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Autore: Thiana    07/04/2013    1 recensioni
Inizialmente scritta per il contest "Album musicale - quando una canzone diventa storia" purtroppo non portato a termine.
Dal testo: "Odiava litigare con Vic, eppure anche quella volta aveva sbattuto la porta della sua camera, sbuffando per le scale.
Litigare con Teddy la lasciava sempre con i sensi di colpa. Nonostante fosse certa di essere dalla parte della ragione, il ragazzo la faceva sempre sentire in errore. Lui era sempre così perfetto, sempre così… Ted."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Skateway*

 
 
Odiava litigare con Vic, eppure anche quella volta aveva sbattuto la porta della sua camera, sbuffando per le scale. Si era fermato solo per lanciare un’occhiata di scuse a Fleur, che li aveva sentiti litigare dal piano inferiore.
Lei l’aveva fermato e si era avvicinata, per poi alzarsi e dargli un bacio sui capelli, sorridendogli con dolcezza.
«Farete pasce, vedrai.» L’aveva lasciato andare, conoscendo bene il ragazzo e ancor di più sua figlia. Non era facile avere a che fare con la sua prima figlia.
Le ricordavano lei e Bill, sempre arrabbiati l’uno con l’altra.
Ted le aveva sfiorato una mano in ringraziamento, poi era uscito.
Ed era finito lì, come ogni volta.
Il sole che tramontava lasciava che il riflesso del sole sul mare accecasse i passanti e il vento freddo che tirava da nord sicuramente aveva contribuito a svuotare la piccola passeggiata sul mare.
I pochi che rischiavano ad avventurarsi erano vecchietti tenaci stretti nei loro parka o giovani coppie sui pattini.
Sorrise, nonostante la lite appena avuta con la sua ragazza. Due ragazzi sui pattini che si tengono per mano, sfidando il vento e il freddo con niente oltre al loro amore. Sorridenti, raggianti.
 
 

 Litigare con Teddy la lasciava sempre con i sensi di colpa. Nonostante fosse certa di essere dalla parte della ragione, il ragazzo la faceva sempre sentire in errore. Lui era sempre così perfetto, sempre così… Ted.
Sobbalzò al rumore della porta sbattuta e, pochi secondi dopo averlo visto smaterializzarsi direttamente dal vialetto di casa sua era scesa e aveva incontrato sua madre per le scale. Si era abbassata per darle un bacio sui capelli e poi l’aveva lasciata andare, bisbigliando solo che le cose sarebbero andate bene, che loro due avrebbero fatto pace. L’accento di sua madre rendeva sempre tutto così bello che quasi si convinse che quelle sole parole potessero aggiustare le cose.
Aveva seguito i passi del ragazzo sul vialetto, poi si era smaterializzata, rimpiangendo di non aver preso neanche un giacchetto.

 
 
Agosto 2005.
«Zio Harry, ma non è giusto!» si lamentò il piccolo Ted, con i capelli che diventavano azzurri sotto il casco, allacciato sotto il mento.
Il bambino sopravvissuto, guardandolo con gli occhi verdi sgranati, prese la mano di sua moglie, sorridendo. Sua moglie era grande come una mongolfiera, come aveva detto Ginny stessa. James sarebbe dovuto nascere da un giorno all’altro e, per prepararsi alla vita da genitori, avevano portato Vic e Teddy sulla pista di pattinaggio ma la ragazzina, dispettosa, non faceva che ridere delle cadute del maschietto, pattinando con più grazia.
«Teddy, alzati e falle vedere quanto siamo bravi noi maschietti!» Gli aveva risposto il suo padrino, strizzando l’occhio a Ginny e avvicinandosi per aiutare il ragazzino ad alzarsi. «E poi secondo me Victoire è solo gelosa dei tuoi capelli.» Il suo figlioccio rise e, subito dopo, partì verso l’amica per una rivincita.
Arrivato da lei, però, cambiò idea. Sorrise, mostrando lo spazio vuoto tra i denti da latte, e le prese la mano.
«Vic, m’impari a pattinare bene come te?» Allargò ancora il sorriso, quando la biondina annuì, trascinandoselo dietro con poca grazia.
 
 
 
 
 

Con il palmo della mano si strofinò gli occhi, asciugandoli dalle lacrime.
Non avrebbe pianto, in altre circostanze. E sapeva benissimo a cosa era dovuto tutto quello. L’aveva scoperto solo pochi giorni prima, e avrebbe dovuto dirglielo ma i preparativi del matrimonio la impegnavano molto e, in giornate come quella, creavano persino liti. Cos’aveva chiesto al suo futuro sposo? Solo di essere più partecipe con i preparativi, e non lasciare tutte le decisioni a lei.
Tre settimane. Mancavano soltanto tre settimane al matrimonio.
Avrebbe dovuto dire a Ted del bambino –o la bambina- eppure quella lite aveva rovinato tutto.
Asciugando le ultime tracce di lacrime dal viso mise a fuoco il paesaggio. Ricordava quel giorno come il giorno in cui si era innamorata di Teddy. Un afoso giorno di Agosto. E aveva soltanto cinque anni. Tirò su con il naso, ringraziando la poca quantità di gente presente.

 
 
Sembrava un sogno, però.
O aveva preso una gran botta in testa o Victoire aveva avuto la sua stessa idea.
Sbatté gli occhi più di qualche volta, cercando di fare reagire occhi e mente allo stesso momento. Non avrebbe potuto scambiarla con nessun’altra. La sua Vic, con i capelli scompigliati dal vento e le braccia strette contro il petto.
Corse senza neanche pensarci, chiamando il suo nome. Quando l’abbracciò stretta non disse nulla, perché tutto stava in quell’abbraccio, in loro due.
L’amava come non aveva amato nessuno mai, ed era tutta la sua famiglia. L’avrebbe sposata dopo pochi giorni, lasciando che lei facesse di lui l’uomo più felice del mondo.
Eppure ora era lui a rendere infelice lei, o così poteva intuire dalle tracce di lacrime degli occhi di lei.
La strinse ancora, respirando il suo profumo.
E quel giorno, quasi un quarto di secolo dopo averla conosciuta, si promise di non farla soffrire più. Le posò le labbra sulla fronte, respirando a fondo.
«Torniamo a casa, Vic. Torniamo a casa.» E si smaterializzò così, portandosela via con lui, lasciando il sapore delle lacrime al vento freddo del nord.
 
 
 
*Titolo gentilmente offerto dai Dire Straits, e dal loro favoloso album Making Movies.
One shot scritta per il contest “Album musicale – quando una canzone diventa storia.” purtroppo mai completato.
 
Il contest qui: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10458508&p=1
 
   
 
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