniziata e l’uomo sente di star male. Influenzato. Rimane a letto per tre giorni. Sente la febbre alta, si sente debole, non riesce neanche ad alzare il busto per vomitare l’anima a terra. Non si spiega come tutto ciò possa essere accaduto in così poco tempo. Non ha mai sofferto di una febbre così grave e alta.
Al quarto giorno d’agonia si guarda la mano di sfuggita e in uno spasmo, la vede completamente gonfia. Sbatte più volte le palpebre, e si rende conto che non era solo frutto della sua immaginazione e del delirio. La mano è tre volte più grande di prima. Alla vista di quell’obbrobrio, l’uomo va nel panico. Ma la forza non lo assiste. Vive da solo, non ha soldi sul telefono e non può chiamare nessuno. Come se non bastasse è certo che non riuscirebbe mai ad arrivare al comodino al lato opposto della camera per afferrarlo. E le allucinazioni non lo aiutano. Gli fanno vedere le cose in modo poco chiaro, scatti d’irrealtà. Il telefono sembra essere a cento chilometri di distanza e fatica anche solo ad alzare lo sguardo per puntarlo su di esso. Non riesce ad afferrarlo neanche con lo sguardo, il suo unico appiglio alla vita.
Presto l’infezione attraversa tutto l’organismo e lo sente.

Il respiro si fa più lieve, debolissimo, un sussurro esanime. Sembra che la sua anima stia volando via dalle sue labbra assieme ai suoi ultimi respiri.
Un’ultima allucinazione lo assale, un attimo prima di perdere completamente i sensi.
Un immagine di una domenica che sembra adesso così lontana.
In chiesa, si scambia un segno di pace con un signore dalla mano paffuta e un espressione moribonda. Adesso capisce perché quella mano fosse così paffuta. Aveva sentito una voce: diceva che la peste era tornata in città, ma non vi aveva dato peso. E adesso si ritrova in fin di vita, nonostante fosse andato in quella chiesa alla ricerca della salvezza e dell'aiuto del suo Dio.
Spalanca gli occhi un’ultima volta, con il terrore inciso nei suoi occhi e poi li chiude definitivamente.





~Angolo di Sisachan~

Salve a tutti! Ho avuto un po' di diffcoltà a pubblicare questo capitolo perché l'Editor del sito non andava. Adesso ho scaricato Nvu, e spero di trovarmi bene!
Ad ogni modo, questo capitolo, da come avete notato è il doppio degli altri e mi sono sentita abbastanza da schifo---. Cioè.. Doveva essere una raccolta di Drabble ma questa sembra di più una Flashfic. Scusatemi, il problema è che non sono riuscita ad essere più breve :"
Ad ogni modo, come avete capito, il giovane uomo si è preso la peste dando la mano ad un qualsiasi uomo in chiesa a sua volta morente.
Non è forse una sfiga assurda come nelle altre storie? xD
Fatemi sapere cosa ne pensate <3


   
 
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