Simon mi
stava raccontando qualcosa riguardo l'ultimo esame che aveva affrontato
a
veterinaria, ma la sua voce era solo un sotto fondo, non riuscivo a
concentrarmi su quello che stava dicendo, l'unica cosa che riuscivo a
fare era
guardare il mio telefono e sperare che desse qualche segno di vita.
"vedo
che sei molto interessata al mio esame di fisiologia degli animali
esotici"disse Simon attirando la mia attenzione facendomi un cenno.
"no
invece, lo sai che i pappagalli sono molto interessanti"dissi io
"certo,
o il tuo cellulare è interessante?"chiese Simon prendendo il
mio cellulare
dal tavolo, e per un attimo fui tentata ad allungare la mano per
riprendermelo.
"ma
che ti sta succedendo?"chiese Simon
" è
che sto aspettando una chiamata per un progetto"dissi io
giustificandomi
prontamente.
"uhm
un film con Robert Pattinson?"chiese Simon guardandomi con
l'espressione
di quello che stava proprio pensando
"non mi freghi, mia cara".
"che
stai dicendo?"chiesi io facendo finta di nulla.
"sto
dicendo che, non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto,
sto
dicendo che non fai altro che guardare questo telefono aspettando una
chiamata
da quello stronzo. America Wright ti proibisco di uscire con uno
stronzo
simile"disse Simon.
"non
sei mia madre"dissi io alzando gli occhi al cielo.
"si,
ma sono il tuo migliore amico, ed essendo il tuo migliore amico ho il
dovere di
evitarti stupidaggini"disse Simon.
"mi ha
soltanto chiesto di uscire, in amicizia, niente interessi romantici
alla
base"dissi io
"certo,
niente interessi romantici, ma quello una botta te la darebbe eccome, e
scusa
se sono volgare"disse Simon.
"esatto,
sei volgare, e poi sai come sono fatta, e non credo proprio che sia
questo il
motivo per cui mi ha chiesto di uscire, se gli interessava
così tanto portarmi
a letto mi avrebbe chiamata subito, e invece è sparito"dissi
io
"oh
mio dio, tu ci staresti eccome con lui, la situazione è
più grave di quanto
pensassi, credevo tu guardassi il telefono soltanto perchè
c'eri rimasta male
per il rifiuto, credevo si trattasse di orgoglio femminile o stronzate
simili"disse Simon.
"non
ci starei con nessuno, e te lo ripeto non guardo il telefono aspettando
una sua
chiamata"dissi io
"certo,
non c'è dubbio in merito, dio America, ma lo sai che un
sacco di uomini là
fuori farebbe carte false anche solo per portarti un sacchetto della
spesa? ma
che dico, ti butterebbero volentieri la spazzatura tutti i giorni, e si
accontenterebbero di questo, solo perchè sei tu"disse Simon
"esageri
come sempre, guarda che non sono nessuno, ho avuto la fortuna che il
fotografo
giusto è passato al nostro locale, ma non faccio altro che
sfilare con
biancheria intima e pigiami che normalmente non potrei nemmeno
permettermi di
guardare"dissi io.
"smettila
di fare la modesta, sei una modella che diamine, ormai puoi permetterti
tutto,
potresti permetterti di tornare a veterinaria e passeresti gli esami ad
occhi
chiusi"disse Simon.
"senti
da che pulpito che la Brandbury ha sempre avuto un debole per te e ti
ha fatto
delle domande banalissime a fisiologia 2"dissi io
"banalissime,
non direi proprio, e comunque soltanto le prof hanno un debole per me,
la
maggior parte sono uomini e mi odiano, anche se diventerò
comunque un ottimo
veterinario, meglio di loro"disse Simon.
"ah su
questo nessuno ha dubbi"dissi io felice che l'attenzione si fosse
spostata
dal discorso precedente.
