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Autore: Ehybastaldo_    09/04/2013    4 recensioni
-Mi chiamo Louis. E tu sei...-
-Bonnie- dico e lui ricomincia a ridere.
-Cosa vuoi ora?- chiedo piuttosto alterata.
-Sembra un nome da coniglio!- Ma vaffanculo.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BEAUTY AND A BEAT

 
Sabato sera. E quale momento migliore per organizzare una festa?
Sia beata la donna che ha messo al mondo quel figo di Styles. Le sue feste sono le più conosciute praticamente in tutto il paese: alcool, musica, piscina e tanta roba buona!
L'unica pecca erano le mie ovaie che per quella sera avevano deciso di aprirsi e non farmi godere a fondo la festa come realmente avrei voluto. 
Per l’occasione decido di indossare un paio di shorts -che più shorts non si può- di jeans con una canotta celeste, che mette in risalto i miei occhi. Indosso comunque il costume, sapendo però che avrei dovuto trattenere il mio istinto di tuffarmi per quella sera.
Lascio i lunghi capelli castani sciolti e termino il tutto truccandomi. Un filo di matita dentro e fuori l’occhio, di colore blu, mascara nero per allungare le ciglia, fondotinta per coprire le poche imperfezioni della mia pelle e lucidalabbra per definire bene il contorno. Mi do un’ultima occhiata allo specchio e un’affascinante Bonnie Cooper ricambia il mio sguardo. 
Sorridendo soddisfatta di come mi sono preparata, corro verso il comodino dove il mio cellulare ha appena vibrato. Più che vibrare, sembra emettere il suono che fa mia nonna quando espelle i suoi gas naturali dal deretano; ma lasciamo stare. 
Il messaggio è da parte di Amy, che mi avvisava di muovere il mio bel culetto e di scendere perché lei era già sotto casa mia. Recupero velocemente la borsa e scendo le scale.
-Non fare troppo tardi!-  urla mia madre dalla cucina. Ma anche di sabato sera deve rompermi le scatole?
-Sì, certo mamma!- le urlo di rimando chiudendo la porta di casa. Mamma che caldo! Certo, un bel bagnetto in piscina ci starebbe benissimo. Dovrei aggiornare Styles sui miei giorni liberi. 
Sbuffando raggiungo la macchina della mia migliore amica e ci salgo con la mia solita eleganza. 
-Alla buon’ora!- mi dice Amy appena mi siedo sul sedile. Apro lo sportellino dello specchietto, giusto per accertarmi di non aver il mascara colato a causa dell'alta temperatura.
I miei occhi scorgono una figura seduta nei sedili posteriori della macchina: Ester, una ragazza che ci si è incollata peggio della Vinavil da quasi l’inizio dell’anno.
-Ciao Bonnie!- mi saluta. Io ricambio con un sorriso più falso delle labbra della Marini, ma poi lo sguardo mi cade sul vestito che indossa. Esiste la parola “orribivomitevole”? Beh, adesso sì. Sembra un pezzo delle tende di mia nonna, quelle che, da come mi ha raccontato mia madre, stanno lì appese da una vita. Quella che doveva essere una specie di fantasia floreale sembra più che altro una macchia di vomito di un rinoceronte. Lei si accorge che le sto fissando il vestito e mi chiede: -Ti piace?- mi fa cagare!
-Certo! Dove l’hai comprato?- le chiedo, anche se già conoscevo la risposta.
-Me l’ha regalato per il compleanno papà- deve volerti proprio male, tesoro mio.  
Appunto, come immaginavo. Il padre di Fester, piccolo soprannome che gli avevo dato insieme alla mia migliore amica, era uno dei soci della Hollister; come potevamo non amare i piccoli regali sbarra sconti sbarra non pagate e andate a casa senza problemi che ci faceva?
-Allora! Pronta per il divertimento? Non vedo l’ora di entrare in piscina. Tu?- mi chiede Amy. Ma allora ditelo che lo fate apposta!
-Mi dispiace, ma oggi sono alle prese con il Mar Rosso- dico, ma Amy sembra non capire perché alza un sopracciglio come per dire “Bonnie, che minchia stai dicendo?”. Però non mi va di dire apertamente che ho il ciclo. Non davanti a quell’oca di Fest... ehm, Ester ad ascoltarci. 
