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Autore: Claudietta    29/08/2004    6 recensioni
Spin-off di una storia che non ho mai scritto...spero vi piacerà! Harry, Cho e il rapporto fra Ron ed Hermione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Chang, Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry se ne stava sdraiato in silenzio sul suo letto a baldacchino. In lontananza, grida e sorrisi di studenti felici annunciavano la fine degli esami. Ripensava ai sette anni passati a Hogwarts, tra momenti di gloria, di felicità, di rabbia, di tristezza e di confusione. Tante difficoltà aveva affrontato, e altrettante sfide aveva vinto. Il primo anno era riuscito a non far prendere a Voldemort la Pietra Filosofale, che gli avrebbe ridato pieni poteri; il secondo anno era entrato nella Camera dei Segreti e sconfitto il Basilisco e lo spirito di Voldemort; il terzo anno aveva vinto la Coppa del Quidditch, sconfitto un paio di Dissennatori ma soprattutto aveva conosciuto il suo padrino, Sirius Black, che prima di allora non ne sapeva nemmeno l'esistenza perché rinchiuso nell'ex Prigione dei Maghi Azkaban; il quarto anno aveva vinto la Coppa Tremaghi, un'importante Torneo che non si svolgeva da più di 100 anni, aveva assistito alla morte di Cedric Diggory, il partecipante dei Tassorosso arrivato insieme con lui alla fine, e alla resurrezione del Signore Oscuro; il quinto anno Cho lo bacia, forma un gruppo segreto di resistenza contro una delle peggiori professoresse di Difesa contro le Arti Oscure, Dolores Umbridge, perde il suo padrino per mano di una seguace di Voldemort, la Mangiamorte nonché cugina di Sirius, Bellatrix Lastrange e si ritrova a faccia a faccia proprio con l'Oscuro Signore; il sesto anno passava uno dei peggiori momenti della sua vita, era arrabbiato, stava spesso solo, litigò pesantemente con il suo migliore amico Ron Weasley, per poi farci pace un mese dopo, riuscì a fare giustizia a Sirius uccidendo proprio colei che lo aveva privato della vita, Bellatrix Lastrange e mettere K.O un altro Mangiamorte, il padre di Draco Malfoy, Lucius; infine quell'anno. Peggiore o migliore, non sapeva definirlo. Era stato un continuo crescendo d'emozioni, facendolo crescere e migliorare in quello che sarebbe stato il suo futuro nel Mondo Magico. Si era ritrovato solo con Lord Voldemort aiutato solo dall'amore e dallo spirito dei suoi genitori. L'aveva sconfitto e con lui se ne erano andati tutti i Mangiamorte ristabilendo la serenità e la felicità in tutto il mondo, magico e non. Ma nonostante tutto, non riusciva ad essere completamente felice. Una parte del suo cuore e della sua mente era rimasta a quel giorno di Giugno di due anni prima, in una stanza dell'Ufficio Misteri, nel Ministero della Magia mentre vedeva la persona a lui più cara abbandonare la vita e lasciare un enorme vuoto dentro di se. Un vuoto che non era mai stato del tutto colmato; ma ciò che provava nei momenti in cui lo pensava intensamente non era tristezza, né rabbia. Lui lo rivedeva dentro di se meglio di quando era in vita. Molte notti lo aveva sognato: ci parlava e la cosa che lo rendeva felice era che anche lui lo era. Sapeva che i suoi ultimi quindici anni di vita non li aveva vissuti nei migliori dei modi, quindi pensava lassù starà sicuramente diecimila volte meglio.

Stava sognando di fare un viaggio in Egitto insieme a Bill Weasley, quando fu svegliato da qualcuno che lo scuoteva dolcemente. Aprì gli occhi lentamente per mettere meglio a fuoco la stanza e si ritrovò davanti Hermione Granger.

" Bentornato tra noi Potter!" gli disse sorridendo l'amica.

" Mmpff…che ore sono?" rispose stropicciandosi gli occhi.

" Sono le sei, e se ti sbrighi potrai trovare giù in Sala Comune alcune leccornie che Ginny ha 'preso in prestito' dalla cucina… Oh! avanti Harry fra meno di due ore c'è la cena di fine anno!" Hermione gli tirò un cuscino in faccia suscitando l'immediata risposta di Harry, che glielo tirò a sua volta.