“oh
guarda
ti è arrivato un messaggio, “ciao
America sono Tom, visto che Robert non ha
il coraggio di farlo lo faccio io, che cosa fai questa sera? Capisco
che il preavviso
sia davvero poco, e che ti sto invitando io e non il diretto
interessato, ma
sappi che lui lo farebbe volentieri, se solo tirasse fuori le palle che
ha
ancora da qualche parte, accetteresti di uscire con lui questa sera
alle 20 da
Gracie?”lesse Simon riuscendo a trattenersi dal
ridere per chissà quale
ragione.
“mi
stai
prendendo in giro o è davvero un messaggio di
Tom?”chiese io perplessa.
“leggi
tu
stessa”disse Simon passandomi il mio cellulare e scoppiando a
ridere.
“mi ha
davvero invitato Tom per Rob”dissi io leggendo il messaggio
sempre più
perplessa.
“a
quanto
pare, beh se ha perso le palle dovremmo stare
tranquilli”disse Simon non
riuscendo a rimanere serio.
“smettila”dissi
io sbuffando.
"dai
non volevi che ti invitasse ad uscire? eccolo il tuo invito, un
pò insolito,
chissà magari gli inglesi usano così"disse Simon.
"il
mio invito certo, e che cosa dovrei rispondere, e a chi dovrei
rispondere?"chiesi io
"secondo
me lo intimorisci povero Pattinson"disse Simon.
"lo
chiamo e lo tolgo subito da questo casino, è sicuramente
stato Tom a fare
tutto, vuole che esca con qualcuna per tirarsi su di morale, ma non
sono la
persona giusta, e forse anche lui l'ha percepito ecco perchè
non mi ha chiamato,
ha capito che con me non può divertirsi"dissi io.
" che
per i comuni mortali significa che ha capito che tu non sei una che la
dà
facilmente"disse Simon.
"si,
vediamola così, in realtà sto pensando che molto
semplicemente mi reputa una
stupida e non vuole avere niente a che fare con me"dissi io.
"certo,
sicuramente lo pensa, tutti pensano che sei una bionda stupida"disse
Simon
alzando gli occhi al cielo, poi presa la sua tracolla venne ad
abbracciarmi.
"te ne
vai proprio ora? mentre sto per sentirmi una pefetta idiota?"chiesi io
"hai
bisogno di privacy per sentirti un idiota, e io ho lezione tra un'ora,
chiamami
stasera per dirmi come è andata"disse Simon dandomi un bacio
sulla fronte.
"ok"dissi
io prima che uscisse di casa e quando vidì la porta che si
chiudeva alle sue
spalle mi feci coraggio e cercai il numero di Robert nella rubrica, poi
dopo un
bel respiro feci una leggere pressione sul tasto verde, e avviai la
chiamata.
"pronto"disse
una voce maschile dall'altro capo del telefono, e rimasi in silenzio
per un
istante ad ascoltare quella voce attentamente, era proprio lui, non
l'avevo mai
sentito parlare al telefono ma ero certa fosse lui.
"pronto
America?"chiese lui e solo allora mi ricordai che aveva si il mio
numero,
quindi stavo facendo la figura della stupida visto che non parlava e
lui sapeva
che dall'altro capo del telefono c'ero proprio io.
"ciao
Robert scusa ma l'audio del mio telefono mi crea qualche problema, come
stai?"chiesi io cercando di mostrarmi a mio agio in quella situazione.
"bene,
tu, stai bene?"chiese lui incerto.
"si,
sto bene, senti ti chiamavo per il messaggio che ho appena ricevuto da
parte di
Tom, volevo soltanto dirti di non preoccuparti, che capisco che tu
abbia
cambiato idea, capisco che tu sia ancora ferito dalla situazione che
hai
vissuto di recente, e quindi capisco che tu essendo rispettoso nei miei
confronti abbia voluto evitare di vederci, capisco tutto"dissi io senza
prendere aria tra una parola e l'altra, parlavo a raffica e non gli
davo
nemmeno il tempo di replicare, anche se non mi sembrava che lui
dall'altro capo
del telefono avesse mai tentato di dire qualcosa.
"America
l'unica cosa che ti chiedo di capire è che non sono riuscito
a chiamarti perchè
in queste settimane sono stato preso con le riprese, mi alzavo all'alba
e
tornavo a casa tardi, avrei voluto chiamarti almeno per farmi sentire,
ma era
sempre troppo tardi e non mi andava di disturbarti"disse Robert.
