25. A new beginning
Joe
pov.
Dopo
che mi fui riposato e riacquistato le energie necessarie, uscii da casa con il
presupposto che mi ero prefissato.
Parlare con Kate.
Sapevo che l’avrei trovata al club, perché il mister ci voleva tutti riuniti al
club, e così presi la macchina e mi diressi proprio in quella direzione ma una
volta che fui arrivato, vidi tutti i ragazzi riuniti nel salone principale, accomodati
sul divano aspettando il mister, ma di Kate nessuna traccia.
Qualche secondo dopo il mio arrivo uscì dal suo ufficio il mister affiancato
dal medico personale di Kate. M’incupii osservando il primo annuire preoccupato
per ciò che diceva il medico. Il tempo di scambiarsi anche le ultime parole e
il medico abbandonò il mister e quest’ultimo venne nella nostra direzione.
<< Buongiorno ragazzi! >> annunciò sorridente con un profondo
respiro, assaporando quella che si prospettava come un’ottima giornata.
<< Ehi Joe, dormito bene? Come ti va la vita in questo periodo!? >>
mi schernì il mister dandomi un buffetto sulla spalla in modo scherzoso.
Corrugai la fronte e feci spallucce solo per dargli una miserabile risposta senza
parlare. Il vecchio mi sorrise e poi rivolse lo sguardo ai ragazzi e incominciò
il suo discorso d’inizio settimana, avvisandoci dei vari impegni calcistici che
ci attendevano.
Dopo un’ora il mister ci liquidò e andò al suo appuntamento con un giornale
della zona.
Non vedendo Kate al club e non vedendola neanche arrivare a mattinata
inoltrata, pensai che fosse all’università e proprio mentre palleggiavo con
altri compagni di squadra nel campo, mi venne un’idea brillante quindi lasciai
i ragazzi e mi avviai alla macchina, che era nel parcheggio, a passo svelto. Misi
in moto e chiamai Paige.
<< Pronto? >>
<< Ehi Paige, sono Joe. Disturbo? Puoi parlare? >> convenni
mettendo la retromarcia per uscire dal parcheggio.
<< Ehi Joe, No tranquillo non disturbi. Dimmi tutto. >>
<< Ok, aspetta che metto l’auricolare.. >> e dopo pochi gesti
tornai a conversare con Paige. Avevo bisogno di un aiuto per la mia idea e chi
meglio di Paige poteva aiutarmi?
Presi appunti mentalmente su tutto ciò che mi diceva.
<< Grazie Paige sei stata molto di aiuto!
Oh un’ultima cosa. Non una parola con Kate! >> la avvisai.
Molte delle cose che mi disse le sapevo già e altre le conoscevo di persona,
pensai malizioso, ma un piccolo aiuto mi agevolò a non sbagliare.
Dopo venti minuti di conversazione e dopo aver girovagato in cerca di un
parcheggio libero, salutai Paige e decisi di fare il resto del percorso a
piedi.
***
Quel
pomeriggio mi gettai sul divano insieme a Paige circondata da tante schifezze
varie a guardare tv spazzatura.
<< Era da tanto che non facevamo.. questo. >> parlai indicando
tutto quel cibo, la tv e noi due sdraiate a non fare altro che spettegolare. Proprio come ai vecchi tempi, proprio come
facevamo io e Paige nei primi giorni, dopo aver acquistato l’appartamento.
<< L’ultima volta è stato quando? Sei mesi fa? >> mi schernì Paige
con sguardo divertito. Le rivolsi una smorfia imitandola e lei ricambiò lanciandomi una patatina
colpendomi in volto. Eh già.. proprio come ai vecchi tempi, pensai felice.
<< Ti va di parlare di Austin? >> convenni dopo un po’ quando il
silenzio ci avvolse e tornammo a guardare la tv.
Non parlavamo spesso dei ragazzi di Paige, forse perché entrambe non volevamo
toccare quel tasto che tanto doleva alla bionda, soprattutto dopo quello che le
era successo con Peter. Ma dopo il viaggio a Las Vegas Austin e Paige
iniziarono a sentirsi, a parlare e nell’ultimo periodo anche a vedersi con più
frequenza. Erano diventati ottimi amici o forse erano anche più di quello..?
<< So dove vuoi andare a parare! >> mi accusò lei puntandomi
l’indice contro.
