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Autore: Nori Namow    07/04/2013    6 recensioni
Harry più la osservava, più si chiedeva perché non fosse un gatto anche lui.
Magari proprio il gatto di Louis, che poteva dormire con lui, mangiare con lui, guardarlo mentre si spogliava.
-Beata te, che puoi strusciarti contro Louis quanto ti pare.- il riccio emise un sospiro sognante, sorridendo poi malizioso mentre faceva pensieri che è meglio non scrivere.
Però quel sorriso scomparve quando ritornò vicino al portone di casa sua, pronto a spaparanzarsi sul divano.
Rimase per due minuti buoni, ad osservare la porta chiusa.
E le chiavi che non aveva.

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Minilong/ Larry Stylinson
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Green





La prima cosa che Louis notò in Harry, furono quei grandi occhi verdi.
Avevano lo stesso colore dei prati dove si stendeva quando era bambino e andava in campagna, facendo saltellare via qualche cavalletta che, spaventata, era scappata via. La tranquillità che quegli occhi trasmettevano solo facendosi guardare, era impressionante.
Louis cercò qualcosa da dire che non fosse totalmente imbarazzante, perciò pensò di chiedergli:
-T-Tu chi sei?
E in quel momento il ventunenne di maledisse pensando che quel ragazzo più giovane, ma più alto di lui, potesse mandarlo in posti poco carini per poi spingerlo giù dalle scale e porre fine alla sua vita.
Il giovane dai capelli ricci e castani lo osservò sorpreso, poi si mise a ridere. Louis notò che aveva una fila di denti bianca e dritta,
e quando sorrideva si potevano notare le fossette che gli conferivano un’aria innocente e infantile.
Il moro riuscì a fatica a reprimere l’impulso di premere l’indice sulle fossette adorabili del ragazzo, e si limitò ad arrossire.
Il giovane gli porse una mano, inclinando appena la testa riccioluta su un lato.
-Io sono Harry Styles, mi sono appena trasferito nell’appartamento accanto al tuo.-
Louis gli sorrise educatamente, stringendogli poi la mano. Il tocco gli causò una scarica di brividi, e il calore che la mano di Harry trasmetteva, avrebbe voluto portarlo con sé per sempre.
-I-Io sono…- tentò di parlare inutilmente. Perché Louis aveva improvvisamente dimenticato il proprio nome?
Sarà stato lo sguardo penetrante del ragazzo, o i due uccelli tatuati sul suo petto che spiccavano nonostante la presenza della maglietta bianca, o proprio quel petto, muscoloso e tutto da accarezzare.
Magari erano i capelli che forse erano ricci, ondulati, o semplicemente disordinati ma perfetti.
Forse, molto probabilmente, quasi sicuramente, erano tutte quelle cose messe assieme.
Harry gli risparmiò l’ennesima figuraccia, indicando con il capo il portone dell’appartamento di Louis.
-Louis Tomlinson, vero?- chiese conferma, arrossendo poi misteriosamente.
-N-Non sono un ficcanaso, è che ho sentito un miagolio proveniente dal tuo appartamento e l’o-occhio è caduto sul c-campanello-
Balbetto giustificazioni mentre si torturava le mani, quasi come a volerle distruggere.

A Louis piacevano le persone timide, quelle che arrossivano anche solo immaginando qualcosa che potesse metterle in imbarazzo.
Adorava il modo in cui le guance si imporporavano, regalando un’aria sbarazzina all’individuo che, consapevole di aver assunto le
sfumature di un pomodoro, abbassava lo sguardo assumendo una colorazione di rosso più evidente.
Della serie “arrossisco perché sono arrossito”.
Perciò quando gli occhi verdi di Harry osservarono il suolo, Louis si sentì smarrito per un attimo.
Come quando giocavi per otto ore consecutive a World o Warcraft, facendo salire di livello il tuo Blood Elf Hunter, e poi ritornavi alla realtà, chiedendoti come fosse possibile che quel mondo, quello vero, fosse così noioso e scontato.
O come quando leggevi Hunger Games ed eri immerso nell’arena insieme a Katniss, per poi chiudere il libro e guardarti intorno.
E ti domandavi perché fossi circondato da persone che non vivevano nei distretti, né a Capitol City, né a Panem.
Perciò lo smarrimento di Louis venne sostituito dallo strano bisogno di verde, di quel verde.

