Harry se ne stava sdraiato in silenzio sul suo
letto a baldacchino. In lontananza, grida e sorrisi di studenti felici annunciavano
la fine degli esami. Ripensava ai sette anni passati a Hogwarts, tra momenti di
gloria, di felicità, di rabbia, di tristezza e di confusione. Tante difficoltà
aveva affrontato, e altrettante sfide aveva vinto. Il primo anno era riuscito a
non far prendere a Voldemort la Pietra Filosofale, che gli avrebbe ridato pieni
poteri; il secondo anno era entrato nella Camera dei Segreti e sconfitto il
Basilisco e lo spirito di Voldemort; il terzo anno aveva vinto la Coppa del
Quidditch, sconfitto un paio di Dissennatori ma soprattutto aveva conosciuto il
suo padrino, Sirius Black, che prima di allora non ne sapeva nemmeno
l'esistenza perché rinchiuso nell'ex Prigione dei Maghi Azkaban; il quarto anno
aveva vinto la Coppa Tremaghi, un'importante Torneo che non si svolgeva da più
di 100 anni, aveva assistito alla morte di Cedric Diggory, il partecipante dei
Tassorosso arrivato insieme con lui alla fine, e alla resurrezione del Signore
Oscuro; il quinto anno Cho lo bacia, forma un gruppo segreto di resistenza
contro una delle peggiori professoresse di Difesa contro le Arti Oscure,
Dolores Umbridge, perde il suo padrino per mano di una seguace di Voldemort, la
Mangiamorte nonché cugina di Sirius, Bellatrix Lastrange e si ritrova a faccia
a faccia proprio con l'Oscuro Signore; il sesto anno passava uno dei peggiori
momenti della sua vita, era arrabbiato, stava spesso solo, litigò pesantemente
con il suo migliore amico Ron Weasley, per poi farci pace un mese dopo, riuscì
a fare giustizia a Sirius uccidendo proprio colei che lo aveva privato della
vita, Bellatrix Lastrange e mettere K.O un altro Mangiamorte, il padre di Draco
Malfoy, Lucius; infine quell'anno. Peggiore o migliore, non sapeva definirlo.
Era stato un continuo crescendo d'emozioni, facendolo crescere e migliorare in
quello che sarebbe stato il suo futuro nel Mondo Magico. Si era ritrovato solo
con Lord Voldemort aiutato solo dall'amore e dallo spirito dei suoi genitori.
L'aveva sconfitto e con lui se ne erano andati tutti i Mangiamorte ristabilendo
la serenità e la felicità in tutto il mondo, magico e non. Ma nonostante tutto,
non riusciva ad essere completamente felice. Una parte del suo cuore e della
sua mente era rimasta a quel giorno di Giugno di due anni prima, in una stanza
dell'Ufficio Misteri, nel Ministero della Magia mentre vedeva la persona a lui
più cara abbandonare la vita e lasciare un enorme vuoto dentro di se. Un vuoto
che non era mai stato del tutto colmato; ma ciò che provava nei momenti in cui
lo pensava intensamente non era tristezza, né rabbia. Lui lo rivedeva dentro di
se meglio di quando era in vita. Molte notti lo aveva sognato: ci parlava e la
cosa che lo rendeva felice era che anche lui lo era. Sapeva che i suoi ultimi
quindici anni di vita non li aveva vissuti nei migliori dei modi, quindi pensava lassù starà sicuramente diecimila volte meglio.
Stava sognando di fare un viaggio in Egitto
insieme a Bill Weasley, quando fu svegliato da qualcuno che lo scuoteva
dolcemente. Aprì gli occhi lentamente per mettere meglio a fuoco la stanza e si
ritrovò davanti Hermione Granger.
" Bentornato tra noi Potter!" gli
disse sorridendo l'amica.
" Mmpff…che ore sono?" rispose stropicciandosi
gli occhi.
" Sono le sei, e se ti sbrighi potrai
trovare giù in Sala Comune alcune leccornie che Ginny ha 'preso in prestito'
dalla cucina… Oh! avanti Harry fra meno di due ore c'è la cena di fine
anno!" Hermione gli tirò un cuscino in faccia suscitando l'immediata
risposta di Harry, che glielo tirò a sua volta.