<< E’ un’accusa infondata! Pensi subito male! Volevo solo sapere se si
comportava bene. >> specificai fingendomi offesa, incrociando le braccia
al petto.
<< Perché se non fosse così? Gliene diresti quattro, eh pantera? >> beffeggiò lei
sistemandosi per ascoltare cosa avessi da dire in mia difesa.
<< Esattamente e non solo. >> ghignai annuendo con l’indice alzato
all’insù.
<< Ah sì? E cosa dovranno scrivere poi i giornali? Donna incinta picchia
un ragazzo innocente per aver spezzato il cuore alla sua migliore amica??
>> mi prese in giro Paige ridendo e scuotendo il capo divertita. Risi a
mia volta.
<< Parliamo di cose serie. Hai intenzione di andare alla festa questa sera?
>> mi domandò d’un tratto sorridente e curiosa.
Avevo dimenticato della festa che dava il Presidente del club quella sera. Mi ero
totalmente rilassata in quei giorni che non ci avevo pensato e adesso non avevo
neanche un vestito!
Sbarrai gli occhi e distolsi lo sguardo dal suo, aprii bocca per ribattere e
cambiare argomento ma Paige fu più veloce e aggiunse: << L’avevi dimenticato?
>>
Annuii. << E poi non ho neanche un
vestito, penso proprio di non andarci.. il mister capirà. >> aggiunsi con
un gesto di nonchalance.
Paige aprì bocca per rispondere ma il campanello suonò, battendola sul tempo e
così andò ad aprire mentre io rivolsi la mia attenzione alla tv.
La sentii parlare con qualcuno e poi chiuse la porta.
<< Kate..? >> mi chiamò chiedendo della mia attenzione.
<< Si? >>
<< Questo è per te.. >> parlò mentre in braccio manteneva una
grossa scatola rettangolare bianca.
<< Davvero? Cos’è? >> mi alzai curiosa andando a vedere.
<< Non ne ho idea, il postino mi ha detto solo che era per te. >>
me la porse e la presi, quindi aggiunse: << Su, avanti aprilo! >>
m’incitò ad aprire il pacco curiosa.
<< E se fosse una bomba? >> domandai divertita.
<< Ma smettila! Aprilo forza sono curiosa! >> parlò Paige.
<< Non c’è neanche un bigliettino di chi sarà mai? >> fu una
domanda che rivolsi più a me stessa che a Paige e parlai quasi con un sussurro,
anzi forse la pensai solamente; osservai attentamente la scatola e non vidi
alcun bigliettino. Strano, pensai.
Ma la curiosità di vedere cosa c’era dentro mi stava distruggendo, così senza
pensarci su due volte, sciolsi il nodo del grande fiocco e con una tale
lentezza aprii la scatola. Sbarrai gli occhi per ciò che stavo vedendo. Mi
portai una mano alla bocca per soffocare un’esclamazione di sorpresa.
Paige rimase a bocca aperta sorridendo e osservando il contenuto della scatola.
<< E’ un vestito. >> sussurrai accarezzando il tessuto morbido e splendido
del vestito.
<< E un paio di scarpe e una pochette tutto in tinta! >> continuò
Paige per me prendendo il vestito, lasciandolo cadere morbido verso il basso
affinché lo osservassi bene.
Era bellissimo.
Un corpetto a cuore, senza spalline, lungo fino alla punta dei piedi con
qualche pailette che ornava il corpetto a finire quasi sulla gonna senza
ricoprirla interamente. Il colore era il più scuro che avessi mai indossato. Un
blu notte talmente scuro da sembrare quasi nero, ma alla luce si notava bene la
differenza. Le scarpe erano nere mentre la pochette era dello stesso colore del
vestito.
<< Provalo dai! >> m’incitò Paige spingendomi in camera per provarlo.
<< Ma non mi andrà mai! Dico hai visto quant’è aderente? >> parlai
mentre Paige continuava a spingermi verso la mia camera per provare il vestito.
<< Aah! Sta zitta e infilati quel vestito che voglio ammirarlo bene!
>> mi ammonì la bionda.
Non avevo via di fuga, così entrai in camera per indossarlo mentre Paige
aspettava fuori.
