So di avere già due
Long Fic all’attivo attualmente, ma questa mi stava dando il tormento; in più
una mia cara amica, KiaraRowling, mi ha vivamente consigliato di scriverla
(anche se lei non farebbe testo, dato che ha iniziato qualcosa come 30 fiction
^//^ no scherzo..).
Ho voluto provare a
scrivere con l’ennesimo cambiamento di stile, clima forse un po’ triste,
argomenti più difficili e capitoli più lunghi, dunque spero vi piaccia. Attendo
commenti, anche negativi.. Buona lettura.
Prologo
(L’arrivo a Hogwarts)
Settimo anno.
Hermione non poteva credere che fossero davvero passati sei anni dalla prima
volta che era salita sull’Hogwarts Express, aveva seguito una lezione di magia,
ed aveva incontrato per la prima volta i suoi amici e quelli che allora credeva
nemici.
Come sembrava
lontano, quel tempo, ora. E allo stesso tempo le sembrava fosse ieri che con
gli occhi lucidi si aggirava per le vie di Diagon Alley, attratta da ogni
vetrina.
Distesa sul suo
letto a baldacchino, cercava di concentrarsi sul suo respiro per non sentire i
freddo pungente che le provocava continui brividi. Ma sapeva che sarebbe stato
impossibile. Perché lei, quel gelo, se lo portava dentro.
Posò lo sguardo su
Ginny, distesa ad occhi chiusi nel letto alla destra del suo. Non faticava a
credere che dormisse, dopo la fatica che aveva fatto a convincere sua madre a
farla tornare a Hogwarts vista la situazione. L’ombra di un sorriso si dipinse
sul volto della riccia Grifondoro a quel ricordo.
“Ginevra Molly Weasley! Non pensare neanche
per un momento che io o tuo padre ti lasceremo andare a Hogwarts con Tu-sai-chi
e i Mangiamorte a piede libero! Nossignore, tu rimarrai qua, al sicuro!”
Alla fine la
piccola rossa l’aveva convinta con parole tanto terribili quanto vere. Nessuno
era più al sicuro, ormai. In qualunque luogo si trovasse.
Come avrebbero
fatto a seguire le lezioni circondati da un’atmosfera tanto diversa dal solito?
Silente aveva
avvisato le famiglie del pericolo che si correva a frequentare la Scuola, in
quel momento, e parecchie di loro avevano impedito ai figli di tornare ad
Hogwarts, mentre il Preside aveva permesso solo agli studenti che avrebbero
dovuto frequentare il sesto ed il settimo anno di prendere il familiare treno
rosso.
Con grande stupore
di Hermione, non erano nemmeno pochi coloro che avevano deciso di tornare, ma
nell’aria aleggiava una tristezza opprimente.
Erano scesi ad
Hogsmeade senza le divise addosso, solo alcuni Serpeverde avevano indossato
maglione grigio e cravatta verde-argento, cercando probabilmente di fingere che
tutto fosse come al solito. Ma non lo era, non lo era affatto.
Hermione sospirò,
gli occhi lucidi puntati contro il soffitto. Quell’anno, da Hogsmeade, erano
partite solo le carrozze trainate dai Thestral. Non c’erano orde di ragazzini
eccitati, non c’erano barche nel lago, non c’era il vocione e l’imponente
figura di Hagrid, ad aspettarli.
Appena scesa dal
treno, Hermione si era sentita perduta, la mente affollata da quei pensieri.
Aveva cercato con lo sguardo i suoi migliori amici, e in quel momento seppe con
certezza che stavano pensando le stesse cose.
Ronald le si era
avvicinato e l’aveva abbracciata, in silenzio, non c’era bisogno di parole.
Sorrise
impercettibilmente. Ron. Era stata bene con lui, ma tra loro non era durata,
sapevano entrambi che non era amore, e così si erano lasciati bene, senza che
il loro legame ne uscisse compromesso, se non addirittura più forte di prima.
Con lui si sentiva
serena, riusciva spesso anche a ridere, nonostante la situazione, ma continuava
a sentire quel freddo nel ventre, che non accennava mai a diminuire.
Si chiese se
qualcosa avrebbe potuto scaldarla mai.
All you need is love..
Una sola lacrima
solcò la guancia di Hermione, mentre la porta del dormitorio femminile si
apriva, lasciando entrare un ragazzo moro dagli occhi verdi.
