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Autore: jujusvoice    09/04/2013    6 recensioni
Di giorno Selena, la normale ragazza che lavora sodo e frequenta un corso di danza per coltivare la sua passione. Di notte Moon, la seducente prostituta della città obbligata a fare ciò per salvare la madre. Ma nella storia di Selena, subentrerà Alex, un attraente poliziotto che sconvolgerà definitivamente la sua vita e quella di Moon. Una storia che unisce amore e pericolo, che insegna che nella vita dalle cose brutte spesso si ottengono le più belle
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Non sempre le cose vanno come vorresti. Non sempre sei in grado di controllare gli eventi. Il mondo gira e con esso la fortuna: ci saranno momenti belli in cui tutto va per il meglio ed altri in cui la sfiga ti prende di mira e sembra non finire mai di lanciarti merda addosso. In questi momenti non sempre puoi aspettare che cambi bersaglio, ma devi agire e a volte non puoi farlo da sola, hai bisogno di tutto l’ aiuto possibile e per ottenerlo sei costretta a fare sacrifici. Più grande è il casino in cui ti metti, più alto sarà il prezzo da pagare per uscirne senza conseguenze. Devi mettere da parte te stesso e pensare agli altri, a cosa vanno incontro a causa delle tue azione, come puoi proteggerli, prenderti le tue responsabilità e a volte le loro. C’è da dire però che da una cosa brutta può nascerne una meravigliosa, una per la quale pensi che è valsa la pena di sopportare tutti i momenti tragici, una specie di ricompensa alle tue fatiche che ti fa sentire orgogliosa di te e di ciò che hai fatto. Per farvi capire il senso di tutto ciò, racconterò la mia storia…
Tutto è iniziato cinque anni fa quando ero una sedicenne come tutte le altre: andavo a scuola, avevo una famiglia bella e unita, una casa, facevo la cheerleader, uscivo con le amiche, danzavo, passavo i sabato sera in discoteca a divertirmi. Tutto questo cambiò all’ improvviso, quando la sfiga di cui ho parlato prima decise di scatenare tutto il suo potere su di me e sulla mia vita sconvolgendola per sempre. Nulla fu più come prima. In breve due giorni prima di Natale, mio padre si recò al lavoro come duo solito, ma la sera non tornò, mai più, di lui si perse ogni traccia. Non sapevamo se era fuggito di casa, se era stato rapito o ucciso. La polizia dopo sei mesi di ricerche un po’ in tutto il mondo decise di archiviare il caso e di abbandonarci al nostro destino. Solo mio padre infatti lavorava, mia madre, fu costretta a trovare un lavoro per mantenerci, ed io dovetti fare lo stesso dato che i soldi scarseggiavano in ogni modo. La povertà ci portò a dover vendere la nostra amata casa, costruita dal nostro bisnonno e a trasferirci in un bilocale. Tutto questo nel giro di un anno e mezzo. Le cose sembrarono migliorare, io e mia madre aprimmo un bar nostro, pur richiedendo un enorme prestito alla banca: gli affari andavano alla grande e divenne presto uno dei locali più mondani della città. Una sera d’estate, mentre eravamo in vacanza, ricevemmo una chiamata: il nostro bar era andato in fiamme: avevamo perduto tutto. Mia madre fu sommersa di debiti. Dovetti  lasciare la scuola, le amiche e tutto il resto per cercare più di un lavoro e così sia io che lei ci trovammo ad averne tre a testa. Risanammo i debiti, completamente: i nostri sforzi però non furono ripagati. A mia madre fu diagnosticato un cancro al seno. Le cure erano molto costose: lavoravo tutto il giorno, ma i soldi non sarebbero mai bastati, avrei dovuto cercare un’altra occupazione, ma mi rimaneva libera solo la notte. Così io, Selena Marie Gomez, facevo la barista, la maestra d’ asilo e la libraia e di notte la prostituta.
Non chiamatemi troia, puttana, zoccola o battona. Non era un divertimento per me, lo facevo per vivere, per far vivere mia madre che era legata a quel letto d’ospedale da ormai due anni, solo così potevo darle un futuro. Aveva fatto così tanto per me… Facevo anche danza: mia madre mi tolse la scuola, ma non la danza, una delle altre cose che mi dava la forza di proseguire, di non cadere in possesso di cose peggiori come la droga, di restare fedele a me stessa e che mi ricordava i tempi in cui tutto era perfetto e non ero costretta a vendermi così schifosamente. Potreste pensare “ che vita da schifo! Che sfigata! Io non l’avrei mai fatto” eppure se no l’avessi mai fatto non avrei vissuto l’esperienza più incredibile e allo stesso tempo bella di tutta la mia vita, quella che mi ha portato alla felicità attuale, che mi ha insegnato che gli sforzi di ciascuno di noi presto o tardi vengono sempre in qualche modo ripagati, che mi ha portato ad essere chi sono ora.
 