Quando ebbi finito prima di uscire da Paige per commentare insieme, rivolsi lo
sguardo allo specchio alle mie spalle. Sistemai la gonna e mi fissai da capo a
piedi. Le linee erano morbide, la taglia era giusta, le scarpe anche. Aderente
fino in vita, per poi scendere morbido lungo le gambe andando a creare delle
pieghe naturali.
Era semplicemente perfetto.
Tranne i capelli che avevo legato in uno chignon ribelle, il tempo per la prova
del vestito. Il resto era tutto così perfetto che mi brillarono gli occhi.
Ma la domanda che mi stava assillando era: chi mi aveva regalato quel vestito?
E come aveva fatto a indovinare tutto, dal colore, alla taglia, fino alla
misura delle scarpe?
I miei genitori sapevano della cena e sapevano che non avevo un vestito.. forse
loro?
Paige anche lo sapeva, ma conoscendola non sarebbe riuscita ad aspettare tutto
quel tempo prima di darmelo.
Tutte le persone che pensavo in quel momento le escludevo, chi per un motivo
chi per un altro. Mi sembrava tutto così illogico.
Poi i miei pensieri sviarono verso Joe. Anzi fu il primo dei miei pensieri ma
lo scansai all’ultimo per affermare a me stessa che forse qualcun altro mi
aveva regalato quello splendido vestito.
Che fosse stato lui a regalarmi il vestito, le scarpe e la pochette? E se la
risposta era sì, allora la domanda che albergava in mente era.. perché?
<< Kate hai fatto? Dai che sono curiosa!! >> esordì Paige bussando
alla porta di scatto. Mi fece sobbalzare e uscire dai miei pensieri.
Uscii dalla stanza per accontentarla e la raggiunsi in salotto. Rimasi ferma
dov’ero e aspettai che si girasse. Quando si voltò, parlai. << Allora?
>>
Vedendomi sulle sue labbra si formò una grossa O di sorpresa poi sorrise e
aggiunse: << E’ perfetto Kate! Sei
magnifica! >> mosse la mano a indicarmi di girare su me stessa e la accontentai
ridendo.
Dopo che mi ebbe guardato interamente, aspettai che aggiungesse qualcos’altro.
<< Ehi Kate ho trovato questo biglietto era caduto dalla scatola.. è di
Joe. >>
La osservai con il fiato sospeso. Non allungai la mano per prendere il
biglietto e leggere di persona né tanto meno Paige me lo porse. Lo lesse lei.
<< Indossalo per me. Joe. >>
Semplici parole che esprimevano ciò che Joe desiderava. Non mi aspettavo delle
frasi fatte o rubate da un cioccolatino, sapevo che quella questione andava
chiarita di persona e non con dei bigliettini. Perciò fu già un punto a suo
favore.
<< Bene. È perfetto. Tu sei perfetta! È fatta, questa sera andrai alla
cena con questo vestito! >> aggiunse sicura di sé annuendo.
La osservai titubante e parlai con sguardo basso. << Non lo so Paige..
>>
<< Cosa non sai? Perché non vuoi andare alla festa? >> mi domandò
curiosa raggiungendomi.
<< Perché non sono in vena, non ho voglia di andare a una festa dove
tutti si divertono. So già che mi annoierò, sarò triste e poi me la prenderò
con te perché mi hai costretto ad andare! >> mi stavo comportando come
una bambina. Non che non che il mio
atteggiamento fosse diverso in quel periodo, non facevo altro che avere sbalzi
d’umore e voglie strane a tutte le ore del giorno e della notte e avevo anche
tanto bisogno di affetto, tanto che a volte Paige mi lasciava dormire con lei
perché mi sentivo sola nel mio letto.
Paige si accigliò e incrociò le braccia al petto. << Perché scappi da
Joe? Perché non vuoi chiarire questa situazione e dirgli del bambino?? >>
<< Io non scappo da questa situazione. Gli dirò del bambino.. >>
<< Bene allora andiamo alla festa e quando arriverà, ti avvicinerai a lui
e parlerete e gli dirai anche del bambino! >> mi afferrò il mento costringendomi
a guardare i suoi occhi verdi che emanavano una sicurezza di cui io avevo tanto
bisogno.
<< Andiamo!? >> chiesi non capendo perché avesse usato il plurale.