-Ti piacciono i gatti?- domandò allora con voce squillante, facendo ridurre radicalmente il rossore sulle guance di Harry.
Riapparirono le fossette, mentre Louis teneva a bada i pensieri poco casti che stava facendo su quel ragazzo.
Era bellissimo, indubbiamente. La scintilla che Louis avrebbe preferito non scatenare, conoscendo il dolore dell’amore non ricambiato.
-M-Moltissimo. A casa mia, ad Holmes Chapel, ho una gatta. Si chiama Dusty.- spiegò Harry animandosi improvvisamente,
come se parlare di quegli strani felini, pigri ma scaltri, potesse farlo sentire fisicamente e mentalmente bene.
Perché è questo l’effetto che un gatto ha su di te; l’eterna tranquillità.
Una tazza di cioccolata calda, dei biscotti al cioccolato, le coperte che ti attorcigliano le gambe come se fossi stato mummificato.
E poi c’erano le cose più belle di tutte: un camino con il fuoco scoppiettante e un gatto che non smetteva di fare le fusa e di
camminare sul libro che stavi tentando di leggere.
Se Louis avesse potuto paragonare Harry ad un animale, quello sarebbe stato il gatto.
Non sapeva perché, però ce lo vedeva bene con due orecchie feline fra quella massa di capelli, il naso nero e i baffi lunghi.
Se lo immaginava mentre strusciava la testa verso la sua spalla, facendo le fusa come era solita fare Lucille.
Louis si riscosse dai suoi pensieri stupidi, poi si avvicinò al suo portone per non dare l’impressione di aver appena sviluppato una qualche specie di dipendenza nei confronti di Harry. Fece un cenno con il capo verso la porta, sorridendo sornione al riccio.
-La mia gatta invece si chiama Lucille. Vuoi vederla?- domandò cautamente, mentre i battiti cardiaci aumentavano all’improvviso,
rincorrendosi l’un l’altro. Non voleva dare l’impressione di essere un maniaco o un pervertito, voleva solo essere gentile.
Harry sembrò riflettere un attimo sulla richiesta di Louis, se potesse fidarsi di un completo sconosciuto nonostante avesse degli occhi
che avevano una sfumatura tutta loro, quella che persino il mare e il cielo invidiavano.
Si morse il labbro inferiore, rischiando di uccidere Louis facendogli venire un infarto, poi sorrise e fece un passo avanti.

Ogni azione che quel ragazzo eseguiva, poteva essere una potenziale arma del delitto; ucciso da un sorriso, dalle sue labbra rosee e piene, dalle sue fossette.
Bel modo per morire, pensò Louis.
Harry gli si avvicinò ulteriormente per spiare oltre la porta appena aperta dal ragazzo, alla ricerca della palla di pelo vivente.
Senza volerlo – ma in fondo lo voleva eccome – sfiorò la sua spalla con quella di Louis. Finse di non dare troppo peso a quel semplice contatto fisico, poi sorrise sghembo, un sorrisetto che gli appariva sul volto solo in una circostanza: gatti simpatici nelle vicinanze.
Lucille era uscita dal suo nascondiglio ed era corsa con passetti veloci verso Louis, mentre il campanellino che portava al collo tintinnava impazzito. Louis l’aveva presa il braccio, e la gatta aveva cominciato a coccolarlo come solo lei sapeva fare.
Come solo lei faceva.
Strusciava la sua testolina contro il collo di Louis, mentre lui la teneva stretta fra le sue braccia possenti.
Harry si diede dello stupido, meravigliandosi di provare invidia per un felino per motivi diversi dal dormire, mangiare ed essere trattato come un Dio, dando in cambio qualche morso o leccata sulle mani.
Si chiese come si sentisse Lucille in quel momento, felicemente accoccolata fra le braccia del suo padrone che le sorrideva contento.
Si chiese in particolare, cosa si provasse a ricevere un sorriso del genere.
Perché Harry aveva ricevuto quel sorriso pieno d’amore solo da Jack, ma scoprì poi in futuro che era tutta una bugia.

