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Autore: liamskinshead    10/04/2013    1 recensioni
Non sono mai stata brava a scrivere. Mi hanno chiesto di scrivere una ff (che non è una ff in realtà perché non parla di nessun personaggio famoso lol ma che importa?) beh ci posso provare.
Farò un prologo a cazzo, inventando i personaggi al momento perché mi va.
‘Non capisco perché loro si e io no’ si ripeteva Cassie mentre osservava tristemente dal suo balcone un gruppo di ragazze sedute a parlare,in una umidiccia mattinata d’inverno.
Non era una grande persone lei, era una delle ‘diverse’ del mondo, una di quelle che nessuno vuole, una di quelle che la gente non guarda neanche. Non considerata, emarginata sono tutti aggettivi che a una stupida ragazza di 15 anni non dovrebbe conoscere. Ma la vita è ingiusta, per alcuni è difficile superare le cose.
Dal diario di una piccola macchia grigia.
So che non è un grande inizio di una grande storia di vita, di un grande amore. Almeno è verità, non solo un mucchio di frottole per farsi sogni irrealizzabili la notte. Spero continuiate, io scrivo a cazzo senza pensare troppo, perché lo faccio già troppo.
PREMESSA: Metto decisamente TROPPE virgole ok? ne sono consapevole, ma io faccio tante pause lol
Genere: Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                           Prologo

Non sono mai stata brava a scrivere. Mi hanno chiesto di scrivere una,beh ci posso provare.
Farò un prologo a cazzo,  inventando i personaggi al momento perché mi va.
‘Non capisco perché loro si e io no’ si ripeteva Cassie mentre osservava tristemente dal suo balcone un gruppo di ragazze sedute a parlare,in una umidiccia mattinata d’inverno. 
Non era una grande persone lei, era una delle ‘diverse’ del mondo, una di quelle che nessuno vuole, una di quelle che la gente non guarda neanche. Non considerata, emarginata sono tutti aggettivi che a una stupida ragazza di 15 anni non dovrebbe conoscere. Ma la vita è ingiusta, per alcuni è difficile superare le cose.
Dal diario di una piccola macchia grigia.  
So che non è un grande inizio di una grande storia di vita, di un grande amore. Almeno è verità, non solo un mucchio di frottole per farsi sogni irrealizzabili la notte. Spero continuiate, io scrivo a cazzo senza pensare troppo, perché lo faccio già troppo.
PREMESSA: Metto decisamente TROPPE virgole ok? ne sono consapevole, ma io faccio tante pause lol

 
 Inizio

                                                                                            

‘’Vita di merda’’ si ripeteva ogni giorno Cassie,  non trovava un solo scopo nella sua vita. Era persa.
‘’la solitudine mi uccide’’ pensava,  poteva solo pensarlo. Non parlava mai con nessuno, era abituata a non farlo.
Passava le sue giornate buttata sul letto, al buio.  Adorava il buio la faceva stare bene,  nessuno la vedeva e lei non vedeva nessuno. Era tutto perfetto li, nessuna distinzione ….. solo nero.
Lei era diversa, si sentiva diversa. Troppo stupida, troppo brutta, troppo poco per gli altri.

….
 ‘’Pronti a mettere ‘la maschera’, più tranquilla Cassie così dai nell’occhio’’ si ripeteva. Parlava da sola. Molti possono reputarla una cosa strana, ma a lei piaceva, adorava parlare da sola,  esprimeva i suoi pensieri, le sue considerazioni, le sue paure con l’unica persona con cui parlava: se stessa. 

Non era una brutta ragazza, non si considerava brutta. Era nella media ‘’ci sono ragazze peggiori di me’’ si diceva sempre, a contrario di molte lei non si odiava.. anzi faceva di tutto per cercare di amarsi.
‘’perché farmi del male? Perché rovinare il mio gracile corpo? ha così sofferto… non ha bisogno di tanto odio da parte mia. è così indifeso, così fottutamente imperfetto da non meritare lesioni’’
Lei non odiava il suo corpo, infondo none era lui che parlava, lei odiava la sua testa,  odiava il suo carattere.

Castana, occhi marroni, pelle giallastra.  Ragazza troppo comunque di aspetto, facile da confondere. Aveva i capelli cortissimi, non voleva ingombri… anche se adorava i capelli lunghi, ma lei ‘’non poteva permetterselo avrebbe rovinato tutto’’.  Era alta, non tanto in carne.
Era solo una 15enne, vittima di violenze familiari, sola e senza carattere.
Soffriva di mutismo selettivo.  Cioè che parlava solo con alcuni elementi. 
 
