Quella notte c’era una forte tempesta, lampi e fulmini squarciavano il cielo scuro come se lo volessero disintegrare, la pioggia scendeva copiosa riducendo notevolmente la visibilità. Il mare era in forte agitazione come se non ci fosse nulla per calmare la sua ira; le onde erano sempre più aggressive ogni minuto che passava, il vento, con la sua grande potenza poteva distruggere tutto. Quel paesaggio assomigliava ad una guerra che non sarebbe mai finita. In quella tempesta si aggiravano due figure, stavano galleggiando nell’aria e si tenevano per mano. Erano un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo in preda dal panico cominciò ad urlare:<< Non mollare! Ce l'abbiamo quasi fatta è solo questione di minuti. Coraggio!>
In una spiaggia completamente deserta giaceva il corpo della ragazza. Dopo poco ella riprese i sensi, si mise a sedere, guardò il paesaggio con circospezione per individuare dove era, osservò ogni minimo particolare, ma riperse i sensi e cadde a terra.
Ai piani di una scogliera a dir poco scoscesa ergeva una capanna, assomigliava molto alla faccia di un peluche, ma la sua possente figura poteva incutere paura. Poco prima della capanna c’era un cancello per non far passare gl’intrusi e come metodo di sorveglianza usavano una specie di grata per verificare il passaggio delle persone. In quel momento arrivò un ragazzo, alto e dal corpo atletico. Indossava una maglietta a maniche corte color del cielo e portava dei pantaloni blu notte che arrivavano appena sotto il ginocchio, infine portava delle scarpe bianche da ginnastica che completavano il tutto. Il suo viso era incorniciato da una massa di capelli color cobalto tutti spettinati. Gli occhi del medesimo colore che guardavano la capanna con terrore. Avanzò di qualche passo verso la grata, intanto nella sua mente si ripeteva:” Devo farcela, non posso essere così fifone, oggi o mai più! Ce la posso fare, devo farcela!”. Arrivò vicino alla grata, il suo cuore batteva a mille, le gambe tremavano e non sapeva se andare avanti o tornare indietro, ma decise di avanzare. Un passo dopo l’altro era arrivato sopra la grata. Ad un certo punto si udì:<< E' arrivata una persona. Tu straniero chi sei? >
Ma in quel preciso momento arrivarono due figure alle spalle dei due ragazzi; attaccarono Kaito e Karin e riuscirono a rubare il frammento antico.
<< Che fate, ridatemelo subito, quello è il mio tesoro! Chi siete e cosa volete? >
Le due figure iniziarono a ridere e si presentarono:<< Io sono Korn >
Il primo ragazzo era alto e abbastanza magro. Il suo viso era pieno di cicatrici e non aveva capelli, infine aveva dei piccoli occhi neri che rendevano il tutto più grottesco.
Invece il secondo ragazzo era basso e molto muscoloso. Aveva i capelli neri scompigliati e i suoi occhi erano rossi fuoco, non preannunciavano nulla di buono.
Da una prima impressione Kaito aveva dedotto che non erano qui solo per scherzare, quelle due menti diaboliche aveva ben altro in mente.
Intanto Karin osservava tutta la scena un po’ confusa su chi erano quei tizi appena arrivati:”Cosa vogliono quelle persone e, poi chi sono e cosa vogliono da Kaito?. Non sembrano suoi amici. Accidenti ho la testa che mi scoppia.”
I due ragazzi si guardarono negli occhi, divertiti per quella scena, una ragazza alquanto confusa e un ragazzo terrorizzato, infine Korn aggiunse:<< Che fai lì impalato? Non vieni a riprendere ciò che è tuo?! Scusa è vero hai troppa paura, moccioso >
Detto questo iniziarono di nuovo a ridere e si incamminarono dentro un’ oscura grotta.
Kaito era rimasto fermo, impietrito dalla paura e non aveva fatto nulla per riprendere il suo amatissimo tesoro.
<< Sono un fifone, adesso come faccio senza il mio portafortuna, è tutto per me >
Intanto Karin era rimasta in silenzio a guardare, non aveva fatto nulla perché non aveva capito niente di quello che era appena successo, ma guardava con dispiacere il povero ragazzo a terra quasi in lacrime e disse: << Su con il morale, andiamo a riprenderlo, verrò io con te; infondo tu mi hai salvato la vita. Facciamoli vedere di che pasta siamo fatti >
Il ragazzo si girò verso la ragazza pieno di gratitudine nei suoi confronti:<< Grazie. Grazie davvero. Andiamo a riprendere quello che mi hanno rubato >
Kaito aiutò Karin ad alzarsi e incominciarono a correre verso la grotta.
All’interno regnavano il silenzio e il buio più totale; l’aria era carica di umidità e, perciò, si respirava a fatica.
Il ragazzo dai capelli color cobalto conosceva bene la grotta e aiutava la ragazza dai capelli cremisi a non cadere a causa del suolo scivoloso.
Dopo una ventina di minuti che camminavano ininterrottamente, videro una luce, iniziarono a correre ed arrivarono in fondo alla grotta.
Essa era illuminata dai raggi rossi del sole che filtravano dalle pareti verdi-acqua, c’erano stalagmiti e stalattiti ricoperte di goccioline d’acqua, che colpite dai raggi solari creavano arcobaleni e luci colorate dappertutto.
