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Autore: Clawdia    08/04/2013    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se Santana avesse fatto coming out al secondo anno di High School? Cosa sarebbe cambiato se lei e Brittany fossero state solo migliori amiche per tutto il tempo passato a scuola? Cosa succederebbe se l'unica vera paura di Santana fosse l'Amore? Questa è la storia di Santana e Brittany 7 anni dopo essersi diplomate e di tutto quello che è successo nel mezzo e che succederà in seguito. L'amore può lasciare su una persona cicatrici profonde, e questo Santana Lopez lo sa bene!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Insegnami a...'
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«Dio Santana. Sei stata...FANTASTICA!» mi disse Kurt abbranciandomi una volta scesa da quel palchetto della vergogna. Già, avevo distrutto tutto. Avevo infranto i sogni malvagi della mia simpaticissima cliente che non tardò molto ad avvicinarsi. Sorrideva, ma sapevo bene che in realtà stava morendo dentro a sentir i commenti entusiasti di tutte quelle persone che lei stessa aveva invitato solo per mettermi in cattiva luce nel settore in cui lavoravo.
«Sappi che non è finita qua Santana. Renderò la tua vita un inferno e...»
«E io salirò ancora su un palco per darti una lezione mia cara. Sappi che il mio lavoro per te è finito quindi posso tranquillamente dire quello che ho pensato e tenuto dentro per parecchie settimane.» Sorrisi, mi sporsi in avanti per sfiorarle l'orecchio con le labbra in modo tale che potesse sentirmi solo lei. 
«Vaffanculo stronza.»
La vidi sparire poco dopo, livida in viso. Le nocche strette in pugni di rabbia e il passo accellerato dall'odio che provava nei miei confronti. Santana Lopez aveva demolito un altra mocciosetta, di nuovo come ai bei tempi! Per i minuti successivi venni semplicemente presa di mira da tutti quei produttori. Mi si avventarono con i loro biglietti da visita, mi proposero carriere brillanti, lodarono la mia voce e mi definirono una cantante nata. Qualcuno disse che avrei sicuramente avuto lo stesso successo di Mel, qualcuno che probabilmente l'avrei superata senza grossi problemi con un viso così bello e una voce così potente.
«Portami via di qua...» sussurrai a Kurt mentre tentavo di scampare ad altri due novelli ragazzoni armati di numeri di telefono, ipad e quant'altro.
«Scusate! Io e mia sorella ora dobbiamo andarcene, abbiamo un impegno urgente. Si, lei, si permesso, permesso...ecco grazie. Addio a tutti!»
Sentì la sua mano fredda sulla mia e cominciammo a correre, fuori da quello studio, oltre il marciapiede, per tutta la via sino a che non svoltammo per una stradina riparata e scoppiammo in una risata incontrollabile sino a che non fummo costretti a sederci per terra. Un asfalto tutt'altro che lindo e asciutto.
«Fratello? Ahahahahahah saresti stato più credibile come sorella Hummel!»
«Fanculo Lopez! Cosa mi sarei dovuto inventare? Dovevo spacciarmi per il tuo ragazzo? Nessuno ci sarebbe cascato, sei lesbica dalla punta dei piedi sino a quella dei capelli...»
«E tu gay sino al midollo.»
Ci guardammo. Occhi contro occhi. Il fiato che ancora tentava di ristabilizzarsi.
E poi semplicemente scoppiammo nuovamente a ridere e parlammo di quello che era successo per delle ore. Camminammo tanto, ci fermammo in un parco. Si, Kurt mi era mancato. Qualcuno libero, che potesse seguirmi ovunque, come la mia ombra. Matt era stato per me quella figura per anni ma ora...ora stavamo crescendo entrambi.
«Ti rendi conto di aver smerdato la più grande troietta dello spettacolo?»
«Si e mi sento immensamente bene!»
«La vecchia Santana Lopez ogni tanto torna eh?»
Risi e lui con me. Kurt riusciva davvero a capirmi, eppure non eravamo certo stati grandi amici in periodo scolastico.
«Puoi dirlo forte!»
