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Autore: Mon    09/04/2013    0 recensioni
Una delle cose che, invece, Laura adorava del suo lavoro, era quella di poter andare ai concerti e poterli vedere da una posizione assolutamente privilegiata. Stare al fianco del palco e vedere allo stesso tempo la band che si esibiva e il pubblico che cantava tutte le canzoni a memoria era una delle cose che la emozionava maggiormente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Gambler'
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Eccomi! Allora, per prima cosa voglio ringraziare marty_Horanxx per la recensione e per aver aggiunto la storia tra le seguite. Grazie davvero. 
Nuovo capitolo, sono abbastanza ispirata in questi giorni, però non abituatevi troppo, non è normale che io aggiorni tutti i giorni. 
Spero che vi piaccia.
A presto.
Mon.

 



«Laura, sei pronta?»
Era la voce di Thomas, un suo collega, che la chiamava per la riunione. Dovevano decidere le prossime mosse editoriali, cosa avrebbero messo nel numero seguente della rivista, che sarebbe uscita in una ventina di giorni.
Laura si alzò dalla sedia e si diresse, con la sua cartelletta stretta tra le mani, nell'ufficio del capo. Il boss era seduto a capo tavola, braccia incrociate sul petto e schiena appoggiata contro la finta pelle nera della sua poltrona, e guardava i suoi dipendenti, tutti seduti composti sulle sedie, in attesa di ricevere ordini. Il capo era un uomo sulla cinquantina, capelli nero corvino, sempre ricoperti di uno spesso strato di gel, occhi azzurro ghiaccio che scrutavano ogni singolo dipendente.
Il boss si raddrizzò sulla sedia, appoggiò i gomiti sul tavolo e guardò la scaletta che aveva di fronte. «Bene...» disse, incrociando le mani e appoggiandovi sopra il mento. «Questo mese abbiamo parecchie cose in scaletta. La più importante è l'intervista con Bruce Springsteen. Chi la fa?»
Subito una mano si alzò; era quella di Jane. Lei era una fan accanita di Bruce Springsteen, le interviste e i concerti toccavano sempre a lei, ormai era un rituale e guai a chi cercava di rovinarlo: Jane era capace di uccidere.  
Dopo Bruce Springsteen, la seconda cosa più importante da inserire nel nuovo numero della rivista era la recensione del concerto dei Muse a New York. Subito si propose Anthony, grande appassionato della band; nessuno ebbe nulla in contrario e il capo assegnò il compito al ragazzo, felice come un bambino che scarta i pacchi la mattina di Natale.
«Adesso, in scaletta, avrei l'intervista con i Fun., quel gruppo di cui Laura ha fatto la recensione del cd. Chi vuole andare ad intervistarli?» chiese il boss, guardando il tavolo dei suoi collaboratori. Laura si girò verso i suoi colleghi e, vedendo che nessuno alzava la mano, decise di farlo lei.
«Posso andarci io. In fondo ho ascoltato il cd, l'ho recensito, posso anche fare loro un'intervista!» disse.
«Ok, se per i tuoi colleghi va bene, per me puoi andare tranquillamente.»
Laura si guardò attorno e si compiacque del fatto che nessuno aveva intenzione di andare a intervistare i Fun.. Il lavoro era suo.
Così, finita la riunione, lei si diresse immediatamente alla sua scrivania, accese nuovamente il computer, controllò per la terza volta quel giorno la sua casella di posta elettronica e poi si mise subito alla ricerca di più informazioni possibili sui Fun.. Scoprì che quei tre ragazzi, Nate, Andrew e Jack, avevano pubblicato un album qualche anno prima, con un'etichetta discografica diversa da quella che avevano in quel momento. Lei però non ricordava di aver mai sentito nessuna canzone, quindi accese YouTube e si mise alla ricerca. Trovò immediatamente alcune loro canzoni e non poté fare a meno di notare che il loro stile era cambiato; rispetto all'album precedente, adesso i Fun. sembravano una band completamente diversa. Ascoltò attentamente le vecchie canzoni e arrivò alla conclusione che preferiva Nate, Andrew e Jack nella nuova versione, quella di Some Nights e di We Are Young.
Prese tutte le informazioni possibili e le appuntò sul computer, poi si dedicò a finire il lavoro che aveva cominciato quella mattina, prima della riunione. Staccò come al solito intorno alle cinque di pomeriggio e decise di andare a prendere un caffè caldo in una caffetteria vicino al suo ufficio; se lo fece preparare e poi lo portò via, tenendolo in serbo per quando avrebbe dovuto salire in macchina. Laura, infatti, abitava nella grande e caotica San Francisco e sapeva benissimo che ci avrebbe impiegato parecchio tempo per rimettere piede nella sua tranquilla casetta di periferia. Il traffico a quell'ora era terribile e il suo caffè, insieme alla radio, le avrebbero tenuto compagnia.
Spinse il bottone del telecomando della sua macchina, appoggiò il suo caffè ancora caldo vicino al cruscotto in un apposito porta bicchieri, accese l'auto e partì. Era ormai talmente abituata a quel traffico che niente riusciva a farla più innervosire; se una volta avrebbe imprecato contro tutto e tutti, da quando aveva cominciato a lavorare per la rivista e a fare sempre tardi, piano piano aveva cominciato a farci l'abitudine. Aveva capito che era inutile imprecare, doveva semplicemente rassegnarsi a passare più di un'ora in macchina, in compagnia della radio e della sua musica. Mentre era ferma ad un semaforo decise di frugare tra i suoi cd in macchina e ciò che ne estrasse era un vecchio album dei Green Day, precisamente Dookie. Lo mise nello stereo e, prima di arrivare a casa, riuscì ad ascoltarlo praticamente tutto.
Laura arrivò nel cortile quando l'ultima canzone dell'album stava per cominciare; spense la macchina, cercò nella borsa le chiavi della porta d'ingresso ed entrò. La prima cosa che fece fu accendere lo stereo e la voce di Nate riempì il salotto di casa, andò poi in cucina e accese i fornelli, doveva cominciare a prepararsi la cena. Mentre canticchiava le parole di Why Am I The One cominciò a pensare alle domande che avrebbe potuto fare ai Fun. il giorno dell'intervista; aveva trovato tante informazioni, per questo era sicura di non poter sbagliare. Tagliando le carote e lavando l'insalata in modo da potersi preparare una grande e sostanziosa ciotola di verdura per cena, le vennero in mente alcune domande; cercò di ricordarsele e, non appena ebbe finito di preparare tutto, prese il suo piatto, una fetta di pane e si andò ad accomodare sul divano. Mentre il cd dei Fun. ricominciava da capo per l'ennesima volta, lei accese il computer sul tavolino, appoggiò la sua cena al fianco del pc e cominciò a scrivere. Rimase la davanti tutta la sera, leggendo e rileggendo le domande più volte, per essere sicura di non aver fatto errori nella cronologia, nelle date, nei nomi. Quando rilesse le domande per l'ultima volta era soddisfatta; era pronta per affrontare l'intervista. Appoggiò la testa allo schienale del divano e pensò che non vedeva l'ora di poter parlare con Nate, Jack e Andrew dal vivo. 

  
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