La scommessa che il ragazzo aveva fatto con gli amici, ovvero far innamorare quel ‘frocio di Harry Styles’ di lui in un mese e mezzo.
E ci era riuscito, il bastardo, senza nemmeno il bisogno di sfiorarlo più del solito. Ad Harry erano bastate le parole dolci e di conforto,
i sorrisi, le carezze. Avrebbe dovuto capirlo che appena dette le famose parole, lui gli avrebbe riso in faccia e mandato a quel paese.
Era una ferita che bruciava ancora, nonostante fossero passati due anni.
Rimasero in silenzio, Harry e Louis, mentre Lucille riceveva coccole da entrambi e nel frattempo si deliziavano con il dolce suono delle sue fusa.
-Sono poche, le persone che saprebbero amarci più di quanto faccia un gatto.- Louis diede voce ai suoi pensieri, pentendosene subito dopo.
Probabilmente Harry gli avrebbe riso in faccia e sarebbe ritornato nel suo appartamento, chiedendogli di farsi curare da un buono psicologo.
Invece, le parole del riccio lo spiazzarono completamente.
-Già. E quando le troviamo, dovremmo tenercele strette.- sussurrò sovrappensiero, perso in un mondo nel quale lui era l’unico ad avere accesso. Grattò Lucille dietro l’orecchio destro mentre quest’ultima inclinava la testa, rilassata.
-La parte difficile, secondo me, è trovarle.- continuò Louis, sorprendendosi di quanto le mani grandi di Harry fossero perfette e delicate.
-Io invece credo che la parte più difficile sia amarle e tenercele strette, Louis.- ribatté Harry.
Diede un’ultima carezza a Lucille, poi sorrise a Louis e alzò la mano in segno di saluto.
-Ci si vede in giro, Lou. Posso chiamarti Lou, vero?-
Il moro annuì ridendo, trovando quel soprannome carino, a differenza di quello che gli appioppava la madre da quando aveva memoria.
-Beh, sempre meglio di Boo Bear.-
Risero entrambi, sentendosi stranamente bene, in pace con se stessi.
Un ragazzo dagli occhi verdi, uno dagli occhi blu, e un gatto che faceva le fusa.
Harry mise in mostra le fossette, facendo poi qualche passo indietro senza mai voltare le spalle al suo nuovo amico.
Subito dopo svanì nel suo appartamento, desiderando però di portare quel Louis con sé, a costo di trascinarlo per i capelli.





awww ed ecco il secondo capitolo di questa mini long diversa dalle altre.
sì, è diversa. insomma, chi è la cogliona che parla di gatti? HAHAHAHA IO, ECCO CHI.
comuuunque, volevo ringraziare le 9 persone che hanno recensito,
i membri del gruppo Facebook 'Larry Stylinson is the way', quelli che hanno messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate.
vi amo tutte, sappiatelo.
Insomma, finalmente questi due si sono incontrati (in circostanze poco romantiche,
a meno che per voi rischiare la morte cadendo dalle scale non sia romantico. LOLLINO)
beh, e questo è quanto. Vi amo tutte.
Ed è raro che io ami tutte.
Di solito non amo nessuno.
Tranne i gatti, quelli li amo sempre.
E INFATTI HO TROVATO UN ACCOUNT INSTAGRAM CHE MI HA FATTA MORIRE DI DIABETE. 

http://instagram.com/nala_cat Non è bellissima?!
Boh, grazie a tutte/i ♥
al prossimo capitolo c:
   
 
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