Oltre le gambe, aveva il vizio di non tener chiusa nemmeno la bocca.  Conoscendola, il giorno dopo avrei potuto trovare sui giornali della città la notizia 'Bonnie Cooper va ad una festa in piscina mestruata'.
-Sai no? Le Cascate del Niagara...- quella tonta continua a non capire.
-Il Profondo Rosso...- mi guarda ancora più confusa. Ma allora era deficiente? 
-Cazzo Amy, ho il ciclo, va bene?- sbroccai! Lei spalanca gli occhi, Ester si immobilizza sul sedile, schiudendo di poco la bocca. Ma che volevano? Erano cose naturali, quelle. 
Finalmente la mia amica si decide a metter in moto l'auto e così in poco tempo arriviamo davanti casa Styles, da dove già da fuori il cancello si sente una musica assordante. Dj Pakistan è già fatto alla grande.
Parcheggia poco più avanti la casa, gettando poi le chiavi nella borsa una volta richiusa l'auto.
Come solito alle feste di Styles, regna il peggior macello: gente sdraiata sul giardino senza sensi, gente che si sbaciucchia ai piedi degli alberi, gente che si struscia lasciando immaginare cosa potrà succedere da lì a qualche minuto.
Camminiamo lungo il vialetto, mentre alcuni cominciano a salutare me e Amy, mentre la povera Ester non se la caga nessuno.  Riesco subito ad intravedere la testa riccioluta del proprietario della casa in mezzo agli altri adolescenti già ubriachi, o direttamente fatti.
-Bonnie! Amy! Siete arrivate!- urla il riccio quando ci vede. Ci viene vicino e ci saluta con due baci sulla guancia. Come al solito Ester è più invisibile del mio interesse per la matematica. Questa sera Harry indossa una camicia blu più aperta che chiusa e un paio di jeans stretti. Se non fosse già accasato gli salterei addosso. Ma cosa vado a pensare? Un po’ di contegno, Bonnie! 
-Chi è lei?- chiede Styles indicando Ester.
-Lei è Fester- dico annoiata. Sempre tra i piedi stava quella!
-Ehm... Bonnie! Io mi chiamo Ester!- picchietta sulla mia spalla, come se tutto fosse normale.
-E che ho detto io?!- mamma che rompi palle! 
Styles aggrotta la fronte, sconvolto.
-Venite, vi faccio vedere cosa potete fare- mi prende per mano il riccio, trascinandomi in mezzo alla massa di elefanti in calore che ballano nel suo salotto.
-Laggiù ci sono le cose da bere e da mangiare, qui potete ballare e poco più in là ci sono dei divanetti per sedersi. Potete fare il bagno in piscina oppure giocare alla wii. Fate voi. Ora devo andare- e dopo averci salutate se ne va sculettando a tempo di musica, per poi appoggiare le braccia sulle spalle di due ragazze più nude di una pornostar. 
-Allora che facciamo?- chiede Ester. Perché non ti affoghi in piscina? 
-Io voglio bere un po’- dico trascinando Amy verso il tavolo delle bibite.
-Non la sopporto più quell’oca!- mi dice Amy all’orecchio.
-Se fosse per me la affogherei in piscina, dopo però esser entrata e aver colorato l'acqua con la mia essenza personale- ci penso meglio un attimo -Ma poi dove la troviamo una con il padre che lavora alla Hollister che ci può regalare i vestiti?- continuo.
-Eh già- intanto arriviamo al banco delle bibite e... cavolo, lì c’era abbastanza alcool da poter far ubriacare un intero paese! Alla fine prendo due birre, una per me e una per Amy. Torniamo indietro e vediamo che quella cretina di Ester è ancora lì ad aspettarci.
-Non mi avete preso niente?- chiede quasi scocciata.
-Ce l’hai le gambine, no? Muovi quel culo piatto che ti ritrovi e vatti a prendere qualcosa!- le urlo io. E cavolo, quando è troppo è troppo. Lei mi lancia un’occhiataccia e si allontana per prendere da bere. Io ed Amy cominciamo a ballare insieme, lasciandoci andare anche grazie alla birra che avevamo buttato giù tutto d'un sorso.
