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Autore: GinnyWeasley93    09/04/2013    0 recensioni
Lottando contro mille dubbi ed emozioni,Kagami ormai cosciente dei suoi sentimenti verso Kuroko,cercherà in ogni modo di eliminare e nascondere questi sentimenti,anche a costo di allontanarsi proprio da Kuroko.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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<< Kuroko… >>
Era sorpreso. Dannatamente sorpreso.
Cosa diavolo ci faceva a quell’ora di notte di fronte a casa sua?
<< Ho bisogno di parlarti Kagami… Ti prego ascoltami >>.
Già innervosito da tutto quanto, ciò lo rese inaspettatamente ancora più  nervoso, come se avesse l’inconscia o la stramaledetta voglia, che Kuroko gli dovesse dire qualcosa di veramente importante.
Il suo tono supplichevole ne era la prova.
<< Non ora Kuroko. Lasciami in pace, te l’ho già detto >>.
Eppure Kagami non fece in tempo a dargli le spalle e aprire il cancello che Kuroko lo afferrò al polso,stringendo con tutta la forza che possedeva  che era veramente poca.
Eppure si accorse che in quella stretta c’era un qualcosa che non andava bene. Nervosismo, esigenza di parlargli. Quegli occhi glielo stavano dicendo chiaro e tondo.
<< Taiga, ti prego. >>
Questo lo scosse.
Il cuore cominciò a tamberallare sempre più veloce, gli avrebbe sicuramente fracassato la cassa toracica se non l’avesse smessa in pochi minuti.
Non riuscì a trattenersi. Tutto ciò che gli aveva detto, che aveva pensato, il modo in cui aveva reagito con lui, svanirono nell’attimo in cui Kuroko gli strinse la mano e se lo trascinò via, chissà dove.
Si misero a correre. Kuroko stava avanti e Kagami si faceva trasportare, ormai senza esitazione, da quella piccola mano che emanava calore e sicurezza. Aveva creato un casino enorme, l’aveva picchiato e insultato e poi si era fatto trasportare da qualche moina.
Quanto sono stupidi i cuori. Non si riesce a combatterli mai. Anche se sanno di sbagliare, di fare qualcosa che sicuramente porterà dolore, continuano imperterriti ad auto infliggersi la pena.
E con Kuroko davanti a sé ormai Kagami si era dimenticato di tutti quanti.
Quando gli mollò la mano, Taiga notò che Kuroko ansimava e soprattutto tremava.
Non gli era semplice controllarsi. Avere Kuroko davanti a sé, sapere di provare quelle determinate emozioni e constatare che non sarebbero rimaste nascoste ancora per molto tempo.
<<  Che ti prende Kuroko? DI cosa vuoi parlarmi? Mi hai portato dall’altra parte della città!  >>.
Kagami con il fiato ancora corto, si appoggiò al muro di cinta di una casa.
Kuroko l’aveva portato in un posto che sicuramente non conosceva neanche lui. Si era messo a correre, per chissà quale motivo e l’aveva condotto in quel vicolo, a quell’ora di notte.
Che fosse successo qualcosa di grave a qualcuno della squadra? Che fosse successo qualcosa di grave proprio a Kuroko?
Sicuramente l’aveva fatto di proposito a portarlo lontano da casa sua. Se fosse stato qualcosa di urgente gliel’avrebbe detto di fronte a casa.
Invece, si ritrovavano in quel vicolo anonimo, senza una persona in giro.
Kuroko stava lì di fronte e lo fissava sfacciatamente.
Ovvio che Kagami provò un certo imbarazzo e anche un certo eccitamento a riguardo. Quello sguardo così innocente era anche inaspettatamente sexy. Non se n’era mai accorto.
Forse perché non era mai accaduto che Kuroko lo fissasse così intensamente alla luce della luna.
<< Taiga, io…. >>.
Iniziò ad avvicinarsi. Con passi lenti, ma decisi,Kuroko gli si avvicinava sempre di più.
Kagami si sentiva in trappola. Appoggiato a quel muro, si sentiva debole. Avrebbe potuto afferrarlo per il collo e lanciarlo dall’altra parte della strada, ma si sentiva bloccato.
Come gli era capitato in quei sogni. Questa, però era la realtà e Kuroko gli era sempre più vicino.
Infilò una mano nella tasca e più si avvicinava, più Kagami si convinse che volesse vendicarsi della ferita che gli aveva provocato. Non era da Kuroko comportarsi così.
L’avrebbe sparato. Voleva farlo da vicino, voleva fissarlo e vedere il suo dolore nel momento in cui la pallottola l’avrebbe perforato lì, sicuramente all’altezza del cuore. Sicuramente l’avrebbe colpito qualche arteria, per permettergli di morire lentamente e soprattutto dolorosamente, per poter goderci a riguardo.
Me lo merito. Se mi ammazza me lo merito. Anzi gli sarò per sempre grato di avermi eliminato da questo mondo e di avermi permesso di non dover lottare più con queste emozioni frustanti”.