"ah
ok, beh capisco"dissi io
"si,
me l'hai ripetuto un sacco di volte che capisci"disse Robert
ridacchiando.
"giusto
si, beh ti lascio al tuo lavoro allora"dissi io
"sono
in pausa in realtà , senti io adoro il Gracie fanno
dell'ottimo pesce alla
griglia. Che dici sei impegnata stasera?"chiese lui.
"no,
non sono impegnata e adoro il pesce alla griglia"dissi io.
"perfetto,
allora passerò a prenderti per l'ora decisa da Tom"disse
Robert
"perfetto"
"Perfetto
a più tardi allora, ti auguro una buona giornata"disse
Robert
"grazie,
anche a te"dissi io chiudendo la chiamata con il cuore a mille, sentire
la
sua voce era stata come una scarica di adrenalina, non riuscivo a stare
tranquilla e non sapevo come sarei arrivata a quella sera.
Voleva
davvero uscire con me? le mie erano davvero tutte paranoie, Robert
voleva
uscire con me.
Mi sentivo
proprio come una ragazzina alla sua
prima cotta, era un sacco di tempo che non mi sentivo così.
Forse dipendeva
anche dal fatto che l’ultimo
ragazzo con cui ero uscita era stato Ben, l’ultimo ragazzo
per cui avevo
provato qualcosa, in realtà l’unico.
Certo di recente
avevo avuto qualche
appuntamento, appuntamenti per lo più combinati dalle mie
colleghe, e qualche
ragazzo era stato anche divertente, ma non arrivavo mai al secondo
appuntamento.
Max uno degli
ultimi ragazzi con cui ero uscita
aveva perfino provato a baciarmi, e il risultato era stato che
istintivamente
gli avevo stampato una bella sberla.
Temevo una sua
reazione e invece era scoppiato a
ridere dicendomi che non si era mai preso un rifiuto simile fuori da un
film e
io avevo riso con lui ricordandogli che c’era una prima volta
per tutto, per
quanto carino mentalmente non mi aveva preso come mi aveva rapito
qualcun
altro.
Eppure avevamo
parlato pochissimo, ma c’era
qualcosa in lui che non faceva altro che spingermi nella sua direzione,
e non
riuscivo a capire di che cosa si trattasse.
Qualsiasi soggetto di sesso femminile mi avrebbe risposto
che erano gli
ormoni a guidarmi verso di lui, sicuramente ero molto attratta da lui,
la prima
volta che l’avevo visto non ero riuscita a togliergli gli
occhi di dosso, però
c’era altro, ed era qualcosa che non riuscivo a spiegarmi
nemmeno io, però era
tutto l’insieme, il suo sembrarmi un po’ goffo, e
poi quell’autoironia che
usava continuamente.
Non erano
così i ragazzi che ero abituata a
frequentare, lo stesso Ben, era stato molto deciso quando si era fatto
avanti
con me, era andato dritto al punto baciandomi ancora prima di farmi
capire che
persona era.
Avevo provato a
leggere qualcosa per distrarmi da
quei pensieri ed evitare che l’ansia mi colpisse prima di
cena, ma avevo dovuto
rileggere la stessa riga diverse volte quando mi accorgevo che andavo
avanti
con gli occhi ma che con la testa rimanevo sempre indietro, sempre
fissa sulle
aspettative che la mia mente stava creando e che io invece non volevo
avere.
E proprio quando
quel libro stava riuscendo ad
assorbirmi mi arrivò un messaggio da Robert dove mi
informava che sarebbe
passato a prendermi per le 19.30.
Guardai per un
istante il display del mio
cellulare accorgendomi solo in quel momento di quanto tempo fosse in
realtà
passato dall’ultima volta che avevo guardato l’ora,
avevo passato l’intera
giornata a leggere per distrarmi dall’attacco
d’ansia che avrebbe potuto
colpirmi se non mi fossi sforzata di fare altro.