" Devo venirci per forza?" le chiese in tono supplichevole

" Come sarebbe a dire? Harry domani sarà il nostro ultimo giorno qui a Hogwarts! Non puoi rimanere chiuso qui dentro!"

" Appunto… mi unirò domani sera ai festeggiamenti…"

" Ma non sarà la stessa cosa! Questa sera la cena è riservata solo a noi del settimo anno " poi guardò Harry che si era alzato per andare ad affacciarsi alla finestra " ma che ti prende Harry?"

Harry non rispose. Pensava alla sua vita fuori da Hogwarts, la prospettiva di rimanere per sempre dai Durslay, senza alcun contatto con il mondo Magico. lo faceva rabbrividire. E poi senza Sirius…

Sentì la mano della sua amica sulla sua spalla e lentamente si girò verso di lei.

" Come sarà la mia vita senza questo posto, Hermione? Cosa mi aspetta la fuori? Ho paura che di tutto questo non mi rimanga più niente…se solo…Sirius…" aveva la voce strozzata. Hermione lo guardò dolcemente, accarezzandogli la guancia. " Il tuo futuro sarà pieno di sorprese Harry e non devi averne paura. La tua vita ti sorriderà, sempre, e quello che ti ha lasciato Hogwarts lo porterai sempre dentro di te. Potrai contare su molte persone, su me, Ron, Ginny, Fred, George, i Signori Weasley e su una ragazza che ti vuole un bene dell'anima. Sirius vorrebbe che passassi questo giorno il più felicemente possibile Harry, ne sono sicura…". Gli passò le braccia intorno al collo e Harry non poté fare a meno di ricambiare quell'abbraccio.

Forse aveva ragione Hermione. Cosa ne ricavava a tuffarsi nel passato proprio in un giorno come quello? Al futuro ci avrebbe pensato poi. Certo, lasciare Hogwarts era come chiudere un cassetto d'interi ricordi, ma poteva riaprirlo ogni qual volta lo voleva, perché i ricordi sono parte di noi e anche volendo, non riusciremmo mai a liberarci di loro.

Per quella sera Silente aveva dato la più totale libertà. Ci sarebbe stata una grande cena e infine la possibilità di rimanere alzati fino a tardi. Le divise di Hogwarts erano stata lavate e stirate a dovere dagli elfi domestici, cosa che a Hermione dava ancora molto fastidio (" Sono riuscita a far smettere di bere a Winki, ma mi odio per non essere riuscita a dare la libertà a tutti quegli Elfi!).Nella Sala Comune di Grifondoro regnava il caos, i gemelli Weasley se ne erano andati da tempo dalla scuola, ma la loro sorella, Ginny, li onorava alla grande. Petardi magici e biscotti incantanti invadevano la Sala di risate e d'improvvisi svenimenti spettacolari. Tutta la Sala era decorata di stendardi rossi e gialli raffiguranti il leone, simbolo di Grifondoro, e dal soffitto, grazie ad un incantesimo di Hermione, cadevano stelle filanti degli stessi colori. Da tempo non si vedeva tutta quella felicità, che oltre ad essere data dalla fine della scuola, era data anche dalla sconfitta definitiva del Signore Oscuro.

" Non sono mai stata così felice, Harry. E questo è soprattutto grazie a te!" gli disse una raggiante Calì Patil scoccandogli un bacio sulla guancia.

" Ehi Harry!" Seamus Finnigan gli veniva incontro zigzagando tra le sedie sparse per la stanza " c'è una ragazza che ti sta aspettando davanti al ritratto della Signora Grassa!"

Harry non se lo fece ripetere due volte e si tuffò subito fuori dalla Sala Comune. Seduta su uno scalino della scala del settimo piano c'era Cho, che si voltò subito non appena lo sentì arrivare, facendogli un timido sorriso. "Ciao…"

" Ciao" gli rispose andandogli incontro e mettendosi seduto vicino a lei " Senti, Cho…io… penso di doverti dare delle scuse per questi due giorni che non ti ho cercata …"

" Shh…non importa" lo interruppe Cho mettendogli una mano sulla bocca "io… sono fiera d'avere vicino una persona come te, e…anche se non ti sei abituato all'idea di avermi accanto" i due sorrisero " ti darò modo di riscattarti in futuro…se tu lo vorrai."

