Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: laisaxrem    10/04/2013    1 recensioni
storia scritta per il forum lumos.it sul tema "A.A.Amore cercasi".
dal testo...
"< Allora, Malocchio, ora che sei sufficientemente sbronzo confessami tutto >.
Il vecchio mago e Auror quasi in pensione lanciò un’occhiata che doveva essere d’intimidazione alla giovane che gli sedeva accanto, i capelli rosa cicca e il volto a cuore, un bicchiere (l’ennesimo) di Firewhisky tra le mani.
< Che diamine stai dicendo, Ninfadora? >
[...]
< Sto aspettando, capo >.
< Che Merlino staresti aspettando, scusa? >
Tonks sogghignò di nuovo: sembrava spaventosamente una Black quando faceva così.
< Che tu mi confessi del tuo primo bacio >.
Il sorso di firewhisky che il vecchio mago stava per inghiottire finì dritto in faccia della sua giovane sottoposta.
< Che schifo, Malocchio! > protestò questa pulendosi la faccia con la manica della veste mentre i suoi capelli si tingevano di verde."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Albus Silente, Nimphadora Tonks, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

TUTTA COLPA DEL FIREWHISKY

 

16 dicembre 1992

<< Allora, Malocchio, ora che sei sufficientemente sbronzo confessami tutto >>.
Il vecchio mago e Auror quasi in pensione lanciò un’occhiata che doveva essere d’intimidazione alla giovane che gli sedeva accanto, i capelli rosa cicca e il volto a cuore, un bicchiere (l’ennesimo) di Firewhisky tra le mani.
<< Che diamine stai dicendo, Ninfadora? >>
<< Non chiamar... >>
<< Sì, sì... Piantala, piattola >>.
La strega gli lanciò un tovagliolo appallottolato che Moody afferrò senza troppi problemi... per poi farlo cadere miseramente a terra mentre Tonks sogghignava, contenta: Alastor Moody, da sobrio, avrebbe afferrato un moscerino della frutta con alluce e mellice del piede sinistro avendo gli occhi chiusi mentre al contempo combatteva contro tre Mangiamorte appeso a testa in giù dalle mutande. Se si era lasciato sfuggire quel quadrato di carta significava che il suo cuore stava pompando alcool invece che sangue.
<< Sto aspettando, capo >>.
<< Che Merlino staresti aspettando, scusa? >>
Tonks sogghignò di nuovo: sembrava spaventosamente una Black quando faceva così.
<< Che tu mi confessi del tuo primo bacio >>.
Il sorso di firewhisky che il vecchio mago stava per inghiottire finì dritto in faccia della sua giovane sottoposta.
<< Che schifo, Malocchio! >> protestò questa pulendosi la faccia con la manica della veste mentre i suoi capelli si tingevano di verde.
L’istante seguente tutti gli avventori del locale si voltarono, sconvolti, ad osservare un Moody imbizzarrito che s’era alzato e sbraitava contro Tonks.
<< Ma che ti salta in mente, marmocchia? Come osi fare a me domande come questa? >>
<< Hai detto che per fidarsi di qualcuno bisogna conoscerlo a fondo perché potrebbe rivelarsi un traditore >>.
<< Esatto! >> esclamò l’uomo battendo un pugno sul tavolo. << Vigilanza costante! >>
<< Appunto. Io non so praticamente nulla di te, se non le voci che girano nell’Accademia e nel Ministero... >>
<< Perché, che voci girano su di me? >>
<< ... ergo >> proseguì Tonks ignorando la domanda del suo mentore. << Non posso fidarmi di te >>.
<< Che stai dicendo, ragazzina? Certo che puoi fidarmi di te... cioè, puoi fidarti di me. Sono forse l’unico di cui puoi... >>
<< E chi me lo garantisce? >>
<< Io >>.
<< Non è sufficiente >> ribatté la strega, solenne.
Tonks continuò ad osservare il mago cercando di non dare a vedere il suo compiacimento: Moody c’era cascato con tutte le scarpe e pure con la scopa. La giovane sapeva bene che quello era il suo punto debole. La fiducia, già. Gli bruciava ancora ciò che era successo con Black, gli bruciava non aver capito che un uomo che conosceva bene e di cui si fidava era in realtà una spia del Signore Oscuro.
La strega assistette al cambiamento di espressione sul volto di Malocchio e seppe che aveva vinto.
<< Hai vinto >> disse infatti questi, tracannando un altro sorso di liquido. << Che volevi sapere? >>
<< Il tuo primo bacio, Malocchio, non far finta di essertene dimenticato >>.
Il mago ringhiò prima di richiamare il barista ed ordinare un altro paio di Whisky.
<< Io non ho ancora finito il mio >> fece notare Tonks.
<< E chi ha detto che uno sia per te? Mi serviranno entrambi per raccontare questa storia >>.
I due auror attesero l’arrivo dei due bicchierini, poi il più vecchio trangugiò il primo e si mise a raccontare, lo sguardo appannato dall’alcool perso nel vuoto.
 

