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Autore: Magica Emy    08/04/2013    1 recensioni
Stavolta non ci sarebbe stato nessuno a consolarla, ad alleviare la sua pena. Perchè stavolta era lei il mostro. Quel mostro, che aveva sempre cercato di tenere lontano e che adesso le era piombato addosso improvvisamente, rendendola ciò che era. Ciò che l'avrebbe cambiata per sempre. Adesso, però, non aveva più paura del buio...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Stefan sta mettendo in ordine i suoi libri quando un improvviso, assordante rumore proveniente dal piano di sotto cattura la sua attenzione. Lascia quindi la sua stanza per scendere le scale di corsa, precipitandosi ad abbass

are il volume della radio, con aria infastidita. Scuote la testa, contrariato, incrociando le braccia mentre osserva Damon che, seduto sul divano, sta mordendo sul collo una ragazzina bionda dalla pelle candida. Un'altra ragazza, distesa ai suoi piedi respira affannosamente, portandosi di tanto in tanto le mani sul profondo squarcio che presenta la sua spalla, segno evidente che il fratello si è nutrito anche di lei. Damon interrompe ciò che sta facendo all'improvviso, allontanando da sè con un rapido movimento la ragazza che tiene tra le braccia, per lanciare uno sguardo di fuoco all'indirizzo di Stefan.
- Che diavolo fai? Non vedi che ho ospiti?
Esclama contrariato. Il minore dei Salvatore ricambia il suo sguardo, sospirando.
- Che stai combinando?
Dice.
- Non lo vedi da solo?
- Quello che vedo è assolutamente ignobile!
Damon fa un sorriso sghembo, poi si avvicina alla ragazza sul divano e, fissandola intensamente, usa la coercizione mentale affinchè se ne resti tranquilla dov'è. Subito dopo si rialza in piedi per avvicinarsi al fratello, che lo guarda come se non credesse ai propri occhi.
- Cos'era quella - dice con sarcasmo - una lezione di moralismo? Devo ammettere che fatta da uno che per tutta l'estate si è divertito a disseminare cadaveri squartati in giro per le città, suona alquanto grottesca. Non trovi? Hi rippah!
Solleva il braccio in segno di saluto, poi scoppia a ridere. Ma è una risata amara. Stefan scuote la testa un paio di volte, amareggiato da quelle parole prima di ribattere: - Piantala, Damon! Sai che quel periodo è finito!
Lo vede passarsi le mani tra i folti capelli scuri, scostandoli dalla fronte con gesti nervosi.
- Allora lascia che inizi il mio!
Esclama divertito. Il fratello decide di ignorare quelle parole. Se non gli da troppo peso, infatti, magari quella sua stupida aria da esibizionista si placherà. Forse.
- Devo parlarti di Elena.
Dice, ma non appena pronuncia il nome della ragazza lo vede irrigidirsi all'improvviso, mentre il suo sguardo sembra farsi più cupo.
- Quale parte di "non mi interessa quello che fa Elena" non ti è chiara?
Lo sente dire con voce grave. D'un tratto, sembra aver perso quell'aria da spaccone onnipotente che tanto lo aveva infastidito prima.
- Non si tratta di quello che fa Elena - risponde Stefan - ma di quello che noi possiamo fare per lei.
- Togli pure quel "noi" fratello, di qualunque cosa si tratti.
Damon gli volta le spalle, allontanandosi di qualche passo per avvicinarsi alla finestra. Fissa lo sguardo davanti a sè, fingendo di osservare con attenzione gli alberi del giardino attraverso i vetri. Odia doversi sentire così ogni volta che si parla di lei. è come se un improvviso calore salisse a bruciargli il petto, senza tregua, facendogli quasi venire voglia di urlare. Lo sente. Non è mai andato via. Quel violento tumulto di emozioni che torna a fargli male, che lo tormenta in modo insopportabile. Ascolta a malapena le parole di Stefan, che continua a parlare.
- Caroline e gli altri hanno pensato che potremmo organizzare una festa qui, per cercare di tirarla un pò su di morale, ed io ho appoggiato l'idea.
- Perfetto - ribatte Damon, subito - dimmi pure quando tu e quel branco di sfigati avete intenzione di cominciare, così non mi farò trovare in casa!
Per un attimo il fratello non dice una parola. Si limita a rimanere esattamente dove si trova, non sapendo cosa pensare. Quel repentino cambiamento d'umore nasconde di certo qualcosa di più profondo del semplice odio che Damon nutre nei suoi confronti.
- Ma quanto sei collaborativo!
Sbotta, mentre lo vede finalmente voltarsi verso di lui. Si guardano intensamente, sfidandosi con gli occhi. Come hanno sempre fatto. A Stefan sembra che mai niente sia cambiato fra loro.
- Sparisci Stefan ho da fare!
Lo sente dire, sputando quasi le parole con rabbia. Quella rabbia che non sa come placare. D'un tratto, in quello sguardo furioso e fiero, ha come l'impressione di rivedere sè stesso, quando la voglia di affondare i canini su qualunque vena pulsante si trovasse sulla sua strada, era troppo forte. Troppo potente per essere controllata. Ma se ora è riuscito a risollevarsi da quell'abisso senza fine, lo deve anche a lui. A quel fratello, che adesso lo fissa con occhi pieni di livore. Quel fratello, che ancora una volta si rende conto di amare più di sè stesso, e a cui sente di dover ricambiare il favore.

 

   
 
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