Non seppe Harry cosa provava in quel momento. Sapeva solo che Cho era il suo futuro e il suo o presente. Era stato così stupido da chiudere ancora una volta tutto il mondo fuori, in quei due giorni, e non si era accorto che una persona non l'aveva mai abbandonato.

Harry la guardò negli occhi accarezzandogli una guancia. Lei poggiò la sua mano su quella del ragazzo, poi cominciarono ad avvicinarsi, come due calamite.. sempre più vicine. I loro nasi si toccarono, i respiri si univano a quelli dell'altro e i loro occhi non smettevano di cercarsi. In un attimo le loro labbra si unirono in quello che era uno dei baci più dolci e travolgenti.

Quando si staccarono, un po’ rossi in faccia, i due si alzarono rimanendo mano nella mano. Harry avvicinò Cho a se, passandogli le braccia intorno alla vita " Tu sei.. la cosa più bella che mi sia capitata da quando sono nato" si diedero un altro tenero bacio, e si avviarono ognuno nei rispettivi dormitori.

Ritornò dentro quando tutti ormai erano quasi pronti per scendere in Sala Grande. Ancora si sentiva scoppiettare qualche petardo magico, ma le stelle filanti avevano cessato di scendere. Raggiunse Ron e Hermione che stavano in piedi vicino al grande camino.

" Com'è andata?" gli chiese Ron con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

" Molto bene, direi…cominciamo a scendere?"

" Ok"

Così tra spintarelle e scherzi vari Harry, Ron e Hermione raggiungerò la Sala Grande già gremita di gente. Si stupirono quando, al posto dei quattro tavoli d'ogni casa, trovarono un unico grande tavolo, che terminava con la sedia elegante di Albus Silente.

" Staremo tutti insieme…è un bel gesto da parte di Silente" disse un Hermione alquanto commossa.

" E adesso cos'hai da piangere?" gli chiese Ron ridacchiando.

" Non sto piangendo" gli rispose dandogli una gomitata nelle costole " sono solo un po’ triste, tutto qua. Oh, ma che te ne parlo a fare Ron, sei incredibilmente insensibile" li lasciò e raggiunse alcune sue amiche di Tassorosso. Ron smise di ridere facendo una faccia offesa.

" Io non sono affatto insensibile"

" Lo sei eccome Ron!" gli disse Harry sorridendo maliziosamente.

" Solo perché non mi dispero al pensiero di non aprire più un libro in tutta la mia vita? Ma andiamo Harry! Non farmi ridere!"

" E va bene…" Harry lo fermò esasperato " non riesco davvero a credere come tu non te ne sia accorto, ma comincio a pensare che tu sia veramente duro di comprendonio"

" Ma che… ? " Ron lo guardò con occhi spalancati.

" Adesso ascoltami bene: è dal quarto anno che vi osservo e vi sento litigare. Hermione l'ha capito da molto tempo più di te, ma non riesco a capire perché neanche lei si è fatta avanti"

" Ma di che cosa stai parlando Harry? Che cos'è che ha capito Hermione?" lo interruppe un Ron sempre più confuso.

" Di quello che tu non hai mai voluto ammettere Ron" sbottò Harry "e cioè che sei geloso marcio di Hermione e che ti piace! Anzi la vuoi sapere una cosa? La storia con Krum non c'è mai stata!". Ron aveva lo sguardo fisso su di lui ma non lo guardava. Stava li, immobile senza dire una parola. Poi improvvisamente sembrò risvegliarsi dal torpore.

" Forse sarebbe meglio se andassimo a prendere posto, Harry"

" O forse sarebbe meglio che tu parlassi con Hermione". Ma Ron fece finta di niente e si diresse verso il tavolo, dove la maggior parte degli studenti si erano già messi seduti.

Mentre si incamminava dietro Ron, Harry sentì prendersi per una mano e si voltò di scatto. Prima che potesse dire qualcosa, Cho gli aveva già scoccato un bacio sulla guancia.