<< Sì Kate, te ne sei dimenticata? >> non parlai ma continuai a
guardarla circospetta e così aggiunse: << Anch’io vengo alla festa.. mi
ha invitato Austin! >>
Riflettei su ciò che mi aveva detto, forse stavo diventando smemorata o forse
era la gravidanza che mi faceva dimenticare le cose. Poi ricordai la
conversazione di quella mattina, proprio su quell’argomento.
<< Hai già un vestito? >> domandai curiosa.
<< Certo. Un regalo di Austin.. >> ammiccò lei e gli sorrisi.
Mancavano ancora tre ore prima della cena,
quindi decisi di fare un bel bagno caldo.
Mi presi tutto il tempo necessario per prepararmi, Paige che era un mago in
queste cose mi aiutò con i capelli e li sistemò in uno chignon basso laterale,
con qualche ciuffo riccio che cadeva morbido circondandomi il viso. Sistemai il
viso con il trucco ma nulla di troppo pensate e infine indossai il vestito.
Paige aveva finito prima di me e decise di andare con Austin, mentre io
rinchiusa ancora nel bagno preferii il taxi. Ero già pronta da molti minuti.
Stavo solo tentennando. Cercavo solo di trovare una scappatoia, qualcosa che mi
evitasse di andare alla cena.
Rivolsi lo sguardo nello specchio e mi osservai attentamente. Vidi un volto che
non conoscevo, un volto indeciso, insicuro. Quello non era lo stesso volto che
vidi il giorno che mi venne la brillante idea di iscrivermi in una squadra
maschile. Quello lì era pieno di determinazione, voglia di riuscire
nell’impresa.. adesso invece stavo fuggendo. Era ora di prendere le redini in
mano e andare a parlare con Joe una volta per tutte!
Dopo un profondo respiro decisi di andare alla festa, perché sapevo di farcela,
sapevo di esserne capace, dovevo parlare
con lui e dirgli del bambino. Perciò presi tutto ciò che mi serviva, chiamai il
taxi e uscii da casa avviandomi verso la festa.
Dopo qualche minuto di traffico riuscii ad
arrivare quasi in perfetto orario. Ma in realtà lì nessuno arrivava mai in
orario. C’era chi preferiva arrivare
prima per essere fotografato e chi preferiva arrivare ultimo per avere via
libera.
Io non ero nessuno dei due in quel momento. Ero lì, ero arrivata ed ero sola.
Pagai il tassista che mi lasciò scendere proprio sotto l’entrata. E mentre il
taxi andava via, io mi presi qualche minuto prima di entrare, aggiustandomi il
vestito, o meglio facendo finta di aggiustarmi il vestito.
Quando alzai lo sguardo intravidi Paige dentro la sala, al fianco di Austin,
sorridere felice per quel momento. Erano davvero belli e non mi andava di
disturbarli per fare compagnia a una povera ragazza sola, com’ero in quel
momento.
E comunque ormai ero in ballo e potevo solo ballare, non potevo mica girarmi e
tornare indietro! E mentre la mia mente si riempiva di domande e dubbi su cosa
avessi dovuto fare, una grossa mano afferrò la mia vuota intrecciando le dita
con le mie. Non so perché ma mi aggrappai forte a quella presa che riconobbi
subito, e fui davvero sollevata.
<< Sono davvero felice di vederti, avevo seri dubbi, pensavo non venissi.
>>
Quella voce inconfondibile.
Era Joe.
Non servì neanche alzare lo sguardo per guardare il suo viso che lo riconobbi
dal modo in cui mi afferrò.
Il mio sguardo rimase basso mentre percorrevamo insieme quei pochi centimetri
che ci separavano dal resto degli invitati nella sala e dai fotografi. Il mio
cuore non aveva alcuna intenzione di fermarsi, stava palpitando sangue per la gioia di quel momento, batteva così
forte che temevo che Joe potesse sentirlo!
<< E’ vero, avevo dei dubbi. >> risposi semplicemente.
<< Sei venuta in taxi!? >> mi domandò curioso con un tono leggermente
accigliato o forse sembrò a me poiché non guardandolo non riuscii a capire.
<< Sì, sono venuta in taxi. >>
Più ci avvicinavamo agli altri invitati più sentivo i fotografi vicini. Non ci
avrebbero assaltato come accadeva quasi sempre. Volevano solo qualche nostra
foto prima di lasciarci entrare in sala e così decisi di accontentarli.
La mano di Joe non lasciò la mia neanche
un secondo. E anche se mi stringeva solo quella, il suo corpo rimaneva comunque
vicino al mio da non lasciarmi molto spazio.