 
 
“ Sei fantastica piccola” Moshe mi diede una pacca sulla spalla dopo aver contato le banconote che gli lanciai sul tavolo “ non ho mai visto ragazze tanto desiderate e che guadagnano così tanto come fai tu, si può sapere che cazzo fai agli uomini tu?”
“Solite cose” risposi fredda “pompini, seghe, spagnole, qualche parola arrapante e il gioco è fatto”
 “tu mi nascondi qualcosa” disse alzandosi dalla sedia e camminando con aria pensierosa sfregandosi il mento “lo fanno anche le altre, ma tutti vogliono te e davvero mi chiedo come mai, vabbè non conta questo, conta che tu porti il denaro a casa, giusto?”
 “ certo Moshe, è l’unica cosa che importa”
 “brava ragazza, a questo proposito, c’ è qui una persona che vorrebbe parlarti”
“di chi si tratta?”
“ogni cosa a tempo debito piccola, vai pure a riposarti di là, quando sarà il momento lo scoprirai”
Uscì dalla stanza chiudendo la porta alle mie spalle e raggiunsi le altre ragazze.
“Che ti ha detto Moshe questa volta?” chiese Allison gettando fuori il fumo che aveva poco prima aspirato dalla sigaretta che teneva in mano.
“solite cose” risposi non guardandola nemmeno
“ Selena”
“non mi chiamo Selena quando sono in questo posto, mi pare di averlo già chiarito più di una volta”
“oh scusa ‘Moon’ . Si può sapere che vi siete detti?”
“non sono cazzi tuoi” risposi scocciata
 “non usare quel tono con me, ti ricordo che sei nel giro solo grazie alla sottoscritta, che se non fosse per me tua madre sarebbe già crepata da mesi, ok? Quindi rispondi”
Mi limitai ad girare i tacchi (nel vero senso della parola) e ad avviarmi all’ uscita del Blocco lasciando Allison con la sigaretta ormai finita in mano e il volto pieno di rabbia.
Vi starete di certo chiedendo di cosa sto parlando. Ebbene io non sono una che batte le strade da sola, faccio parte di un’associazione, in cui ti vengono garantiti clienti in cambio di una parte dello stipendio percepito da ciascuna. In città ce n’ è solo una chiamata appunto “il Blocco” perché ha sede in un vecchio night club chiamato così. Il capo è Moshe, un uomo burbero che si sarà scopato come minimo cinquanta volte tutte le ragazze ad eccezione di me. E’ un uomo sulla cinquantina, alto, pelato e magro con un filo di barba e degli occhi neri come la morte. Noi ragazze siamo in sette: Allison, Margaret, Demi, Elizabeth, Angela, Lola ed io. Ci dividiamo i quartieri della città e ogni mese ce li scambiamo tra di noi. Diciamo che non andiamo esattamente d’ accordo, siamo molto diverse, soprattutto io ed Allison che non fa questo lavoro per vivere, ma per puro bisogno di godere come una cagna tutte le sante sere, ma è grazie a lei che sono entrata nel giro e che sono diventata la più voluta tra le sette. E’ anche per questo motivo che ci scontriamo spesso, posso dire di averle tolto il trono di “troia della città” e questo lei non lo accetterà mai, soprattutto perché rispetto alle altre sono una novellina.
Tornata a casa mi sdraiai sul letto,e, senza nemmeno sfilare il corto vestito che indossavo, mi addormentai.
  
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