18.30 tra meno
di un ora sarebbe arrivato e in
quel momento controllare l’ansia mi sembrava parecchio
impossibile.
Non avevo la
più pallida idea di che cosa fosse
opportuno indossare, quando esci con un ragazzo in genere ti vesti in
maniera
carina, ti trucchi, senza esagerare certo, ma cerchi di apparire al
meglio, ma
in questo caso? In questo caso cosa era opportuno? Insomma uscivo con
un uomo
che con molte probabilità usciva con me giusto per passare
una serata fuori,
dovevo pensare che si trattasse di un’uscita con Simon.
Effettivamente
se pensavo che stavo semplicemente
uscendo con Simon a mangiare qualcosa mi sentivo già
più tranquilla e a mio
agio.
Presa la cena
con quella filosofia scegliere che
cosa indossare fu molto semplice, indossai un paio di jeans scuri, una
maglietta
a maniche corte, un maglioncino leggero e un paio di converse blu.
Non era stato
poi difficile prepararsi, mi
truccai leggermente con un po’ di fondotinta e blush e mi
diedi una passata di
lucidalabbra.
Ed ero anche in
perfetto orario, quando Robert
arrivò lo aspettavo già davanti
all’entrata dell’enorme edificio dove vivevo.
Mi venne
incontro dandomi un bacio sulla guancia
per salutarmi e nell’esatto momento in cui era venuto verso
di me la mia
filosofia “fingiamo di uscire con il mio migliore amico Simon
che per quanto
figo, considero come un fratello” crollò
totalmente.
“ciao”dissi
rispondendo al ciao che mi aveva
detto mentre mi baciava la guancia.
“a chi
hai lasciato Eric?”chiesi per rompere il
ghiaccio.
“se ne
occupa Tom, sta ricoprendo molto volentieri
il suo ruolo di padrino”disse Robert scuotendo la testa e
ridendo.
“usciva
con qualcuna devo dedurre?”chiesi io
“però,
hai già imparato molto di Sturridge,
invita una ragazza a casa e intanto si occupa di Eric”disse
Robert
“immaginavo”dissi
io ridendo
“come
è andata la tua settimana? O meglio le tue
settimane?”chiese Robert
“bene,
sai non è che il mio sia un lavoro così
faticoso”dissi io
“dici?
Io avrei dei seri problemi ad indossare
biancheria intima davanti a tutta quella gente, ci vuole
carattere”disse Robert
“mi
stai prendendo in giro?”chiesi io perplessa
“No,
puoi chiederlo a tutti i registi con cui ho
lavorato, ho seri problemi a mostrarmi nudo”disse Robert
ridacchiando.
“beh
immagino avrai un qualche documento dove
puoi permetterti di rifiutare?”chiesi io
“nah,
qualche volta ho potuto rifiutare altre
volte no, ma abbiamo sempre trovato delle mediazioni, ad esempio sono
riuscito
a dire a Cronenberg qualche anno fa, che il nudo frontale non lo
facevo”disse
Robert
“al
mio amico Simon piacciono i film di
Cronenberg” riuscì a dire io per cambiare
argomento, dopo le parole nudo
frontale avevo qualche difficoltà a rimanere concentrata su
quello che mi stava
dicendo.
“ha
gusto allora, comunque ti ringrazio per aver
cambiato argomento, non male nella prima mezz’ora di
appuntamento parlare delle
mie scene di nudo”disse Robert ridacchiando e facendo ridere
anche me.
La
sua
goffaggine e il fatto che lo ammettesse anche, scacciò
quelle immagini che mi
stavano facendo venire un po’ caldo.
“ho
sentito di peggio fidati, c’è gente che mi ha
parlato delle sue parti basse prima che entrassimo al ristorante,
inutile dire
che li ho lasciati entrare e me ne sono andata”dissi io
ricordando l’appuntamento
al buio che mi aveva organizzato Hannah, quell’uomo era un
vero maniaco, adesso
però a ripensarci mi veniva da ridere.