La musica ci prende da subito, e come nostro solito fare, ci lasciamo andare facendo strane mosse, fregandocene se la gente attorno ci guarda male.
Le risate con Amy sono sempre assicurate!
Dei ragazzi si avvicinano, attaccando subito bottone. Ma arriva subito la domanda tragica -Volete fare un bagno in piscina con noi?- chiede quello con gli occhi azzurri.  Amy accetta saltando sul posto come una bambina, mentre io li guardo male. Si sono proprio messi tutti d’accordo per ricordarmi che ho il ciclo? In effetti non era colpa loro se io avevo le mie cose e mi trovavo ad una festa in piscina. Forse ero io quella fuori posto.
-Io non posso venire- dico e Amy mi guarda con uno sguardo di comprensione.
-Perché?- chiede quello biondo. Ma farti i cavoli tuoi no?
-Sono truccata! Poi potrei diventare un panda!- dico a mo’ di spiegazione. Loro sembrano capire e finalmente se ne vanno lasciandomi sola. Avevo fatto bene a truccarmi, almeno avevo una scusa attendibile.
Che pizza, e ora che faccio? Due sonosciuti avevano appena sequestrato la mia migliore amica lasciandomi sola a non saper che fare ad una festa. Andiamo bene!
Mi vado a sedere su uno dei divanetti da dove posso vedere sia la piscina dove Amy si stava divertendo con il ragazzo con gli occhi nocciola, sia un gruppo di ragazzi che ballavano davanti alla wii. Lo sguardo mi cade su uno in particolare: il più idiota. Invece di ballare sembra che stia imitando le mosse di Tarzan quando non riesce ad andare al bagno. Scoppio a ridere pesantemente e lui sembra sentirmi perché si gira per un secondo nella mia direzione, per poi riprendere a ballare. Rimango lì seduta a gustarmi la scena del ragazzo che balla. Ora sembra imitare mia nonna quando ha il mal di schiena. Ricomincio a ridere e lui si gira un’altra volta. Questa volta però abbandona il gioco e viene verso di me. Oh merda.
-Cosa hai da ridere?- mi chiede un po’ scocciato.
-Niente è che tu...- gli scoppio a ridere in faccia, notando solo allora che indossava dei calzini e delle infradito. Scuoto la testa leggendo il fastidio stampato sul volto del ragazzo -Fai un po’ schifo a ballare- l’ho davvero detto ad alta voce? Bene, sono un’idiota. Il ragazzo non è neanche tanto male! Ha i capelli alzati con uno strano ciuffo, chissà quanto gel usa. Ha anche due occhi azzurro cielo che mi fissano e un sorriso capace di bloccarti il respiro. Niente male!? E’ meraviglioso! Noto solo ora che è in costume e mi incanto a fissare i suoi muscoli tonici. Ci manca poco che mi metto a sbavare.
-Tu sai fare di meglio?- mi chiede con un sorriso divertito.
-Sul serio amico, anche mia nonna balla meglio- rispondo a tono sorridendo di rimando.
-Bene, ti sfido!- dice tendendomi una mano. Io lo fisso per un istante. Crede davvero che io mi metta in ridicolo davanti a quasi tutta la scuola solo per lui? 
-Non ci penso proprio!- dico scoppiando a ridere.
-Che c’è, hai paura?- mi chiede sorridendo ancora di più. Ma non gli si incricca la mascella? E poi, io paura? Sapeva con chi stava parlando?
-E va bene, accetto. Preparati ad essere stracciato- gli dico alzandomi e seguendolo verso la zona della wii. Un ragazzo con la pelle chiara e i capelli quasi rasati, l'esatto opposto di quelli del ragazzo sbarra nonna, mi passa un telecomando che poi mi lego al polso. Il ragazzo-nonna comincia a vedere tutte le canzoni per scegliere quale fare e ne sceglie una che non ho mai sentito. Cominciamo a ballare sulle note di quella strana canzone, mentre molti ragazzi incuriositi ci si raggruppano attorno per vedere meglio. Provo a seguire quello che l’aggeggio mi dice di fare, ma la canzone è velocissima ed io non la conosco! Alla fine la sfida finisce con 3 stelline per il ragazzo-nonna e appena una per me. Che ingiustizia! 