E anche i fotografi sono andati, pensai entrando finalmente in sala.
Non appena il mister ci vide, ci raggiunse e si unì a noi in una breve
conversazione, prima di andare con sua moglie dagli altri invitati, però, mi
rubò un attimo e mi portò fuori nel giardino per una conversazione privata.
Sapevo già su cos’era incentrato l’argomento. Dopo la visita medica al club,
sapevo che quel dottore aveva spifferato tutto al mister riguardo la
gravidanza.
<< Ho parlato con il tuo medico, Kathleen. >> esordì lui dopo aver
fatto un piccolo sorso dal suo Martini.
Lo osservai attendendo che continuasse e così aggiunse: << Non negherò
certo di essere sorpreso ancora tutt’ora e non nego neanche il fatto che sono
felice per voi.. >> fece una breve pausa osservandomi attentamente poi
continuò << Non è difficile capire che Joe non ne sa nulla. >>
<< Già non ne sa nulla, ancora.. >> convenni spostando lo sguardo
dal mister a Joe che era nella sala e rideva scambiando battute con Austin,
Paige e la moglie del mister. << .. ma ho tutte le intenzioni di
dirglielo, stia tranquillo. >>
<< So che farai la scelta giusta e la migliore per tutti, volevo solo
dirti che Joe, nei tre giorni di trasferta non ha fatto altro che pensarti.
Aveva costantemente il telefono vicino, componeva il tuo numero ma poi chiudeva
la chiamata rispettando i tuoi patti. Una sera gli ho chiesto cosa stava
succedendo e mi ha confessato tutto. Era deciso a rispettare le tue decisioni,
voleva giocare quella partita e vincerla per te. Perché gli hai mentito? Perché
hai detto che non saresti venuta al club per qualche giorno dicendogli che io
ne ero informato? >>
Ecco che le bugie venivano sempre a galla prima o poi, ed era il momento di
chiarire tutto.
<< Perché così avrebbe pensato meno alle mie condizioni e avrebbe pensato
a giocare quella partita come aveva sempre fatto. Lei stesso aveva detto che
non sarebbe stato titolare quella sera e così pensai fosse per colpa mia e
decisi di raccontargli quella bugia.. >> e poi pensai alle parole dette
dal mister. Joe non aveva smesso un attimo di pensarmi, voleva chiamarmi ma
invano perché era deciso a rispettare le mie decisioni che ora si rivelavano..
inutili.
<< Kathleen, ragazza, Joe è il capitano della squadra e lo sarà sempre, fin quando non deciderà di
trasferirsi in un’altra squadra, ma la fascia di capitano può passare anche a
un altro giocatore quando il capitano stesso non è nelle migliori condizioni
fisiche. Hai messo in scena tutta questa bugia quando la causa non eri tu?
>> rise il mister osservandomi confuso e divertito al tempo stesso.
Annuii.
<< Ah ragazza mia! Devi essere davvero innamorata di Joe per prendere
queste decisioni! >> sorrise lui accarezzandomi il braccio.
Certo che ero innamorata di Joe e lui questo lo sapeva.
Non appena mi toccò il braccio sentii la sua mano calda contro la mia pelle
fredda e si formò la pelle d’oca, quindi aggiunse: << Sei fredda, vieni
andiamo dentro.. >>
Quando entrammo in sala, raggiungemmo Joe e la moglie del mister che stavano
ancora conversando.
<< Va bene ragazzi noi andiamo a salutare gli altri, divertitevi. Oh Kate
ricorda ciò che ho detto! >> convenne il mister accarezzandomi la mano e
prima di andare lasciò anche un buffetto sulla spalla a Joe.
Il mister e sua moglie ci lasciarono e la nostra attenzione fu rapita dal
discorso del Presidente che si congratulò con la squadra, con l’allenatore, con
i vari tecnici, con tutti coloro che lavoravano nel club, per il magnifico
lavoro che svolgevano ogni giorno. E dopo il suo discorso occupammo tutti posto
per dare inizio alla cena.
Non mangiai quasi nulla, non avevo molta fame ma riuscii comunque a infilare qualcosa
nello stomaco, Joe era seduto di fronte e non tolse un attimo lo sguardo dal
mio. Quando il cameriere tolse anche l’ultimo piatto da sotto i nostri nasi e
molte coppie si alzavano per ballare al centro della pista, Austin si alzò e
venne nella mia direzione mi porse la mano ed io sorrisi per quel gesto
inaspettato.
