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Autore: BuryIt    28/10/2007    8 recensioni
A Vesuvium e Solembum. "Un vicolo buio, la ragazza impaurita e l'uomo scuro che la insegue. Ed Edward, Edward a caccia, terribile e glorioso come un giovane dio, inarrestabile. la ragazza gli sarebbe stata grata o ne sarebbe rimasta ancora più terrorizzata?" questa ff è ambientata nel 1930, nel periodo di "ribellione adolescenziale" di Edward, quando lui aveva deciso di nutrirsi di sangue umano. Spero vi piaccia è la mia prima ff su Twilight, buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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~Somebody Help Me

Il crepuscolo. 
Per me il momento più bello della giornata. 
Il sole che tramonta, le luci che si accendono. La tranquillità. 
Quella che di certo non mi aspettava a casa. 
Non volevo ritornare. 
Aperta la porta mi avrebbero aspettato solo altre urla, altri strilli, altre percosse. 
Come ogni sera.

Camminavo sotto i lampioni accesi, lungo una strada poco trafficata. Ogni tanto qualche macchina passava sferragliando lungo la strada. 
Sentivo la seta leggera della mia veste strusciarmi contro le caviglie.
Non avevo guadagnato abbastanza soldi qual giorno. 
Rabbrividii pensando a quello che mi sarebbe spettato a casa. I graffi sulla mia pelle bruciavano ancora.
Non sapevo dove stessi andando, i miei piedi andavano da soli. 
Una vecchia Morris mi passò rumorosamente accanto, scompigliandomi il vestito leggero che indossavo.
Pian piano il rumore intorno a me si fece via via più fievole. Quando ormai i rumori della città mi sembravano solo un sussurro lontano mi accorsi che i miei piedi avevano imboccato un vicolo buio. 
Era piccolo e sudicio, come tanti altri in città. Un brivido, non so se di freddo o di paura, mi percorse la schiena mentre mi guardavo sperdutamente intorno. 
Semplice: mi ero persa.
Provai a tornare indietro ma mi sembrava di essere entrata in un labirinto; un labirinto di strade, vicoli e porte. 
Come avevo fatto ad arrivare laggiù?
Il panico iniziava ad affiorare. 
Alle mie spalle sentii un fruscio. 
Mi voltai di scatto ma nn vidi assolutamente nulla, solo la strada che si scuriva sempre di più con il sopraggiungere della notte. Ripresi a camminare sempre più nervosa.
“Ehi bellezza...”
Mi bloccai di colpo, congelata dalla paura. Mi voltai lentamente, mentre il familiare odore dell’alcool mi invadeva le narici. 
Un omaccione stava in piedi davanti a me con un ghigno stampato in faccia. 
Rabbrividii di nuovo, questa volta, ne ero certa, non era per il freddo.
Cercai di correre via ma le mie gambe non rispondevano. 
Avrei voluto urlare ma dalla mia gola non usciva un fiato. 
Ero pietrificata.
L’uomo senza smettere di ghignare mi prese per un braccio torcendomelo dietro la schiena, stringendomi in una morsa dolorosa.
“Adesso noi due ci andiamo a divertire, vero, bellezza?” mi alitò addosso e il puzzo di alcool mi avvolse completamente, stordendomi.
Avevo paura. 
Una paura folle. 
I miei occhi iniziarono a lacrimare per il dolore. 
Mi aveva immobilizzata. Anche potendo non avrei potuto muovere un passo.
Poi successero molte cose contemporaneamente. 
Udii un ringhio, cupo, minaccioso. 
L’uomo che mi reggeva urlò “Ehi, ma cosa...?” Non ebbe il tempo di terminare la frase. Un urlo di dolore irruppe dalla sua bocca, mentre io cadevo a terra, spinta con forza.
Alzai lo sguardo verso l’alto e quello che vidi mi lasciò senza fiato. 
Un ragazzo teneva fermo l’uomo che mi aveva aggredito e lo mordeva, al collo. 
Il sangue scendeva copioso dalla ferita procurata dai denti aguzzi del mio salvatore. 
La mia testa era incapace di formulare un solo pensiero coerente ma una parola era chiara nella mia mente:
“Vampiri... “ sussurrai inconsciamente.
Ero spaventata ma, non so come, sapevo di essere al sicuro adesso. 
Il panico andava affievolendosi sostituito da uno strano calore, mai provato prima. 
Il fatto di essere in presenza di una creatura leggendaria non mi premeva minimamente.
D’un tratto il vampiro lasciò cadere l’uomo a terra. 
Evidentemente non aveva più sangue da versare.

La sua pelle bianca riluceva nel buio del vicolo, ma la luce ormai completamente assente mi impedì di vedere i suoi lineamenti. 
Riuscii a vedere solo il colore dei suoi capelli: bronzei e scompigliati.
Guardai il mio strano salvatore. 
Avrebbe morso anche me? 
Sinceramente non me ne importava granché.
Per un istante il mio sguardo incontro il suo. I suoi occhi erano rossi, come il sangue che aveva appena bevuto. 
Involontariamente rabbrividii.
Un refolo di vento mi scompiglio i capelli, chiusi gli occhi per un secondo, ma quando li riaprii lui era sparito.
Mi alzai in piedi barcollando e mi guardai intorno, ma di lui nessuna traccia. 
Era svanito nella notte.

   
 
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