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Autore: Ukki    08/04/2013    1 recensioni
Dedicata ad Aricchan Fubuki, una grande amica che oggi compie gli anni <3
Giornata nera per Masaki... più nera del solito, si intende.
Tutta la scuola è vittima dei suoi famigerati scherzi, e il caos dilaga nelle aule.
Quale sarà la causa di questo suo comportamento? E, soprattutto, sarà possibile porvi fine?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kariya Masaki, Sorpresa
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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 Happy Birthday, Kari-Kari!

 

Quel giorno Kariya era innegabilmente, incontestabilmente, indiscutibilmente di pessimo umore, persino per i suoi standard.

Sembrava aver deciso che tutta la scuola dovesse subire i capricci della temporalesca nuvoletta nera che pareva essergli comparsa sulla testa, e così essere risparmiati dai suoi tiri mancini divenne facile più o meno quanto diventare miliardari comprando un singolo biglietto della lotteria.

Lentamente, per le aule dilagò il caos più totale. Seminare discordia era la sua specialità, dopotutto, e lui prendeva sempre molto sul serio i compiti che si auto-affidava.

Per chissà quale contorto motivo, l'unico rimasto immune al terrore generale sembrava essere il suo sempai prediletto, nonché sua vittima abituale, rispondente al nome di Kirino Ranmaru.

Era qualcosa di piuttosto paradossale, ma forse il rosa si era ormai abituato ai suoi scherzi, per questo Kariya non si impressionò più di tanto quando, in corridoio, lo vide venire verso di lui con passo marziale e mani sui fianchi, per una volta lontano dall'inseparabile Shindou. Quello che davvero fece venire i brividi al turchese fu l'espressione sul viso del più grande. Gli ricordava tanto quella di Midorikawa quando da piccolo calpestava il pavimento appena lucidato con le scarpe sporche di fango. In genere a un'occhiata del genere seguiva una strigliata pressoché indimenticabile.

Istintivamente, Kariya lanciò uno sguardo preoccupato alle proprie scarpe, per constatare che, effettivamente, erano completamente coperte di terra. Come sempre, del resto, ma Kirino non si era mai arrabbiato per quel minuscolo particolare, nonostante la sua evidente somiglianza con Midorikawa.

Quando il rosa fu a pochi passi da lui, le braccia adesso incrociate sul petto, Masaki si esibì in quello che sperò essere uno sguardo innocente. L'aveva provato tante volte davanti allo specchio, doveva venirgli piuttosto bene, ma l'espressione di Kirino non cambiò di una virgola.

- Cosa c'è, sempai? Qualcosa non va? - cinguettò allora. A mali estremi, estremi rimedi.

- Bé, fai un po' tu. - ribatté lui stringendosi nelle spalle - Hai gettato tutta la scuola nel caos con le tue buffonate.

- Le mie non sono buffonate. - obiettò Masaki, profondamente offeso da quel termine tanto sprezzante. - Hanno classe, i miei scherzi.

- Classe o no, vedi di piantarla. Se sei di malumore vai a sfogarti da qualche parte: in palestra, sul campo da calcio, dove vuoi, ma... Vivi e lascia vivere, ecco.

Somigliava proprio tanto a Midorikawa. D'improvviso l'espressione di Kirino si addolcì un poco, velandosi di una punta di malizia.

- Senti, Kariya... Non è che hai problemi di cuore?

A Masaki passò per la mente una fugace immagine di sé stesso che crollava a terra come facevano i personaggi degli anime che guardava quando udivano qualcosa di totalmente insensato.

Si dileguò il più in fretta possibile senza aggiungere una parola. Sentiva uno sguardo malizioso incollato alla schiena. Di sicuro quell'impiccione di un sempai aveva già tratto tutte le sue conclusioni.

 

XxX

 

Se c'era qualcuno che Kariya invidiava con tutte le proprie forze, quello era il gatto che bazzicava il giardino di casa sua.

Una bestia grassa, sfamata da tutto il quartiere, che passava le giornate a dormire sotto il sole o a girellare tra le staccionate inseguendo lucertole. Il turchese aveva sempre avuto l'impressione che non fosse davvero affezionato a nessuno, e che tutte quelle fusa in cui si prodigava quando qualcuno lo nutriva non fossero altro che uno stratagemma per ottenere più cibo. Era furbo, quel gatto, tremendamente furbo.

