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Autore: Alexiels    09/04/2013    1 recensioni
Raggiante, ma allo stesso tempo fiero e orgoglioso, quel sorriso, riservato solo a lui, era quanto di più bello gli occhi di Jaime Lannister avessero mai visto, e non c’erano giuramenti o dogmi che non sarebbe stato pronto a rinnegare pur di preservarlo.
Forse è inutile specificarlo, ma questa raccolta di ff è sui due gemelli Lannister.
Figure opinabili sotto molti punti di vista, è vero, ma credo che entrambe agiscano seguendo un’etica precisa, e che, come tutti i personaggi di GoT, siano spinte da motivazioni in grado spiegare (e alle volte giustificare) ogni loro scelta.. ho cercato di analizzare il loro rapporto, filtrando le mie conclusioni attraverso gli occhi di Jaime Lannister.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Gli occhi di Cersei brillavano vitrei, riflettendo opacamente le stelle che si stagliavano nel cielo, su cui venature dorate e azzurrastre avevano iniziato a dipanarsi dal nero più assoluto.
Poteva sentire un respiro pesante alle sue spalle.
Avrebbe voluto voltarsi, ma una strana ritrosia l’aveva come bloccata: dopo averlo fatto, dopo aver posato il suo sguardo su quel corpo addormentato dai capelli color del grano e gli occhi adombrati da folte ciglia scure, la luce dell’alba avrebbe dissolto le illusioni in cui si era cullata quella notte, lasciandola sola davanti ai suoi impegni.
Perché gli occhi verdastri che si sarebbero socchiusi al suono della sua voce mancavano di quella luce strafottente e maliziosa che amava tanto, i capelli del ragazzo, disposti disordinatamente sul guanciale, le sarebbero sembrati stopposi al confronto dei serici riccioli dorati che incorniciavano il viso dell’uomo che tante notti l’aveva stretta tra le sue braccia, viso di cui questo non era che una pallida imitazione.
Ma infondo aveva sempre saputo ser Lancel non sarebbe mai potuto divenire nemmeno l’ombra del lord comandante della guardia reale, suo fratello Jaime.
E come sarebbe potuto essere altrimenti?
Spostando lo sguardo dalla città ancora addormentata che scorgeva attraverso le tende in seta bianca del suo terrazzo, si girò.
Silenziosamente, si avvicinò al letto che per tante lune aveva condiviso con Robert.
“Lancel..” lo chiamò piano e subito lui si risvegliò dal sonno leggero in cui era caduto: “Sì, mia signora?”
Sorridendo maliziosamente, Cersei si stese di fronte al ragazzo, e puntò su di lui il suo sguardo di giada, come le pietre della collana che portava, l’unica cosa che si fosse presa la briga di indossare per quella notte.
Come ammaliato, Lancel le sfiorò lievemente i capelli, accarezzando quelle onde dorate.
Sfiorò le labbra del ragazzo con le sue, respirando l'aroma d'arancia che emanavano.
Sentì le mani fredde di Lancel scivolare sul suo corpo, soffermandosi sulla curva del suo seno, stringendola sempre di più a lui.
Serrò gli occhi.
Sussultò piano sentendolo entrare dentro di lei, le sue unghie affondarono nella schiena del ragazzo mentre lo baciava con foga, mordendo le sue labbra carnose.
Quando lo sentì venire sul suo ventre, ebbe come la sensazione d’esserne stata sporcata.
Aprì gli occhi, l’osservò sorridere stanco, appagato mentre si posava sul materasso di piume.
Non riuscì a impedirsi d’essere assalita da una sensazione di disgusto.
“Ora va’” gli ordinò in tono perentorio, sfuggendo alla stretta delle sue braccia e mettendosi a sedere in modo da dargli le spalle.
Il ragazzo non replicò: Cersei poteva sentirlo mentre si affrettava a rivestirsi per poi lasciare le sue stanze dopo averle lanciato una sola, timorosa occhiata.
Non sapendo bene come gestire l’improvviso cambiamento del suo umore, Lancel aveva preferito andarsene, incapace di reggere quello sguardo famelico.
Jaime..
Le sue mani si serrarono attorno alle candide lenzuola di velluto.
Lui non l’avrebbe lasciata, e indifferente alla frustrazione scolpita nei lineamenti del suo viso l’avrebbe stretta con forza, fino a farle mancare il respiro, avrebbe riso sfacciatamente alle sue preoccupazioni, le avrebbe fatte dissolvere come neve al sole.