<< Mi permetti questo ballo? >> chiese lui chinandosi un po’ da
vero cavaliere. Rivolsi i miei occhi su quelli di Paige che acconsentì con lo sguardo,
così afferrai la sua mano e accettai il ballo con un sorriso.
<< Scusa cugino mi rubo la tua donna per un ballo. >> esordì Austin
vicino a Joe lasciandoli un buffetto sulle spalle. Austin non s’interessò molto
se Joe era contento o meno di quel ballo, mi trascinò in pista, mi prese una
mano e con l’altra mi circondò la vita avvicinandomi a lui. Non appena
iniziammo a ballare poggiai il mento sulla sua spalla e sospirai rilassandomi.
<< Uuh cos’era quello? Sei stanca? >> mi domandò divertito.
<< Sono solo preoccupata.. >>
<< Per quello che dirà Joe sul bambino? >> chiese d’un tratto
Austin. Mi scostai da lui per osservarlo e corrugai la fronte. << Sì, non
chiedermi nulla, me l’ha detto Paige. In realtà non me l’ha proprio detto, ha
solo confermato una mia ipotesi.. ma sta tranquilla sono l’unico a saperlo.
>>
<< Tolto il mister, Paige e il mio medico personale.. beh sì, sei proprio
l’unico.. >> ci scherzai su ridendo.
Continuammo a ballare e a ridere sulle battute di Austin per altri dieci
minuti. Poi quando Austin stava per aprire la bocca, per dirmi un’altra delle
sue battute, la richiuse e sospirò. Non capì perché quel gesto ma poi sentii
una voce alle mie spalle.
<< Scusami cugino, mi prendo la
mia donna per un ballo. >>
esordì Joe e ora capivo perché Austin si era fermato.
Il ragazzo fece qualche passo indietro lasciandomi un bacio sulla mano e si
allontanò verso Paige.
Mi voltai verso Joe e finalmente lo fissai diritto negli occhi per la prima
volta quella sera.
Mi circondò la vita con le mani avvicinando il mio corpo al suo facendolo aderire
e io gli circondai il collo con le mani. Ci iniziammo a muovere senza fiatare,
senza pronunciare neanche una parola, mentre la sua mano che prima mi
circondava la vita, iniziò ad accarezzarmi la schiena.
Guancia contro guancia, sentii quella leggera peluria graffiarmi la guancia e
la mascella provocandomi leggeri brividi sulla nuca.
<< Bel vestito.. >> si complimentò lui per spezzare quel silenzio
che si era creato. Sussurrò quelle parole così vicine al mio orecchio che la
mia mano si spostò dalla spalla alla sua nuca per il piacere improvviso che mi
provocò.
Con la coda dell’occhio lo vidi ghignare e così aggiunsi: << E’ un
regalo. >>
<< Ah sì? E di chi? >> domandò curioso indietreggiando con lo
sguardo per fissare i miei occhi.
<< Ammiratore segreto, che con un piccolo aiuto è riuscito ad azzeccare
le misure. >> ammiccai sorridendo tornando ad appoggiare il mento sulla
sua spalla.
<< E’ in gamba il ragazzo. >>
Risi sia per ciò che aveva detto Joe ma anche per come con delle semplici
battute riuscimmo a spezzare il ghiaccio e mi sentii felice.
<< Già è davvero in gamba e a me dispiace avergli mentito.. >> divenni
seria.
La presa di Joe intorno alla vita si strinse ancora di più e la sua mano si fermò
sul punto più basso della schiena accarezzando solo quel punto in un massaggio
rilassante.
<< Non devi scusarti Kate, l’hai fatto per me, mi hai dimostrato quanto
grande è il tuo amore, hai fatto ciò che era giusto per il mio bene e hai
sofferto. Solo un idiota come me poteva capirlo solo adesso. >>
Rimasi in silenzio contemplando quelle parole e ascoltando cosa avesse da dire.