" Ci rivediamo Potter!"

" Se lei la smettesse di venirmi dietro…". I due risero tenendosi per mano. " Allora…raggiungiamo gli altri o preferisci stare con loro?" gli chiese Harry indicando le sue amiche all'altro lato del tavolo.

" Questa volta preferisco stare con te!".

Così si diressero anche loro verso il tavolo, mettendosi accanto a Ron e Hermione che stavano li senza guardarsi.

Tutti i professori erano già seduti ai loro posti, e fu quando sentirono il ticchettare di una posata contro un bicchiere, che si ammutolirono e girarono tutti. Albus Silente era in piedi sorridente, con i suoi occhiali a mezza luna poggiati sul naso e la barba lucente che cadeva sul vestito blu notte. Aveva un'espressione felice, come non lo era mai stato.

" Ragazzi miei…" sospirò, guardandoli "siete arrivati alla fine. Sette anni fa vi presi fra le mie braccia ed ora è giunto il momento che ognuno di voi prenda la sua strada. Vorrei ringraziare voi, uno per uno, indipendentemente da ciò che avete fatto…o non avete fatto!" tutti trattennero a stento una risata " ma vi farei perdere del tempo inutile e senza dubbio vi annoierei, ma permettetemi di dirvi che resterete nel mio cuore per sempre" Albus si soffermò per un attimo a guardare Harry " ogni anno è dura vedere ragazzi che lasciano questa scuola, ma mai come quest'anno…spero che ognuno di voi abbia un futuro felice." Ora tutti lo guardarono con tristezza e Harry era quasi certo di aver visto una lacrima scendere dai suoi occhi."Bhe…CHE IL BANCHETTO ABBIA INIZIO!" e battendo le mani come faceva ogni inizio e fine anno, comparì il cibo più gustoso e più abbondante che avevano mai visto in sette anni.

***

La serata passò piacevole, e tra un dolce e l'altro molti studenti si alzavano per andare a respirare un po’ d'aria fresca fuori dalle mura di Hogwarts.

Harry, Cho, Hermione e Ron passeggiavano tranquillamente lungo la riva del lago. Era una notte chiara e serena, dove le stelle brillavano alte nel cielo e la Luna illuminava ogni cosa intorno. Hermione e Cho camminavano, parlando animatamente, con Harry e Ron che le seguivano.

" Ottima cena non c'è che dire!" esclamò Ron estasiata a voce alta " Ecco cosa mi mancherà più di Hogwarts: il cibo e gli Elfi che preparano prelibatezze!". Fu un attimo. Hermione si girò di scatto verso di lui con il volto contratto dalla rabbia.

" Che cosa hai detto?"

Ron la guardava, inarcando le sopracciglia. " Oh! Avanti Hermione ancora con quella storia degli Elfi!Non puoi smettere per un attimo di fargli da paladina? Ma certo" si girò verso Cho,rivolgendosi a lei " vuole coinvolgere anche te in questa storia. E' una cosa incredibile come questa ragazza riesca a farsi propaganda. Ma non ha riscosso molto successo. Per ora, anzi più precisamente da tre anni, gli unici iscritti siamo io, Harry e qualche povero ragazzo di Grifondoro costretto con la forza!" Ron fece una risata sarcastica, ma quando si girò verso Hermione gli si gelò il sangue. Aveva le guance arrossate e lacrime silenziose scendevano dai suoi occhi. Non un singhiozzo tra le lacrime. Teneva lo sguardo fisso su di lui, furiosa, quasi volesse sfidarlo. Respirò a fondo.

" Hai..concluso..la scenetta?"

Ron abbassò lo sguardo.

" Bene…" riprese Hermione che cominciò a frugare tra le tasche del mantello in cerca di qualcosa. Ne trasse delle monete "questi sono i due zellini dell'iscrizione" prese una mano di Ron e glieli diede con rabbia "ah! E poi c'è anche questa" si levò un bracciale d'argento dal polso, che posò anch'esso nella mano di Ron. " era davvero molto bello.. ma la persona che me lo ha regalato, ora mi fa talmente schifo, che non sopporto di avere qualcosa di suo addosso" mentre lo diceva tremava dalla rabbia e altre lacrime rigavano il suo viso; poi girò i tacchi e si diresse a passo svelto verso l'entrata della scuola.

