*Bolle
di sapone*
Per
alcuni versi sono ancora un bambino, me ne accorgo.
Quanti
ragazzi
della mia età se ne starebbero sotto un albero,
all’alba, da soli, a fare bolle
di sapone?
Si
contano sulle dita di una mano, anzi forse ce n’è
solo uno in tutto il mondo
magico e non: io.
Questa
mattina, mentre ancora tutti dormivano (lo so! Mi sorprendo di me
stesso!!) e
il sole non era ancora sorto, sono sgattaiolato in cucina. Ho preso un
bicchiere, una cannuccia, ho mescolato un po’ di acqua e
sapone ed ecco fatto.
Ed ora
eccomi qui: nel mio pigiama arancione (che fa davvero a cazzotti con il
colore
dei miei capelli), seduto a gambe incrociate sotto un albero.
Fra le
mani la mia tazza di acqua saponata, la cannuccia in bilico sulle
ginocchia. La
prendo con la destra, la intingo nel bicchiere, mescolo un
po’.
Sulla
superficie dell’acqua si formano delle bollicine e un
po’ di schiuma bianca
disegna strani percorsi addensandosi sui bordi della tazza.
Porto la
cannuccia alle labbra e soffio delicatamente.
Ecco che
si sta formando!
Beh.. si,
le bolle di sapone mi piacciono. Mi sono sempre piaciute. Da quando ero
un
bambino. Da quella volta che la mamma mi aveva insegnato a farle, per
consolarmi perché nessuno dei miei fratelli mi voleva fra i
piedi.
Mi
perderei ore a guardarle, mi affascinano: belle e ricercate pur nella
loro
semplicità.
Ci vuole
anche una certa esperienza per farle venire bene! È
un’arte! E modestamente io
me la cavo bene.
Quella
che si è appena staccata dall’estremità
della cannuccia è davvero bellissima.
Rapito, osservo i colori dell’arcobaleno che scivolano
velocemente lungo tutta
la superficie della bolla. Rosa, azzurro, verdino, giallo…
formano un’unica
miscela che si riunisce e si ridivide.
La mia
prima bolla si lascia accarezzare dalla leggera brezza. Vola leggera,
fa
qualche piroetta e poi con un plop silenzioso, scoppia.
Guardo
per qualche istante il punto in cui è scoppiata, ma per
poco. Sono già con la
cannuccia fra le labbra.
Comincio
a fare altre bolle.
Alcune
così piccole che scompaiono dalla mia vista prima che io
possa vedere dove esploderanno.
Altre
così grandi che mi ci vuole un’immensa
concentrazione e attenzione per farle
staccare senza danneggiarle. Finiscono subito fra l’erba, poi.
Contemplo
i loro colori per non so quanto tempo. La luce che sta diventando
più intensa,
evidenzia ancora meglio le sfumature. Gioco un po’, cercando
di prenderle con
le dita senza farle scoppiare.
In alcune
mi ci vedo pure riflesso. Un faccione enorme deformato dalla
sfericità della
bolla.
Mi sembra
quasi di guardare in una di quelle stupide palle di vetro della Cooman!
In
effetti non vedo solo me stesso.. ma chi è quella?