14 febbraio 1943

Un giovane Alastor Moody con ancora tutti i pezzi del corpo al loro posto, camminava per i corridoi bui di Hogwarts controllando che nessuno studente stesse infrangendo il coprifuoco.
Essere il Caposcuola di Grifondoro gli piaceva. Amava poter gironzolare di notte ascoltando il silenzio per captare rumori sospetti, scoprire nuovi passaggi segreti sorprendendo studenti in atteggiamenti amorosi, togliere punti a quei furbetti che credevano di poterlo imbrogliare, sedare risse con un paio di colpi di bacchetta ben assestati (o alla Babbana, se il primo metodo non era sufficiente).
Peccato per quell’altra.
Si chiedeva perché Dippet l’avesse promossa Caposcuola. Era completamente inutile. Era troppo dolce con gli studenti che sorprendevano fuori dal letto. E per di più lo interrompeva sempre durante le sue punizioni corporali: cosa aveva contro la Trasfigurazione umana? Lui trovava che fosse molto utile per scoraggiare altre malefatte.
Non la sopportava. E per di più ora ci si era messa quella scommessa coi sui amici.
<< Alastor, che hai da sbuffare? >> chiese la ragazza voltandosi e lanciando un’occhiataccia al compagno di ronda. << Se non vuoi star qui puoi pure tornartene in dormitorio: finisco io la ronda >>.
Il ragazzo borbottò e continuò a seguire la Grifondoro tenendo le orecchie tese e col cervello che ronzava furioso. Era la sua occasione e probabilmente sarebbe stata l’unica. Senza contare che probabilmente sarebbe morto di vergogna subito dopo. Bè, non avrebbe mai realizzato il suo sogno di diventare auror, ma almeno avrebbe portato a termine la scommessa.
Il giovane mago prese un forte respiro poi spiccò una corsetta per raggiungere la strega e le afferrò un polso magro.
<< Alastor, che fai? >> chiese questa, la fronte aggrottata in un’espressione che non prometteva niente di buono.
Il giovane uomo non rispose nulla ma si mise a trascinarla verso un passaggio segreto nascosto dietro ad un arazzo.
<< Moody! Mollami subito! >> iniziò a sbraitare lei, sconvolta ed arrabbiata per il trattamento. << Se non mi lasci, giuro che... >>
<< E sta un po’ zitta! >>
La giovane tacque e si lasciò trascinare dietro alla pesante stoffa. Alastor la spinse malamente contro al muro prima di borbottare delle parole di scuse.
Lei gli lanciò un’altra occhiataccia ed incrociò le braccia al petto, fissandolo come se si trattasse di una qualche Creatura magica pericolosa e mezza pazza.
<< Allora, che vuoi? >>
Alastor trasse un altro profondo respiro cercando di convincere sé stesso a fare ciò che doveva.
<< Senti... >> iniziò, titubante. Le doveva una spiegazione... e se fosse stato convincente forse lei gli avrebbe risparmiato la vita. << Mi dispiace tanto. Non vorrei doverlo fare ma... ho scommesso... >>
A quelle parole la ragazza estrasse la bacchetta.
<< Che diamine stai dicendo? Spostati subito o io... >>
Ma il giovane futuro auror, preso il coraggio a due mani, appoggiò le labbra su quelle sottili della donna soffocandone le parole.
Durò solo pochi secondi.
Nell’istante in cui Alastor iniziò ad allontanarsi da lei, un’espressione schifata ma soddisfatta sul volto, una ginocchiata ben assestata proprio là dove non batte il sole gli mozzò il respiro in gola facendolo riavvicinare alla Caposcuola rubandole un secondo, involontario, bacio.