Alla fine della giornata lo liquidai con una scusa per potermi fiondare a casa di Brittany, segnale che parve abbastanza ovvio. Lui si limitò a ridacchiare ed esortarmi ad andare a "festeggiare degnamente". Diceva che Brit sarebbe stata felicissima per come sarebbe cambiata la mia vita e fu allora che collegai le cose. Fu quando mi avviai verso casa sua che capì cosa intendesse porcellana. Cambiare. Ancora.
Desideravo davvero diventare una cantante? Era stato così per così tanto tempo. Avevo sofferto così tanto che ora, quando mi sembrava semplice raggiungere ciò che volevo, non riuscivo a capire perché mi entusiasmasse così poco.
Forse in realtà conoscevo il motivo però non volevo ammetterlo così spudoratemte.
La bionda significava per me più di qualsiasi cosa e in quei mesi che eravamo state insieme ne avevo avuto la conferma. Era diventata la cosa più importante. Persino del lavoro!
Quando mai Santana Lopez era arrivata in ritardo per una ragazza. Ma lei non era "una" ragazza, lei per me era "LA" ragazza.
«Pronto Brit, sto venendo da te. Ho tante cose da raccontarti.» ridacchiai al telefono.         
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«Perché noi cominciamo sempre a parlare e poi io mi ritrovò nuda e ansimante al tuo fianco? Me lo spieghi?» 
Ridacchiai prima di voltarmi verso di lei. Era così bella. Nuda, con i capelli in disordine e il corpo sudato. Era mia. Brittany era mia. 
«Non saprei...» mentì io ricevendo per tutta risposta un colpo alla spalla.
«Ahi!»«Te lo meriti! Con tutte le cose belle che ti son successe!»
«Belle? Andiamo, ho solo fanculizzato la famosa Mel. Cosa ci trovi di bello?»
La domanda era retorica. Godevo dannatamente per esser riuscita in qualche modo a sbatterle in faccia il suo stesso gioco, a rivoltarle contro il piano.
«Non parlavo di Mel sciocchina. Parlavo di tutte quelle offerte, di quelle decine di bigliettini da visita che avevi in tasca. Diventerai una cantante, ci credi?» 
Rise e si sporse per baciarmi. Le sue labbra mi inebriarono e lasciai che quel bacio durasse più di quanto ci fossimo aspettate.
«Frena. Chi ha detto che diventerò una cantante?»
«Oh andiamo San, non esser pessimista. A quanto mi hai raccontato son rimasti tutti impressionati e dubito sarà difficile farti esordire!»
«Nono, intendevo un altra cosa.»
La guardai spostandole una ciocca dagli occhi mentre il suo sorriso mi accecava.
«Perché dovrei voler diventare una cantante?»
La sua espressione cambiò. Sorpresa.
«Stai scherzando vero? Se ricordo bene è dai tempi della scuola che desideravi la fama.»
«Si ma...è passato tanto tempo.»
«San andiamo. Cantare è sempre stato il tuo sogno!»
«Mmmm...non sono sicura di voler rinunciare a quello che ho per far la cantante.»
Vidi il suo viso cambiare ancora, avvertì i suoi muscoli tendersi e ritrarsi. Si allontanò si mise una coperta addosso e poi mi tornò vicino. Con una strana espressione.
«Stai parlando sul serio? Davvero non vuoi accettare quelle offerte?»
«Non vedo perché dovrei. Ho già tutto quello di cui ho bisogno. Un bel lavoro, te.»
«Si ma potresti avere molto di più. Uno stipendio da sogno, una vita da favola...»
«E perdere te? Non se ne parla.»
Perché non riusciva a capire? Perché mi stava forzando? 
«Tu non mi perderai. Andiamo non cambierà mica tutto.»                                                                                                                                                                        «No. Se non consideriamo i lunghi mesi che starò via per lavoro, le sere passate per feste e locali a sponsorizzare i miei dischi. Già, sarò sempre con te.»
«San, io ti amo. Pensi davvero che non ti aspetterei?»
Vidi i suoi occhi addolcirsi ma questa volta ero io a non capire e non voler accettare.
«Non lo metto in dubbio, ma son io che non posso stare senza di te per così tanto. Dai amore, ti prego non parliamone più, non penso prenderò in considerazione quelle offerte. Voglio solo stare un po' con te, posso?»
La vidi annuire controvoglia e poi distendersi al mio fianco. Le passai un braccio intorno alla vita e le depositai un tenero bacio sul collo prima di chiudere gli occhi e addomentarmi.