La ragazza si mise
a sedere asciugandosi con la manica della divisa che nel frattempo aveva
indossato, rivolgendo il suo sguardo triste al suo migliore amico.
“Scendi, Herm?
Siamo tutti in Sala Comune”
Hermione abbassò il
capo, fissando le coperte rosse del suo letto. Come era risuonata stanca,
quella voce.
“Harry.. Io non so
se me la sento”
Il ragazzo si
sedette a fianco a lei sul letto.
“Nessuno ti obbliga
Hermione, ma così sarà tutto più difficile..” disse con gli occhi colmi di
tristezza, alzandole il viso con due dita.
Così, tra le
braccia di Harry, Hermione lasciò la stanza dopo aver lanciato un’ultima
occhiata a Ginny.
[***]
Draco Malfoy sedeva
scompostamente su di una poltrona della Sala Comune Slytherin, e guardava il
fuoco riflettendo, il chiacchiericcio instancabile delle sue compagne di Casata
come sottofondo ai suoi pensieri.
Si chiedeva cosa
sarebbe successo, quell’anno. E cosa in particolare aspettava lui.
Qualche mese prima,
quando la lettera per gli studenti di Hogwarts, sempre uguale, con il timbro di
ceralacca rossa e le lettere verdi sul retro, gli era arrivata, aveva riso.
Aveva riso. Forse
per scaricare la tensione, forse perché era assurdo tentare di convincersi che
nulla era cambiato, neppure lui lo sapeva.
Ora, invece, aveva
solo voglia di piangere.
”Un Malfoy non piange mai, Draco, ricordalo
sempre”
“Si, padre”
Si volse verso la
sorgente di quei fiumi di parole, una brunetta abbastanza carina che
ridacchiava parlando delle nuove acconciature che Miss Spencer le aveva
illustrato l’ultima volta che sua madre l’aveva portata a rifarsi il caschetto.
Draco non riusciva
a credere che i suoi compagni potessero pensare a qualcos’altro che non fosse
la battaglia imminente.
Potevano provare
sconforto, curiosità, sgomento, paura.. ma non restarne indifferenti.
“Un Malfoy non prova mai paura,
Draco. Mai. E’ chiaro questo?”
“Si, padre”
Sospirò stendendo
le gambe, mentre una mano si posava sulla sua spalla ed un ragazzo piuttosto
alto prendeva posto sul bracciolo della poltrona sul quale Draco era seduto.
“Incredibile, non è
vero?”
“Cosa Blaise”
“Lo sai, cosa”
Draco socchiuse gli
occhi, guardando ancora più intensamente le fiamme, come a cercare di cogliere
un particolare in più.
“Si, lo è”
Il silenzio regnava
ora nella stanza, segno che le ragazze avevano raggiunto i dormitori.
“Chissà come si
comporteranno domani”
“Esattamente come
oggi, Blaise”
“Tu credi?”
“Si”
Il fuoco andava
spegnendosi, anche se Draco non riusciva ad accorgersene se non vedendolo. Il
freddo dei sotterranei gli era penetrato fin sotto la pelle.. Ma era solo
quello?
“Pensi di riuscire
a sopportarlo?” chiese ancora Blaise.
“Cosa”
“La routine, lo
svolgersi regolare delle lezioni, delle cene.. come se tutto fosse normale?”
Se l’era chiesto
più di una volta.
“Un Malfoy non si piega davanti a nulla,
Draco, e non mostra mai i suoi sentimenti”
“Si, padre”
“Alla fine si
sopporta tutto, Blaise” rispose Draco alzandosi e dirigendosi verso la scala a
chiocciola del dormitorio maschile.
________Spazio dell’autrice
:____
E’ solo il prologo,
ma è fondamentale ai fini della fic.. come vi sembra?
Piccola nota, ad un certo punto, nella parte riguardante
Hermione ho inserito il pezzo di una canzone, che forse sembra inserito un po’
a casaccio ^_^ quell’ “All you need is love” è uno dei pezzi della canzone che
ci accompagnerà in questa fic. Non tanto per la canzone in se, ma parecchie
parti di essa mi ricordano questi due personaggi, così, all’interno di ogni
capitolo, inserirò una piccola parte, uno squarcio di frase, preso dalla
celeberrima “Elephant Love Medley”, meglio conosciuta come “We can be lovers”,
tratta dall’altrettanto celebre musical “Moulin Rouge”
Attendo commenti,
complimenti e critiche.
HermyKitty