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Autore: Damon_Soul93    09/04/2013    1 recensioni
Questo è il primo capitolo della mia prima fanfiction, spero che vi piaccia che commenterete. Mi farebbe piacere se mi deste dei consigli così da poter migliorare.
Sono mesi che penso a questa storia e finalmente ho deciso di pubblicarla. Beh che dire cito una canzone "allora sia buon viaggio" Buon Big Bang a tutti :3
Genere: Angst, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Vincenzo mi portò alla villa che era stata destinata ai BB, L'avevo già vista prima, ma adesso era completamente diversa. Il giardino era stato decorato ed illuminato.

Quando arrivai alla porta fui completamente sommersa da miriade di stelle filanti. Vidi i volti sorridenti dei miei colleghi, dei miei amici. Tutti erano riniti lì per il mio compleanno.

Un ricordo dell'infanzia tornò a galla. Una bambina sola, circondata da festoni. No. Quel tempo era finito ormai. Mi dissi scuotendo leggermente la testa. Ora è tutto diverso.

 

Il primo a veniri incontro fu GD - Happy B-Day my friend! - Disse saltandomi al collo. - Benvenuta nella nostra umile dimora. - Accennò un buffo inchino e mi fece strada più lo conoscevo più mi sembrava il cappellaio matto. Era davvero matto!

Anche a dire il vero umile era un parolone, eccentrico era il termine giusto, ma essendo casa sua non mi stupivo più di tanto..

In un angolo vidi i miei genitori. MAI mi sarei aspettata di vederli lì. - Mamma!Papà! Ma cosa ci fate qui? Papà tu non avevi detto di sentirti male? -

- Ti pare che un medico si possa sentire male? - Disse mio padre borbottando. Sorrisi tristemente. Già un medico. Non mi aveva mai perdonato per non aver seguito le sue orme.

Mia madre corse ai ripari. Come al solito. - Non ci saremmo mai persi il compleanno della nostra bambina!- Disse abbracciandomi e anche se era a disagio anche mio padre si unì all'abbraccio.

La vista dei miei genitori mi rese molto contenta, ma allo stesso tempo fece riemergere dei sentimenti che tenevo ben stretti nel mio cuore, ma quello non era il momento adatto per farli uscire. Chiusi gli occhi e feci l'esercizio mentale che mi consigliava sempre il mio analista. "Concentrati su un elemento finché tutto non torna alla normalità", così mi concentrai sulla stravagante lampada a forma di mitra di Gd e i brutti sentimenti scomparvero e rimase solo la felicità.

il nostro breve idillio familiare fu interrotto da Stella e Vincenzo che si posero al centro del salone, dove erano stati posizionati microfoni e casse.

- Allora signori e signore, siamo lieti di darvi il benvenuto alla festa di compleanno di Victoria Danteee!! -

- Ora come ben sapete ci saranno canti e balli, ma prima due paroline. - Disse Vincenzo.

- Bene inizio io allora! - Disse entusiasta Stella. Si girò verso di me e disse guardandomi negli occhi: -Vic tu sei una persona molto speciale, anche se non sempre apprezzi te stessa, sappi che noi ti troviamo fantastica! - Fece una piccola pausa. - Ora lo sai non sono molto brava a dire certe cose, ma voglio provarci. -

- Ci conosciamo dai tempi del liceo, abbiamo passato bellissimi momenti insieme, ma anche molte difficoltà. - Tra noi corse uno sguardo pieno di significati, si c'erano state molte difficoltà. - Ed è stato soprattutto grazie a te se ho avuto il coraggio di tentare, il coraggio di osare ed è solo grazie a te se oggi sono dove sono. - Tratteneva a stento le lacrime. - Quindi voi tutti ringraziate Victoria! Senza di lei non avreste l'opportunità di sentire la mia stupenda voce voce i tv o in radio! - Tutti risero e la sala esplose in un forte applauso. “Fa sempre la prima donna.” Pensai, trattenendo una risata.

- Bene, adesso facciamo ritornare il gallo nel pollaio. - Disse Vincenzo spostandola. Stella Fece una finta faccia offesa.Un perfetto numero da cabaret. - Ok, ora è il mio turno. Per quanto mi riguarda non parlerò, ma ti canterò una canzone. - Iniziarono le prime note e riconobbi la canzone, una delle mie preferite Just the way you are.

Se non mi ero lasciata andare a piagnistei fino a quel momento, ora ci davo dentro con le lacrime. Finita la canzone mi abbracciò e mi sussurrò: "Ti voglio bene", riusciì a rispondergli solo “Anchio” e lo strinsi ancora più forte.

 

La festa riprese, ballammo, mangiammo e ridemmo. Solo una cosa mi rendeva un po' triste. Tae non si era fatto vivo, ma dove poteva essere?