" Devo venirci per forza?" le chiese
in tono supplichevole
" Come sarebbe a dire? Harry domani sarà
il nostro ultimo giorno qui a Hogwarts! Non puoi rimanere chiuso qui dentro!"
" Appunto… mi unirò domani sera ai
festeggiamenti…"
" Ma non sarà la stessa cosa! Questa sera
la cena è riservata solo a noi del settimo anno " poi guardò Harry che si
era alzato per andare ad affacciarsi alla finestra " ma che ti prende
Harry?"
Harry non rispose. Pensava alla sua vita fuori
da Hogwarts, la prospettiva di rimanere per sempre dai Durslay, senza alcun
contatto con il mondo Magico. lo faceva rabbrividire. E poi senza Sirius…
Sentì la mano della sua amica sulla sua spalla
e lentamente si girò verso di lei.
" Come sarà la mia vita senza questo
posto, Hermione? Cosa mi aspetta la fuori? Ho paura che di tutto questo non mi
rimanga più niente…se solo…Sirius…" aveva la voce strozzata. Hermione lo
guardò dolcemente, accarezzandogli la guancia. " Il tuo futuro sarà pieno
di sorprese Harry e non devi averne paura. La tua vita ti sorriderà, sempre, e
quello che ti ha lasciato Hogwarts lo porterai sempre dentro di te. Potrai
contare su molte persone, su me, Ron, Ginny, Fred, George, i Signori Weasley e
su una ragazza che ti vuole un bene dell'anima. Sirius vorrebbe che passassi
questo giorno il più felicemente possibile Harry, ne sono sicura…". Gli
passò le braccia intorno al collo e Harry non poté fare a meno di ricambiare
quell'abbraccio.
Forse aveva ragione Hermione. Cosa ne ricavava
a tuffarsi nel passato proprio in un giorno come quello? Al futuro ci avrebbe
pensato poi. Certo, lasciare Hogwarts era come chiudere un cassetto d'interi
ricordi, ma poteva riaprirlo ogni qual volta lo voleva, perché i ricordi sono
parte di noi e anche volendo, non riusciremmo mai a liberarci di loro.
Per quella sera Silente aveva dato la più
totale libertà. Ci sarebbe stata una grande cena e infine la possibilità di
rimanere alzati fino a tardi. Le divise di Hogwarts erano stata lavate e stirate
a dovere dagli elfi domestici, cosa che a Hermione dava ancora molto fastidio
(" Sono riuscita a far smettere di bere a Winki, ma mi odio per non essere
riuscita a dare la libertà a tutti quegli Elfi!).Nella
Sala Comune di Grifondoro regnava il caos, i gemelli Weasley se ne erano andati
da tempo dalla scuola, ma la loro sorella, Ginny, li onorava alla grande.
Petardi magici e biscotti incantanti invadevano la Sala di risate e
d'improvvisi svenimenti spettacolari. Tutta la Sala era decorata di stendardi
rossi e gialli raffiguranti il leone, simbolo di Grifondoro, e dal soffitto,
grazie ad un incantesimo di Hermione, cadevano stelle filanti degli stessi
colori. Da tempo non si vedeva tutta quella felicità, che oltre ad essere data
dalla fine della scuola, era data anche dalla sconfitta definitiva del Signore
Oscuro.
" Non sono mai stata così felice, Harry.
E questo è soprattutto grazie a te!" gli disse una raggiante Calì Patil
scoccandogli un bacio sulla guancia.
" Ehi Harry!" Seamus Finnigan gli
veniva incontro zigzagando tra le sedie sparse per la stanza " c'è una
ragazza che ti sta aspettando davanti al ritratto della Signora Grassa!"
Harry non se lo fece ripetere due volte e si
tuffò subito fuori dalla Sala Comune. Seduta su uno scalino della scala del
settimo piano c'era Cho, che si voltò subito non appena lo sentì arrivare,
facendogli un timido sorriso. "Ciao…"
" Ciao" gli rispose andandogli
incontro e mettendosi seduto vicino a lei " Senti, Cho…io… penso di
doverti dare delle scuse per questi due giorni che non ti ho cercata …"
" Shh…non importa" lo interruppe Cho
mettendogli una mano sulla bocca "io… sono fiera d'avere vicino una
persona come te, e…anche se non ti sei abituato all'idea di avermi
accanto" i due sorrisero " ti darò modo di riscattarti in futuro…se
tu lo vorrai."