Le mani della giovane si posarono sul petto forte di lui e lo spinsero con talmente tanta forza da mandarlo a cozzare contro il muro. Il rumore che produssero la testa e la parete dura le ricordò vagamente le esplosioni delle bombe Babbane su Londra che quell’estate avevano abbondato. Inutile dire che a vincere lo scontro fu il solido muro di pietra.
Il mago scivolò a terra, una mano che correva a massaggiare il punto d’impatto tra le due superfici.
<< Aahhh! Ma che ti sei impazzita? Mi hai fratturato il cranio! >>
<< Che diavolo ti è saltato in mente? >> iniziò a sbraitare lei, ignorando la mano insanguinata di Moody, la bacchetta ancora sfoderata. << Come hai osato?!? >>
Dire che era livida di rabbia è un eufemismo. Aveva le guance rosse e gli occhi scintillanti; i lunghi capelli iniziarono a vorticarle sulle spalle come sospinti da un vento leggero e lei si avvicinò di un passo al ragazzo a terra.
<< Ora me la pagherai cara, signor Moody. Oh, sì >>.
<< Che diamine stai...? >>
Ma il resto della frase si trasformò in un grugnito: sul pavimento, esattamente dove pochi istanti prima c’era il mago, era comparso un maialino nero che si agitava disperato.
<< Ora proverai ciò che tu infliggi agli altri, Moody. Non-si-baciano-le-ragazze-senza-permesso >>.
Il maialino fece un paio di capriole in aria prima di atterrare dolcemente su un cuscino che era comparso sul duro pavimento.
<< E ricordatelo >> intimò la strega.
Una piccola risatina la fece voltare e, inutile dirlo, sbiancare: sull’ingresso del passaggio segreto c’era Albus Silente, il professore di Trasfigurazione, la veste blu notte, la barba rossa striata di bianco, gli occhialetti a mezzaluna appoggiati sul naso adunco.
<< Pro-professor Silente >>.
<< Davvero un’ottima Trasfigurazione, devo ammetterlo. Dieci punti per Grifondoro. Tuttavia temo di doverne togliere cinque per... ehm... l’aggressione al signor Moody, anche se l’ha pienamente meritata. Ma io sono un professore e non dovrei dire... >>
<< Signore... >>
<< Fammi vedere se sai anche ritrasformarlo in essere umano >> le chiese il professore con un sorriso.
La studentessa agitò la bacchetta, prima trasformando il cuscino in un materasso e poi Trasfigurando il maiale in un ragazzo svenuto.
<< Per Merlino! >> esclamò la strega precipitandoglisi vicino. << Merlino, l’ho ammazzato! Moody! Svegliati! Moody! Alastor! >>
Il giovane mago s’agitò appena.
<< Stai tranquilla, è solo svenuto >> la tranquillizzò il saggio professore. << Ora lo porto in infermeria, tu torna pure al dormitorio >>.
<< Ma signore... >>
<< Il giovane Moody dovrebbe stare più attento >> continuò Silente, ignorandola e facendole l’occhiolino. << Sono sette anni che è in questa scuola eppure inciampa ancora in quello scalino che scompare nella rampa che porta alla Torre di Grifondoro. Buonanotte signorina... >>
 

16 dicembre 1992

<< Ti ha mandato in infermeria? >> chiese Tonks, incredula ed eccitata, il volto appoggiato alle mani. << Non ci posso credere: il grande Alastor “Malocchio” Moody mandato in infermeria da... >>
<< Smetti di gongolare, ragazzina >> brontolò lui. << Avrei voluto vedere te >>.
<< Bè, te la sei cercata, però, lasciatelo dire >>.
<< Ma tu da che parte stai? >>
<< Dalla sua, ovviamente! Devo ricordarmi di fare i complimenti alla professoressa McGranitt, quando la vedrò! >>
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: laisaxrem