“grazie
di avermelo detto, amo iniziare una
serata parlando del mio pene, infatti il discorso sulle scene di nudo
è solo
per introdurre l’argomento, volevo iniziare a parlarne
proprio prima di entrare
al Gracie”disse Robert fingendosi serio.
“beh
se non altro provi a introdurre l’argomento”dissi
io cercando di rimanere seria.
“si,
ho una certa classe nel parlare del mio
pene, potrei anche definirlo organo genitale maschile per essere
più fine”disse
Robert
“ah
oddio non ce la faccio più”dissi io
scoppiando a ridere.
“seriamente?
Cioè c’è gente simile in
giro?”chiese
Robert
“oh
non hai idea di che cosa ci sia in giro
fidati”dissi io
“beh
devo dire che poi apparteniamo a due epoche
diverse praticamente, tu sei molto giovane, suppongo che i ragazzi di
oggi si
comportino in maniera diversa”disse Robert
“ahaha
non parlare come se fossi mio nonno,
quanti anni hai scusa? E quanti me ne dai?”chiesi io ridendo
“io ne
ho 28, 29 a maggio e tu beh spero tu sia
almeno maggiorenne”disse Robert ridacchiando.
“maggio
quando?”chiesi io
“13”disse
Robert
“stai
scherzando?”chiesi io scioccata
“perché?”chiese
Robert perplesso
“il 13
maggio è il mio compleanno”dissi io
“davvero?
Oddio che disastro sei un toro, ma c’è
una notizia positiva diventerai maggiorenne tra pochi mesi e io mi
avvicinerò
sempre più ai 30”disse Robert sospirando.
“compirò
23 anni il 13 maggio, e 30 anni non sono
così tanti, anche se hai idea di quanto sia un anno?
Cioè ti manca ben un anno
e quanto tre mesi per diventare un trentenne, vuoi davvero preoccuparti
di
qualcosa che avverrà tra un anno e tre
mesi?”chiesi io
“devo
dire che il tuo ragionamento non fa una
piega, sei decisamente un toro, io invece sono un toro
anomalo”disse Robert
“nah,
sei convincente anche tu”dissi io confortandolo.
“certo,
perché nessuno capisce quello che dico e
allora si arrende”disse Robert
“si,
ognuno ha i suoi mezzi che vuoi farci”dissi
io sorridendo.
“sono
proprio felice di averti chiesto di uscire,
o meglio che Tom l’abbia fatto al posto mio, era da tanto che
non parlavo così
con una ragazza, in realtà con qualcuno, come avrai capito
Tom non è il massimo
dell’ironia”disse Robert voltandosi verso di me e
guardandomi per un attimo, e
quell’attimo fu sufficiente a farmi venire davvero caldo, mi
metteva in
imbarazzo anche se non era uno sguardo da maniaco, mi stava
semplicemente
osservando e tanto bastava per farmi arrossire, per fortuna le mie
guance non
tradivano mai le mie emozioni.
“posso
dire lo stesso, anche se non vedo l’ora di
mangiare al favoloso Gracie, non ci sono mai venuta”dissi io
osservando davanti
a me l’insegna del famoso ristorante.
“ah lo
adorerai”disse Robert entrando nel
parcheggio e cimentandosi in un disastroso parcheggio facendomi ridere
di
nuovo.
“si,
lo so, sono un disastro”disse Robert
sospirando e spegnendo la macchina.
“c’è
di peggio tranquillo”dissi io mentre
scendevo dalla macchina.
“sai
che uscire con te è stato davvero geniale,
voglio dire hai conosciuto davvero degli idioti, cioè se
riesci a dire che c’è
qualcosa di peggiore dei miei parcheggi hai davvero conosciuto degli
idioti”disse
Robert raggiugendomi.
“mai
andare ad appuntamenti al buio, specialmente
se ad organizzarteli sono delle modelle”dissi io annuendo
convinta.
“si,
senza offesa ma le modelle sono proprio dei
soggetti pessimi”disse Robert e questa volta però
non mi sembrava scherzasse.
“quindi
pensi che io sia un soggetto pessimo?”chiesi
io perplessa quando ci sedemmo al nostro tavolo.