-Adesso chi è che ride?- sghignazza, sfilando il telecomando dal braccio.
-Infilati quel coso- lo minaccio -Voglio la rivincita!- dico al ragazzo che già stava battendo il cinque a quei coglioni messi peggio di lui.
-Ti batterei lo stesso!-  sogghigna divertito.
-Senti, ragazzo-nonna, hai avuto solo fortuna! E poi non conoscevo la canzone mentre tu sì! Voglio la rivincita!- dico. Lui mi guarda con un sopracciglio alzato per poi scoppiare a ridere.
-Come mi hai chiamato?- mi chiede tre le risate.
-“ragazzo-nonna”. Che vuoi? Non so il tuo nome!- in effetti non l’avevo mai visto a scuola, se non proprio in tutto il paese.
-Mi chiamo Louis. E tu sei...-
-Bonnie- dico e lui ricomincia a ridere.
-Cosa vuoi ora?- chiedo piuttosto alterata.
-Sembra un nome da coniglio!- Ma vaffanculo. Gli do un pugno su una spalla per farlo smettere ma lui continua a ridere, imperterrito. 
-Voglio la rivincita!- dico di nuovo.
-Ok. Questa volta sceglila tu la canzone-.
I miei occhi si muovono veloci sullo schermo, leggendo attentamente ogni singolo titolo. Poi la lampadina si accende.
-Beauty and a Beat- quasi urlo, felice.
Il ragazzo si posiziona davanti l'enorme televisore, lasciandomi una gomitata -In bocca al lupo- commenta.
La base parte e cominciamo a ballare. 
Sorrido divertita dalle mosse del ragazzo, che per altro aggiungeva di testa sua, fallendo di tanto in tanto il colpo. Si vedeva lontano un miglio che anche lui conosceva la canzone, ma riesco comunque a stracciarlo, facendo finire la partita a 4 stelline per lui e 5 per me. 
Esultando, mi sfilo il cordoncino del telecomando e lo appoggio su un mobile lì vicino. Saltello ancora un paio di secondi sul posto, dandomi il cinque da sola. 
Mi giro verso il ragazzo e -Crepa, tu e il lupo- faccio per andarmene quando sento il ragaz... ehm Louis chiamarmi. E se vuole la rivincita della rivincita? Meglio accelerare il passo. 
-Bonnie, ferma!- mi sento in dovere di fermarmi, ma quando blocco i miei piedi e provo a girarmi, un elefante in sovrappeso mi cade addosso buttandoci entrambi a terra.
-Oddio, scusa!- dice Louis a pochi centimetri dal mio viso -Stai bene?- chiede premuroso.
Sento le nostre gambe strofinare tra loro, agitandomi leggermente.
-Bhè, se magari ti alzi riesco a controllare se ho ancora tutte le costole- lo ammonisco con tono severo.
Il ragazzo si alza, pulendosi da non so cosa visto che eravamo sulla stradella.
-Vaffanculo- dico alzandomi da sola e girando i tacchi.
Dov’è Amy quando serve? O anche quella cretina di Ester! Niente, sono tutti pronti a romperti gli zibidei ma quando servono davvero si volatilizzano come Severus Piton davanti ad un flacone di shampoo. 
-Bonnie- ancora? Forse stava solamente cercando di ricordare il mio nome. 
Una mano mi blocca, facendomi girare sui miei stessi piedi.
-Senti Louis, lasciami in pace- dico cercando di scappare ma lui mi prende per il polso e mi fa girare ancora una volta nella sua direzione. 
-Mi dispiace di esserti caduto addosso. Per scusarmi posso farti vedere la casa?- mi chiede facendo gli occhi dolci. Ma che è, la rincarnazione di Bambie? 
-Perché? Non è casa tua!-
-E’ casa del mio migliore amico e penso di conoscerla molto bene. Allora vieni?- Ah, ecco perché non l’avevo mai visto! Ma cosa devo fare, accettare o no? E se poi mi stupra? Ma cosa diamine vado a pensare? Dopotutto è anche molto carino...
-E va bene, andiamo- dico e lui mi sorride.