Karin e Kaito cercarono con lo sguardo i due ladri; Essi erano vicini a delle rocce e appena udirono che era entrato qualcuno si girarono entrambi ed esclamarono all’unisono:<< Che coraggio. Sei venuto davvero! >
Kaito era spaventato a morte, non sapeva cosa fare e cosa sarebbe successo, nella sua mente c’era solo una parola “Scappa”, ma non poteva arrendersi proprio adesso, era riuscito a inseguirli fin quaggiù e poi c’era Karin con lui, non poteva deluderla.
<< Ridatemi subito quello che mi avete rubato, è il mio tesoro ed è prezioso per me, quindi pretendo di riaverlo adesso >
Korn e Max si guardarono negli occhi ed iniziarono a ridere per il comportamento del ragazzo appena arrivato; videro che tremava, aveva paura, paura di loro.
<< Un motivo in più per tenercelo e venderlo giusto Max >
Dalle mani di Korn e Max iniziò a uscire una strana sostanza violacea, sembrava veleno e molto potente.
Il ragazzo cobalto, impietrito in un primo momento dalla paura, decise di combattere e dalle sue grandi mani fuori usciva dell’acqua.
Karin guardava stupefatta la scena,”Come possono avere dei poteri magici, dove sono capitata, se prima ero confusa, ora lo sono ancora di più” pensa va la ragazza cremisi.
Max era stato il primo ad attaccare e si scagliò con tutta la potenza che aveva in corpo contro il povero Kaito ed iniziarono a combattere.
Acqua contro veleno.
Veleno contro acqua.
Karin guardava la battaglia tra il cobalto ed il corvino, tutti e due erano abbastanza bravi, secondo il suo punto di vista, ma era presa dallo scontro che non si era accorta che Korn si preparava a scagliare il suo attacco contro di lei.
Ella si girò, ormai troppo tardi per scansare o contrattaccare. Il ragazzo dai capelli color cobalto urlò il suo nome, tutto si fece a rallentatore, la mano di Korn di stava avvicinando al corpo della ragazza cremisi, pochi metri e l’avrebbe colpita.
In quel momento nel corpo di Karin stava fremendo qualcosa e quel qualcosa voleva uscire, si sentiva le mani bruciare, non provava dolore ma, solo, un leggero solletico, come se un’ energia volesse uscire per proteggerla.
Allora la ragazza decise di liberare questa energia misteriosa e dalle sue mani uscì una vampata di fuoco, che aveva protetto la rossa e aveva ferito l’aggressore.
Karin era confusa e terrorizzata, ma allo stesso tempo felice di essersi salvata da quell’attacco devastante, Kaito la chiamò preoccupato:<< Karin! Karin! Stai bene? Non sei ferita vero? >
<< Bene, mi fa piacere, adesso sconfiggiamoli. Ho indebolito un pò Max, diamoli il colpo di grazia >
I due ragazzi si guardarono negli occhi, cremisi nel cobalto, cobalto nel cremisi, e scagliarono un attacco combinato.
Acqua e fuoco.
Fuoco e acqua.
Mandarono al tappeto i due ladri con una grande esplosione, che si dovettero coprire gli occhi per non essere accecati dalla luce che si era creata con l’impatto; dopo varie lamentele dei due ragazzi ancora a terra, decisero di restituire il frammento rubato e scapparono a gambe levate.
Karin e Kaito uscirono dalla grotta e si misero a riposare sulla sabbia dorata ancora calda e ammirarono il sole che piano, piano si immergeva nel mare rosso, in quel momento si era creato un silenzio imbarazzante tra i due.
Kaito ruppe il silenzio:<< Grazie per avermi aiutato, senza di te non ce l'avrei mai fatta.
<< Non c'è di che, mi ha fatto piacere aiutarti e sinceramente non sapevo nemmeno io di possedere un potere simile >
Ricadde di nuovo il silenzio fra i due ragazzi, ognuno concentrato nei propri pensieri, quando Kaito ruppe di nuovo il silenzio creatosi:<< Senti, Karin, tu non hai un posto dove andare, per giunta hai perso la memoria. Ti andrebbe di formare una squadra d'esplorazione insieme a me? Ho visto come hai lottato alla fine e penso che insieme saremmo davvero forti. Allora che ne dici? >
La rossa era rimasta senza parole, era confusa su cosa le era successo in quelle poche ore. Si era svegliata in quella spiaggia senza memoria, aveva conosciuto Kaito, lo aveva aiutato a riprendere il suo tesoro, inoltre aveva scoperto di padroneggiare l’elemento fuoco. Iniziò a pensare se accettare o meno la sua proposta. Aveva ragione, in fin dei conti non sapeva niente di questo mondo, inoltre non sapeva dove andare e dove passare la notte.
Dopo alcuni minuti di silenzio da parte di lei disse:<< Hai ragione, ho perso la memoria e non so dove andare. Accetto la tua proposta, forse potrò anche scoprire chi sono in questa nuova avventura insieme a te >
Kaito gli si illuminarono gli occhi dalla gioia, era contento adesso aveva un compagno di avventure, potevano andare alla gilda, iscriversi e diventare apprendisti del grande e famoso esploratore Taorus; abbracciò la sua nuova amica e si diresse verso la grande scogliera.