Era sola perché non parlava, le parole non le uscivano.
Odiava la gente, odiava circondarsi di gente, si sente a disagio, odia le risate … quelle risate che la tormentano tutta la notte la seguono tutto il giorno, quelle stupide risate che sentiva,  le ridevano dietro sempre. Lei faceva di nulla, come se non le importasse, e non le importava affatto, ma ci soffriva.. soffriva perché lei non poteva ridere.
I genitori non vollero mandarla da specialisti, lei ne era contenta non voleva essere analizzata da persone che volevano solo soldi e seguivano i copioni di un vecchio libro che avevano studiato, senza sapere davvero cosa vuol dire vivere così a 15 anni. Le ripetevano ‘’devi solo parlare, esci ti fai nuovi amici, tutto si sistema’’,  era tutto così dannatamente facile per loro, tanto a loro che importava? Loro avevano studiato, pensano davvero di sapere di cosa parli, di cosa provi, ma loro possono solo ‘’cercare di provare’’ ma è tutta un'altra cosa.
Stava bene, lei da sola stava bene, finchè non vedeva l’altra gente, non vedeva qui gruppetti felici che le passavano vicino, anche lei desiderava farne parte, ma non poteva. Non aveva la forza di farlo. Era troppo debole.
 
Anche se soffriva di mutismo i genitori la mandavano a scuola, seconda superiore insieme a gli altri ragazzi, quelli normali.
Stava nel primo banco, sotto la finestra illuminata dal sole, da li poteva fantasticare di essere qualsiasi cosa, poteva per qualche minuto perdersi tra mille storie, mille pensieri … era  tutto così tranquillo li. Da li non si girava a guardare gli altri. Ormai si erano abituati tutti al suo ‘’non parlare’’ e la lasciavano perdere, era invisibile, ma era meglio così.
Tornata a casa iniziava la tormenta. Stare sola in classe, era la cosa meno peggio che aveva, ma a casa iniziavano i veri problemi. Quelli che le recavano così tanti disturbi.
I genitori erano separati, il padre si era risposato con una donna di 45 anni, quando lui ne aveva solo 29. Anche la madre aveva un compagno, beh in realtà ne aveva cambiati tanti in solo un anno, e Cassie doveva sopportarli tutti.  Aveva altri 2 figli oltre a lei,  2 gemelli di 3 anni. 
In realtà erano 4 figli, ma quello che doveva essere il fratello maggiore di cassie si era suicidato 5 anni prima, quando lei aveva solo 10 anni.. è stato un trauma per lei, ma poteva capirlo ora perché lo aveva fatto. Quello che doveva essere una roccia per tutte le persone, la famiglia per lei era solo la cosa peggiore che aveva.
La madre dopo la separazione, portò a casa molti uomini, uno al mese secondo Cassie,  era una donna che beveva tanto, lo aveva sempre fatto anche da sposata, per quello il padre l’aveva lasciata, lei diceva di andare a fare un giro con le amiche la sera,ma in realtà andava a ‘giorcare con altri uomini’ dietro c’erano altre storie, altri segreti, e dopo tutto si erano separati.
Quindi Cassie aveva preso il controllo di quello che ne restava di una famiglia, cresceva lei i bambini, erano un po’ peso per lei, aveva solo 15 anni e la testa le scoppiava, doveva fare troppe cose.  Dopo la separazione la madre iniziò anche a drogarsi, spariva per qualche settimana e tornava, dicendo che era cambiata, voleva ricominciare da capo ma invece ricadeva sempre nello stessa fossa e il ciclo continuava. Lei non si fidava più della madre, ma non la odiava, infondo era comunque sua madre, aveva tanti pensieri anche lei, ma non era forte come Cassie.
Era rimasta incinta giovane, 18 anni quando ebbe Bryan, lui si suicidò a 15 anni da li quel traballare della famiglia si ruppe definitivamente e iniziarono i problemi grossi.
Dovette crescere in fretta per mandare avanti tutto.  

 
(continuate a leggerla, qua ho fatto un introduzione generale della vita di Cassie, inizia la storia dai prossimi capitoli c: ) 
  
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