Non seppe Harry cosa provava in quel momento.
Sapeva solo che Cho era il suo futuro e il suo o presente. Era stato così
stupido da chiudere ancora una volta tutto il mondo fuori, in quei due giorni,
e non si era accorto che una persona non l'aveva mai abbandonato.
Harry la guardò negli occhi accarezzandogli
una guancia. Lei poggiò la sua mano su quella del ragazzo, poi cominciarono ad
avvicinarsi, come due calamite.. sempre più vicine. I loro nasi si toccarono, i
respiri si univano a quelli dell'altro e i loro occhi non smettevano di
cercarsi. In un attimo le loro labbra si unirono in quello che era uno dei baci
più dolci e travolgenti.
Quando si staccarono, un po’ rossi in faccia,
i due si alzarono rimanendo mano nella mano. Harry avvicinò Cho a se,
passandogli le braccia intorno alla vita " Tu sei.. la cosa più bella che
mi sia capitata da quando sono nato" si diedero un altro tenero bacio, e
si avviarono ognuno nei rispettivi dormitori.
Ritornò dentro quando tutti ormai erano quasi
pronti per scendere in Sala Grande. Ancora si sentiva scoppiettare qualche
petardo magico, ma le stelle filanti avevano cessato di scendere. Raggiunse Ron e Hermione che stavano
in piedi vicino al grande camino.
" Com'è andata?" gli chiese Ron con
un sorrisetto malizioso stampato in faccia.
" Molto bene, direi…cominciamo a
scendere?"
" Ok"
Così tra spintarelle e scherzi vari Harry, Ron
e Hermione raggiungerò la Sala Grande già gremita di gente. Si stupirono
quando, al posto dei quattro tavoli d'ogni casa, trovarono un unico grande
tavolo, che terminava con la sedia elegante di Albus Silente.
" Staremo tutti insieme…è un bel gesto da
parte di Silente" disse un Hermione alquanto commossa.
" E adesso cos'hai da piangere?" gli
chiese Ron ridacchiando.
" Non sto piangendo" gli rispose
dandogli una gomitata nelle costole " sono solo un po’ triste, tutto qua.
Oh, ma che te ne parlo a fare Ron, sei incredibilmente insensibile" li
lasciò e raggiunse alcune sue amiche di Tassorosso. Ron smise di ridere facendo
una faccia offesa.
" Io non sono affatto insensibile"
" Lo sei eccome Ron!" gli disse
Harry sorridendo maliziosamente.
" Solo perché non mi dispero al pensiero
di non aprire più un libro in tutta la mia vita? Ma andiamo Harry! Non farmi ridere!"
" E va bene…" Harry lo fermò
esasperato " non riesco davvero a credere come tu non te ne sia accorto,
ma comincio a pensare che tu sia veramente duro di comprendonio"
" Ma che… ? " Ron lo guardò con
occhi spalancati.
" Adesso ascoltami bene: è dal quarto
anno che vi osservo e vi sento litigare. Hermione l'ha capito da molto tempo
più di te, ma non riesco a capire perché neanche lei si è fatta avanti"
" Ma di che cosa stai parlando Harry? Che
cos'è che ha capito Hermione?" lo interruppe un Ron sempre più confuso.
" Di quello che tu non hai mai voluto
ammettere Ron" sbottò Harry "e cioè che sei geloso marcio di Hermione
e che ti piace! Anzi la vuoi sapere una cosa? La storia con Krum non c'è mai
stata!". Ron aveva lo sguardo fisso su di lui ma non lo guardava. Stava
li, immobile senza dire una parola. Poi improvvisamente sembrò risvegliarsi dal
torpore.
" Forse sarebbe meglio se andassimo a
prendere posto, Harry"
" O forse sarebbe meglio che tu parlassi
con Hermione". Ma Ron fece finta di niente e si diresse verso il tavolo, dove
la maggior parte degli studenti si erano già messi seduti.
Mentre si incamminava dietro Ron, Harry sentì
prendersi per una mano e si voltò di scatto. Prima che potesse dire qualcosa,
Cho gli aveva già scoccato un bacio sulla guancia.
" Ci rivediamo Potter!"