“No,
è che quelle con cui ho avuto a che fare lo
erano di gran lunga, tu sei apposto, forse non ti sei ancora fatta
corrompere
dalle diete assurde e dalle ore di yoga e pilates”disse
Robert
“non
so nemmeno cosa sia pilates”dissi
io prendendo un grissino.
“la
mia ex ragazza praticava ogni sorta di questi
sport inutili, dovevo capirlo da quello che non eravamo fatti per stare
insieme, o forse avrei dovuto capirlo quando mi ha obbligato a dargli
un
figlio, figlio che non ha nemmeno voluto poi, sai come quando i tuoi
genitori
ti regalano la bambola che volevi a Natale, poi la bambola arriva e tu
la odi perché
te l’hanno regalata, più o meno è
andata nello stesso modo”disse Robert ed io
non sapevo proprio cosa dire, da una parte mi infastidiva che parlasse
di
Alyssa, dall’altra capivo che stava soffrendo ancora molto.
“si
vede che stai soffrendo ancora molto”dissi io
“sono
solo arrabbiato, sono pieno di rabbia, ma
non soffro più ormai”disse lui sospirando e
versandosi un bicchiere di pepsi
che gli avevano appena portato.
“non
si direbbe”dissi io
“se
stessi ancora soffrendo ora non ti avrei
chiesto di uscire, e con tutta la fatica che mi è costato
farlo direi che non l’ho
fatto tanto per, avevo proprio voglia di conoscerti
meglio”disse Robert
“io
non credo, io penso che tu ti sia fatto
trascinare da Tom e abbia deciso di uscire per svagarti un
po’, e va bene non
preoccuparti, solo che non sono quel tipo di ragazza, sei molto
divertente, ma
non verrò a letto con te”dissi io salvo pentirmi
immediatamente delle mie
parole, prima di tutto perché erano assolutamente false,
“Non verrò mai a letto
con te?” what??? Stavo parlando ignorando chiaramente i miei
ormoni , e seconda
cosa che cosa diavolo avevo detto? Avrebbe senz’altro pensato
che ero fuori di
testa.
“Tom
non centra nulla, sono io che volevo
vederti, si il messaggio l’ha mandato lui, ma nessuno mi ha
spinto verso di te,
sei tu che mi attiri, avevo voglia di parlare con te e di passare un
po’ di
tempo con te, tutto qui, devo ammettere che da quando Alyssa mi ha
lasciato non
frequentato nessuna donna, mi sto rivirginizzando potrei
dire”disse Robert
ridacchiando.
“sembra
che non siamo in grado di non parlare di
sesso eh?”chiesi io ridacchiando.
“si,
decisamente abbiamo un chiodo fisso”disse
Robert
“meglio
ordinare da mangiare allora”dissi io
aprendo il menu e nascondendomi dietro esso per riprendere un
po’ di aria e per
non vedere per qualche istante i suoi occhi.
Cenammo in
tranquillità, non parlammo più di
sesso e lui mi parlò della sua infazia inglese, mi
raccontò di come gli fosse
nata la passione per la recitazione e volle sapere tutto di me, ma non
riuscì a
dire molto.
La mia vita fino
ad allora era stata un totale
declino fino all’arrivo di quell’importante
fotografo, e non volevo fargli
pena.
Gli raccontai
soltanto della perdita di mio padre
il giorno del mio ventunesimo compleanno, ma non gli raccontai nulla
della gravidanza
che avevo affrontato.
Avevo troppa
paura che pensasse che fossi un
essere ignobile, più volte mentre parlava di Eric aveva
criticato la madre
naturale per non averlo voluto vedere nemmeno una volta, e io rimasi in silenzio senza riuscire a
dire nulla, anche
trattenere le lacrime fu piuttosto difficile.
Per un attimo
vedevo la realtà sotto occhi
diversi e mi sentivo un vero schifo, avevo davvero venduto mio figlio?