Persa nei suoi pensieri, non riuscì a fermare l'immagine che attraversò la sua mente.
Jaime prigioniero, incatenato, torturato per il suo essere un Lannister, per i suoi peccati.
Crimini di cui anche lei si era identicamente, insolubilmente macchiata.
Eppure in quella cella, lontano dalla luce del sole, lontano dalla sua casa, dai suoi figli, lontano da lei, Jaime era solo.
Le bastava chiudere gli occhi per rivederlo, le bastava posare lo sguardo sui luoghi in cui avevano vissuto assieme per sentire assieme al calore dell’estate e al respiro del vento il suo odore.
A stento riusciva a sostenere il suo sguardo allo specchio: con troppa facilità il riflesso della sua persona le rimandava l’immagine di suo fratello, il suo corpo asciutto, le spalle ampie, la morbidezza dei suoi capelli, la piega strafottente del suo sorriso.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma Cersei Lannister aveva paura.
Paura che non avrebbe mai più avuto la possibilità di toccare quel viso che conosceva meglio del proprio, quel corpo inciso tanto vividamente nella sua memoria.
Che lui fosse morto.
Nonostante l’aria di quella alba fosse ancora permeata del calore dell’estate, venne scossa da un improvviso brivido di freddo, un sussulto.
Delle lacrime, lente e bollenti, scivolarono attraverso le sue palpebre serrate, percorrendo la linea dei suoi zigomi, perdendosi nelle sue labbra.
Immediatamente le sue mani scattarono a coprirle il viso.
Asciugò con un movimento stizzito, feroce quei segni di debolezza.
Era la regina dei Sette Regni, una Lannister di Castel Granito.
Nella sua vita non c’era spazio per i rimpianti, i rimorsi, le paure.
Si sarebbe spezzata pur di non piegarsi e non avrebbe esitato, mai.
Ed era consapevole del fatto che Jaime avrebbe fatto lo stesso.



Volevo precisare che, avendo appena terminato il sesto libro della saga, non ho ancora avuto modo di leggere nessun capitolo dal punto di vista di Cersei.. spero di non essere stata troppo OC >.< solo che (dopo aver ricevuto mentre giravo ignara e spensierata per il web lo spolier più catastroficamente inaspettato su Jaime – se ora come ora mi capitasse Martin tra le mani, non ho idea di cosa gli tirerei contro D: ) ho sentito come il bisogno di pubblicare questa one-shot.
So di averlo già detto nell'altra ff che ho pubblicato su di loro, ma trattandosi di un opinione così non “facilmente condivisibile” preferisco spiegare bene le mie opinioni a riguardo: personalmente trovo che i gemelli Lannister siano personaggi straordinariamente carismatici, conturbanti.
Mi ha sorpresa il modo in cui la mia opinione di loro sia cambiata nel corso della storia, facendomi arrivare a considerare l’amore che li unisce come uno dei sentimenti più puri, indissolubili dell’intera saga.
D’altronde uno degli elementi della storia che mi ha maggiormente colpita è il fatto che ogni persona, ogni avvenimento racchiuso in essa venga continuamente messo in discussione, osservato attraverso decine di occhi diversi a cui corrispondono spesso interessi e sentimenti totalmente contrastanti gli uni dagli altri.
Non esiste nessuna divisione netta tra bene e male, tra ciò che è condannabile e ciò che invece dovrebbe essere considerato corretto: all’inizio la relazione incestuosa dei due gemelli mi era parsa una depravazione, qualcosa di profondamente sbagliato. E invece, mano a mano che vado avanti con la lettura della storia, ai miei occhi Jaime e Cersei, alteri e gelidi come granito, orgogliosi e impulsivi come leoni, appaiono sempre più come personaggi che, difronte a determinate situazioni, hanno fatto scelte che a loro devono esser parse come naturali, non riuscendo semplicemente a comprendere come mai l’amore assoluto che li lega l’uno all’altra possa essere giudicato un atto peccaminoso.
Credo che l’evolversi dei loro sentimenti sia stato dovuto a un bisogno ancestrale di ritornare a sentirsi come un unico essere, di annullare tutte le differenze di quell’unica persona, divisa per un beffardo scherzo del destino in due corpi, due facce della stessa medaglia.

  
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