In compenso mi si avvicinò John. Quella sera era bello da mozzare il fiato, la camicia che indossava metteva ben in risalto i suoi muscoli scolpiti e i jeans gli stavano molto meglio dei suoi soliti pantaloni scuri da compleato. Guadagnava 10 anni di età, dimostrando anche meno dei 30 anni che aveva.

- Volevo farti gli auguri di persona ed è stato un po' complicato cercare di straparti agli altri invitati. - Disse con aria leggermente imbarazzata. Mi porse un pacchetto, al suo interno trovai un braccialetto in argento finemente lavorato. Era bellissimo!

- John io non so che dire. Grazie, ma è davvero un regalo eccessivo! - Dissi schernendomi. Lui si avvicinò, prese il bracciale dalla scatola e prese il mio braccio. - Facciamo così, consideralo anche come un dono per chiederti scusa. - Disse allacciandolo.

- So di essermi comportato da vero stronzo con te, ma l'ho fatto solo perché sei una persona speciale. - Detto questo si abbassò e mi diede un bacio leggerissimo, ma pericolosamente vicino alle labbra, girò i tacchi e se ne andò, lasciando mi lì con la bocca e gli occhi spalancati come un pesce palla! Ero sbigottita! Cosa diavolo voleva dire?

I miei pensieri furono interrotti da Stella che mi trascinò in giardino. Non l'avevo notato prima, perché avevano lasciato la zona in ombra, ma c'era una sottospecie di pedana e lì c'erano loro! Un concerto live! Solo per me! Non ci potevo credere! Cantarono le mie, loro, canzoni preferite. Mi scatenai e relegai in un angolino il "mistero" John.

 

Dopo la stupenda esibizione, vennero spente tutte le luci e vidi entrare una torta a 3 piani. Era di varie sfumature ed era decorata con le cose che più amavo: il personaggio del mio gioco preferito, una bandiera del Giappone con dei mini-manga vicino, la pizza, una pellicola di un film e in cima io, con il Vesuvio alle spalle! Era piena di dettagli, anche discordanti tra loro, ma l'abilità del pasticiere riuscì a renderla comunque equilibrata.

Quando spensi le candeline, il mio unico desiderio fu "Fa che questo momento non finisca mai".

 

Dopo la torta pian piano gli invitati iniziarono ad andare via così verso le 2 solo pochi reduci gironzolavano ancora per casa. Uscii dalla parte della terrazza e mi appoggiai al muretto. Che serata magnifica, eppure era già terminata.

 

- Sai è stato impossibile avvicinartisi per tutta la serata. - Mi girai, era proprio la persona che volevo vedere. Taeyang. Mi circondò con le braccia e mi disse. -Sei bellissima stasera, manignifica. - Ci baciammo, ma non fu un bacio qualsiasi, fu un bacio voluto, desiderato, agognato. Il cuore era impazzito, batteva a mille all'ora e avevo paura che da un momento all'altro potesse uscire fuori dal petto. Mi staccai brevemente da lui.

 

- Grazie, so che hai organizzato tutto tu. -

- Non c'è di che. - Disse mordicchiandosi il labrro infieriore. Com'erano belle le sue labbra!

Così mi feci avanti e ripresi a baciarlo. Stavolta non ci fermammo ai baci, i nostri corpi si desideravano, si chiamavano.

La chimica era tanta tra di noi che vinse tutti i miei riserbi. Iniziai ad esplorare con le mani il suo petto muscoloso, mentre le sue scesero ad accarezzare il mio corpo. La scoperta reciproca dei nostri corpi diventava più azzardata ogni momento che passava, ma fummo bruscamente interrotti. L'interuttore fu Daesung che era uscito per "smaltire" la sbornia, ma a quanto pare non ci aveva nemmeno notato, ma ormai si era persa l'atmosfera.

- Beh a quanto pare non era proprio destino. - Disse sospirando, poi prese una scatola dal giubbino e me la porse. - Auguri my darling. - disse sfiorandomi l'orecchio con un bacio.

Aprii la scatola all'interno si trovava un pendente. Uno di quei ciondoli a forma di cuore che si aprono e puoi metterci dentro delle foto in miniatura. Lo avevo sempre disiderato, ma non avevo mai trovato quello giusto. Era un cuore, ma assomigliava molto anche agli ingranagi di un orologio. Al tutto era abinato una lunga catena d'oro bianco. Apri il ciondolo e dentro c'era una foto mia e sua, scattata qualche giorno prima. Non mi era mai capitato di piangere così tanto di gioia in un solo giorno, ma per l'ennesima volta in quella giornata piansi.

- Come potrò mai ringrarziarti? -

- Magari con un bel bacio. -

 


 

   
 
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