8 aprile 2013

Un raggio di sole illuminò la stanza e Izzy grugnì infastidito.
Si girò prono, facendo sprofondare il viso nel cuscino tentando di riaddormentarsi. Inutile dire che fallì miseramente nella sua impresa.
Con un sonoro sbuffo si alzò dal letto e si diresse verso il bagno.
Aprì il rubinetto e aspettò pazientemente che iniziasse a scorrere l’acqua calda e si lavò il viso.
“Oggi sono cinquantuno… inizi ad invecchiare caro mio”  mormorò guardandosi allo specchio.

Dopo essersi risciacquato il volto dal sapone, si diresse verso la cucina e si preparò velocemente una colazione  composta da un cappuccino e un paio di biscotti.
Mentre morsicava un biscotto scostò la tenda dalla finestra per osservare il mondo fuori.
Il cielo era limpido, il sole scaldava timido e il vento soffiava facendo oscillare dolcemente le chiome degli alberi. La giornata perfetta, in poche parole.

All’improvviso sentì il cellulare squillare, non guardò nemmeno chi fosse il mittente della chiamata, anche se un paio di sospetti li aveva.
“Pronto?”
“Buon compleanno mio adorato vecchietto!”
“Duff! Che razza di modi sono, dovresti vergognarti” bofonchiò divertito il neo cinquantunenne.
Dall’altro capo della cornetta sentì la risata dell’amico “Eddai Jeff, dovevo pur fare qualcosa di diverso dal solito, non credi?”
“Ammetto che hai ragione. Grazie”
“Figurati amico. Ah, anche il resto della mia adorata famigliola ti augura buon compleanno. Pensa che Grace stamattina mi ha detto diciotto volte di chiamarti. Diciotto, renditi conto! –Papà devi chiamare lo zio Izzy-  Stavo impazzendo. Quella ragazzina mi sta tirando scemo..”
Dalle labbra fini di Izzy sfuggì una sonora risata “Ti tirerà anche scemo, ma la adori”
“Quello è superfluo dirlo, la mia bambina” sussurrò con voce sognante il bassista, ma si riprese abbastanza in fretta “Sì, beh, bambina. E’ una signorina adesso. Oh suvvia amico mio, non stiamo qui a discutere su quanto sia adorabile mia figlia, piuttosto, come passerai questa giornata?”
“Ho sempre detto e sostenuto che il mio compleanno è un giorno come un altro, non è speciale”
“Blablabla Stradlin sei monotono. Tanto lo so che starai solo soletto ad amoreggiare con la tua chitarra. Non ti conoscessi…”
Jeff ridacchiò, scosse la testa e alzò lo sguardo al cielo “Non cambierai mai Duff”
“E meno male. Ora devo andare, devo portare a spasso quella.. pulce.. che le mie figlie hanno come cane. Sappi che se hai bisogno, io sarò pronto a tirarti su il morale con una barzelletta”
“Proposta molto.. ehm, allettante ma rifiuto. Grazie ancora”

Izzy chiuse la chiamata e appoggiò il cellulare sul tavolo.
Aveva un sorriso ebete dipinto sul volto, fece per andare a togliersi il pigiama quando il telefono vibrò un’altra volta.
Due sms, rispettivamente di Steven e Slash. Entrambi gli auguravano di passare un felice compleanno.
 Il sorriso di Stradlin si allargò.

Il chitarrista varcò la soglia della sua stanza e alzò un sopracciglio.
Trovare una maglietta pulita in quel caos era un’impresa.
“Quando imparerò ad essere una persona ordinata, pioveranno bottiglie di Jack dal cielo” biascicò sottovoce mentre rivoltava le lenzuola come un calzino.
All’improvviso suonò il campanello.
Jeff afferrò la prima maglia che trovò e se la mise addosso mentre si dirigeva all’ingresso.
Aprì la porta e rimase a bocca aperta.

“Jeff chiudi la bocca e tenta di assumere un’espressione vagamente intelligente” mormorò una voce bassa e roca
“Bill cosa ci fai qui?” biascicò sorpreso il chitarrista
“Ma guarda, non sapevo cosa fare e sono venuto a fare una scampagnata da queste parti. Secondo te? Potevo non venire a trovarti al giorno del tuo compleanno?” disse con un sorrisetto divertito Axl.
“oh.. Grazie”
“Figurati. Allora, li senti gli anni che ti appesantiscono?”
“Razza di maleducato, devo ricordarti che tra i due sei tu quello che invecchia prima?” sbuffò con ironia il moretto
Rose scoppiò in una sonora risata e abbracciò di slancio l’amico, gli passò una mano sulla schiena in una rude carezza e appoggiò il viso nell’incavo del suo collo.
Stradlin sorrise e aumentò leggermente la stretta “Mi sei mancato Bill”
“Anche tu e le tue camicie orrende”
“Non ricominciare, le mie camicie sono bellissime”
“Se ne sei convinto..” mormorò con un sorriso sincero il rosso.
Jeff alzò gli occhi al cielo e fece per staccarsi dall’abbraccio, ma Axl non era della stessa idea, infatti lo strinse ancora più forte “Aspetta… Resta ancora un attimo. Mi era mancata questa sensazione. Gli anni passano, ma stare stretto a te è sempre…bello.” Sussurrò a bassa voce il cantante, mentre accarezzava con dolcezza la schiena di Isbell “Va bene Bill, non mi muovo di qui”
Axl allontanò il viso dal collo del chitarrista e lo guardò negli occhi, gli stessi che aveva tanto adorato quando era un ragazzo.
 Erano scuri, profondi, malinconici, belli.
William sorrise, non fece uno dei suoi soliti ghigni e diede un leggero bacio a stampo sulle labbra fini e sottili di Izzy, il quale arrossì di botto.
“Buon compleanno Jeff” mormorò mentre appoggiava la fronte su quella dell’altro.
“Questo è decisamente uno dei migliori otto aprile di sempre.” Affermò convinto Stradlin con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.




Angolo dell'autrice:
AUGURI IZZY *lancia coriandoli*
Questa piccola schifezzuola l'ho scritta perché volevo fare gli auguri al buon Stradlin a modo mio.
E beh, ovviamente i personaggi non mi appartengono e nemmeno li conosco (che detto tra noi: è un vero peccato).
Bando alle ciancie, vi ringrazio della pazienza, se avete letto fin qui.
Le recensioni sono sempre ben accette *occhi dolci*
Grazie ancora!
A presto! (perché sì, ho preso gusto a pubblicare storie in questo fandom.)
The Edge