Non sapevo che lei sarebbe rimasta a guardarmi così per tutta la notte. Non sapevo che per lei non era finito nulla e che non accettava il fatto che rinunciassi ad un futuro radioso solo per lei. Eppure era una cosa così romantica!
 
---                           
La guardavo. Distesa al mio fianco.
Dormiva.
Era così bella. Con quella sua carnagione scura profumata. Quei grandi occhi chiusi e quei lineamenti delicati e rilassati che accompagnavano il suo sonno. I capelli in disordine erano solo un effetto collaterale di quello che avevamo fatto prima, quello che amavo. Io amavo lei, amavo tutto di lei. Era stata il mio sogno proibito per tutto il periodo della scuola. Non che me ne fossi accorta subito, non che avessi compreso davvero quanto fosse importante ma era stata la mia più colossale cotta. Convincerla di quanto la volessi non era stato facile, perderla per ben due volte mi aveva rotto il cuore ma ora...lei era qua. Davanti a me.
Dormiva.
Allora perché non riuscivo a dormire? Perché non riuscivo a capire perché volesse abbandonare il suo futuro per me? No. Io la amavo e l'avrei amata in qualsiasi caso. E volevo il meglio per lei. Quel lavoro non era il meglio! Mel l'aveva dimostrato, quella stronza che ci aveva provato e vedendosi rifiutata, vedendo che la mia ragazza non la venerava come un dio aveva deciso di distruggerla. Ma lei era una potenza, era una forza della natura.
Lei avrebbe sovvertito tutti gli stereotipi, avrebbe ispirato le folle come da sempre voleva fare e avrebbe finalmente sentito risuonare il suo nome per la città.
Io dovevo aiutarla. Dovevo far in modo che cedesse. 
Parlare era impossibile, ne ero consapevole. Avremmo solo finito per litigare per cui presi una strana decisione, qualcosa che in effetti non era usuale per me. Quanti anni erano che non avevamo una discussione seria? Ora ne avevo bisogno.
Mi alzai senza svegliarla e mi rivestì lentamente. Dovevano essere solo le 6 del mattino e non avevo intenzione di disturbarla dopo tutto quello che aveva affrontato e le emozioni che l'avevano probabilmente scossa. Prima di lasciarla però le diedi un bacio sulla fronte e la sentì parlare nel sonno. Non che lo facesse spesso ormai ma...sentire il mio nome mi riempiva sempre il cuore di gioia.
Chiusa la porta alle spalle raccolsi i capelli in una coda e tenendo il cellulare in bocca per tutto il tempo riuscì finalmente a digitare il numero che ricordavo a fatica.
«Pronto, sono Brittany.»
Feci una pausa per sentire la sua reazione e poi continuai.
«Sei solo? Posso passare?»
Risposta positiva.
Tempo una decina di minuti e a bordo di un taxi rovinato mi ritrovai a pochi isolati da quella bella costruzione scura. Qualche gradino, pochi secondi in ascensore. Pochi passi, due colpi alla porta e poi lo vidi comparire dalla soglia. I capelli smossi dal sonno, gli occhi rigati dalle occhiaie del mattino e un pigiama blu. Abbozzò un sorriso e mi fece segno di entrare non prima però di avermi salutato con un po' di distacco.
«Ciao Brittany.»
Io tentai di sorridere naturalmente.
«Ciao Matt.»

Angolo dell'Autrice
CAMBIO PROSPETTIVA. MI SPOSO. No aspetta, nessuno si sposa. Però il cambio della voce narrante c'è stato. Siete pronte ad esplorare l'Io di Brittany in una discussione che potrebbe cambiare molte cose. Questo è solo la prima parte di un capitolo che ho dovuto dividere per argomenti e lunghezza. Preparatevi perché ci stiamo avviando sempre più verso le parti salienti <3
Detto questo. CHI STA SCRANIANDO PER NAYA? NAAAAAAAYA AL GIFFONI. OMG. Chi ci andrà? Woooooooow <3
E cercate la canzone del titolo, di Pink, è qualcosa di stupendo! Fatemi sapere come sempre se il Capitolo vi è piaciuto e cosa vi aspettate dal futuro, per ora dico solo, alla prossima :)
  
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