C'era un silenzio di tomba intorno a loro, rotto solo da risate e urla di tre o quattro studenti che stavano li intorno.

Ron, che guardava fisso nel vuoto dove poco prima c'era Hermione, spostò il suo sguardo sulla sua mano dove c'erano gli zellini e il bracciale rimanendo a guardarli per qualche secondo. Poi si girò verso Harry che lo guardava mordendosi un labbro. Ma fu Cho che gli si avventò contro, dandogli continui spintonate:

" MA CHE TI PASSA PER LA TESTA EH? SEI COMPLETAMENTE FUORI DI TESTA!" poi si fermò vedendo che non reagiva " perché l'hai fatto Ron? Volevi per caso chiudere in bellezza i tuoi ultimi giorni a Hogwarts?"

" I-io…non…" Ron sembrava spaesato.

" Perché non provi ad essere più sincero con te stesso? Perché devi sentirti dire dagli altri che sei completamente pazzo di Hermione? TU LO SAI! Ma sembra quasi che tu ne abbia paura…e non sapendo gestire le tue emozioni l'attacchi!Certo, puoi pure continuare così, ma poi non ti rimarrà più niente. Vuoi continuare ad essere il Ron Weasley che si diverte a veder piangere la ragazza che desidera, oppure il Ron Weasley che si diverte con accanto la ragazza che desidera? Se fossi in te sceglierei la seconda e mi fionderei a scuola a cercarla da tutte le parti, e una volta trovata dirle che…"

"…sono completamente e irrimediabilmente innamorato di Hermione" Ron finì la frase. Ora aveva una nuova luce negli occhi. Sembrava che in quel momento avesse capito la cosa più importante della sua vita. Preso dall'euforia buttò via i due zellini, tenendo ben stretto in un pugno il bracciale. Senza fare caso alla presenza di Cho e Harry cominciò a correre verso l'entrata della scuola, fino a quando il portone non si chiuse dietro di se.

Harry e Cho, che lo avevano seguito con lo sguardo, scoppiarono in una risata liberatoria.

" E' stata dura ma alla fine ha capito!" disse Harry prendendola per mano e incamminandosi verso l'entrata del castello.

" Ed è stato tutto merito mio!" esclamò Cho sorridendo.

[…Ron e Hermione…]

…qualcosa sta scuotendo la mia anima

come un albero

ma questa volta so

si, questa volta so

che sei semplicemente tu..

("Interlude" Elisa)

Ron correva, senza preoccuparsi di dare spintoni ai poveri studenti che intralciavano il suo passaggio. Aveva controllato dentro ogni classe, dentro i bagni, perfino nella stanza delle necessità, dove trovò una coppietta intenta a scambiarsi tenere effusioni; e quando uscì dal dormitorio di Grifondoro aveva ormai perso le speranze.Stava andando avanti e indietro per il corridoio del settimo piano, quando Nick Quasi Senza Testa lo attraversò con non curanza.

" Se sta per caso cercando la Signorina Granger, mi è passata attraverso - e sottolineo piangendo - circa 10 minuti fa. Credo fosse diretta alla Torre Ovest.". Ron si girò verso il fantasma incredulo, e poi aggiunse " Mio caro Weasley, sarebbe proprio il caso di dire…se ne sono accorti anche i fantasmi." E fluttuò via, attraversando la parete.

Ron rimase a osservare pensieroso la parete dove era sparito Nick. Possibile fosse stato così ottuso? Corse senza tregua fino alla Torre Ovest, dove per fortuna, non incontrò nessuno. Mentre saliva le scale a chiocciola che portavano alla Torre, sentiva il cuore battergli ad una velocità incredibile, quasi dovesse fermarsi da un momento all'altro. Migliaia di frasi occupavano la sua mente. Cosa gli avrebbe detto? Come glielo avrebbe detto? Per un momento fu tentato di tornare indietro, ma qualcosa in lui diceva di andare, di continuare ad andare avanti.