 
*  *  *
 
-E questo è il bagno...- Louis apre una porta mostrandomi un enorme bagno pulito.
Non ne posso più! E’ da più di mezz’ora che camminiamo! E poi... chissene frega della casa di Styles? E ora mi porta pure al bagno?! 
-Louis, secondo te cosa me ne può fregare a me del bagno di Harry Styles?- dico esplicita.
-Mmm... non lo so. Pensavo ti saresti trovata bene tra i tuoi simili- dice alzando le spalle. Mi ha appena chiamata “cesso”? Adesso mi vendico. Velocemente lo sposto e raggiungo il gabinetto. Gli occhi mi cadono sullo spazzolone, proprio lì vicino. Ridacchiando sotto i baffi lo prendo e glielo punto contro.
-E adesso chi è che ride?- sorrido sornione.
-M-mettilo giù! Dai, fa schifo!- alza le mani al cielo in segno di arresa; continuo a puntarglielo contro, scuotendolo per fare più scena.
Louis sembra piagnucolare. Allunga una mano per strapparlo dalle mie, ma accidentalmente il suo braccio sfiora lo spazzolino.
-Che schifo- si lamenta con una smorfia sul viso. I suoi occhi puntano i miei in segno di sfida -Vuoi la guerra eh? Ti accontento subito- dice avvicinandosi a me pericolosamente. Porta le mani suoi miei fianchi e quando capisco cosa vuole fare è già troppo tardi.
-Basta ti prego!- scoppio a ridere, mentre il mio corpo si contorce su sè stesso. Se c’è una cosa che non sopporto è proprio il solletico, assumo sempre strane posizioni e poi all'improvviso sembro un maiale per come rido.
-Tu posa lo spazzolone- insiste, alzandomi per aria di peso. Sbarri gli occhi per il gesto.
-Mai!- urlo -Mettimi giù- cerco di liberarmi dalla sua presa, inutilmente. 
Essendo una totale imbranata il coso puzzolente mi scivola, volando prima in alto, e poi atterrando... sulla testa di Louis ed infine cadere a terra. Riesco a sfilarmi dalle sue grinfie appena in tempo per evitare di essere messa in mezzo al disastro.
Scoppio a ridere per la faccia di Louis, mi tengo stretta lo stomaco per quanto rido. Mi fa male tutto.
-Cosa ti ridi? Ora puzzerò peggio del bagno dopo che mia nonna c’è stata delle ore!- dice correndo verso la doccia e aprendo l’acqua per sciacquarsi la testa. Io non riesco a smettere di ridere, cose così non succedono tutti i giorni! 
Louis mi guarda male, prima di tornare a sorridere con malizia. In un secondo mi ritrovo la cipolla della doccia puntata contro. Grondante d’acqua comincio a maledire tutti i suoi parenti e a tirare in ballo quanti più santi conosco. Cavolo sono pure mestruata oggi! Chissà se quando la Swift ha scritto “Red” era mestruata. Sarebbe logico!
-Ma sei nato così o hai sbattuto la testa da piccolo?- gli chiedo mentre cerco qualcosa con cui asciugarmi. Con la coda dell’occhio vedo qualcosa che potrebbe essermi utile per la mia vendetta. Con la scusa di prendere un asciugamano mi avvicino al lavandino, e quindi al flaconcino di schiuma da barba. Approfittando di un suo momento di distrazione glielo spruzzo in faccia. Ecco, ora era la copia sputata di Babbo Natale. Gli mancava giusto la pancia e il vestito rosso. Il fatto imbarazzante è che io da piccola avevo una cotta per Babbo Natale. Non so perché, ma lo vedevo come un tipo simpatico, che porta allegria. Anche da piccola ero un po’ fumata, ma lasciamo stare. Fisso un’altra volta Louis dallo specchio e ricomincio a ridere.
-Sembri... - scoppio a ridere -Sei Babbo Natale!- dico tra le risate.  
-Ah sì eh?- lo vedo avvicinarsi in modo minaccioso e prima che possa rendermi conto di quello che sta per succedere, le braccia di Louis mi avvitano in un abbraccio, mentre strofina le faccia vicino la mia, piastricciandomi tutta - Ma non è finita qui- ridacchia, mentre io mi volto allo specchio e constatare il mio stato.
