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Autore: Lavandarose    08/04/2013    6 recensioni
I pensieri di Thedore Nott quando si allontana da Hogwarts mentre la Seconda Battaglia impazza.
Flashfic prima classificata per la Casa Serpeverde per il Contest "Ad ogni casa il suo vincitore" indetto da Ginevra Corvino
Genere: Generale, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Theodore Nott
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Autore ( nick Efp e Forum): Lavandarose su entrambi

Titolo: La storia la scrivono i vincitori.

Personaggi scelti: Theodore Nott

Casa di appartenenza: Serpeverde

Avvertimenti: Missing Moments, Flashfic.

NdA: I pensieri di Thedore Nott quando si allontana da Hogwarts mentre la Seconda Battaglia impazza.

 

 

Percorrere il ponte che portava fuori da Hogwarts era stato abbastanza facile. Meno semplice, però, era cercare di far finta che alle sue spalle non stesse succedendo nulla.

Theodore Nott era in fila assieme ai suoi compagni di Casata. Nessun Serpeverde aveva deciso di rimanere alla scuola durante lo scontro di Voldemort e dei suoi Mangiamorte contro l'Ordine della Fenice e l'Esercito di Silente.

O quel che ne rimaneva.

Si guardò alle spalle. Il buio era rotto da alcuni bagliori e si sentivano già alcune urla tra le mura della scuola.

Hogwarts era il luogo dove, per alcuni momenti, era stato felice.

Ma lì aveva anche subito forti smacchi. Ricordava ancora come non era stato invitato al Lumaclub, dove che si era saputo che suo padre, Mangiamorte, era stato incarcerato a Hogwarts.

Strinse i denti: Hogwarts e gli altri stavano per avere quel che si meritavano.

Ora vedremo davvero quanto valgono i Purosangue rinnegati, amici di Sanguesporco e di Babbani, pensò con rabbia.

Nonostante tutto qualcosa gli bruciava nel petto.

Un pensiero nella mente, improvviso.

- Mamma ... - sussurrò, mentre si girava per vedere la scuola che bruciava e le urla di quelli che erano stati suoi compagni di lezione.

E poi vide quel che non si aspettava.

Un muso da rettile, la pelle scura e la pelle così sottile da vedere le ossa.

Threstal.

Il ragazzo si fermò a guardare le ombre scure che volavano attorno alla scuola.

Li poteva vedere da quando aveva visto la sua mamma morire. Era piccolo e da allora era cresciuto col suo papà, che gli aveva inculcato i pensieri giusti: quelli Purosangue.

Strano, era il momento meno indicato per pensare alla sua mamma e ai pochi attimi felici che aveva avuto con lei, ma era questo che gli stava capitando.

Forse perché stava abbandonando un luogo in cui era stato bene, comunque.

Era un luogo che sentiva casa, familiare.

Sì, era così che la sua mamma lo faceva sentire. La ricordava vagamente, ma era certo che era così.

Gli sovvenivano attimi di abbracci, lui stretto al cuore di lei e poi...

Poi niente.

La morte era entrata nella sua vita di bambino e da allora non l'aveva più lasciato.

Ma in fondo è giusto che gli adulti muoiano, è naturale, no?

Sì, vero. Ma quanti adulti erano tra le fila dell'Esercito di Silente e dell'Ordine della Fenice?

Realizzò che ci sarebbero stati altre morti, ma tra i ragazzi di Hogwarts.

E' vero, la maggior parte dei suoi amici era Serpeverde ed era lì con lui.

Ma era così stanco di tutta quella distruzione.

Si strinse nel mantello, aveva freddo e sapeva che, comunque, non poteva fermare il destino.

Theodore Nott aspettò ancora un attimo, mentre i bagliori delle fiamme che circondavano il castello si facevano sempre più forti.

Poi si girò e continuò a camminare.

Lo avrebbero chiamato codardo? Questo sarebbe dipeso da chi poi avrebbe vinto.

In fondo la storia la scrivono solo i vincitori.

   
 
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