Anche se non
l’avevo concepito con amore e avevo
solo prestato il mio corpo perché lui potesse nascere, era
pur sempre cresciuto
dentro di me, e si portava dietro anche parte del mio corredo
cromosomico oltre
che del padre, e la
madre che l’avrebbe
cresciuto nulla aveva in comune con lui, perché lui si
sarebbe portato sempre
dietro una parte di me, ed io non sapevo nemmeno come fossero i suoi
occhi.
L’unico
ricordo che avevo di lui erano i suoi
movimenti dentro di me e quel pianto che avevo sentito quando eravamo
stati
separati per sempre.
“America
sei fra noi?”chiese Robert guardandomi
“scusa,
ero sovrappensiero”dissi io
“ho
detto qualcosa che ti ha dato fastidio?”chiese
Robert
“no,
assolutamente no, non preoccuparti”dissi io
“sei
sicura? È come se tu avessi visto un
fantasma”disse Robert
“no,
tranquillo”dissi io
“eh
invece si, centra con la madre surrogata? Non
volevo essere così duro, ho saputo che era una ragazza
giovane, e che per lei è
stato molto difficile lasciare il bambino, è per questo che
avevo insistito perché
lo vedesse ogni tanto, volevo che potesse esercitare il suo ruolo di
madre,
visto che colei che doveva occuparsi di lui l’ha abbandonato.
Ho aspettato per
mesi una sua chiamata, e non si
è mai fatta viva, forse non gli interessava così
tanto di lui”disse Robert
“Non
penso che sia così, magari quelli della
clinica nemmeno gliene hanno parlato, sono sicura che se qualcuno le
avesse
proposto di vedere ogni tanto il bambino e di occuparsi di lui come una madre lei avrebbe
accettato, ne sono
sicura”dissi io troppo carica e infatti Robert mi
guardò per un attimo
perplesso.
“non
ci avevo mai pensato, dici che alla clinica
non gliel’hanno proposto?”chiese Robert
“so
come funzionano queste cose, la zia di Simon
ha fatto da utero in affitto, una volta che è stata a corto
di soldi ed era
disperata, ti dicono subito che tu non avrai alcun contatto con quel
bambino,
il massimo che ti è concesso è vederlo alla
nascita, in fondo hanno ragione non
è tuo figlio, è il figlio di qualcun altro con
cui hai condiviso lo spazio per
quasi un anno”dissi io.
“forse
allora dovrei tornare alla clinica e
insistere perché la trovino”disse Robert
“si,
credo dovresti farlo se ci tieni”dissi io
sorridendogli.
Se la coppia che
ora si occupava del mio bambino
mi avesse chiesto di vederlo, non avrei esitato nemmeno un attimo e
sarei
andata da lui.
“però,
sei proprio un toro, sei sprecata come
modella, hai mai pensato di fare l’avvocato?”chiese
Robert
“nah,
un tempo studiavo veterinaria, me la cavavo
anche bene”dissi io
“veterinaria?
Eri un piccolo genio, e come sei
finita a fare la modella?”chiese Robert
“mio
padre si è ammalato, e non avevo più i soldi
per permettermi di continuare a studiare, dovevo aiutarla a mandare
avanti la
tavola calda, mi è sembrata la scelta più
giusta”dissi io
“Potresti
riprendere ora però”disse Robert
“non
credo sarei molto credibile al momento”dissi
io
“non
credo che un cane si faccia problemi perché fino
a un mese prima facevi la modella sai?”chiese Robert
“ah un
cane no, ma i loro padroni si. Gli animali
non ti giudicano, forse è per questo che mi trovavo
così bene con loro”dissi io
“anch’io
odio essere giudicato, credo che ci
siamo scelti i lavori sbagliati però”disse Robert
“tu di
sicuro, a me al massimo possono dire che ho
il culo grosso”dissi io
“se ti
alzi ti dico se penso che sia grosso”disse
Robert
“ahaha
simpatico”dissi io
“nah
lo so già in realtà”disse Robert ridendo
“che
stronzo”dissi io ridendo con lui
“wow,
è tardissimo, siamo rimasti solo noi qui
dentro, e i camerieri ci iniziano a guardare male, ti va di
uscire?”chiese
Robert
“si,
credo sia meglio”dissi io prendendo la mia
borsa.