Le mani del ragazzo frugano velocemente in un cassetto appena aperto; che aveva in mente? -Ecco- esce uno strano oggetto, simile ad un rossetto. Stappa il tappo, e mentre io sbarro gli occhi mi ritrovo in coso puntato al naso, colorandolo  -Ora sei la mia renna-. 
Mi guardo allo specchio. Sembriamo davvero Babbo Natale e una renna! Certo, usando la fantasia...
-Bene, ora sei contento?- dico incrociando le braccia e cercando di levare quella schiuma da barba che tanto puzza. Ma se Styles non aveva nemmeno un filo di barba, a che gli serviva? Sorvoliamo anche il dettaglio del rossetto...
-No, ma lo sarei se mi dessi il tuo numero- dice guardandomi negli occhi. 
Ci penso un attimo su: è davvero un bel ragazzo, dolce e spontaneo. Perché non darglielo? Annuisco e quando lui mi porge il cellulare glielo scrivo, salvandolo in rubrica con il nome di “Renna”. Glielo passo e lo vedo sorridere leggendo il nome. 
-Ti va di vederci domani al bar qui all’angolo?- mi chiede dopo aver riposto il cellulare nella tasca del costume. All’improvviso delle immagini di noi due insieme mi invadono la mente...
Come sarebbe stato il nostro primo bacio, i nostri appuntamenti... addirittura il nostro matrimonio. Un’altra immagine, diversa dalle altre, mi si pone davanti: ci sono Louis e un bambino in una grande sala. Louis è visibilmente invecchiato e delle piccole rughe cominciano a farsi strada sul suo viso, ma quegl’occhi azzurro cielo e quel sorriso mozzafiato sono ancora lì. Il bambino dimostra l’età di circa 8 anni ed ha i capelli marroni, a caschetto, due occhi quasi identici a quelli dell’uomo al suo fianco e un paio di fossette sulle guance piene e rosee. E’ evidente che tra i due ci sia un rapporto di parentela. Da quello che vedo stanno giocando a qualcosa. Hanno un telecomando in mano, legato al polso con un laccetto. Lo riconosco subito e capisco di aver indovinato il loro gioco quando sulla tv modernissima appaiono delle immagini tanto familiari. Sorrido.
-Sai Tommy, è stata questa canzone a farmi conoscere tua madre. Abbiamo fatto un paio di partite e alla prima l’ho stracciata, ma poi si è presa la rivincita. Diceva che facevo schifo a ballare, pff- dice il Louis invecchiato rimanendo concentrato sul gioco.
-Dai papà ammettilo! Quando la nonna ti ha sfidato, l’altro ieri, ti ha battuto!- dice il ragazzino -E stiamo parlando di quella che le manca una gamba- insiste. Si vede che è mio figlio.
-E’ stata solo fortuna! Io so ballare benissimo!- dice cominciando a fare mosse strane, del tutto inventata e diverse da quelle che il gioco gli diceva di fare. 
Mi passo una mano sulla bocca, divertita.
-Se per “ballare” intendi fabbricare balle di fieno, allora ti do ragione- è ufficiale, amo il mio futuro figlio...
 
-Allora? Che ne dici?- la voce di Louis giovane mi riporta al presente. 
Prima di rispondere lo guardo: era un ragazzo simpatico e allegro... che fosse il mio Babbo Natale?
-Dico che si può fare- annuisco sorridente e lui ricambia. Spero solo per lui che il nomignolo “Renna” mi rimanga affibbiato per scherzo e non per colpa di eventuali corna.
 
 
 
 
SALVE SALVINO(?)
Beeeene, inizio col dire che questa os è stata scritta a 4 mani,
da me e Take_Me_Home  c:
L'idea è nata per caso e bo, volevamo sapere cosa ne pensate, se
è andabile o se dovremmo ritirarci a fare l'uncinetto(?)
Non vi rompiamo molto, solo vorremmo sapere se vi è, almeno un pò,
piaciuta :)
 
Ps: se volete altre storie, entrate nel mio vecchio profilo,
oppure, qui
Se volete, ci trovate su questo gruppo c:
   
 
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