" Se lei la smettesse di venirmi
dietro…". I due risero tenendosi per mano. " Allora…raggiungiamo gli
altri o preferisci stare con loro?" gli chiese Harry indicando le sue
amiche all'altro lato del tavolo.
" Questa volta preferisco stare con
te!".
Così
si diressero anche loro verso il tavolo, mettendosi accanto a Ron e Hermione
che stavano li senza guardarsi.
Tutti
i professori erano già seduti ai loro posti, e fu quando sentirono il
ticchettare di una posata contro un bicchiere, che si ammutolirono e girarono
tutti. Albus Silente era in piedi sorridente, con i suoi occhiali a mezza luna
poggiati sul naso e la barba lucente che cadeva sul vestito blu notte. Aveva
un'espressione felice, come non lo era mai stato.
" Ragazzi miei…" sospirò,
guardandoli "siete arrivati alla fine. Sette anni fa vi presi fra le mie
braccia ed ora è giunto il momento che ognuno di voi prenda la sua strada.
Vorrei ringraziare voi, uno per uno, indipendentemente da ciò che avete fatto…o
non avete fatto!" tutti trattennero a stento una risata " ma vi farei
perdere del tempo inutile e senza dubbio vi annoierei, ma permettetemi di dirvi
che resterete nel mio cuore per sempre" Albus si soffermò per un attimo a
guardare Harry " ogni anno è dura vedere ragazzi che lasciano questa
scuola, ma mai come quest'anno…spero che ognuno di voi abbia un futuro
felice." Ora tutti lo guardarono con tristezza e Harry era quasi certo di
aver visto una lacrima scendere dai suoi occhi."Bhe…CHE IL BANCHETTO ABBIA
INIZIO!" e battendo le mani come faceva ogni inizio e fine anno, comparì
il cibo più gustoso e più abbondante che avevano mai visto in sette anni.
***
La serata passò piacevole, e tra un dolce e
l'altro molti studenti si alzavano per andare a respirare un po’ d'aria fresca
fuori dalle mura di Hogwarts.
Harry, Cho, Hermione e Ron passeggiavano
tranquillamente lungo la riva del lago. Era una notte chiara e serena, dove le
stelle brillavano alte nel cielo e la Luna illuminava ogni cosa intorno.
Hermione e Cho camminavano, parlando animatamente, con Harry e Ron che le seguivano.
" Ottima cena non c'è che dire!"
esclamò Ron estasiata a voce alta " Ecco cosa mi mancherà più di Hogwarts:
il cibo e gli Elfi che preparano prelibatezze!". Fu un attimo. Hermione si
girò di scatto verso di lui con il volto contratto dalla rabbia.
" Che cosa hai detto?"
Ron la guardava, inarcando le sopracciglia.
" Oh! Avanti Hermione ancora con quella storia degli Elfi!Non puoi smettere
per un attimo di fargli da paladina? Ma certo" si girò verso Cho,rivolgendosi
a lei " vuole coinvolgere anche te in questa storia. E' una cosa
incredibile come questa ragazza riesca a farsi propaganda. Ma non ha riscosso
molto successo. Per ora, anzi più precisamente da tre anni, gli unici iscritti
siamo io, Harry e qualche povero ragazzo di Grifondoro costretto con la
forza!" Ron fece una risata sarcastica, ma quando si girò verso Hermione
gli si gelò il sangue. Aveva le guance arrossate e lacrime silenziose
scendevano dai suoi occhi. Non un singhiozzo tra le lacrime. Teneva lo sguardo
fisso su di lui, furiosa, quasi volesse sfidarlo. Respirò a fondo.
" Hai..concluso..la scenetta?"
Ron abbassò lo sguardo.
" Bene…" riprese Hermione che
cominciò a frugare tra le tasche del mantello in cerca di qualcosa. Ne trasse
delle monete "questi sono i due zellini dell'iscrizione" prese una
mano di Ron e glieli diede con rabbia "ah! E poi c'è anche questa" si
levò un bracciale d'argento dal polso, che posò anch'esso nella mano di Ron.
" era davvero molto bello.. ma la persona che me lo ha regalato, ora mi fa
talmente schifo, che non sopporto di avere qualcosa di suo addosso" mentre
lo diceva tremava dalla rabbia e altre lacrime rigavano il suo viso; poi girò i
tacchi e si diresse a passo svelto verso l'entrata della scuola.