<< Da quanto ti conosco non fai altro che dimostrarmi quanto mi ami ed io
invece non ti dimostro un bel nulla! Mi dispiace per tutte quelle volte che
volevi sentiti dire quelle parole e invece.. nulla. >> cominciò lui
allontanando il volto di poco per guardarmi bene negli occhi. Ci fermammo al
centro della pista senza ballare, mentre tutti gli altri continuavano a
ondeggiare e noi eravamo fermi a fissarci.
<< Io ti amo. Ti amo Kate come non credo di aver mai amato nessuna.
>>
Sbarrai gli occhi e spalancai leggermente la bocca in un’espressione
sbalordita. Il cuore riprese a battere veloce, a pulsare sangue e questa volta
mi preoccupai seriamente che Joe potesse sentire i battiti. I miei occhi
guardarono quelli celesti-verdi di Joe così intensamente che non riuscii a
credere se fosse vero tutto quello che stava accadendo.
<< Tu.. cosa? >>
Avevo tanto sperato che Joe si dichiarasse e adesso che l’aveva fatto non ci
credevo.
<< Io ti amo Kate! >>
Gli angoli delle mie labbra si alzarono in un sorriso mentre sentivo gli occhi
inumidirsi. Joe mi sorrise a sua volta e si avvicinò al mio volto lasciandomi
un piccolo bacio che ricambiai.
<< Non ho finito ancora.. >> parlò dando un cenno di capo al dj che
alzò il pollice all’insù afferrando. Corrugai la fronte e il dj mise un’altra
canzone lenta, le luci della sala si alzarono un po’ e Joe iniziò a parlare.
<< Come avrai notato in tutti questi mesi, non sono molto bravo con le
parole e neppure con i discorsi. Questi tre giorni sono stati una vera tortura,
non poterti baciare, toccare. Sai prima della partita avevo bisogno di te,
delle tue parole rassicuranti, dei tuoi baci, come ogni volta e ho ancora
bisogno di te.. anche adesso mi esce difficile trovare le parole adatte.
>>
Avevo entrambe le mani strette nelle sue, mentre il suo sguardo era fisso nei
miei occhi. Tutti si erano accorti che eravamo fermi al centro della pista e si
erano fermati per osservare la scena.
<< Joe.. >> lo chiamai sperando che se ne accorgesse.
<< No, non ho finito. Potrei stare qui e continuare a parlare, a trovare
parole per dirti quanto ti amo il punto però e che.. >>
Continuai a osservarlo e lo vidi piegarsi e inginocchiarsi sotto i miei occhi.
Mise una mano nella sua tasca e ne uscì una scatolina rossa in camoscio, la
osservò sorridendo e poi alzò lo sguardo incontrando il mio sbalordito. Una
morsa allo stomaco mi colpì in pieno. Gli occhi erano già lucidi ma in quel
momento sentivo le lacrime spingere per uscire.
<< Vuoi sposarmi Kate? >> parlò aprendo la scatolina dove vi era un
bellissimo anello luccicante con un diamante bianco al centro.
Oh mio dio.
Due dichiarazioni in una sola serata, davvero non credevo di resistere ancora
per molto. Mi portai una mano alla bocca per l’emozione.
Tutti gli sguardi dei presenti erano rivolti su noi. Le signore erano
emozionate per la scena mentre gli uomini si complimentavano con Joe per il suo
gesto.
<< Sì si Joe! Lo voglio! >> parlai emozionata, felice e gioiosa
saltandoli addosso. Gli cinsi il collo con le braccia e Joe mi baciò con amore
mentre tutta la sala si riempiva di applausi. Tutti gli sguardi da Paige e
Austin che sorrisero felici a quelli del mister e della moglie, tutti erano
rivolti su di noi gioiosi di quel momento.
Pochi minuti e tutti gli invitati presenti
nella sala, tornarono a fare le loro cose e mentre la pista si svuotava Joe ed
io continuammo a ciondolarci a ritmo di musica soft.
<< Joe voglio rammentarti che noi due siamo già sposati. Ricordi?
>> parlai divertita.
<< Sì è vero, ma quello è stato per farti capire che sei mia Kate. Questo
invece sarà un matrimonio in vera regola. >> aggiunse lui correggendomi.
Un matrimonio in piena regola..
proprio come quelli che avevo sempre sognato. Non potevo che essere più felice.
Le mie mani gli circondavano il collo e le sue, la mia vita, era tutto
perfetto, bellissimo. La sua forte presa era protettiva come se sapesse che in
grembo avevo un bambino, il uso bambino.