Kagami entrò in panico, ma non si mosse.
Ormai Kuroko era lì a qualche centimetro dal suo corpo e continuava a fissarlo sempre più intensamente.
Kuroko lentamente estrasse la mano dalla tasca.
Kagami chiuse gli occhi. Sperò che facesse presto. Pensò ai genitori e ai suoi compagni di squadra.
Kagami si sentì avvampare.
Quel piccolo ragazzo, l’aveva afferrato per la felpa, l’aveva attirato a sé e l’aveva baciato.
“Che cazzo?”
Aprì gli occhi di colpo e la sua faccia iniziò a prendere fuoco.
Si trovo così vicino il viso di Kuroko che preso alla sprovvista gli diede una spinta e lo fece cadere a terra.
Questa volta si sentì in colpa. Si sentì  veramente in colpa.
E sentì che ne voleva altri. Ne voleva altri cento di quei baci imbarazzanti e un po’ inaspettati. Voleva risentire quel contatto fisico. Voleva riassaporare il suo sapore.Voleva Kuroko, lo voleva in quella strada.
Fanculo a tutto il resto,si disse.
Gli si avvicinò e lo sollevò con tanta foga che Kuroko ne rimase sconcertato.
Kagami se lo strinse a sé e tutto ciò che provò in quel momento iniziò ad avere un senso. Prese forma nella sua anima la consapevolezza di amarlo come non mai, di non riuscire neanche a esprimere quelle infinità di emozioni che quel corpo esile produceva in quell’abbraccio.
Kagami gli prese il viso e lo sollevò in direzione dei suoi occhi.
E quando si guardarono, lo fecero come se fosse la prima volta. Si scrutarono l’anima e cercarono delle risposte a quel momento.
Lentamente gli baciò la ferita, poi gli occhi, lentamente la punta del naso, le guance e infine arrivò alle labbra. I suoi occhi stavano chiusi, il suo corpo stava immobile, facendosi trasportare da quel vortice.
Le sue labbra erano morbide. Le aveva sempre immaginate così. E facendosi strada riuscì a schiuderle e a sentire per la prima volta la sensazione immensa di due lingue che danzavano, all’unisono.
Portò le sue mani sul suo viso.
Portò le sue dita a intrecciarsi tra i suoi capelli così morbidi.
Kuroko gli si aggrappò al collo e Kagami preso com’era lo trascinò fino al muro più vicino, sollevandolo dolcemente verso sé, sempre senza distaccare le labbra e dischiudere gli occhi.
Si ritrovarono così, quei due, in quella strada anonima, a quell’ora tarda della notte a baciarsi, senza riuscire a smettere più.
E Kagami si accorse in quel preciso istante che Kuroko era veramente eccitato. Si sentiva strisciare sulla coscia il suo membro.
Kuroko si sorprese quando comprese che anche Kagami si stava eccitando. Si accorse che i suoi baci erano più cruenti, datti con più foga.
Le loro mani si cercavano. Le mani di Kuroko sulla schiena di Kagami a graffiarlo ogni qualvolta che il bacio si faceva più intenso.
Kagami aveva il desiderio ardente di possederlo. Doveva farlo suo, aveva bisogno di sentirlo urlare di piacere.
E più continuava a pensarci, più si eccitava.
Arrivò a un punto in cui il desiderio diventò talmente forte che si sarebbe masturbato lì, all’istante, non gli importava più niente.
“Al diavolo il pudore”.
Prese Kuroko e lo mise di schiena.
Aveva capito cosa voleva fare e non fece niente per ostacolarlo.
Non gli importava un cazzo se erano in una strada all’aperto. Fanculo anche al freddo. Il fuoco che gli bruciava dentro gli rendeva le cose ancora più semplici, il pulsare del sangue sul suo membro lo portò dritto alla cintura di Kuroko.
La sganciò con forza e gli scese i pantaloni.
Iniziò a masturbarlo da dentro i boxer, ma sentendosi disturbato gli calò anche quelli.
Kuroko era nudo. Almeno per la parte inferiore.
Ansimava di piacere, Kagami lo sentiva. E più continuava, più Kuroko respirava ancor più affannosamente.
<< Oh Taiga… >>.
Non resistette neanche un altro attimo.
Si abbassò i pantaloni e i boxer anche lui e quando iniziò a farsi strada dentro di lui con le dita, sentì Kuroko urlare di piacere. Kuroko si aggrappò alla sua felpa e lo tirò, facendo strisciare le sue natiche con il suo pene.
Kuroko lo voleva. Adesso.
E Kagami lo accontentò all’istante. Le unghie di Kuroko s’infilarono sulla pelle delle sue braccia e quando Kagami aumentò la velocità di quei movimenti, Kuroko iniziò ancora di più a urlare.
Kagami lo seguì all’istante e quando urlarono insieme di piacere, crollarono per terra ansimanti, si scambiarono un sorriso.
 
  
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