C'era un silenzio di tomba intorno a loro,
rotto solo da risate e urla di tre o quattro studenti che stavano li intorno.
Ron, che guardava fisso nel vuoto dove poco
prima c'era Hermione, spostò il suo sguardo sulla sua mano dove c'erano gli
zellini e il bracciale rimanendo a guardarli per qualche secondo. Poi si girò
verso Harry che lo guardava mordendosi un labbro. Ma fu Cho che gli si avventò
contro, dandogli continui spintonate:
" MA CHE TI PASSA PER LA TESTA EH? SEI
COMPLETAMENTE FUORI DI TESTA!" poi si fermò vedendo che non reagiva "
perché l'hai fatto Ron? Volevi per caso chiudere in bellezza i tuoi ultimi
giorni a Hogwarts?"
" I-io…non…" Ron sembrava spaesato.
" Perché non provi ad essere più sincero
con te stesso? Perché devi sentirti dire dagli altri che sei completamente
pazzo di Hermione? TU LO SAI! Ma sembra quasi che tu ne abbia paura…e non
sapendo gestire le tue emozioni l'attacchi!Certo, puoi pure continuare così, ma
poi non ti rimarrà più niente. Vuoi continuare ad essere il Ron Weasley che si
diverte a veder piangere la ragazza che desidera, oppure il Ron Weasley che si
diverte con accanto la ragazza che desidera? Se fossi in te sceglierei la
seconda e mi fionderei a scuola a cercarla da tutte le parti, e una volta
trovata dirle che…"
"…sono completamente e irrimediabilmente
innamorato di Hermione" Ron finì la frase. Ora aveva una nuova luce negli
occhi. Sembrava che in quel momento avesse capito la cosa più importante della
sua vita. Preso dall'euforia buttò via i due zellini, tenendo ben stretto in un
pugno il bracciale. Senza fare caso alla presenza di Cho e Harry cominciò a
correre verso l'entrata della scuola, fino a quando il portone non si chiuse dietro
di se.
Harry e Cho, che lo avevano seguito con lo
sguardo, scoppiarono in una risata liberatoria.
" E' stata dura ma alla fine ha
capito!" disse Harry prendendola per mano e incamminandosi verso l'entrata
del castello.
" Ed è stato tutto merito mio!"
esclamò Cho sorridendo.
[…Ron e Hermione…]
…qualcosa
sta scuotendo la mia anima
come un
albero
ma
questa volta so
si,
questa volta so
che sei
semplicemente tu..
("Interlude"
Elisa)
Ron correva, senza preoccuparsi di dare
spintoni ai poveri studenti che intralciavano il suo passaggio. Aveva controllato
dentro ogni classe, dentro i bagni, perfino nella stanza delle necessità, dove
trovò una coppietta intenta a scambiarsi tenere effusioni; e quando uscì dal
dormitorio di Grifondoro aveva ormai perso le speranze.Stava andando avanti e
indietro per il corridoio del settimo piano, quando Nick Quasi Senza Testa lo
attraversò con non curanza.
" Se sta per caso cercando la Signorina
Granger, mi è passata attraverso - e sottolineo piangendo - circa 10 minuti fa.
Credo fosse diretta alla Torre Ovest.". Ron si girò verso il fantasma
incredulo, e poi aggiunse " Mio caro Weasley, sarebbe proprio il caso di
dire…se ne sono accorti anche i fantasmi." E fluttuò via, attraversando la
parete.
Ron rimase a osservare pensieroso la parete
dove era sparito Nick. Possibile fosse stato così ottuso? Corse senza tregua
fino alla Torre Ovest, dove per fortuna, non incontrò nessuno. Mentre saliva le
scale a chiocciola che portavano alla Torre, sentiva il cuore battergli ad una
velocità incredibile, quasi dovesse fermarsi da un momento all'altro. Migliaia
di frasi occupavano la sua mente. Cosa gli avrebbe detto? Come glielo avrebbe
detto? Per un momento fu tentato di tornare indietro, ma qualcosa in lui diceva
di andare, di continuare ad andare avanti.