Il bambino! Con tutto quello che era successo, mi ero dimenticata di dirgli del
bambino.
<< Joe devo dirti una cosa. >> divenni seria allontanando di poco
il volto per osservare i suoi occhi.
<< Dimmi Kate. >>
<< Cosa diresti, se ti dicessi che.. aspetto un bambino? >> Subito
dopo aver detto la frase, mi morsi il labbro inferiore e distolsi lo sguardo
dal suo portandomi una mano in grembo. Non lo sentii fiatare e così alzai il
capo e quando vidi il suo sguardo sorridente, mi tranquillizzai in un certo
modo. La mano di Joe racchiuse la mia
sul grembo e lo accarezzò.
<< Davvero? >> chiese lui con occhi lucidi. Io annuii sorridente.
Rise di gioia e mi afferrò con entrambe
le mani la vita sollevandomi da terra e baciandomi dolcemente. << Dio è
magnifico! >> aggiunse voltandosi su se stesso e facendomi voltare. << Ti amo Kate. Ti amo! >>
<< Anch’io ti amo, Joe. >>
I giorni passarono e come mi ero promessa, comunicai
la notizia del bambino ai miei genitori con Joe e non comunicai solo quella
notizia ma anche quella del matrimonio, il vero
matrimonio. Nel frattempo i miei genitori avevano ricevuto anche la macchina
che avevo acquistato, quella vecchia fu demolita per la tristezza di mio padre,
mentre mia madre si avvicinava alle ultime settimane di gravidanza.
Comunicai le notizie anche ai genitori di Joe, sempre in compagnia di
quest’ultimo, e come al solito la
reazione del padre fu la medesima. Ripeteva del parto in casa ma mi opposi con
fermezza e ne andai fiera del mio comportamento e subito dopo misi in chiaro le
mie condizioni, Brendon ammise che il suo era tutto uno scherzo e che avrebbe
fatto di tutto pur che Joe ed io fossimo felici, perché era quello che voleva.
Ma i primi a sapere delle notizie, oltre
a Paige e Austin, furono Laurel e Scarlett con Trevor e Mario. Quei
momenti di pazzia e gioia che condivisi con tutti i ragazzi riuniti a casa di
Joe, mi resero felice.
Andai, finalmente a vivere a casa di Joe, perché anche se la decisione era
stata già presa, non avevamo mai condiviso dei momenti quotidiani a casa sua,
solo io e lui senza i vari impegni della squadra, perché anche se aspettavo un
bambino e sarei stata ferma per poco più di un anno, decisi comunque di
rimanere in squadra e tornare a giocare il prima possibile.
Perché era quella la vita che volevo condurre.
Io, Joe e il nostro bambino.
Buon pomeriggio ragazze :D
Non ci posso credere.. eh così siamo finalmente giunti all’ultima tappa della storia. *sospira*
Ho provato in vari modi per questo finale, non so spero di non aver deluso le vostre aspettative e spero vivamente che sia piaciuto questo finale da “vissero felici e contenti”.
Non ho molto da dire per queste note finali, anzi non credo di aver mai detto molto in tutte le note finali ahaha. Però forse dovrei chiarire una cosa. Ciò che Kate ha detto nel capitolo 23°, riguardo The right thing to do ebbene era una bugia il fatto che il mister fosse al corrente delle sue decisioni. In realtà, come spiego in questo capitolo, il mister non ne sapeva nulla, era solo un modo per aiutare Joe a riprendere il posto da titolare nella squadra. L’ha fatto semplicemente per amore di Joe :3
Ci tenevo a ripetervi questo.
Ricordate che nelle note finali dello scorso capitolo parlavo di una sorpresa?? :D ebbene in questi giorni ho pensato di scrivere un capitolo extra che fa da epilogo della storia, dove parlerò dei vari momenti di Joe e Kate, del matrimonio (non in forma dettagliata), prima e dopo la gravidanza e anche un po’ del piccolo.. ecco perciò mi chiedevo se come idea vi attira :D mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :3 e per chi vorrà lasciare una recensione io sarò qui, sempre se vi va ^-^
Riguardo ai ringraziamenti finali vorrei lasciarveli nell’epilogo ^_^
Vi mando un bacio!
Betta <3
P.S.: Riguardo Take me pubblicherò l'ultimo capitolo in questi giorni, promesso :)