“ho
decisamente bisogno di una sigaretta, ti
dispiace se?”chiese Robert indicandomi il pacchetto che aveva
in mano.
“no,
no fai pure”dissi io
“ ne
vuoi una anche tu?”mi chiese tirandone fuori
una dal pacchetto.
“no,
non fumo”dissi io
“ok”disse
Robert accendendosi la sigaretta e
quello fu un altro dei momenti in cui sentì caldo, dio ma
come la teneva in
mano quella sigaretta e che razza di mani aveva? Quelle dita erano
perfette, e
tutto quello che mi veniva in mente erano immagini delle sue mani che
si
impegnavano in questioni un po’ più spinte che
tenere tra le mani una
sigaretta.
Dovevo
assolutamente spegnere quelle immagini
anche perché i suoi occhi erano fissi nei miei e dovevo
rompere quel contatto
prima che fosse troppo tardi.
“hai
degli occhi bellissimi”disse Robert
“anche
tu”dissi io
“sei
sicura che non vuoi fumare? Mi sembra che tu
sia molto interessata alla mia sigaretta”disse Robert
ridacchiando.
“No,
no, sono sicura, fai pure”dissi io
sentendomi in terribile imbarazzo, se solo avesse saputo a cosa ero
davvero
interessata mi avrebbe preso per una pervertita.
“un’altra
boccata e ti riaccompagno a casa”disse
Robert aspirando ancora il fumo e lanciando via la sigaretta.
“quando
sono con Eric non fumo, ma quando sono
fuori non posso farne a meno, mi aiuta a rilassarmi”disse
Robert aprendo la
macchina e lasciandomi entrare.
“sei
nervoso quando sei fuori?”chiesi io curiosa.
“no,
dipende, è che tu mi rendi un po’
nervoso”ammise
poi
“io?
Non si direbbe”dissi io ridacchiando
“non
è proprio nervoso, è che mi sto trattenendo
dal fare una cosa, e la nicotina mi è stata
d’aiuto”disse Robert
“ok”dissi
io senza toccare più l’argomento.
Che fosse anche
lui attratto da me come io lo ero
di lui?
Non sembrava
avere grandi problemi a gestire la
mia vicinanza però , io invece mi ero sentita come se la
menopausa fosse
arrivata in anticipo per tutta la sera, ero più attratta di
quello che credevo.
“è
stata davvero una fantastica serata America,
sei una bella persona anche dentro, e sono felice di averti
conosciuta”disse
Robert quando scesi dall’auto e lui per educazione fece lo
stesso
accompagnandomi alla portineria.
“ma
non hai più voglia di uscire con me, lo
capisco”dissi io
“no
invece, questa volta non penso tu capisca, perché
voglio rivederti, e spero che insomma siccome sono stato sicuramente il
miglio
appuntamento paragonato a quei pazzi con cui sei uscita, beh spero di
avere
qualche chance in più”disse Robert
“guarda
proprio perché ti paragono a loro credo
che uscirò volentieri un’altra volta con
te”dissi io
“bene,
ti prometto che non aspetterò altre tre
settimane per chiamarti”disse Robert sorridendo
“Lo
spero”dissi io
“beh
buonanotte America”disse lui salutandomi
“buonanotte”dissi
io e poi proseguì verso la
portineria cercando le chiavi nella mia borsa, ma proprio mentre
frugavo
pescando di tutto meno che le chiavi sentì una presa sul
braccio che per un
istante mi spaventò e poi le sue labbra sulle mie.
“Io ci
ho provato a resistere”disse lui
indietreggiando un attimo.
“nessuno
ti aveva chiesto di farlo”dissi io
sorridendo e sfiorando le sue labbra con le mie, dio se baciava bene.
“adesso
me ne vado davvero, buonanotte America”disse
Robert
“buonanotte”dissi
io sorridendo e quella notte mi
addormentai finalmente serena come non mi capitava da ormai troppo
tempo, forse
un briciolo di serenità il destino me l’avrebbe
concesso, magari per poco, ma
me l’avrebbe concesso.