Era giunto fuori dalla Torre.La vedeva, li, appoggiata ad una balaustra d’acciaio, con il vento leggero che scompigliava i suoi capelli. Sembrava non avesse avvertito la sua presenza. Ron chiuse un'attimo gli occhi, come se aspettasse, una volta riaperti, di trovarsi all'altro capo del mondo. Li riaprì, fece un profondo respiro come per incoraggiarsi, e raggiunse Hermione.

Ora il cuore sembrava aver smesso di battere, e lo stomaco cominciò a fargli male. Lei guardava fisso in una parte del cielo. I segni di pianto erano ben evidenti sul viso. Ron era nel panico più completo, ma si fece coraggio.

" Hermione…tu.." si passò una mano tra i capelli, poi la guardò. Aveva sempre lo sguardo fisso, ma piangeva di nuovo, in silenzio" …tu…hai tutte le ragioni di odiarmi. Sono il peggior stupido di questo mondo e probabilmente non merito neanche il tuo perdono. Ma io volevo…cioè voglio…bhe…" al diavolo Ron non sei capace neanche di chiedere scusa si disse battendosi il pugno su una mano. Poi una vocina gli ricordò qualcosa fiondati a scuola, cercala da tutte le parti e una volta trovata dille che…

" …sono completamente ed irrimediabilmente innamorato di te." Bingo. Ci era riuscito. L'aveva detto. Sperava di sentirsi meglio dopo everglielo detto, ma gli aveva dato un'effetto del tutto contrario. Ora aveva più dubbi di prima… perché non mi dici niente Hermione? Dammi un pugno in faccia, fa qualsiasi cosa, ma non stare in silenzio!

Hermione aveva chiuso gli occhi. Era passato un secondo, ma lungo quanto l'eternità. Poi si girò verso di lui e si guardarono fisso negli occhi. Il respiro di Ron si fece più accellerato, Hermione si asciugò le lacrime con la manica del suo maglione, e affrontò di nuovo il suo sguardo.

" Ripetilo"

Ron si trovò spiazzato. L'aveva detto una volta, perché non avrebbe dovuto dirlo di nuovo? Ma dalla sua bocca non uscì niente, solo un gemito. Hermione fece una risatina sarcastica, quasi sapesse che sarebbe andata a finire in quel modo. Tese una mano in avanti.

" Dammi il bracciale". Ron glielo rese. Lei lo guardò per un attimo poi con un gesto veloce lo buttò dall'altro lato della Torre, finendo chissà dove. "Rimarrà sepolto qua…proprio come la nostra amicizia" e guardandolo un'ultima volta si girò dirigendosi verso le scale. Ma prima che potesse mettere piede al primo scalino, Ron la fermò prendendola per il braccio. Lei si girò di scatto, guardandolo con aria interrogativa. Tutto nella mente di Ron roteava ad una velocità incredibile. Non poteva lasciarla andare ancora, no, non questa volta. La sua mano, scivolò dal braccio alla mano di lei, portandola di fronte a lui. Ron la guardava, cominciando ad accarezzare con la mano libera la guancia di Hermione. E poi…le parole cominciarono a venire da sole…

"…non volevo farti satre male …vorrei… che tu mi perdonassi…io…Hermione…/al diavolo Ron ora sputi il rospo/ …ti ferivo per convincermi che nn ero innamorato di te, ti ferivo perché avevo paura di innamorarmi di te. Tu sei…così perfetta. Sei intelligente, furba, spiritosa e…sei splendida. Non volevo innamorarmi di te per non sentirmi inferiore alla tua intelligenza…soltanto che…ogni giorno che passava diventava un inferno ed ogni volta che ti guardavo avrei…voluto…stringerti e..e"

" Shh" lo zittì Hermione mettendogli una mano sulla bocca " non dire più niente…non rovinare tutto…ancora…una volta…" Hermione avvicinò le sue labbra a quelle di Ron baciandolo teneramente. Lui la strinse a se e lei passò le sue braccia intorno al collo di Ron baciandolo con più passione.

…la mia felicità è arrivata come sabbia nel vento

penso di aver visto una poesia scivolare da una stella

penso di averla vista

scegliere i tuoi occhi come un posto dove trascorrere un po’ di tempo…

("Beautiful Night" Elisa)

  
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