Seduto su una panchina, la faccia rivolta al sole, stava cercando di imitarlo proprio in quel momento. Aveva iniziato a considerarlo il proprio maestro di vita. All'improvviso la luce arancione che intravedeva al di là delle palpebre chiuse scomparve.

Infastidito da quel gesto, aprì gli occhi, per poi ritrovarsi davanti le iridi smeraldine di un ragazzo che conosceva bene.

Si stava ancora chiedendo se fosse una fortuna o meno, quando quello mise su un'espressione contrariata.

- Allora? - domandò - Non saluti neanche, Kari-Kari? Mi sono preso la briga di venire a vedere come stai e fai proprio come se non esistessi!

- Ciao, Bjorn, e non chiamarmi Kari-Kari. - sbuffò Masaki portando una mano davanti agli occhi accecati dal sole.

Il ragazzo sorrise soddisfatto e si lasciò cadere accanto a lui, fissandolo con un paio di occhi verdi terribilmente simili a quelli di un gatto.

- Avanti, sputa il rospo. Che ti è successo? Kirino ha detto che oggi eri proprio intrattabile. Più del solito, intendo.

Kirino. E ti pareva? Masaki se l'era quasi aspettato. Finse di prendersi il suo tempo per rispondere, quando in realtà sperava soltanto che Bjorn desistesse e lo lasciasse fare come aveva fatto, più o meno, il suo sempai. Speranze vane.

- E va bene, non dirmelo. Ma sappi che lo scoprirò, anche a costo di fare la figura del cretino.

- Non hai bisogno di me per questo. - borbottò Masaki in risposta.

Il verde ci rifletté per qualche secondo e poi scoppiò a ridere, quasi gli avessero appena raccontato una barzelletta particolarmente divertente. Kariya aveva rinunciato a capirlo già da tempo.

- Comunque, c'era una cosa che volevo dirti da stamattina... - mormorò Bjorn una volta ripreso il controllo di sé.

- E sarebbe? - indagò Masaki ostentando indifferenza.

- Buon compleanno, Kari-Kari. - soffiò il ragazzo posandogli un bacio sulla guancia.

Il turchese sentì le guance andare a fuoco quando quelle labbra calde toccarono la sua pelle.

- Bjorn? - chiamò reprimendo un sorriso - Tu sai che oggi non è il mio compleanno, vero?

L'espressione del ragazzo davanti a lui si fece attonita.

- In che senso? - balbettò, mentre il suo viso abbronzato assumeva una tonalità scarlatta - In genere quando qualcuno è di cattivo umore senza motivo la causa è che tutti si sono dimenticati del suo compleanno, io...

- Bé, non avevi detto tu che eri disposto a fare la figura del cretino? Eccoti accontentato.

Masaki scattò in piedi e corse via, seguito dall'eco della propria risata. In quel momento si sentiva leggero come non mai, e anche quella maligna nuvola nera sembrava essersi rasserenata. Anzi, probabilmente, se qualcuno avesse scrutato ben bene sopra la sua testa, avrebbe potuto scorgere un piccolo arcobaleno colorato.

- Grazie, comunque! - gridò, rivoltò a un Bjorn ancora impietrito dalla vergogna.

Gli tornarono in mente le parole del suo femmineo sempai, la domanda a cui si era rifiutato di dare una risposta. Bé, pensandoci bene, non erano solo le frasi insensate a far crollare comicamente a terra i suoi adorati personaggi di anime.

La maggior parte delle volte, erano quelle scontate.

 

Angolo dell'autrice:

Questa fanfiction è dedicata a te, Aricchan, che oggi compi gli anni. Tanti, tantissimi auguri!

Sin da quando ti ho conosciuta, sei sempre stata una grande, meravigliosa amica, e questa piccola one-shot non basta sicuramente a comunicarti quanto ti voglio bene: considerala il mio regalo per il tuo compleanno, se vuoi.

Atsuya: Sì, sì, molto commovente. Baci, abbracci, stop. Mi sta venendo il diabete solo a sentirti!

E dai, ero ispirata! Possibile che tu non regga la dolcezza?

Atsuya: Non solo è possibile, è una verità! Sono allergico a tutti i tipi di sdolcinatezze, consulta il mio medico se non ci credi. Ah, comunque... Buon compleanno anche da parte mia, Aricchan ^^''

Ary, spero ti piaccia questo pensierino. Ancora tanti, tanti auguri e, come sempre:
Tanti kisses a tutti! <3

Ukki

  
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