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Autore: Poppy    28/10/2007    2 recensioni
Di solito per presentare le mie storie metto il brano che più, secondo me, le rappresenta. Eppure per questa non ho trovato nulla... sono tanti momenti diversi che non possono essere concentrati in un unico paragrafo. In Derek&Lee c'è la storia di un bambino e dei suoi incasinati e giovani neo genitori. C'è la vita di un ragazzo che più si allontana dalla famiglia, più inizia a vivere. E, ovviamente, non può mancare la storia d'amore che unisce e porta compimento. Enjoy.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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derek primo cap

Capitolo primo: Derek

- E con quest’ultima notizia si conclude il telegiornale della mezzanotte. Qui dallo studio Sarah Hopkins...

- ... e James Taylor vi augurano una buonanotte.

Il silenzio calò nella stanza buia.

Un bambino si alzò dal tappeto e raccolse le macchinine con cui stava giocando.

Era tardi, era ora di andare a dormire.

Derek non voleva mai fare troppo tardi la notte, perché sapeva che se fosse rimasto sveglio la mattina non sarebbe riuscito a tenere gli occhi aperti.

E poi il giorno dopo c’era scuola e la maestra interrogava sempre in storia, il mercoledì.

Posò i giocattoli nello scatolone vicino al tavolo di legno e prese le chiavi per chiudere la porta di casa.

Ritornando indietro, il suo sguardo cadde sul latte che poco prima aveva tirato fuori dal frigo.

Scosse la testa: quella sera non avrebbe bevuto niente prima di dormire, neanche la camomilla; aveva troppo sonno per rimanere ancora alzato, anche se per poco.

Si rifugiò nella cameretta e si svestì velocemente, sentendo il freddo che si faceva sempre più forte; l'inverno si stava avvicinando.

Tremava e la pelle si accapponava nell’indossare il pigiama azzurro cielo che il papà gli aveva regalato per il suo compleanno, ma finalmente poco dopo era già nel letto sotto le coperte.

Avrebbe dovuto lavarsi i denti e la mamma lo avrebbe sgridato quando sarebbe venuta a sapere che non l’aveva fatto, ma Derek non aveva per niente voglia di lasciare il morbido e confortevole piumone… ci avrebbe pensato il mattino dopo.

Gli occhi si chiusero quasi da soli quando alla fine giunse il momento di spegnere la luce.

Derek allungò la mano da sotto le coperte e raggiunse l’interruttore della lampada.

Il buio riempì la stanza in un secondo. Gli unici suoni della notte erano la musica del bar vicino e i clacson delle macchine.

Derek si accoccolò nel caldo del letto e tremò.

Fuori il vento soffiava e agitava i rami degli alberi; c’era una brutta ombra sul muro, sembrava un mostro, e Derek era quasi sicuro di aver visto con la coda dell’occhio qualcosa muoversi nell’oscurità.

Aveva voglia di piangere.

Dov’era la mamma?

Perché non tornava a casa?

Una lacrima cadde sul cuscino e Derek si addormentò piangendo.

 

Capitolo primo: Lee

Una persona che avesse visto passare Leon per strada difficilmente avrebbe potuto descriverlo.

Leon era un tipo.

Forse perché era un miscuglio di generi pericolosi, o magari perché non si classificava né da una né dall’altra parte, Leon in ogni modo raramente passava inosservato.

Non era importante la bellezza o la sua altezza, Leon avrebbe attirato l’attenzione comunque.

I capelli lunghi e raccolti in treccine erano scuri e gli ricadevano sulle spalle larghe, gli occhi erano caldi e attenti e le labbra sempre piegate in un sorriso.

Leon era un tipo piacente, amabile e affascinante. Di rado aveva la battuta pronta, ma quando qualcuno gli toccava un nervo scoperto poteva mordere con ferocia a forza di frecciate e colpi bassi.

Non era un tipo che perdonava facilmente ma la sua pazienza accettava di buon grado quasi tutti gli errori e le mancanze.

I suoi orgogli, e orrori invece dei genitori, erano i tatuaggi che si era fatto all’età di diciassette anni.

Spesso lo si poteva vedere passare la mano sul retro del collo, dove erano marchiate a vita due ali di un angelo, oppure sfoggiava più che poteva i pantaloncini per mostrare al mondo il serpente che, dalla caviglia, saliva quasi fino al ginocchio.

E alla gente che gli diceva:

-E a ottant’anni? Con quei tatuaggi cosa farai?-

Lui rispondeva, con un’alzata di spalle:

-Perché, non rimangono lì?-

 

Aloha!

Mi scuso per il ritardo ma sia io che la mia beta Fiore abbiamo avuto un periodo intenso.

Spero che questi due brevi capitoletti vi piacciano, e non disperate che il prossimo sarà moooolto più lungo e... beh, avrete una bella sorpresina ^_- !

Ringrazio Miharu (eh, lo scoprirai prestooo!!) e Resha91 per i commenti.

Un grazie particolare a FiorediLoto!

See ya!

 

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