Era giunto fuori dalla Torre.La vedeva, li,
appoggiata ad una balaustra d’acciaio, con il vento leggero che scompigliava i
suoi capelli. Sembrava non avesse avvertito la sua presenza. Ron chiuse un'attimo
gli occhi, come se aspettasse, una volta riaperti, di trovarsi all'altro capo
del mondo. Li riaprì, fece un profondo respiro come per incoraggiarsi, e
raggiunse Hermione.
Ora il cuore sembrava aver smesso di battere,
e lo stomaco cominciò a fargli male. Lei guardava fisso in una parte del cielo.
I segni di pianto erano ben evidenti sul viso. Ron era nel panico più completo,
ma si fece coraggio.
" Hermione…tu.." si passò una mano
tra i capelli, poi la guardò. Aveva sempre lo sguardo fisso, ma piangeva di nuovo,
in silenzio" …tu…hai tutte le ragioni di odiarmi. Sono il peggior stupido
di questo mondo e probabilmente non merito neanche il tuo perdono. Ma io
volevo…cioè voglio…bhe…" al diavolo
Ron non sei capace neanche di chiedere scusa si disse battendosi il pugno
su una mano. Poi una vocina gli ricordò qualcosa fiondati a scuola, cercala da tutte le parti e una volta trovata dille
che…
" …sono completamente ed
irrimediabilmente innamorato di te." Bingo. Ci era riuscito.
L'aveva detto. Sperava di sentirsi meglio dopo everglielo detto, ma gli aveva
dato un'effetto del tutto contrario. Ora aveva più dubbi di prima… perché non mi dici niente Hermione? Dammi un
pugno in faccia, fa qualsiasi cosa, ma non stare in silenzio!
Hermione aveva chiuso gli occhi. Era passato
un secondo, ma lungo quanto l'eternità. Poi si girò verso di lui e si
guardarono fisso negli occhi. Il respiro di Ron si fece più accellerato, Hermione
si asciugò le lacrime con la manica del suo maglione, e affrontò di nuovo il
suo sguardo.
" Ripetilo"
Ron si trovò spiazzato. L'aveva detto una
volta, perché non avrebbe dovuto dirlo di nuovo? Ma dalla sua bocca non uscì
niente, solo un gemito. Hermione fece una risatina sarcastica, quasi sapesse
che sarebbe andata a finire in quel modo. Tese una mano in avanti.
" Dammi il bracciale". Ron glielo
rese. Lei lo guardò per un attimo poi con un gesto veloce lo buttò dall'altro
lato della Torre, finendo chissà dove. "Rimarrà sepolto qua…proprio come
la nostra amicizia" e guardandolo un'ultima volta si girò dirigendosi
verso le scale. Ma prima che potesse mettere piede al primo scalino, Ron la
fermò prendendola per il braccio. Lei si girò di scatto, guardandolo con aria
interrogativa. Tutto nella mente di Ron roteava ad una velocità incredibile.
Non poteva lasciarla andare ancora, no, non questa volta. La sua mano, scivolò
dal braccio alla mano di lei, portandola di fronte a lui. Ron la guardava,
cominciando ad accarezzare con la mano libera la guancia di Hermione. E poi…le
parole cominciarono a venire da sole…
"…non volevo farti satre male …vorrei…
che tu mi perdonassi…io…Hermione…/al
diavolo Ron ora sputi il rospo/ …ti ferivo per convincermi che nn ero
innamorato di te, ti ferivo perché avevo paura di innamorarmi di te. Tu
sei…così perfetta. Sei intelligente, furba, spiritosa e…sei splendida. Non
volevo innamorarmi di te per non sentirmi inferiore alla tua intelligenza…soltanto
che…ogni giorno che passava diventava un inferno ed ogni volta che ti guardavo avrei…voluto…stringerti
e..e"
" Shh" lo zittì Hermione mettendogli
una mano sulla bocca " non dire più niente…non rovinare tutto…ancora…una
volta…" Hermione avvicinò le sue labbra a quelle di Ron baciandolo teneramente.
Lui la strinse a se e lei passò le sue braccia intorno al collo di Ron
baciandolo con più passione.
…la mia
felicità è arrivata come sabbia nel vento
penso di
aver visto una poesia scivolare da una stella
penso di
averla vista
scegliere
i tuoi occhi come un posto dove trascorrere un po’ di tempo…
("Beautiful Night" Elisa)